LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 25 aprile 2021 – IV Domenica di Pasqua
Gesù pastore buono e perfettoAtti 4,8-12 • Salmo 117 • 1Giovanni 3,1-2 • Giovanni 10,11-18
LetturaL'evangelista Giovanni ci porta col suo racconto ancora una volta a Gerusalemme, all'ultimo giorno della festa delle Capanne, quando Gesù, recatosi al Tempio, insegna cercando di farsi conoscere. Inevitabilmente si creano conflitti con i giudei e con le folle. Di conseguenza egli è costretto a manifestarsi attraverso immagini simboliche. Tra queste emerge la figura del pastore di Gv 10,1-18. Nella prima parte del capitolo (vv.1-5), Gesù si rivela misteriosamente ai suoi uditori e nel v.6 si dice che i farisei non capivano il senso delle parole di Gesù. Nei vv.7-18 egli si fa conoscere chiaramente, collegando a sé i temi presentati nella prima parte. A questo punto si colloca il brano della quarta domenica di Pasqua.
Gv 10,11-1811 Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12 Il mercenario - che non è pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13 perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.14 Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15 così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. 16 E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. 17 Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18 Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio".CommentoGesù si presenta "buon pastore". La perfezione e la bontà di questo pastore consistono nella disponibilità a dare "la propria vita per le pecore". Abitualmente fa parte della attività del pastore affrontare i rischi per il bene del gregge, ma nessuno oserebbe pretendere che egli sia disposto a perdere la vita per le pecore. Al pastore perfetto viene contrapposto il mercenario, che svolge le mansioni del pastore con distacco. A lui "le pecore non appartengono" e quindi "non gli importa delle pecore". Nel pericolo fugge e non è disposto a dare la vita per esse. Gesù, pastore buono e perfetto, conosce le pecore e da esse è conosciuto. Il rapporto che egli ha col gregge è sul modello della sua relazione con il Padre: "come il Padre conosce me e io conosco il Padre". Di conseguenza il verbo conoscere acquista il significato di amare, che sta alla base della relazione di Gesù col Padre e quindi col gregge. L'amore di Gesù non può limitarsi al recinto stretto di "questo recinto", che è da identificare con Israele radunato simbolicamente nel Tempio di Gerusalemme, ma si rivolge sovrabbondantemente anche ad "altre pecore". Queste ascolteranno la sua voce "e diventeranno un solo gregge" guidate da "un solo pastore". Viene così indicato l'obiettivo del ministero di Gesù: arrivare a tutti. Esso si realizzerà storicamente per mezzo della Chiesa. L'ultima parte del brano sottolinea nuovamente la relazione d'amore che intercorre col Padre. Essa si concretizza nell'eseguire fedelmente, da parte di Gesù, il "comando che ho ricevuto dal Padre".
Gesù è pastore buono perché ama il suo gregge fino a dare la vita per esso. Egli si distingue in questo modo dai mercenari, che svolgono il loro lavoro con disinteresse e senza cuore. L'amore di Gesù è universale e per tutti gli uomini, i quali egli chiama con la sua parola a far parte dell'unico gregge. In tutto questo progetto egli fa conoscere l'amore che il Padre ha per l'umanità.
Collegamento fra le lettureL'amore con cui si svolge il proprio servizio umano o ecclesiale è il tema che unifica le letture. Nel contesto della celebrazione pasquale si può sottolineare che l'attenzione "pastorale" di Gesù per le pecore, presentata da Giovanni come futura, si realizza oggi. Adesso, per mezzo della Chiesa, Gesù sta facendo giungere il suo amore anche alle "pecore che non sono di questo recinto". L'esempio di Pietro, "colmo di Spirito Santo", diventa modello di tutti gli evangelizzatori che, "nel nome di Gesù Cristo il Nazareno", annunciano il vangelo in ogni parte della terra, anche mettendo in pericolo la propria vita. È l'amore di Gesù verso gli uomini e la corrispondenza che essi hanno nei suoi riguardi che rendono "figli di Dio", come dice la seconda lettura. Questa esperienza sarà sempre più perfetta perché tutti "saremo simili a lui e lo vedremo così come egli è".
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Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 18 aprile 2021 – III Domenica di Pasqua
Toccatemi e guardate: voi siete testimoni!Atti 3,13-15.17-19 • Salmo 4 • 1Giovanni 2,1-5 • Luca 24,35-48
LetturaNel vangelo secondo Luca, dopo il ritrovamento del sepolcro vuoto da parte delle donne e l'annuncio che esse fanno agli undici e a tutti gli altri (23,56-24,12), si ha la narrazione dell'apparizione di Gesù ai due discepoli sulla via verso Emmaus (24,13-35). A questo punto si inserisce il brano che la liturgia propone nella terza domenica di pasqua.
Lc 24,35-4835 Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.36 Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". 37 Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: "Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho". 40 Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41 Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: "Avete qui qualche cosa da mangiare?". 42 Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43 egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.44 Poi disse: "Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi". 45 Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46 e disse loro: "Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47 e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48 Di questo voi siete testimoni.ContenutoIl racconto inizia con la presentazione dei "due discepoli" che, "di ritorno da Emmaus", riferiscono agli altri "ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane" (v.35). Mentre questi parlano Gesù in persona appare in mezzo a loro augurando la pace. Il testo sottolinea particolarmente lo stupore e lo spavento che colpirono i discepoli alla vista di Gesù. Il disagio vissuto dai suoi viene colto ulteriormente nei diversi tentativi compiuti da Gesù per farsi riconoscere. Prima egli mostra "le mani ed i piedi", poi li invita a toccare "la sua carne e le sue ossa" e da ultimo mangia "davanti a loro una porzione di pesce arrostito". Solo a questo punto il turbamento si tramuta in "grande gioia" (vv.36-43). La parte finale dell'incontro (vv.44-48), ricchissima di contenuti, rimanda da un lato agli insegnamenti che Gesù aveva impartito quando era con loro e dall'altro al compimento in lui di tutte le Scritture: "le cose scritte su di me nella Legge di Mosé, nei Profeti e nei Salmi". È il Risorto colui che "apre la mente all'intelligenza delle Scritture" e che manda i suoi come testimoni nel mondo perché gli israeliti ("cominciando da Gerusalemme") e "tutte le genti" accolgano la conversione ed il perdono dei peccati a loro annunciati.
I discepoli fanno molta fatica a riconoscere Gesù risorto! Soltanto la sua iniziativa può illuminare il buio e creare comunicazione tra lui ed i suoi per far sperimentare grande gioia. La comprensione delle Scritture diventa l'esperienza che qualifica la comunità pasquale. Non si tratta di compiere una semplice operazione intellettuale, ma incontro reale ed autentico con Cristo che apre mente e cuore di coloro che si avvicinano alle Scritture con umiltà e disponibilità. Questo "evento di salvezza" avviene soltanto per dono del Risorto e produce conversione, perdono dei peccati e forza coraggiosa nell'annuncio a tutti.
Collegamento fra le lettureMolto forte in tutte le letture è il tema del peccato da cui siamo stati liberati. Nel testo di Atti, Pietro invita i suoi ascoltatori a "cambiare vita, perché siano cancellati i peccati". L'apostolo Giovanni nella prima lettera esorta a non peccare, "ma se qualcuno ha peccato" invita a rivolgersi a Gesù Cristo nostro "avvocato presso il Padre". Nel vangelo di Luca Gesù, ricordando le Scritture, indica "la conversione ed il perdono dei peccati", annunciati a tutte le genti nel suo nome, come frutto della risurrezione. La forza della risurrezione ha il suo segno nella novità di vita di chi, guidato dalla Scrittura e illuminato dalla parola del Risorto, riesce a convertirsi e a uscire definitivamente dal peccato.
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Goito 11 aprile 2021 – II Domenica di Pasqua
Mio Signore e mio Dio!Atti 4,32-35 • Salmo 117 •1 Giovanni 5,1-6 • Giovanni 20,19-31
LetturaIl brano del vangelo di Giovanni, della seconda domenica di Pasqua, si colloca dopo il rinvenimento del sepolcro vuoto da parte di Maria Maddalena, di Pietro e di Giovanni e segue la prima apparizione del Risorto a Maria, che lo scambiò per il giardiniere.
Gv 20,19-3119 La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: "Pace a voi!". 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21 Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi". 22 Detto questo, soffiò e disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo. 23 A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati".24 Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli dicevano gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo".26 Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: "Pace a voi!". 27 Poi disse a Tommaso: "Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!". 28 Gli rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". 29 Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!".30 Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31 Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.CommentoIl testo presenta due manifestazioni di Gesù risorto nel cenacolo. Nella prima, avvenuta il giorno stesso di Pasqua, (vv.19-23) egli entra a porte chiuse nel "luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei giudei" e li saluta donando loro la pace. Questa, unita alla visione dei segni della passione sulle mani e sul costato, generano gioia nei discepoli che vedono il Signore. Gesù poi invia i suoi e li manda a prolungare l'opera che il Padre aveva a lui affidato: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". A sostegno della loro missione il Risorto dona lo Spirito Santo e ad essi conferisce il compito di rimettere i peccati: "a coloro a cui perdonerete i peccati saranno perdonati...". Al centro del brano abbiamo la presentazione di Tommaso che, non essendo stato presente "quando venne Gesù", manifesta scetticismo ed incredulità sull'accaduto (vv.24-25). La seconda manifestazione di Gesù avviene "otto giorni dopo", quando "i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso" (vv.26-31). Il Risorto, otre ad offrire nuovamente a tutti il dono della pace, indica personalmente a Tommaso i segni della passione presenti sul suo corpo, e lo invita a "non essere incredulo, ma credente!". A questo punto Tommaso riconosce Gesù e professa la sua fede: "Mio Signore e mio Dio!". Le parole di Gesù si chiudono preannunziando la beatitudine di coloro che crederanno in Gesù Cristo senza vedere.
Solo con la risurrezione di Gesù il discepolo può ottenere da lui, con la fede, la pienezza della pace e della gioia. Queste sono rese stabili dal dono dello Spirito e dalla remissione dei peccati. Anche chi è scettico o dubbioso, incontrandosi con lui, approda ad una fede vera. I doni concessi dal Signore risorto sono per tutti i discepoli che hanno fede in li, anche per coloro che nel corso dei secoli non avrebbero incontrato immediatamente il Risorto.
Collegamento fra le lettureUn tema particolarmente sottolineato nelle letture è la fede. Il libro degli Atti presenta le conseguenze concrete che scaturivano nella vita "di coloro che erano diventati credenti". I discepoli erano concordi, mettevano tutto in comune, tutti avevano il necessario per vivere e gli apostoli annunciavano con autorità la risurrezione del Signore. Nel cenacolo i discepoli, dopo l'incontro con Gesù, passano, attraverso la fede, dalla paura alla gioia. Anche Tommaso, viene invitato da Gesù risorto a "non essere incredulo ma credente!". È ancora la fede che rende "beati quelli che non hanno visto ed hanno creduto" in lui. Infine nella seconda lettura la fede in Gesù Cristo rende partecipi della famiglia di Dio: "chiunque crede è stato generato da Dio" e apre all'amore dei figli di Dio. La fede poi rende capaci di vincere il mondo: "Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede".
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Goito 4 aprile2021–Domenica di Pasqua
È risorto e vi precede in GalileaAtti 10,34.37-43 • Salmo 117 • Colossesi 3,1-4 • Marco 16,1-8
LetturaIl brano commentato è Mc 16,1-8. É il vangelo della veglia pasquale dell'anno liturgico.
Alla sera della vigilia del sabato, Giuseppe d'Arimatea chiese il corpo di Gesù a Pilato. Ricevuto il consenso, avvolse il corpo in un lenzuolo e "lo depose in un sepolcro scavato nella roccia", mentre alcune donne stavano a guardare.
Mc 16,1-81Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2 Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3 Dicevano tra loro: "Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?". 4 Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. 5 Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. 6 Ma egli disse loro: "Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. 7 Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto". 8 Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite.CommentoIl testo di Mc inizia con una introduzione che descrive un'azione compiuta dalle donne, quando il sabato ormai era passato, dopo il tramonto del venerdì. Esse "comprarono oli aromatici per andare a ungerlo" (v.1). Si incontra poi una prima scena ancora con le donne, presumibilmente all'alba e in cammino, le quali si interrogano sulla difficoltà di ribaltare la pietra "dall'ingresso del sepolcro" per entrare. Il quadro si chiude con la constatazione che misteriosamente "la pietra era già stata fatta rotolare" (vv.2-4). Il momento centrale della vicenda si colloca "nel sepolcro" (vv.5-7). Qui le donne dapprima incontrano l'apparizione di "un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca", alla quale reagiscono con "paura". Poi il giovane parla loro, cercando di rassicurarle ("non abbiate paura!"), e subito annuncia la risurrezione di Gesù Nazareno il crocefisso. La prova della risurrezione è costituita dal sepolcro vuoto: "Ecco il luogo dove l'avevano posto". Infine egli da loro un comando: "andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete". Qui abbiamo un testo ricchissimo perché non solo si annuncia che ci sarà l'incontro col risorto, ma anche si anticipa che in quell'occasione si raggiungerà l'esperienza della fede che vede, come inizio del discepolato. La conclusione (v.8) presenta le donne in fuga, "perché erano piene di stupore e spavento". Questo sottolinea la consapevolezza della grandezza dell'esperienza fatta e dell'annuncio ricevuto. Il silenzio delle donne ("non dissero niente a nessuno") è da capire nel senso che comunicarono solo ai discepoli l'evento accaduto, e non dissero poi nulla con nessuno. In tal modo viene lasciato a Pietro il primato dell'annuncio.
Il ritrovamento del sepolcro vuoto, da parte delle donne costituisce l'epilogo di tutto il vangelo secondo Marco. Per questo il racconto diventa un testo molto importante. Non solo è qui annunciata la risurrezione di Gesù, ma viene anche presentata la ripresa della sequela da parte dei discepoli, interrotta dolorosamente durante la passione (Giuda tradisce, tutti fuggono e Pietro rinnega). La potenza della risurrezione rimette in moto il discepolato cristiano. Si tratta di ritornare là dove Gesù ha cominciato ad annunciare il vangelo e ripercorrere ancora una volta il suo itinerario, lasciando che lui preceda e che i discepoli lo seguano.
Collegamento fra le lettureL'elemento principale è la risurrezione di Gesù come fatto che incide anzitutto sulla vita dei discepoli, rendendo possibile la sequela. In Marco si è approfondito abbondantemente il tema del discepolato che riprende dopo la risurrezione di Gesù. Nel testo di Paolo ai Colossesi la tematica è presentata come "vita nascosta con Cristo in Dio". Infatti, la risurrezione di Gesù porta i discepoli a cercare "le cose di lassù, dove si trova Cristo" e a "pensare alle cose di lassù, non a quelle della terra". La vita illuminata dalla risurrezione rende testimoni coraggiosi, autorevoli e credibili pur in mezzo alle difficoltà della vita. Questa è l'esperienza di Pietro che "in quei giorni", come narra il libro degli Atti, "prese la parola" per annunciare il vangelo in territorio pagano, affinché tutti potessero credere in Cristo, diventare suoi discepoli e "ottenere la remissione dei peccati per mezzo del suo nome".
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Goito 28 marzo 2021 – Domenica delle Palme
L'uomo figlio di DioIsaia 50,4-7 • Sal 21 • Filippesi 2,6-11 • Marco 14,1-15,47
LetturaLa narrazione della passione e morte di Gesù domina la celebrazione delle "Palme" ed è l'apice di tutta l'opera di san Marco. Infatti il racconto si impone non solo per la decisività del fatto, ma anche perché in esso sono presenti alcuni elementi significativi sulla figura di Cristo e di coloro che si relazionano con lui. Il racconto dei capitoli 14 e 15 si articola complessivamente in cinque sequenze. Dapprima si hanno i preliminari, costituiti dall'organizzazione del complotto, dall'unzione di Betania, dall'ultima cena e dall'agonia (14,1-42). Poi è presentato l'arresto di Gesù (14,43-52). Seguono il processo giudaico, tenutosi presso il Sommo Sacerdote (1,53-72), ed il processo romano davanti a Pilato (15,1-15). Da ultimo è narrata l'esecuzione della sentenza (15,16-41). Ci soffermiamo soltanto sul racconto della morte in senso stretto, cioè a partire dalla crocifissione avvenuta.
Mc 15, ...25 Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. 26 La scritta con il motivo della sua condanna diceva: "Il re dei Giudei". 27 Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. [ 28 ]29 Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: "Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, 30 salva te stesso scendendo dalla croce!". 31 Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: "Ha salvato altri e non può salvare se stesso! 32 Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!". E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.33 Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. 34 Alle tre, Gesù gridò a gran voce: " Eloì, Eloì, lemàsabactanì?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". 35 Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: "Ecco, chiama Elia!". 36 Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: "Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere". 37 Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.38 Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. 39 Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: "Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!".40 Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, 41 le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme...CommentoLe prime tre ore della crocifissione di Gesù, dalle nove alle dodici, sono riempite da una serie di insulti e derisioni che possono essere sintetizzati con: "salva te stesso scendendo dalla croce". Con questa espressione, la morte di Gesù che salva, viene giudicata una rovina e si chiede, come sapiente, un gesto spettacolare il quale annullerebbe il disegno divino della redenzione. Questi insulti mostrano al lettore credente che davanti al crocefisso si può sempre essere ciechi, cioè non capire fino in fondo il significato e le ragioni dell'evento. Sono evidenziate anche le modalità inattese ed impreviste attraverso le quali viene donata la salvezza. Rispetto a speranze di redenzione che erano orientate verso uno sbocco politico e temporale, la risposta divina percorre altre strade. Seguono poi tre ore dominate dal segno della tenebra che, collegata con la nube, rimanda alla presenza di Dio sul Calvario: "si fece buio su tutta la terra fino alle tre". Su questo monte però il Padre non interviene ad illuminare l'avvenimento con la sua Parola, come fece al Giordano e sul Tabor. Di fronte al silenzio di Dio Gesù grida citando il salmo 22 (o 21 a secondo della numerazione): "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano dalla mia salvezza... Eppure tu abiti la santa dimora...". Il grido diventa segno della sofferenza che scaturisce proprio dal contrasto tra presenza e non intervento di Dio. Dopo la morte è il centurione, un pagano, che riconosce l'identità di Gesù: "Davvero quest'uomo era Figlio di Dio". Da questo momento in poi l'accesso alla presenza di Dio dentro la storia è definitivamente aperto a tutti gli uomini. La presenza di "alcune donne, che osservavano da lontano", rimanda ad un piccolo resto dei suoi discepoli rimasto con lui fino all'ultimo momento ed anticipa la vicenda della resurrezione, di cui le donne saranno le prime testimoni.
La morte di Gesù in croce è un evento che coinvolge tutta la sua umanità e la sua divinità. Come uomo nulla gli viene risparmiato e come Dio si manifesta debole e non potente come tutti si aspetterebbero. Di fronte al Crocefisso la maggioranza delle persone non comprende, perché ha altre aspettative, ed i discepoli sono quasi del tutto scomparsi. Solo la sua risurrezione, riconosciuta e annunciata attraverso pagani come il centurione, o personaggi a quel tempo marginali, come le donne, abiliterà le persone a riconoscerlo.
Collegamento fra le lettureIl tema centrale della domenica, detta delle "Palme", è costituito dal dono di salvezza che il Padre offre all'umanità per mezzo del figlio Gesù Cristo. L'inno cristologico della Lettera ai Filippesi delinea con chiarezza il dramma d'umiliazione ed esaltazione di Cristo Gesù, che pur essendo di natura divina, spogliò sè stesso, assumendo la condizione di servo per il bene di tutta l'umanità. La morte in croce, di cui Marco narra le fasi decisive, dà la misura concreta e visibile della spogliazione di Gesù e della sua piena condivisione della storia e della condizione umana. Egli ha vissuto tutto in piena obbedienza, cioè restando fedele a Dio anche nella condizione estrema della morte infame e orribile del condannato alla croce. Su questa fedeltà nella debolezza si rivela la signoria universale di Cristo e la paternità provvidente di Dio. Tutto quanto è espresso nel racconto evangelico e nella Lettera ai Filippesi è anticipato profeticamente nel passo di Isaia. Il sevo del Signore, chiamato ad indirizzare allo sfiduciato una parola di conforto e speranza, svolge il suo ministero in ascolto fedele della Parola di Dio, affrontando con coraggio le difficoltà che si incontrano. La contemplazione di questi misteri diventa stimolo per la vita cristiana.
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Ogni martedì alle ore 21 in oratorio a Goito: Ascolto della parola sulle letture della domenica successiva.
Il sabato dalle ore 15.30 in Basilica: confessioni.
L'Adorazione Eucaristica è celebrata il giovedì alle ore 21, turnnando nelle varie parrocchie (NON c'è la S.Messa):
Goito 1° giovedì del mese
Cerlongo 2° giovedì
Solarolo 3° giovedì
Vasto 4° giovedì
Unità pastorale “Mincio”
AVVISI PER LA SETTIMANA
27ottobre – 3 novembre 2019
MESSE FERIALI:
Goito: ogni giorno alle ore 8 (salvo funerali del matt. opom.)
[ I e III mercoledì del mese, ore 16.30 a Villa Maddalena ]
Cerlongo: il mercoledì e il venerdì alle ore 8.30
Solarolo: il martedì e il giovedì alle ore 8.30
MESSE NELLE CHIESE DELLE FRAZIONI:
28/10 h. 20.30 Sacca
4/11 h. 20.30 Torre
11/11 h. 20.30 S. Lorenzo
18/11 h. 20 Maglio
25/11 h. 20.30 Massimbona
ADORAZIONE EUCARISTICA (a partire dal mese di novembre):
1° giovedì del mese: Cerlongo
2° giovedì del mese: Goito (“Mani lazate”)
3° giovedì del mese: Vasto
4° giovedì del mese: Solarolo
Ogni sabato: Goito (continuata dalle ore 8 alle ore 17.45)
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- DOMENICA 27 OTTOBRE
Goito – ore 20.30 in basilica: attuazione dell’Ultima Cena per i bambini della prima comunione di UP e i loro genitori
- GIOVEDÌ 31 OTTOBRE
Solarolo – nel pomeriggio: benedizione delle case in via S. Margherita
Cerlongo – ore 21 in chiesa: adorazione Eucaristica
- VENERDÌ 1 NOVEMBRE
SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI
(è esposto il manifesto con gli orari delle Messe in fondo alla chiesa e al cimitero)
- SABATO 2 NOVEMBRE
COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
(è esposto il manifesto con gli orari delle Messe in fondo alla chiesa e al cimitero)
- DOMENICA 3 NOVEMBRE
Benedizione ai monumenti dei caduti delle nostre parrocchie, al termine delle SS. Messe in occasione della festa dell’Unità d’Italia del 4 novembre
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Ogni martedì alle ore 21 in oratorio a Goito: Ascolto della parola sulle letture della domenica successiva.
Il sabato dalle ore 15.30 in Basilica: confessioni.
L'Adorazione Eucaristica è celebrata il giovedì alle ore 21, turnnando nelle varie parrocchie (NON c'è la S.Messa):
Goito 1° giovedì del mese
Cerlongo 2° giovedì
Solarolo 3° giovedì
Vasto 4° giovedì
Unità pastorale “Mincio”
AVVISI PER LA SETTIMANA
27ottobre – 3 novembre 2019
MESSE FERIALI:
Goito: ogni giorno alle ore 8 (salvo funerali del matt. opom.)
[ I e III mercoledì del mese, ore 16.30 a Villa Maddalena ]
Cerlongo: il mercoledì e il venerdì alle ore 8.30
Solarolo: il martedì e il giovedì alle ore 8.30
MESSE NELLE CHIESE DELLE FRAZIONI:
28/10 h. 20.30 Sacca
4/11 h. 20.30 Torre
11/11 h. 20.30 S. Lorenzo
18/11 h. 20 Maglio
25/11 h. 20.30 Massimbona
ADORAZIONE EUCARISTICA (a partire dal mese di novembre):
1° giovedì del mese: Cerlongo
2° giovedì del mese: Goito (“Mani lazate”)
3° giovedì del mese: Vasto
4° giovedì del mese: Solarolo
Ogni sabato: Goito (continuata dalle ore 8 alle ore 17.45)
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- DOMENICA 27 OTTOBRE
Goito – ore 20.30 in basilica: attuazione dell’Ultima Cena per i bambini della prima comunione di UP e i loro genitori
- GIOVEDÌ 31 OTTOBRE
Solarolo – nel pomeriggio: benedizione delle case in via S. Margherita
Cerlongo – ore 21 in chiesa: adorazione Eucaristica
- VENERDÌ 1 NOVEMBRE
SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI
(è esposto il manifesto con gli orari delle Messe in fondo alla chiesa e al cimitero)
- SABATO 2 NOVEMBRE
COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
(è esposto il manifesto con gli orari delle Messe in fondo alla chiesa e al cimitero)
- DOMENICA 3 NOVEMBRE
Benedizione ai monumenti dei caduti delle nostre parrocchie, al termine delle SS. Messe in occasione della festa dell’Unità d’Italia del 4 novembre
La Via Crucis in
basilica a Goito è stata anticipata
alle ore 18.
La Santa Messa del sabato e della domenica ritorna alle
ore 18.00.
Anche per il mese di SETTEMBRE:
SOSPESA a CERLONGO la S.Messa del sabato delle ore 19
A GOITO la Messa del sabato e della domenica sarà alle ORE 19