Rubrica, curata da don Alessandro, dove ogni giorno viene commentata brevemente la frase di un autore, non necessariamente cristiano. Per custodire, in questi tempi difficili, non solo la salute del corpo e della mente, ma anche quella dello spirito.
Con questa riflessione sul coraggio si chiude la rubrica "pillole di spirito", con l'augurio che in questi due mesi di "clausura" forzata, vi abbia aiutato a custodire non solo la salute del corpo, ma anche quella dello spirito!don AlessandroGiovedì 7 maggioNon è perchè le cose sono difficili che non osiamo,ma è perchè non osiamo che le cose sono difficili.(Seneca, filosofo)
E' risaputo che tra le cosiddette virtù cardinali, ossia le virtù umane per una vita morale dedicata al bene, vi sia la prudenza, unitamente alla fortezza, alla giustizia e alla temperanza.
La prudenza permette di non andare fuori strada. Tuttavia, come virtù cristiana, anche se non appartiene alla Tradizione, vorremmo enunciare anche quella del coraggio, senza che diventi imprudenza. Senza il coraggio gli apostoli, dopo l'ascesa al cielo di Gesù, e molti altri cristiani dopo di loro, non avrebbero potuto annunciare il Vangelo in un tempo di persecuzione. Senza il coraggio, la chiesa di oggi, in un contesto fondamentalmente caratterizzato dall'indifferenza religiosa, sarebbe destinata a implodere sotto il peso dei propri timori, quello di perdere consensi, di disturbare, di essere contrariata, di doversi talvolta scontrare.
Ma spesso è perchè non osiamo che le cose divengono difficili. Se tentiamo, ci accorgiamo che le cose sono più facili di quanto pensassimo. Spesso è la paura a bloccarci.
L'imprudenza è quando ho agito senza calcolare i rischi, non quando ho rischiato.
Avere coraggio, anche all'interno della chiesa, è assumere la sfida di attraversare la paura con la fiducia nel Signore, in sé stessi e nel prossimo.
Avere coraggio, nella propria vita come nella vita della chiesa, in radice è un atto di fede.
Mercoledì 6 maggioLa fede ci fa essere credenti, ma solo la carità ci fa essere creduti.(Tonino Bello, vescovo)
Avete mai visto in televisione la pubblicità dell' 8 x mille alla Chiesa Cattolica? Quasi sempre, per spiegare come vengono utilizzati i fondi, vengono presentati preti che aiutano persone indigenti o che seguono case della carità, invece che mostrare opere di ristrutturazione delle chiese. Perchè? Forse perchè la gente è sensibile alle opere di carità; solo la carità rende la chiesa credibile agli occhi del mondo, cioè ci fa essere testimoni autentici del Vangelo.
Io sogno, forse come papa Francesco, una chiesa più semplice, sobria e più attenta agli ultimi. Una chiesa che sappia fare la scelta concreta di abitare le periferie dell'esistenza, ove risiedono gli ultimi. Gesù nel Vangelo dice: "Beati voi poveri, perchè vostro è il regno di Dio" (Lc 6,20). Sogno una chiesa povera per i poveri, capace di piegarsi a baciare i piedi di tutti perchè, in fondo, siamo tutti un po' "poveri".
Sogno una chiesa che celebri liturgie semplici, poiché il semplice è sempre anche capace di esprimere bellezza, armonia e non artificiosità.
Sogno una chiesa che non abbia paura di mostrare le sue ferite, poiché è una chiesa che sa amare e riconciliarsi con se stessa e con il mondo.
Io sogno. Guai se non sognassimo e non lottassimo per la realizzazione dei nostri sogni, poiché significherebbe che siamo già morti o semplicemente stanchi "dentro".
Sogno una chiesa che metta al centro della sua azione la carità nelle sue diverse forme, poiché Deus caritas est, ossia Dio è amore (1 Gv 4,8).
Martedì 5 maggioL'umiltà senza fiducia è depressione; la fiducia senza umiltà è presunzione.(S. Fausti, gesuita)
Umiltà non è nascondersi o mettersi nelle retrovie. L'umiltà (che deriva dal latino humus, che significa terra) è sempre feconda e capace di generare frutti. Pertanto l'umiltà è vera solo se si presuppone una certa fiducia in sè stessi, altrimenti si cade nel nascondimento o nella depressione. Umiltà è, ad esempio, cercare il bene della comunità prima del mio; umiltà è svolgere bene un servizio senza farlo pesare a chi riesce a compierlo meno bene di me; umiltà è fare un buon compito senza firmarlo. L'umiltà è quella virtù che quando la si possiede, si crede di non averla.
Tuttavia, se l'umiltà non è tale senza una buona dose di fiducia in sè stessi, all'inverso la fiducia non è reale senza una buona dose di umiltà, altrimenti di rischia di scivolare nella presunzione. Fiducia è avere consapevolezza dei propri mezzi; è avere lo sguardo elevato e proteso in avanti, senza per questo desiderare spiccare sugli altri; fiducia è amore verso sè stessi, senza per questo sentirsi il centro del mondo, poiché il mondo è tutto da scoprire ed è sempre più grande di me.
Umiltà e fiducia insieme: un equilibrio sempre da ricercare, una sapienza sempre da acquisire.
Lunedì 4 maggioLa suprema saggezza sta nel perdonare agli altri il fatto che sono diversi da noi(Proverbio orientale)
Quando si vive con persone che la pensano in modo diverso da noi, non è facile andare d'accordo. Pensiamo in una famiglia, per quanto piccola, quante voci discordanti vi sono. Se poi queste persone non si sono nemmeno scelte, penso ad una comunità di preti o di suore, la cosa è ancora più difficile.
Eppure se si prende consapevolezza che l'essere diversi tra noi è la normalità, proprio per il fatto che ognuno di noi è unico agli occhi di Dio, ciò dovrebbe aiutare a relativizzare le tensioni interiori ed esterne. Ci rendiamo conto che l'essere in conflitto è normale, poiché giungere ad un punto comune partendo da punti di vista differenti richiede lavoro interiore, fatica, smussamento degli angoli, revisione delle proprie idee e soprattutto mettere da parte l'orgoglio.
La questione allora non è tanto l'essere in situazioni di conflitto, piccole o grandi, con gli altri, ma accettare di esserlo e gestirlo nel modo più sapiente possibile, senza tirarsi indietro e nemmeno colpendo l'altro.
Prendere consapevolezza del fatto che non ci sono solo io, ma che esistono anche gli altri con le proprie idee e le loro sfumature, dovrebbe aiutarmi a sciogliere i pensieri cattivi e le emozioni disturbanti e a gestire i conflitti in modo sano, assertivo e sapiente.