LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Mincio
Goito 8 marzo 2020 II domenica di Quaresima
Lettura
Dopo il tredicesimo capitolo, in cui Gesù attraverso parabole parla del regno dei cieli, seguono altri due dove l'evangelista ha raccolto episodi di conflitto e di rivelazione. I conflitti sono con gli abitanti di Nazaret o con altri connazionali, nei confronti dei quali Gesù contesta il modo di applicare la legge. Attraverso miracoli egli si manifesta sempre più alle genti, per poi arrivare a parlare direttamente e personalmente con i discepoli. Infatti, dopo aver chiesto ad essi, ed in particolare a Pietro, di professare la fede, nel famoso dialogo avvenuto a Cesarea di Filippo, Gesù fa conoscere ai discepoli che egli dovrà morire e che anch'essi nella vita porteranno la croce dietro a lui.
Mt 17, 1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: "Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia". 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo". 6All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: "Alzatevi e non temete". 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. 9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: "Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti".
Commento
Il brano del vangelo della seconda domenica di quaresima è abitualmente chiamato "vangelo della trasfigurazione". Questa, di fatto, costituisce soltanto uno degli aspetti in cui si articola il racconto di Matteo. Il primo versetto funge da introduzione. Qui l'evangelista colloca geograficamente la scena - "in disparte, su un alto monte" - e presenta i personaggi. Gesù è il protagonista. Egli, prendendo l'iniziativa, porta "con sé Pietro, Giacomo e Giovanni", tre dei suoi discepoli. La vicenda sul monte si snoda in tre sequenze. Nella prima troviamo presentata la trasfigurazione di Gesù, attraverso la quale egli cambia radicalmente il suo volto ed anche le vesti, e l'apparizione di Mosé ed Elia, che si intrattengono amabilmente con lui. Alla scena assistono direttamente i discepoli, perché tutto avviene "davanti a loro". La seconda si apre con le parole di Pietro rivolte a Gesù. Egli, che desidera prolungare quell'esperienza, perché era per loro bello stare sul monte, propone la costruzione di tre capanne per i personaggi celesti, affinché la loro presenza potesse perdurare. Segue poi una nuova apparizione: "una nube luminosa li coprì con la sua ombra". La nube, nella tradizione biblica, è il segno concreto della presenza di Dio. È Dio Padre, quindi, che in quel momento si fa presente sul monte e la voce udita ne è la conferma. Le parole pronunciate da Dio riguardano Gesù, il quale non è come Mosé ed Elia, anche se si colloca in quella scia luminosa. Gesùè proclamato "Figlio amato", voluto e scelto dal Padre per rivelare e realizzare la salvezza definitiva degli uomini. Per questo occorre ascoltarlo. La sequenza si chiude riportando l'attenzione sui discepoli che, "presi da grande timore cadono con la faccia a terra", in quanto non riescono a reggere davanti al mistero di Dio che si rivela. Nell'ultima sequenza Gesù prende nuovamente l'iniziativa e, coerentemente con la missione ricevuta dal Padre, si avvicina ai discepoli, li tocca, risollevandoli dalla prostrazione in cui erano caduti, e con le sue parole li invita a non aver paura. I discepoli, infatti, d'ora in poi vedranno solo Gesù e solo lui potrà far giungere fino a loro la salvezza, dono del Padre. La conclusione del brano presenta il gruppetto che scende dal monte e le consegne date da Gesù ai suoi: "non parlate a nessuno di questa visione ...". Infatti, soltanto dopo la resurrezione di Gesù essi avranno piena consapevolezza del dono ricevuto e dell'esperienza fatta; allora saranno anche in grado di parlare in modo significativo, cioè essere testimoni.
Concludendo si può dire che ai discepoli, chiamati a seguire il maestro da vicino condividendo anche la croce, affinché non si perdano d'animo, Gesù concede ad alcuni di viver la forte esperienza sul monte. In quel luogo egli non solo è presentato continuazione e compimento della storia della salvezza, ma, attraverso la parole del Padre, è indicato come l'unico che possa risollevare i suoi, dar loro coraggio, interpretare le parole del Padre e rendere partecipe della salvezza. Questa sarà sperimentata pienamente soltanto con la resurrezione di Gesù e dei discepoli, di cui la vicenda sul monte è un anticipo. Nel frattempo Gesù continua a camminare amorevolmente con i suoi per i sentieri del mondo e del tempo.
La vita
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare,per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)