Archivio

Lectio divina XXXI domenica T.O. - C

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 30 ottobre 2022, XXXI Domenica T. O. - Anno C

ZACCHEO: LA SALVEZZA RITROVATA
Sapienza 11, 23-12, 2 . Salmo 144 . 2 Tessalonicesi 1, 11-2, 2 . Luca 19, 1-10

Lettura
Gesù è a Gerico. Dopo aver guarito un cieco al suo ingresso in città, ora, mentre attraversa l'abitato, sempre diretto in modo decisivo verso Gerusalemme, gli capita l'incontro con un esponente particolare del luogo.

Lc 19, 1-10
1Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand'ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: "È entrato in casa di un peccatore!". 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto". 9Gesù gli rispose: "Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".

Commento
Nella città di Gerico, "un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù". Colpisce subito il fatto che un uomo del genere, tutto dedicato a raccogliere soldi per Roma e per sé, sia interessato a Gesù. Non si conosce bene la ragione per la quale va verso Gesù. Egli ad ogni costo cerca di vedere il maestro e poiché era piccolo di statura, è costretto a salire sopra una pianta. Gesù, arrivato presso Zaccheo, prende l'iniziativa, alza lo sguardo, scegliendolo tra tanti che lo circondano, e gli annuncia: "oggi devo fermarmi a casa tua". La curiosità ed il vago interesse di Zaccheo per Gesù sono ripagati in modo sovrabbondante dal maestro che, volendo andare a casa sua, desidera stare proprio con lui e portargli la salvezza. In questo modo Gesù si dimostra interessato a salvare chi è ben disposto verso di Lui, anche se peccatore. La reazione delle altre persone è di sgomento e "tutti mormoravano: è andato in casa di un peccatore". Gli esattori delle tasse erano, infatti, considerati pubblici peccatori in quanto, riscuotendo le tasse per il dominatore romano, arricchivano anch'essi sempre di più a scapito dei concittadini. Zaccheo non si lascia condizionare dagli altri e va avanti nel suo cammino di conversione. A casa sua, dopo aver ospitato Gesù, a voce alta dichiara a tutti gli impegni concreti che è disposto ad assumersi come conseguenza del suo incontro col Signore: "io do la metà di ciò che possiedo ai poveri; e se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto". L'intervento di Gesù sottolinea l'oggi della salvezza portata da lui a cui Zaccheo partecipa con la sua conversione. La parola conclusiva interpreta e concretizza l'amore di Gesù che vuole cercare e salvare chi è perduto sia in Israele come tra i popoli pagani.

Chi si avvicina a Gesù e da lui è guardato, viene coinvolto nella salvezza di Dio per gli uomini. Tutti si ha bisogno di salvezza! Questa realmente si realizza in una persona quando ci sono segni concreti e scelte di vita conseguenti. Il peccato, anche se grande, non può mai ostacolare l'incontro con Gesù e non può essere una essere una scusa sufficiente per non accogliere la salvezza portata da Gesù.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
L'amore di Dio che salva, è il tema unificante delle letture odierne. Nel libro della Sapienza si descrive la compassione di Dio verso tutti, perché tutto da Lui è stato creato. Per questo allora Dio non guarda "ai peccati degli uomini, in vista del pentimento". Il Signore, autore della vita, ama la vita e non solo castiga "poco alla volta i colpevoli", ma li ammonisce "perché, rinnegata la malvagità", credano in Lui. La stessa idea è espressa nel racconto evangelico. L'amore gratuito e sovrabbondante, offerto da Gesù a coloro che incontra, diventa strumento di conversione, di cambiamento di vita e di ritorno a Dio. Questa è stata l'esperienza di Zaccheo. Anche il discepolo del vangelo, scrive Paolo ai Tessalonicesi, è costituito da Dio. Lui solo rende degni della chiamata ricevuta, porta a compimento ogni volontà di bene e la fede di ciascuno. Per questo allora è necessario restare uniti a Gesù Cristo, l'unico che opera nel nome del Padre. La sua azione sarà riconosciuta pienamente alla fine dei tempi. E' necessario perciò diffidare da tutti coloro che si presentano salvatori, scostandosi da Cristo.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXX domenica T.O. - C

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 23 ottobre 2022, XXX Domenica T. O. - Anno C

Dio salva gli umili
Siracide 35, 12-14.16-18 . Salmo 33 . 2 Timoteo 4, 6-8.16-18 . Luca 18, 9-14

Lettura
Il brano del vangelo di questa domenica si ricollega con quello di domenica scorsa e ne continua l'insegnamento. Là Gesù insisteva sulla necessità di pregare, qui presenta la modalità e l'atteggiamento con cui la preghiera va presentata a Dio. Con la parabola del fariseo e del pubblicano siamo verso la fine del viaggio di Gesù a Gerusalemme.

Lc 18, 9-14
9Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10"Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo". 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore". 14Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato".

Commento
L'evangelista Luca inizia il racconto presentando i destinatari della parabola: "alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri". Giusto è colui che vive conformemente al volere di Dio, perché osserva fedelmente la Legge mosaica. Ebbene, Gesù si rivolge proprio a coloro che "presumevano" di essere giusti, cioè a quelle persone che, in forza della loro religiosità, si ritengono a posto e autorizzati a giudicare i propri fratelli. Questa è una religiosità che, al di là delle apparenze, di fatto ignora Dio, non si sottopone al suo giudizio e crea fratture notevoli nella comunità. Non solo i farisei vivono così, ma un simile atteggiamento può insinuarsi anche nei cristiani. Per cui la parabola di Gesù è per gli ebrei, ma anche per i membri della sua comunità. I due personaggi della parabola sono presentati in forte contrapposizione tra di loro. Il fariseo è il modello del "pio israelita", fedele alla Legge, alle regole religiose e alle prescrizioni di purificazione di questo mondo. Il pubblicano è l'esempio del "peccatore": disonesto nel riscuotere le tasse, collaborazionista coi romani, rassegnato di fronte ai fatti della storia, che subisce passivamente, desideroso di raggiungere i suoi scopi a scapito dei valori ricevuti e delle istituzioni consolidate. Entrambi salgono al tempio di Gerusalemme a pregare. Il fariseo prega secondo le prescrizioni ricevute: in piedi e mormorando a bassa voce il suo ringraziamento a Dio. Il testo porta anche il contenuto della preghiera del fariseo che, pur essendo strutturata correttamente e particolarmente raffinata, evidenzia la fiducia completa che egli ha in sé stesso, nelle sue azioni e nella sua religiosità: "non sono come gli altri uomini... e neppure come questo pubblicano". Anche l'azione più altamente religiosa, se non è impostata correttamente e non ha come riferimento Dio solo, non produce alcun risultato utile per la salvezza. Il pubblicano invece si ferma "a distanza", perché si sente lontano da Dio e non degno di stare alla sua presenza. Egli sa di aver peccato gravemente; per questo "non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo" e, battendosi il petto, chiede pietà a Dio. Qui sicuramente non si vuol giustificare il comportamento scorretto del pubblicano, ma si afferma che in lui il vero atteggiamento di ricerca del perdono di Dio, lo porta a superare la sua situazione di peccato. Questa è la giustificazione: superare, attraverso l'opera potente di Dio, la situazione di ingiustizia in cui si trovava. Per tale ragione la preghiera del pubblicano gli dona la salvezza, mentre il fariseo non ottiene alcun vantaggio.

Nella vita di fede siamo chiamati a vigilare rigorosamente sui comportamento assunti. Questi infatti rivelano sempre gli atteggiamenti profondi che determinano il nostro esistere. Quando al centro di tutto si pone se stessi, anche le forme più alte di religiosità risultano senza utilità; quando invece a fondamento della vita si pone realmente Dio, benché peccatori, egli sa gradualmente trasformarci e salvarci.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
Nella prima lettura si sottolinea che "la preghiera dell'umile penetra le nubi". Umile può essere il povero o l'oppresso, ma lo è sicuramente "chi venera Dio", perché gradualmente fa suoi gli atteggiamenti di Dio. La preghiera del pubblicano del vangelo, è gradita a Dio e crea un dialogo vitale efficace, perché presentata con cuore ed atteggiamento umili. Paolo, nella seconda lettura, è sostenuto e animato profondamente dall'umiltà. Egli sa che il Signore lo libera da ogni male e lo salva perché tutto egli ha compiuto per il Signore. Anche i servizi ecclesiali, se non sono fondati in Dio non producono frutti di salvezza. Tutto quanto Paolo ha e fa, è in funzione del Signore e per tale ragione è sicuro di ottenere da lui la "corona di giustizia", che è preparata anche per "tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione".

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXIX domenica T.O. - C

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 16 ottobre 2022, XXIX Domenica T. O. - Anno C

Dio è sempre fedele!
Esodo 17, 8-13 . Salmo 120 . 2 Timoteo 3, 14-4,2 . Luca 18, 1-8

Lettura
Con la domanda, rivolta a Gesù dai farisei in Lc 17, 20: "Quando verrà il Regno di Dio?", inizia una raccolta di parole del maestro detta anche "piccola apocalisse" (nel senso di rivelazione). Infatti dopo aver considerato la presenza del Regno di Dio, l'argomento sviluppato in seguito concerne la futura venuta del Figlio dell'uomo (Lc 17, 22-37). Gesù, dopo aver parlato di sé come Figlio dell'uomo, anticipa che la sua venuta sarà gloriosa, ma prima soffrirà molto. Egli corregge anche le intemperanze circa la venuta finale del Figlio dell'uomo ed invita non a cercare i segni premonitori, ma ad essere sempre pronti a tale incontro. Questo si concretizza positivamente se ci si libera dai beni materiali e ci si lascia trasformare dalla vita nuova portata da Gesù. La parabola che segue completa adeguatamente il quadro.

Lc 18, 1-8
1Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2"In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: "Fammi giustizia contro il mio avversario". 4Per un po' di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: "Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi". 6E il Signore soggiunse: "Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?".

Commento
Il racconto parabolico si apre con un orientamento interpretativo dato da Gesù stesso (v. 1) "sulla necessità di pregare sempre". In questo modo l'evangelista indirizza il lettore sul significato da attribuire alla parabola. Essa illustra il caso di una vedova che ha bisogno di giustizia da parte di un giudice. La presentazione di quest'ultimo, fatta da Gesù, non lascia ben sperare in quanto "non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno". Figurarsi se si interessa adeguatamente della richiesta di una povera vedova. Infatti per un certo tempo il giudice non ascolta la richiesta della vedova di aver giustizia contro il suo avversario. La donna però, talmente pressata dal suo bisogno, non si lascia scoraggiare e continua a rivendicare i suoi diritti. La sua insistenza, che molesta continuamente il giudice, il quale non teme Dio e non rispetta nessuno, produce il risultato di ottenere da lui la giustizia dovuta. La costanza della vedova riesce a rompere l'indifferenza ed il comportamento scorretto del giudice, detto "disonesto". Molto probabilmente quell'uomo ha continuato poi a comportarsi secondo il suo stile, ma almeno in quell'occasione, dietro l'insistenza della donna, ha agito con giustizia. La conclusione ricavata da Gesù al termine della parabola, fa molto pensare. Se un giudice disonesto, a causa dell'insistenza di una donna vedova, cambia comportamento e le presta attenzione, sicuramente Dio fa attenzione "ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui". Quest'ultima sottolineatura sembra alludere ad una situazione di sofferenza continua in cui versano i credenti, fino al punto da dover chiedere a Dio, gridando, il suo aiuto risolutivo. La sofferenza e le prove, che scaturiscono proprio dall'essere credenti, sono una realtà nella vita. Il racconto accentua però l'attenzione di Dio nei confronti dei suoi eletti e sottolinea la giustizia divina, che è applicata "prontamente", cioè con tempestività. Diventa questo un grande messaggio di speranza per i credenti i quali devono sempre aver presente di non essere mai tentati oltre le proprie forze. L'ultima domanda di Gesù è estremamente provocatoria e mette a nudo la questione di fondo: "ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?". Nella storia dei singoli cristiani e delle comunità non è mai in discussione la fedeltà di Dio. Il suo intervento è sempre sicuro nei confronti degli eletti. È la fede degli uomini che è incerta, inadeguata, traballante ed instabile. Dio è fedele, ma l'uomo riuscirà a mantenere la fede?

Di fronte alle prove e alle difficoltà della vita, spesso il credente ha la sensazione di essere abbandonato da Dio. Questo non accade mai, perché Dio è fedele. La preghiera perseverante ed assidua permette di sperimentare la fedeltà di Dio, di presentare a lui le necessità personali e comunitarie ed impedisce alla fede di affievolirsi o di venir meno.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
Il tema di fondo delle letture è la costanza nella preghiera, in particolare nei momenti in cui la prova si prolunga. Nella prima lettura, attraverso il racconto dell'Esodo, si sottolinea che la preghiera deve acquisire sempre più la dimensione comunitaria. La vittoria di Israele su Amalek è il risultato della preghiera di tutti i fratelli, rappresentati da Mosé, Aronne e Cur. Se nel vangelo la preghiera è indicata come via indispensabile ad ogni credente per giungere a sperimentare la fedeltà di Dio e per poter perseverare nella fede, ora la prospettiva si allarga ed emerge una solidarietà necessaria tra fratelli nel cammino di fede. Tale solidarietà si esprime nel sentirsi coinvolti vitalmente dalle prove sperimentate dai fratelli e nel chiedere con loro, attraverso la preghiera, aiuto, conforto, sostegno e liberazione. Paolo lo afferma con autorevolezza scrivendo a Timoteo. Il ministero della Parola deve insistere "in ogni occasione opportuna e non opportuna", affinché tutti conoscano la Scrittura, da essa siano formati, "perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona". Nella liturgia della Parola odierna l'opera buona si concretizza nella preghiera assidua e perseverante, vissuta con speranza.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXVIII domenica T.O. - C

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 9 ottobre 2022, XXVIII Domenica T. O. - Anno C

Riconoscenti per la salvezza ricevuta
2 Re 5, 14-17 . Salmo 97 . 2 Timoteo 2, 8-13 . Luca 17, 11-19

Lettura
La pericope odierna, richiamando esplicitamente il viaggio di Gesù verso Gerusalemme, da una parte prosegue gli insegnamenti dati precedentemente, ed in particolare quello sulla fede, dall'altra forse segna una nuova tappa del cammino verso la città santa.

Lc 17, 11-19
11Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce: "Gesù, maestro, abbi pietà di noi!". 14Appena li vide, Gesù disse loro: "Andate a presentarvi ai sacerdoti". E mentre essi andavano, furono purificati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: "Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?". 19E gli disse: "Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato!".

Commento
Il brano inizia con una nota di carattere geografico: "Gesù attraversava la Samaria e la Galilea". Probabilmente Luca non vuole qui descrivere l'itinerario preciso percorso da Gesù per arrivare a Gerusalemme (esso sarebbe stato Galilea, Samaria e Giudea), ma è interessato a sottolineare che si é ancora fuori dalla regione della Giudea, dove sorge Gerusalemme e dove le leggi di purità sono portate alle estreme conseguenze; egli vuole anche indicare che in queste regioni il popolo è composto da ebrei - galilei e da samaritani. In un villaggio non identificato, dieci lebbrosi, stando a distanza regolamentare come prescrive la normativa civile e religiosa (cfr. Levitico 13, 45), alzano la voce e chiedono aiuto: "Gesù maestro, abbi pietà di noi!". Essi non solo riconoscono in lui la guida autorevole, ma vedono realizzarsi anche in Gesù l'opera misericordiosa di Dio verso l'umanità bisognosa. Alla loro vista Gesù ordina, sempre da lontano, di andare a presentarsi ai sacerdoti. Il sacerdote aveva nella comunità ebraica antica anche il compito, dopo aver esaminato il caso, di dichiarare impuro il lebbroso, e quindi escluso da ogni forma di vita sociale, ed il dovere di dichiararlo puro, dopo la eventuale guarigione, reintegrandolo così nella comunità civile e religiosa. Mandandoli dai sacerdoti, prima di essere stati guariti, Gesù richiede a loro conferma ulteriore della fede che avevano espresso nella invocazione iniziale. Il testo, molto sobriamente, dice che "mentre essi andavano, furono purificati". È evidente l'insegnamento che viene dato: l'obbedienza alle parole di Gesù ottiene l'esaudimento delle richieste dei lebbrosi; così chiunque invoca l'aiuto del Signore sarà esaudito se ascolta le sue parole. A questo punto il racconto segna una svolta, uno dei lebbrosi, scoprendosi guarito, si ferma, torna indietro, loda "Dio a gran voce" e si getta ai piedi di Gesù per ringraziarlo. L'uomo sanato riconosce l'opera potente di Dio in quanto gli è capitato per mezzo di Gesù. A Dio, che si lascia incontrare in Gesù, il credente deve continuamente la lode ed il rendimento di grazie. L'evangelista annota rapidamente: "era un samaritano". Colui che era ritenuto comunemente un pagano ed uno straniero diventa modello di comportamento umano e religioso più dei nove ebrei (presumibilmente) che invece non sono tornati. Le parole conclusive di Gesù, rivolte al samaritano, non solo ratificano la fede presente nell'uomo che, obbedendo alle parole di Gesù trova la salvezza e loda e ringrazia Dio per i doni ricevuti, ma lo mandano ad essere testimone della salvezza avuta: "alzati e va; la tua fede ti ha salvato".
L'esecuzione con fiducia dei comandi dati dal Signore rafforza la fede, dona la salvezza e permette di lodare e ringraziare autenticamente Dio. La parola del Signore accolta nella fede dà anche la forza e le motivazioni necessarie per annunciare in modo significativo il vangelo. Solo così tutti possono essere missionari, dove la Provvidenza li ha posti a vivere la manciata di anni della propria storia personale.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
Nella prima lettura, tratta dal secondo Libro dei re, è presentato l'episodio di Naaman il Siro che, ammalato di lebbra, è guarito dal Signore. Anch'egli, straniero, ottiene la guarigione quando esegue i comandi che gli sono stati dati "dall'uomo di Dio": il profeta Eliseo. È interessante notare che Naaman giunge alla fede nel Dio di Israele e si impegna solennemente a lodare e a offrire sacrifici "solo al Signore". Questo atteggiamento di riconoscenza è presente anche nel brano evangelico assieme col tema della fede e dell'accoglienza obbediente della parola del Signore. La seconda lettura richiama la fedeltà di Dio anche se l'uomo credente è irriconoscente nei confronti della sua opera: "se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele". La fedeltà di Dio, arriva a noi per mezzo di Gesù Cristo e spinge i credenti, come Paolo, ad essere missionari e testimoni del vangelo fino all'estreme conseguenze: "a causa del vangelo io soffro fino a portare le catene come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata. Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù".

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXVII domenica T.O. - C

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 2 ottobre 2022, XXVII Domenica T. O. - Anno C

Discepoli pieni di fede nel Signore
Abacuc 1, 2-3.2,2-4 . Salmo 94 . 2 Timoteo 1, 6-8.13-14 . Luca 17, 5-10

Lettura
Dopo gli insegnamenti del capitolo precedente, prima di riprendere il tema del viaggio verso Gerusalemme, Luca raccoglie una serie di istruzioni di Gesù su alcuni temi basilari della vita cristiana. Il testo liturgico tralascia la questione dello scandalo (Lc 17, 1-3a) e la necessità di perdonare sempre al fratelli (Lc 17, 3b-4) per soffermarsi sul tema della fede.

Lc 17, 5-10
5Gli apostoli dissero al Signore: 6"Accresci in noi la fede!". Il Signore rispose: "Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: "Sràdicati e vai a piantarti nel mare", ed esso vi obbedirebbe.
7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: "Vieni subito e mettiti a tavola"? 8Non gli dirà piuttosto: "Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu"? 9Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare"".

Commento
Il brano si apre con una invocazione degli apostoli che chiedono al Signore: "accresci la nostra fede!". Le proposte radicali indicate da Gesù, non sempre realizzabili nella vita, e le difficoltà incontrate nella proclamazione del vangelo nel suo nome, spingono gli apostoli a chiedere un aiuto straordinario al Signore. Essi si sentono inadeguati alla vocazione ricevuta ed incapaci di attuare le consegne a loro affidate da Gesù in quanto non vedono risultati concreti sui diversi fronti del loro impegno. Da qui allora la conclusione che la loro fede è poca. Gesù risponde alla domanda degli apostoli prima citando un detto sapienziale e poi raccontando una parabola. Attraverso il detto sulla fede grande come un granello di senapa, Gesù sposta la questione dalla quantità alla qualità della fede. Questa è un atteggiamento di fondo nella vita dell'uomo, difficilmente misurabile o quantificabile, ma quando è presente produce sicuramente risultati impensati e grandi, che però spesso non sono verificabili dal soggetto. Per tale ragione allora Gesù racconta la parabola. Questa presenta la figura del servo (da intendersi come schiavo), che non ha contratti sindacali a suo vantaggio. Egli dipende completamente dal padrone e dalla sua volontà, non ha possibilità di rivendicare alcun diritto e non può organizzare il lavoro come a lui piace. Il padrone, da parte sua, non ha alcun obbligo verso il servo. Gesù infine applica direttamente la parabola agli apostoli: "così anche voi...". I discepoli, resi da Gesù anche apostoli (mandati ad annunciare il vangelo), sia nel loro cammino vocazionale di sequela del Signore sia nel loro servizio ecclesiale, hanno il compito primario di fare "tutto quello che è stato ordinato" loro. Tutto ciò è irrealizzabile senza l'atteggiamento fondamentale di vera fede che sposta l'attenzione da sé per porre la piena fiducia nel Signore che parla. In questo senso i discepoli ed evangelizzatori sono invitati a ritenersi dei "servi inutili". Essi sono tali non perché insignificanti o senza peso, ma perché a loro non spetta conoscere né il progetto complessivo nel quale lavorano, né i risultati della loro opera. Tutto questo è del Signore, da lui conosciuto e da lui gestito, così come a lui è da affidare la fatica insita nel cammino tracciato per tutti i suoi discepoli.

La fede non può mai essere misurata sui presunti risultati ottenuti o quantificati. Essa è l'atteggiamento fondamentale col quale si accolgono con libertà gli insegnamenti del Signore e si attuano nella vita. Camminando con piena fiducia in lui, al di là dei successi o dei fallimenti o della verificabilità dei risultati, e senza diritti o privilegi da rivendicare, il Signore ci rende collaboratori preziosi della salvezza e partecipi delle grandi opere che Dio realizza per il bene dell'umanità.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
Anche la prima lettura si chiude richiamando la fede. Si legge infatti che chi non ha l'animo retto soccomberà nelle prove, "mentre il giusto vivrà per la sua fede". Il profeta, all'inizio del suo libro, registra una situazione di sofferenza in cui versa il popolo a causa di rapina, violenza, liti e contese, e una certa indifferenza del Signore davanti a tutto ciò. Al profeta il Signore risponde che il male avrà un termine e questo sarà non secondo i desideri o i progetti degli uomini, ma secondo il volere di Dio. Così è necessario sempre più entrare nella logica dei tempi di Dio, dell'attesa fiduciosa "perché certo verrà e non tarderà". A quanto già detto, commentando il vangelo secondo Luca, si può aggiungere che la fede diventa anche certezza della salvezza realizzata per tutti. La lettera di Paolo si collega con le altre due letture. L'apostolo invita Timoteo a ravvivare, di fronte alle difficoltà, "il dono di Dio che è in lui per l'imposizione delle mani". Gli rammenta pure di aver ricevuto non uno spirito di timidezza, ma di forza e di saggezza per essere capace di testimoniare con coraggio il Signore. La sofferenza per il vangelo, a cui allude Paolo, è sicuramente la prova data dalle incomprensioni o dalle difficoltà esteriori, ma è anche l'incapacità del discepolo di realizzare appieno i comandi del Signore. Anche Paolo, come Gesù nel vangelo, invita a trovare il proprio equilibrio prendendo "come modello le sacre parole" udite da lui e custodendo "il buon deposito", "con l'aiuto dello Spirito Santo", cioè restando fedeli agli insegnamenti che vengono dal Signore.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

S5 Box

BgMax