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Riflessione di don Marco sulla V domenica di Pasqua

DOMENICA 10 maggio 2020 – Domenica V di Pasqua

   Carissimi tutti delle parrocchie dell'Unità Pastorale di Goito, Cerlongo, Solarolo e Vasto, che in questo mese di maggio siamo riuniti nella preghiera attorno alla Madonna della Salute, buon giorno, buona domenica e auguri a tutte le mamme, perché oggi è la festa della mamma.
   Continuiamo ad essere isolati e tenuti lontani gli uni dagli altri ed anche le celebrazioni liturgiche ancora precluse, anche se da lunedì 18 le riprenderemo con una infinità di prescrizioni difficili da gestire. Ci incontriamo però nelle celebrazioni eucaristiche, che alla domenica viviamo insieme attraverso la diffusione sul canale youtube. Ogni giorno ci sarà anche la possibilità di seguire il santo Rosario pregato in Basilica.
   Le letture di questa domenica mi hanno suggerito alcune riflessioni che condivido con voi.
   Nel testo del libro degli Atti degli apostoli si parla di mormorazioni, che dividevano la comunità. Sempre la mormorazione oltre a dividere la comunità ostacola anche la diffusione del vangelo. Per questo gli apostoli cercano la comunione, che è il contesto adeguato che permette al vangelo di essere diffuso e di essere fecondo coi frutti, che produce in chi lo accoglie. Così gli apostoli superano le mormorazioni dedicandosi alla predicazione ed istituendo i diaconi, che servono alle mense delle vedove. A volte però sembra di non farcela a raggiungere il bene della comunione!
   Poi tutti sperimentiamo la decadenza della vita, che è un processo inesorabile destinato a finire con la morte. La cosa fa paura e crea sconcerto. Gesù incoraggia anche noi come i suoi primi discepoli, che erano preoccupati perché il maestro li avrebbe lasciati. Gesù invita a non essere preoccupati e ad avere fede in Dio Padre e in lui. Poi con un'immagine molto plastica, promette di preparare un posto per i suoi amici e lui andrà loro incontro,  prendendoli per mano perché tutti loro siano sempre con lui. La condizione per essere sempre con lui è seguirlo. Ma come facciamo a seguire Gesù? Lo spiega lui stesso. È un percorso di conoscenza che si articola in tre fasi: sapere chi è lui, amarlo e condividere la sua vita. Per conoscere si intende sapere tutto ciò che riguarda Gesù, il suo vangelo e la sua vita. Noi abbiamo questa conoscenza? Amare Gesù vuol dire anche volergli bene, come si ama l'amico più caro che abbiamo. A lui pensiamo spesso e a lui ci ispiriamo nella vita. Noi amiamo veramente Gesù? È il nostro amico con cui ci confidiamo continuamente, chiedendogli pareri e porgendogli domande? Seguire Gesù vuol dire condividere, cioè accettare ed essere consapevoli che facciamo parte della sua stessa famiglia. Siamo certi di questa appartenenza, perché come ci ricorda Pietro nella seconda lettura, siamo diventati tempio di Dio. In questo modo tutto ciò che facciamo e siamo lo portiamo al Padre per mezzo di Gesù, offrendolo nella liturgia quotidiana della nostra vita. Attraverso di noi, uniti a Gesù, gli altri sono aiutati a riconoscere le opere di Dio e a lodarlo con la vita.
   Infine Gesù promette ai suoi che per mezzo suo faranno opere più grandi di lui. Quali sono queste opere?
     Portare il vangelo in tutto il mondo.
     Vivere la carità nei confronti dei bisognosi.
     Testimoniare la misericordia ed il perdono.
     Donare speranza a chi è confuso, dubbioso e fragile.

   O Signore Gesù, tu che ci hai chiamato a seguirti soltanto per amore nostro e senza alcun merito, aiutaci a non soffocare il vangelo con le mormorazioni e la paura. Rendici consapevoli che facciamo parte del mistero della santissima Trinità, la tua e nostra famiglia. Infine aiutaci a credere che tu non ci abbandoni mai, che ci tieni per mano sempre anche nell'ultima ora della nostra vita. Uniti a te illuminaci perché possiamo comprendere le opere di salvezza che tu desideri che ciascuno di noi realizzi nella storia. Te lo chiediamo per intercessione di Maria santissima che noi veneriamo Madonna della salute. Amen.

   Buona domenica a tutti anche a nome di don Alessandro, don Jonathan, don Fausto, il diacono Claudio e le nostre care suore.
   Don Marco

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