LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Mincio
Goito 11 dicembre 2022 – III di Avvento A
Per non essere scandalizzati da GesùIsaia 35, 1-6a.8a.10 . Salmo 145 . Giacomo 5, 7-10 . Matteo 11, 2-11
LetturaDopo aver presentato nel capitolo decimo i nomi dei dodici discepoli e le istruzioni date a loro per la missione, Matteo per due capitoli indica la reazione di alcune categorie di persone al ministero di Gesù e quindi, indirettamente, anche al servizio svolto dai discepoli. La prima figura incontrata è Giovanni Battista. Egli, che era stato arrestato, come si sa da Mt 4,12 ("avendo saputo dell'arresto di Giovanni..."), diventa anticipazione di quanto capiterà poi a Gesù a causa di una "generazione" incoerente nella sua esperienza religiosa.
Mt 11, 2-111 Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.2 Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mando 3a dirgli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?". 4 Gesù rispose loro: "Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5 i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6 E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!".7 Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9 Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10 Egli è colui del quale sta scritto:Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,davanti a te egli preparerà la tua via.11 In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.CommentoIl brano può essere suddiviso in due parti. Dapprima troviamo l'inchiesta di Giovanni e la risposta di Gesù (11, 2-6) e poi l'elogio di Giovanni da parte di Gesù (11, 7-11). Si inizia presentando Giovanni che dal carcere organizza, attraverso i suoi discepoli, un'inchiesta su Gesù. Giovanni, che aveva preparato la venuta del Messia e lo aveva indicato presente in mezzo al popolo, ora, sentendo "parlare delle opere del Cristo", avverte che l'immagine di Gesù non combacia pienamente con la sua idea di Messia; soprattutto Gesù non si è ancora manifestato come protagonista del giudizio di Dio e quindi egli vuol conoscere meglio e desidera sapere di più. Così fa porre la domanda di fondo ai suoi discepoli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?". È questa un'esperienza comune nel cammino di fede alla sequela del Signore. Dopo i primi momenti di entusiasmo e di euforia, ci si accorge che Gesù Cristo non è spesso come lo si desidera e si vede che egli porta su strade impreviste, strane, al di fuori di qualsiasi logica benpensante. Allora sorgono tante domande, dubbi, inquietudini nei suoi confronti. A Giovanni e a chiunque si pone interrogativi sull'identità di Gesù, egli risponde: "andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi recuperano la vista... ai poveri è annunciato il Vangelo". Egli invita a scorgere nelle opere compiute la novità contenuta nel suo ministero. Gesù conclude il discorso dicendo: "E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo". Gli insegnamenti e le opere di Gesù possono costituire un inciampo o un trabocchetto che fa cadere (questo è il senso di scandalizzare) e quindi tanti hanno concluso che non valeva la pena credere in lui, come è capitato a tante persone che lo hanno incontrato. È beato invece chi non si scandalizza, cioè chi sa vedere nel ministero di Gesù la salvezza presente nella storia e si apre alla speranza, fidandosi pienamente di Dio. Con la partenza degli inviati di Giovanni inizia la seconda parte del brano, in cui Gesù parla alle folle del profeta incarcerato. Le domande su Giovanni e le risposte date dallo stesso Gesù servono ad evocare il personaggio che aveva preparato la sua venuta e a scuotere ulteriormente i suoi uditori. Giovanni è "più che un profeta" e col suo ministero ha preparato l'incontro col Messia. Costui, venendo nella storia, è riconoscibile soltanto da chi attua una adeguata preparazione, la quale porta ad accoglierlo con fede. Per questo Gesù conclude dicendo che Giovanni è il più grande personaggio "tra i nati da donna", perché ha preparato la sua venuta, ma chi accoglie con fede l'opera del Padre, che si manifesta in Gesù, con lo stile dei piccoli del regno dei cieli, è più grande del Battista.
In conclusione la presenza del Messia nella storia non è immediatamente riconoscibile, perché egli si rivela attraverso segni luminosi e nello stesso tempo oscuri, perché caratteristici dell'umanità. Solo chi si lascia guidare dai profeti (di ieri e di oggi) e dai loro insegnamenti riesce a passare la cortina del buio e a superare il dubbio, per incontrare con fede il Signore. Egli nella storia, continua a rivelare la buona novella cioè il Vangelo attraverso i suoi inviati, cioè tutti noi. I piccoli, i semplici ed i poveri, perché senza pregiudizi, sono predisposti a riconoscerlo ed ad accoglierlo immediatamente.
La vitaCerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica?
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo, che mi è ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)
LETTURA COMMENTO VITA
Unità Pastorale Mincio
Goito 4 dicembre 2022 – II domenica di avvento A
Convertitevi, perché viene il SignoreIs 11, 1-10; Sal.71; Rm 15, 4-9; Mt 3, 1-12.
LetturaIl brano evangelico della seconda domenica d'avvento porta il lettore ad incontrare l'inizio dell'attività di Gesù attraverso la predicazione ed il ministero di Giovanni Battista. Nell'architettura letteraria dell'evangelista Matteo siamo ancora nella parte introduttiva del vangelo, dove viene annunciato il tema con tutte le sue sfaccettature. Queste sono molto importanti perché poi si snoderanno all'interno di tutta l'opera. Analizziamo ora più da vicino il testo.
Mt 3, 1-121 In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2 dicendo: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!".3 Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse:Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!4 E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.5 Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6 e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.7 Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: "Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? 8 Fate dunque un frutto degno della conversione, 9 e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10 Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11 Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12 Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile".CommentoIl brano di Matteo si divide in due parti. La prima, con due scene collegate tra loro, presenta la figura di Giovanni e la sua attività (Mt 3, 1-6); la seconda delinea la predicazione del Battista. La prima scena si apre con la presentazione del protagonista - "Giovanni il Battista" -, della sua attività di predicatore, svolta "nel deserto della Giudea", e del contenuto del suo messaggio proclamato: "convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino". Di Giovanni si dice anche che è quel personaggio preannunciato negli oracoli del profeta Isaia, all'inizio del Libro della consolazione, che invita a preparare "la via del Signore a raddrizzare i suoi sentieri" per tornare in patria dalla prigionia in Babilonia (Is 40,3). La seconda scena si concentra sulla descrizione dell'abbigliamento del Battista, della sua dieta alimentare e del grande concorso di popolo dalle regioni vicine. Da Giovanni, che veste come gli antichi profeti e si ciba di alimenti puri, vengono persone "da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente al Giordano" per riscoprire le proprie origini, facendo memoria del deserto, per riconoscere l'infedeltà all'alleanza stipulata da Dio col suo popolo e per iniziare un nuovo stile di vita attraverso il rito penitenziale del battesimo nel fiume Giordano. La seconda parte del brano focalizza ulteriormente la predicazione di Giovanni evidenziando "l'attualizzazione" delle Scritture da lui compiuta. Egli, vedendo "molti farisei e sadducei venire al suo battesimo", li chiama "razza di vipere", perché attraverso un rito pensano di mettersi a posto nei confronti di Dio e continuare poi nella loro esistenza non chiara e compromessa col male. La conversione vera è invece testimoniata dal cambiamento radicale della vita e dalle opere concrete conseguenti. La venuta di uno più potente di Giovanni, a cui egli non è "degno neanche di portargli i sandali", butta definitivamente all'aria una religiosità esterioristica e solo formale e smaschera tutto ciò che non è autentico. La potenza dello Spirito Santo, di cui Gesù è portatore, non solo purifica ma anche costruisce e genera vita e realtà nuove.
In sintesi diciamo che per incontrare il Signore che viene è necessaria una vera conversione non solo detta con le parole ma realizzata con scelte concrete nell'esistenza. Anche i cristiani sono chiamati a conversione. Questo avviene se si lasciano istruire dalle Scritture e così escono dal perbenismo tradizionalistico, per camminare nella novità portata da Gesù Cristo e rinnovata continuamente dallo Spirito Santo.
La vita(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)
APOCALISSESeconda LetturaLetturaAbbiamo detto che il libro dell'apocalisse era una lettera scritta ad una comunità ed il testo veniva letto nell'assemblea liturgica. Ravasi dice che è come se una assemblea liturgica fosse radunata in una cattedrale e il lettore si alza e legge a leggere la lettera.
Ap 1, 4-84Giovanni, alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, e dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, 5e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, 6che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
7 Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà,anche quelli che lo trafissero,e per lui tutte le tribù della terrasi batteranno il petto.Sì, Amen!8Dice il Signore Dio: Io sono l'Alfa e l'Omèga, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!CommentoIl testo si apre presentando i destinatari della lettera, cioè le comunità cristiane – le Chiese – presenti nelle città che sorgevano sulla costa mediterranea della Turchia. Notiamo il primo settenario che qui ricorre e poi il nome delle chiese ritornerà più avanti. Segue poi un saluto trinitario. Prima di tutto è indicato Dio Padre, colui che è, che era e che viene, cioè il passato il presente ed il futuro, dona la carìs (la grazia) e la pace (shalòm). Questi doni arrivano a noi attraverso "i sette spiriti" (altro settenario) che sono da pensare come la pienezza dei doni dello Spirito Santo. Ed infine attraverso Gesù Cristo il testimone, il primogenito dei morti (cfr. Col 1,18), il sovrano, il principe dei re della terra. Al lettore che ha proclamato la lettera l'assemblea risponde con una acclamazione di fede scandita in tre verbi che indicano tre opere compiute da Cristo. Egli ci ama ora e sempre e la sua morte in croce è stata la manifestazione sublime e più alta del suo amore. Col suo sangue ci ha redenti liberandoci dai peccati. Egli ci ha consacrati come re, profeti e sacerdoti realizzando quanto era stato annunciato alle pendici del Sinai quando Israele era stato proclamato "un regno di sacerdoti" (Es 19,6; Is 61,6).
Dopo la risposta dell'assemblea il lettore continua con una nuova professione di fede in Cristo (v.7). il versetto è una composizione di citazioni veterotestamentari. Prima di tutto si cita la visione del Figlio dell'uomo, il Messia che viene sulle nubi, così come lo ha cantato Daniele (cfr. Dn 7,13). La visione misteriosa del trafitto che suscita pentimento e conversione, è quanto ha cantato Zaccaria in 12, 10. È la celebrazione del Cristo crocefisso e glorioso. L'assemblea risponde con l'Amen liturgico, cioè sia così, vogliamo si realizzi tutto questo in noi.
Al v.8 abbiamo la grande automanifestazione di Dio con quattro titoli grandiosi: "Io sono" evoca la manifestazione di Dio a Mosè al roveto ardente Es 3,14; "Alfa e Omega" sono la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco e significa che Dio abbraccia e da senso a tutte le sillabe dell'alfabeto, a tutte le parole, gli atti degli esseri viventi e a tutto quello che accade nel mondo; Colui che è... (già visto al v.4) egli è il Signore del tempo e dell'eternità. Infine è l'Onnipotente il Pantocràtor.
Nella liturgia noi incontriamo la grandezza del mistero di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Questa consapevolezza ci porta a vivere la liturgia non come qualcosa di nostro ma un evento di Dio nel quale noi siamo invitati ad immergerci. Pensiamoci!
Davanti a Dio che celebriamo prendiamo consapevolezza della nostra identità e della missione che lui ci affida e che noi dobbiamo accogliere e far crescere.
Siamo invitati a convertirci e ad accogliere con disponibilità questo grande dono di Dio.
La vitaCerchiamo ora di interagire col testo biblico e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con l'insegnamento di Gesù?
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è qualcosa di urgente a cui io posso contribuire per un miglioramento evangelico della realtà?
APOCALISSE1. IntroduzioneLetturaIl libro dell'Apocalisse, ultimo libro della Bibbia, sarebbe meglio chiamarlo libro della Rivelazione, perché il termine greco ha questo significato fondamentale: "Rivelazione".
Il libro appartiene al genere letterario "apocalittico", cioè a quel modo di raccontare che con fatti, immagini, visioni si cerca di comunicare un messaggio non immediatamente comprensibile ma che necessita di una interpretazione.
Iniziamo con i primi 3 versetti del cap. 1 e l'ultimo versetto del cap. 20 perché il testo ha la struttura di una lettera e come tale ha un prologo ed una chiusura.
Ap 1, 1-3
1Rivelazione di Gesù Cristo, al quale Dio la consegnò per mostrare ai suoi servi le cose che dovranno accadere tra breve. Ed egli la manifestò, inviandola per mezzo del suo angelo al suo servo Giovanni, 2il quale attesta (testimonia) la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. 3Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e custodiscono le cose che vi sono scritte: il tempo infatti è vicino.Ap 20, 2121La grazia del Signore Gesù sia con tutti.CommentoIl concetto di RIVELAZIONE è il grande portale d'ingresso all'opera letteraria, teologica e spirituale dell'Apocalisse. Dio Padre dona la sua parola a Gesù Cristo; costui invia l'angelo, suo messaggero divino, a Giovanni, il testimone che si rivolge ai servi di Dio, cioè ai credenti. La sequenza è: Dio-Cristo-angelo-Giovanni-credenti.
Lo snodo della catena è costituito da Giovanni che "testimonia-martyria" la parola di Dio e testimonia Gesù Cristo. Vi è qui una identificazione tra Parola e Gesù Cristo. Questo è confermato dal fatto che ha visto e non solo ascoltato. Ha visto Gesù Cristo la Parola di Dio fatta carne.
La seconda componente del prologo è la BEATITUDINE, cioè la gioia di chi partecipa al mistero della Rivelazione, della vita di Dio come dice Dei Verbum al n. 2 . La beatitudine scaturisce da un lato in chi legge il testo sacro personalmente e nell'assemblea cristiana (l'Apocalisse ha una forte connotazione liturgica) e dall'altro in coloro che ascoltano, cioè i cristiani che hanno ascoltato la Parola, la custodiscono e la osservano nella vita (cfr. Lc 4, 21; 8,21; 11,28).
Ormai il tempo della rivelazione e della beatitudine è arrivato con Gesù e non si deve aspettare altro (cfr. Lc 4,21).
Siamo invitati a riprendere o approfondire il concetto di Rivelazione che noi abbiamo. Che cosa è? Da chi la riceviamo? Anche noi possiamo trametterla?
La Rivelazione va ascoltata e vista. Quali sono i luoghi nei quali Dio si rivela? Continua a rivelarsi oppure non si rivela più?
Che idea abbiamo di beatitudine? È conforme a quanto l'Apocalisse indica? Leggere e ascoltare la Parola è fonte di beatitudine, di gioia e di vita di Dio. Nella celebrazione liturgica è uno ascoltiamo e vediamo, ne siamo consapevoli? Cerchiamo di fare in modo che veramente sia per noi e per i fratelli fonte di gioia? Ne siamo consapevoli, ricerchiamo questa fonte inesauribile? Noi tendiamo a rimandare sempre, l'Apocalisse dice che oggi dobbiamo scegliere questa esperienza perché Gesù oggi si manifesta.
La vitaCerchiamo ora di interagire col testo biblico e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con l'insegnamento di Gesù?
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è qualcosa di urgente a cui io posso contribuire per un miglioramento evangelico della realtà?
LETTURA COMMENTO VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 26 novembre 2022 - I Domenica di Avvento
Vigilare per incontrare il SignoreIsaia 2, 1-5 - Salmo 121 - Romani 13, 11-14 - Matteo 24, 37-44
LetturaCon l'Avvento inizia la lettura del vangelo secondo Matteo. Il passo proposto in questa domenica si colloca cronologicamente verso la fine del ministero storico di Gesù e geograficamente nella città più importante: Gerusalemme. Gesù è ormai giunto nella Città santa e nel Tempio avviene il confronto decisivo con le autorità giudaiche. È proprio nel luogo santo per eccellenza che Gesù pronuncia il suo ultimo discorso. Il brano di oggi ne è una parte.
Mt 24,37-44In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli.37 "Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, 39 e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo. 40 Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. 41 Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra lasciata.42 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo.CommentoIl testo si apre presentando Gesù che si rivolge ai suoi discepoli per dare loro delle istruzioni. Ad essi dapprima annuncia "la venuta del Figlio dell'uomo", che è paragonata a quanto capitò "ai giorni di Noè". L'annuncio è ulteriormente rinforzato con la ripresa, alla fine del v. 39, della stessa immagine: "così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo". Il brano si chiude con una indicazione pratica, lasciata da Gesù ai discepoli, che è conseguenza dell'annuncio precedente: "vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà". Il vegliare dei discepoli deve essere simile al comportamento assunto da chi teme che un ladro gli scassini la casa: è sempre pronto ad affrontarlo e non abbassa mai la guardia Con forza quindi Gesù conclude: "tenetevi pronti". A questo punto è opportuno chiarire alcune immagini presenti nel testo, per cogliere con profondità il messaggio in esso contenuto. La prima è quella del "Figlio dell'uomo". Con questo appellativo, che Gesù attribuisce a sé, attingendo al linguaggio figurato e simbolico dell'apocalittica, egli invita gli ascoltatori a riflettere sulla sua persona. Gesù infatti è il figlio di Dio, costituito re e giudice dell'universo, da accogliere con decisione ed immediatezza. Qui sta la ragione che spiega la seconda immagine, quella del diluvio al tempo di Noè. A quel tempo il diluvio fu il giudizio di Dio che si abbatté sull'umanità, che procedeva impassibile nelle sue attività di corruzione. Ora la venuta del Figlio dell'uomo è improvvisa e, come al tempo del diluvio, la gente continua nelle sue operazioni e non coglie la novità portata da Gesù. Anche le immagini degli uomini, che lavorano nel campo, e delle donne alla macina contribuiscono a sottolineare ulteriormente quanto detto prima, cioè da un lato la situazione di distrazione in cui permane l'umanità e dall'altra la presenza decisiva e discriminante di Gesù Cristo nella storia dell'umanità. La venuta del Signore sarà accolta e diventerà fruttuosa per chi si è preparato a tale incontro, anche se esteriormente le persone sembrano tutte uguali e attente a svolgere gli stessi lavori di sempre. Per prepararsi adeguatamente ad accogliere il Signore che viene è necessario quindi vegliare, stare svegli, essere attivi e pronti ad accogliere la venuta della persona più cara che abbiamo: Gesù.
In sintesi si può dire che solo chi sta sveglio ed è attivo, predisponendo ogni cosa per l'incontro col Signore che viene, lo incrocia realmente nel camino della sua vita, perché è sempre sintonizzato con lui. Chi invece è distratto dalle attività, dalle cose e dal peccato non coglie lo spessore di novità portato da Gesù Cristo. In questo modo si colloca fuori dalle dinamiche di salvezza da lui avviate.
La vitaCerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con l'insegnamento di Gesù?
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è qualcosa di urgente a cui io posso contribuire per un miglioramento evangelico della realtà?