Introduzione di don MarcoDiverse volte ci siamo ritrovati a parlare insieme di queste dimensioni offerte dalla segreteria pastorale per preparare l'incontro di questa sera. In vista della costituzione del Consiglio Pastorale di Unità abbiamo avuto diverse opportunità per riflettere e confrontarci.
Il Consiglio è stato costituito fondandolo su Gesù Cristo che è al centro attraverso la preghiera personale e comunitaria. Abbiamo intrapreso un lavoro fatto insieme e nel primo periodo abbiamo scelto di riflettere sulla catechesi-annuncio dl vangelo attraverso un rilievo di situazione e successivamente ci confronteremo con proposta di Papa Francesco del 30 gennaio 2021 e col progetto catechistico diocesano. Tutto il consiglio lavorerà ed approfondirà questo tema. Oggi è cruciale l'annuncio del vangelo che si deve realizzare non solo in chiesa o nelle realtà ad essa collegate, ma è necessario che risuoni in tutte le realtà di vita. Le nostre celebrazioni liturgiche sono fatte bene e aiutano a pregare e ad incontrare Cristo Signore. Punti deboli sono la formazione degli adulti e la loro presenza nel sociale, tranne il servizio prezioso che opera la Caritas in collaborazione con le istituzioni pubbliche. In prospettiva è urgente la costituzione e la formazione di gruppi ministeriali a sostegno e come riferimento delle diverse parrocchie dell'Unità Pastorale.
Due componenti del Consiglio hanno letto la sintesi del dibattito che aveva preparato l'incontro.
Sogniamo la "nostra" Chiesa
Chiesa di domani, Chiesa da generare
Sintesi del lavoro preparatorio del CPPU
Le schede inviate dal Centro Pastorale in preparazione della visita pastorale del Vescovo alla nostra Unità Pastorale, condiviso con il CPPU, pone una serie di interrogativi e ci chiama a riflettere su alcuni aspetti della vita cristiana, in particolare sulla visione di Chiesa che potrebbe riguardare le nostre comunità.
È un messaggio forte quello proposto, che ci invita a trasformare ogni momento della nostra giornata in un servizio reso alla Chiesa. Nonostante qualcuno di noi abbia trovato l'espressione "sperimentazioni coraggiose" inquietante, siamo consapevoli che dobbiamo uscire dagli schemi, affinché tutti i battezzati vengano coinvolti. La Chiesa in uscita deve cogliere la presenza di Dio anche in altre realtà. Per questo non dobbiamo stravolgere l'identità del nostro territorio, ma è utile partire dal nostro passato e attualizzarlo. Fondamentale perciò è il contributo dei laici, spronati a essere testimoni della fede e missionari nei luoghi che abitano ogni giorno e nelle relazioni che vivono.
Siamo consapevoli che tutti i laici, in virtù del fondamento battesimale, e ciascuno secondo la propria vocazione, debbano sentirsi corresponsabili e generativi nella nostra unità pastorale, grazie a una fede rinnovata, coraggiosa e ricca di entusiasmo.
Abbiamo assoluto bisogno di rendere proficuo anche questo periodo di pandemia per camminare insieme, vivendo un autentico protagonismo nel volontariato e non arroccandoci in atteggiamenti di chiusura. Per questo esistono iniziative che vanno verso la direzione della missionarietà in stile familiare cristiano, che faccia della quotidianità, della semplicità e della vicinanza a tutti i propri pilastri.
Le nostre celebrazioni sono belle, appassionate e coinvolgono l'assemblea, ma non per questo dobbiamo accontentarci. È necessario avere davanti a noi delle prospettive e assumere atteggiamenti evangelici che sappiano coltivare con pazienza un atteggiamento ottimista.
Come Tommaso ha riconosciuto Gesù mettendo le mani nel suo costato, noi possiamo riconoscere Gesù nei malati e nei poveri attraverso gesti semplici e umili e testimoniare il nostro coraggio e la nostra creatività anche incontrando i numerosi stranieri della comunità. Finché non saremo in grado di adattarci alle esigenze del territorio, non riusciremo a creare interesse e curiosità in ambienti in cui ancora regna il pregiudizio nei confronti dell'ambiente cattolico.
È altresì importante che i nostri giovani siano sempre più coinvolti attraverso proposte aggregative, di gioco, di riflessione e di incontro affinché abbiano la percezione che l'adulto ha trovato il tempo di esserci per prendersi cura di loro e per loro.
Sogniamo la "nostra" Chiesa
Chiesa di domani, Chiesa da generare.
Sintesi della serata col Vescovo
15 aprile 2021
Il Consiglio Pastorale di Unità si è recentemente incontrato col Vescovo per preparare la futura visita pastorale. Il Vescovo Marco ha condiviso l'interpretazione del dipinto "Il sogno di Giuseppe", opera del Centro Aletti, e ha sottolineato come Dio usi i sogni quali mezzo per trasmettere il proprio messaggio agli uomini e svelare i propri progetti. Il sogno in questo caso fornisce una guida e Giuseppe, nel sonno, non parla, ma sa ascoltare il proprio profondo, i sogni che lo abitano per superare le difficoltà.
In risposta all'interrogativo posto dal Vescovo sulla nostra visione di Chiesa, siamo consapevoli che è difficile essere testimoni della fede al di fuori della Parrocchia, ma è necessario addentrarci nel territorio per scoprirne gli aspetti culturali, valorizzare la vita sacramentale e coltivare la dimensione spirituale. È importante infatti camminare insieme nonostante le diversità e le differenti vocazioni per raggiungere un'armonia di doni e carismi e mettere a frutto il dono di Dio.
Come riporta il documento, "Ogni comunità nella quale è costituito il popolo di Dio non è una cittadella arroccata in difesa, ma soprattutto attraverso i laici è Chiesa in uscita". La nostra comunità quindi dovrebbe essere aperta e visibile nei tre classici ambiti della carità, della catechesi e della liturgia. In seguito al confronto tra i membri del Consiglio Pastorale di Cerlongo, per essere visibili e credibili di fronte alle nostre comunità, si propone di istituire dei ministeri relativi ai diversi ambiti in ciascuna parrocchia. Il ruolo di un presbitero di riferimento diventa dunque fondamentale per far crescere nella coscienza dei laici la corresponsabilità. Noi crediamo che nella nostra realtà ci siano già in atto i processi per l'individuazione dei gruppi ministeriali e di referenti di comunità. Con il discernimento, l'accompagnamento, la presenza e la testimonianza dei presbiteri, la comunità tutta porterà con gioia il peso della responsabilità della vita della comunità cristiana.
Alcune categorie di persone che svolgono un ruolo decisivo nell'attività comunitaria sono anche i catechisti-animatori che continuano ad annunciare la "buona notizia" ai più giovani e li accompagnano all'incontro personale con Gesù. Non si tratta solo di conoscerlo intellettualmente, ma vuol dire soprattutto incontrarlo nella Bibbia, che è Parola di Dio, e pregarlo nelle celebrazioni. Talvolta però molte famiglie hanno l'idea di delegare la formazione religiosa alla Parrocchia, come se fosse una lezione scolastica in più. Noi dovremmo costruire con loro un percorso comunitario, dove la famiglia si interessi attivamente e partecipi al percorso dei propri figli comprendendo il significato della S. Messa e dell'Eucaristia.
È emersa anche l'importanza della Caritas locale. Poiché la povertà non è solo materiale, ma è un fenomeno più complesso che spesso fa sentire inadeguati, chi si affida ai volontari per beni e servizi ritenuti essenziali al soddisfacimento dei bisogni primari, crea in realtà una relazione con loro e instaurano rapporti che vanno ben oltre il servizio che viene loro elargito.
I laici, "megafoni di Dio", come li ha definiti il Vescovo, devono impegnarsi a invitare anche chi non partecipa regolarmente alla S. Messa attraverso il loro stile di vita cristiano attraente e le parole adatte. Il Vangelo non deve essere solo ascoltato, ma anche visto nell'integrità personale, nell'onestà, nella pazienza, ispirando un approccio propositivo e responsabile nelle persone a cui si comunica la "buona notizia". Insomma, le occasioni non mancano, basta a volte vincere la pigrizia di starsene appartati in casa, per scoprire che serve poco per portare la Parola nel nostro vicinato, sul posto di lavoro o a scuola, nei nostri contatti professionali, in ogni posto in cui i non credenti o non praticanti hanno l'opportunità di osservare la nostra vita.
Prima di concludere l'incontro, il Vescovo ci ha ricordato che il Battesimo, il primo dei Sacramenti, sancisce la vera nascita di un cristiano. È grazie al Battesimo che diventiamo parte della Chiesa e del corpo di Cristo.
Le sensazioni che ci animano e grazie alle quali riusciremo a superare le fatiche o sentimenti di malumore o di rassegnazione rimangono la fiducia e la speranza.