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Lectio divina XXXII domenica T.O. - C

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 6 novembre 2022, XXXII Domenica T. O. - Anno C

Dal battesimo inizia la risurrezione!
2 Maccabei 7, 1-2.9-14 . Salmo 16 . 2 Tessalonicesi 2, 16-3,5 . Luca 20, 27-38

Lettura
Gesù è ormai giunto a Gerusalemme, accolto festosamente dalla moltitudine dei discepoli. Disceso dal monte degli ulivi, entra direttamente nel tempio dove, secondo l'evangelista Luca, svolge il suo ministero fino alla passione. Il tempio è il luogo della presenza di Dio, la casa del Padre e quindi la residenza obbligata di Gesù a Gerusalemme. È proprio nel tempio che si avvicinano a Gesù i sadducei e gli pongono la questione contenuta nel brano odierno.

Lc 20, 27-38
27Gli si avvicinarono alcuni sadducei - i quali dicono che non c'è risurrezione - e gli posero questa domanda: 28"Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 29C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30Allora la prese il secondo 31e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. 32Da ultimo morì anche la donna. 33La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie". 34Gesù rispose loro: "I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui".

Commento
Il brano inizia presentando alcuni sadducei che si avvicinano a Gesù; essi negano la risurrezione dei morti. Il partito dei sadducei è composto da ricche famiglie sacerdotali e di nobili laici, si richiamano a Sadoc, i cui discendenti sono gli unici riconosciuti come sacerdoti legittimi (2 Sam 15, 24ss; 1 Re 1, 32ss; Ez 44,15); tra loro è scelto il Sommo Sacerdote e svolgono l'attività principale nel tempio. Al tempo di Gesù sono collaborazionisti coi romani, i quali in cambio lasciano a loro una certa autonomia politica ed amministrativa. Scompaiono assieme al tempio con la guerra giudaica (66-70 d.C.). I sadducei sono un gruppo fortemente conservatore e si sottomettono letteralmente all'autorità della Legge, cioè del Pentateuco (i primi cinque libri della Bibbia). Poiché i libri di Mosé non parlano di risurrezione, i sadducei contestano tale questione che era diventata di estrema attualità. Infatti la riflessione sulla risurrezione dei morti inizia a definirsi nitidamente nella teologia ebraica al tempo delle persecuzioni, messe in atto da Antioco Epifane (167-165 a.C.), e documentata nei libri dei Maccabei. I sadducei, forti della loro tradizione, pongono una domanda tranello a Gesù, per coglierlo in fallo, partendo da una istituzione ormai consolidata in Israele: il levirato (Dt 25, 5-10). Quando un uomo primogenito moriva senza lasciare figli, il fratello era obbligato a sposare la moglie del defunto e garantire così la discendenza, "perché il nome di questo non si estingua in Israele" (Dt 25,6). Per i sadducei la legge del levirato, se presa sul serio, è sufficiente per dichiarare assurda la risurrezione. A questa logica risponde il racconto popolare del caso della donna moglie di sette fratelli morti tutti senza lasciare figli. Ecco allora la domanda cruciale: "La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie?", che rivela una concezione della vita dopo la risurrezione come copia migliorata dell'esistenza terrena. Gesù risponde alla domanda dei sadducei con due argomentazioni. Dapprima indica che esiste una diversità di condizione tra questo mondo e la vita eterna. Coloro che saranno "giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dei morti", si rapporteranno tra loro in modo differente rispetto alla modalità tenuta nel mondo presente. La vita nell'aldilà è diversa. I figli della risurrezione infatti "sono uguali agli angeli" e "sono figli di Dio". La risurrezione, il grande dono di Dio fatto all'uomo per mezzo della risurrezione di Cristo, è una novità così radicale che cambia decisamente la vita dei soggetti. Tale cambiamento lo si può percepire già nella vita terrena, ma sarà definitivo e pieno nella vita eterna. Poi Gesù indica la prova della risurrezione contenuta nella Torà stessa: "che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosé..., quando chiama il Signore Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe" (cf Es 3,6). Poiché Dio si lascia definire a partire dal nome dei patriarchi di Israele, questo significa che essi sono ancora viventi. Come Dio non ha lasciato sprofondare nel nulla Abramo, Isacco e Giacobbe, così egli, che è fedele e ama, non può abbandonare l'uomo nella morte.

La risurrezione è il dono d'amore che Dio fedele offre, per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo a tutti gli uomini. La risurrezione è una novità così decisiva che cambia radicalmente la vita dei discepoli. Costoro non solo devono prendere coscienza di aver ricevuto il dono, ma anche che, dal giorno del loro battesimo, la vita è cambiata. Essi infatti sono chiamati a vivere da "figli di Dio", cioè non più condizionati o appesantiti dalle realtà materiali, ma guidati dallo Spirito, e a camminare serenamente verso la patria eterna, dove si potrà vivere per sempre e pienamente da risorti.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
Le tre letture invitano chiaramente a riflettere sul futuro dell'uomo, sull'escatologia, le realtà dopo la morte. La prima lettura, narrando il martirio dei fratelli, che sono puniti perché rifiutano di "cibarsi di carni suine proibite", diventa una esplicita professione di fede nella risurrezione. I giovani non hanno paura della morte ed in quell'occasione proclamano la loro certezza che "il re del mondo... li risusciterà a vita nuova ed eterna". Il vangelo sottolinea che la risurrezione non sarà una fotocopia senza difetti della vita nel mondo. La risurrezione cambia radicalmente l'identità del credente. Questa si percepirà pienamente dopo la morte, ma già durante la vita terrena si può intuire vivendo da figli di Dio. Paolo spiega, nella seconda lettura, cosa significhi vivere da figli di Dio. Chi è toccato dalla Parola di Dio nella sua corsa, segno della fedeltà del Signore, è custodito dal maligno ed è confermato nella fede. Così i cuori dei discepoli sono orientati all'amore di Dio e alla pazienza di Cristo.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

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