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Lectio divina XXIX domenica T.O. - C

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 16 ottobre 2022, XXIX Domenica T. O. - Anno C

Dio è sempre fedele!
Esodo 17, 8-13 . Salmo 120 . 2 Timoteo 3, 14-4,2 . Luca 18, 1-8

Lettura
Con la domanda, rivolta a Gesù dai farisei in Lc 17, 20: "Quando verrà il Regno di Dio?", inizia una raccolta di parole del maestro detta anche "piccola apocalisse" (nel senso di rivelazione). Infatti dopo aver considerato la presenza del Regno di Dio, l'argomento sviluppato in seguito concerne la futura venuta del Figlio dell'uomo (Lc 17, 22-37). Gesù, dopo aver parlato di sé come Figlio dell'uomo, anticipa che la sua venuta sarà gloriosa, ma prima soffrirà molto. Egli corregge anche le intemperanze circa la venuta finale del Figlio dell'uomo ed invita non a cercare i segni premonitori, ma ad essere sempre pronti a tale incontro. Questo si concretizza positivamente se ci si libera dai beni materiali e ci si lascia trasformare dalla vita nuova portata da Gesù. La parabola che segue completa adeguatamente il quadro.

Lc 18, 1-8
1Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2"In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: "Fammi giustizia contro il mio avversario". 4Per un po' di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: "Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi". 6E il Signore soggiunse: "Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?".

Commento
Il racconto parabolico si apre con un orientamento interpretativo dato da Gesù stesso (v. 1) "sulla necessità di pregare sempre". In questo modo l'evangelista indirizza il lettore sul significato da attribuire alla parabola. Essa illustra il caso di una vedova che ha bisogno di giustizia da parte di un giudice. La presentazione di quest'ultimo, fatta da Gesù, non lascia ben sperare in quanto "non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno". Figurarsi se si interessa adeguatamente della richiesta di una povera vedova. Infatti per un certo tempo il giudice non ascolta la richiesta della vedova di aver giustizia contro il suo avversario. La donna però, talmente pressata dal suo bisogno, non si lascia scoraggiare e continua a rivendicare i suoi diritti. La sua insistenza, che molesta continuamente il giudice, il quale non teme Dio e non rispetta nessuno, produce il risultato di ottenere da lui la giustizia dovuta. La costanza della vedova riesce a rompere l'indifferenza ed il comportamento scorretto del giudice, detto "disonesto". Molto probabilmente quell'uomo ha continuato poi a comportarsi secondo il suo stile, ma almeno in quell'occasione, dietro l'insistenza della donna, ha agito con giustizia. La conclusione ricavata da Gesù al termine della parabola, fa molto pensare. Se un giudice disonesto, a causa dell'insistenza di una donna vedova, cambia comportamento e le presta attenzione, sicuramente Dio fa attenzione "ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui". Quest'ultima sottolineatura sembra alludere ad una situazione di sofferenza continua in cui versano i credenti, fino al punto da dover chiedere a Dio, gridando, il suo aiuto risolutivo. La sofferenza e le prove, che scaturiscono proprio dall'essere credenti, sono una realtà nella vita. Il racconto accentua però l'attenzione di Dio nei confronti dei suoi eletti e sottolinea la giustizia divina, che è applicata "prontamente", cioè con tempestività. Diventa questo un grande messaggio di speranza per i credenti i quali devono sempre aver presente di non essere mai tentati oltre le proprie forze. L'ultima domanda di Gesù è estremamente provocatoria e mette a nudo la questione di fondo: "ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?". Nella storia dei singoli cristiani e delle comunità non è mai in discussione la fedeltà di Dio. Il suo intervento è sempre sicuro nei confronti degli eletti. È la fede degli uomini che è incerta, inadeguata, traballante ed instabile. Dio è fedele, ma l'uomo riuscirà a mantenere la fede?

Di fronte alle prove e alle difficoltà della vita, spesso il credente ha la sensazione di essere abbandonato da Dio. Questo non accade mai, perché Dio è fedele. La preghiera perseverante ed assidua permette di sperimentare la fedeltà di Dio, di presentare a lui le necessità personali e comunitarie ed impedisce alla fede di affievolirsi o di venir meno.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
Il tema di fondo delle letture è la costanza nella preghiera, in particolare nei momenti in cui la prova si prolunga. Nella prima lettura, attraverso il racconto dell'Esodo, si sottolinea che la preghiera deve acquisire sempre più la dimensione comunitaria. La vittoria di Israele su Amalek è il risultato della preghiera di tutti i fratelli, rappresentati da Mosé, Aronne e Cur. Se nel vangelo la preghiera è indicata come via indispensabile ad ogni credente per giungere a sperimentare la fedeltà di Dio e per poter perseverare nella fede, ora la prospettiva si allarga ed emerge una solidarietà necessaria tra fratelli nel cammino di fede. Tale solidarietà si esprime nel sentirsi coinvolti vitalmente dalle prove sperimentate dai fratelli e nel chiedere con loro, attraverso la preghiera, aiuto, conforto, sostegno e liberazione. Paolo lo afferma con autorevolezza scrivendo a Timoteo. Il ministero della Parola deve insistere "in ogni occasione opportuna e non opportuna", affinché tutti conoscano la Scrittura, da essa siano formati, "perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona". Nella liturgia della Parola odierna l'opera buona si concretizza nella preghiera assidua e perseverante, vissuta con speranza.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

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