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Lectio Divina III Domenica di Pasqua - A

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale "Madonna della Salute"
Goito 23 aprile 2023 - III domenica di Pasqua

Nella Parola e nell'Eucarestia s'incontra il Risorto!
Atti 2, 14a.22-23 . Salmo 15 . 1 Pietro 1, 17-21 . Luca 24, 13-35

Lettura
La liturgia odierna propone la lettura di un passo del vangelo di san Luca preso dal "trittico delle apparizioni pasquali". La prima scena del trittico è costituita dal ritrovamento del sepolcro vuoto e dall'annuncio pasquale alle donne (Lc 24, 1-12). La seconda scena riguarda il nostro brano (Lc 24, 13-35). Infine si ha l'apparizione del Risorto agli undici (Lc 24, 36-43). Dalle donne, protagoniste all'inizio, si passa ai due discepoli, per giungere infine agli Undici, i testimoni ufficiali dell'annuncio evangelico.

Luca 24, 13-35
13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: "Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?". Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: "Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?". 19Domandò loro: "Che cosa?". Gli risposero: "Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto". 25Disse loro: "Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: "Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto". Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l'un l'altro: "Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?". 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!". 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Commento
Il racconto di san Luca inizia presentando due discepoli che, il primo giorno della settimana (la nostra domenica), lasciano Gerusalemme e scendono verso Emmaus. Anche se conversano "di tutto quello che era accaduto", non traspare nel loro discorso alcun riferimento all'evento pasquale che si era realizzato. Essi ormai hanno chiuso la parentesi felice, piena di progetti e di speranze, vissuta col maestro di Galilea ed ora stanno scendendo verso la monotonia della vita abituale. Allora Gesù in persona si accosta per camminare con loro, ma essi non lo riconoscono, e a lui raccontano tutta l'amarezza e la delusione che portavano dentro. Anche l'esperienza fatta dalle donne al sepolcro, e narrata successivamente agli altri discepoli, non è stata sufficiente a rianimare in loro la speranza: "ma lui non l'hanno visto". È a questo punto che la narrazione segna una svolta attraverso l'azione decisa e piena di amore di Gesù. Egli assume la loro situazione negativa e, attraverso le Scritture spiegate minuziosamente, la rovescia: "e cominciando da Mosé e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui". L'azione di Gesù non si è ancora completata in quanto gli occhi dei due discepoli "erano impediti a riconoscerlo". Solo quando Gesù si ferma, dopo che essi avevano insistito ("resta con noi perché si fa sera"), e seduto a tavola spezza il pane, i loro occhi si aprono e lo riconoscono. È nell'Eucarestia che il riconoscimento di Gesù si realizza pienamente! A questo punto il racconto volge rapidamente a conclusione. Gesù scompare ed i discepoli ripensano all'esperienza fatta: "non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi...?". Ritornano poi a Gerusalemme dove ricevono l'annuncio ufficiale della risurrezione ed essi raccontano il loro incontro col Risorto.

In conclusione l'evangelista, volendo istruire il lettore credente, lo invita a riflettere sul suo itinerario di vita spesso percorso senza speranza nel Risorto. Con i discepoli cammina sempre il Signore, che ha la possibilità di cambiare radicalmente la loro vita spesso triste ed amara. È la compagnia assidua con le Scritture e la partecipazione consapevole all'Eucarestia che permettono un incontro autentico con Cristo. La mensa della Parola e del Pane, nel giorno del Signore, è culmine e punto di partenza della vita cristiana. Soltanto l'incontro con Gesù Cristo risorto fa nascere la fede, la alimenta e la porta a pieno compimento.

La vita
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio Divina II Domenica di Pasqua - A

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale "Madonna della Salute"
Goito 16 aprile 2023 - II domenica di Pasqua

Mandati dal Risorto!
Atti 2, 42-47 . Salmo 117 . 1 Pietro 1, 3-9 . Giovanni 20, 19-31

Lettura
Il brano del vangelo di san Giovanni, della seconda domenica di Pasqua, si colloca dopo il rinvenimento del sepolcro vuoto da parte di Maria Maddalena, di Pietro e del discepolo amato e segue la prima apparizione del Risorto a Maria, che lo scambiò per il giardiniere.

Gv 20, 19-31
19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: "Pace a voi!". 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi". 22Detto questo, soffiò e disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati".
24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo".
26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: "Pace a voi!". 27Poi disse a Tommaso: "Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!". 28Gli rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". 29Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!".
30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Commento
Il vangelo presenta due manifestazioni nel cenacolo di Gesù risorto. Nella prima, avvenuta il giorno stesso di Pasqua (vv.19-23), egli entra a porte chiuse nel "luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei giudei" e li saluta donando loro la pace. Questa, unita alla visione dei segni della passione sulle mani e sul costato, genera gioia nei discepoli che vedono il Signore. Gesù poi invia i suoi e li manda a prolungare l'opera che il Padre aveva a lui affidato: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". A sostegno della loro missione il Risorto dona lo Spirito Santo e ad essi conferisce il compito di rimettere i peccati: "a coloro a cui perdonerete i peccati saranno perdonati...". Al centro del brano abbiamo la presentazione di Tommaso (detto Didimo cioè gemello) che, non essendo stato presente "quando venne Gesù", manifesta scetticismo ed incredulità sull'accaduto (vv.24-25). La seconda manifestazione di Gesù avviene "otto giorni dopo", quando "i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso" (vv.26-31). Il Risorto, otre ad offrire nuovamente a tutti il dono della pace, indica personalmente a Tommaso i segni della passione presenti sul suo corpo e lo invita a "non essere più incredulo, ma credente!". A questo punto Tommaso riconosce Gesù e professa la sua fede: "Mio Signore e mio Dio!". Le parole di Gesù si chiudono annunziando la beatitudine di coloro che crederanno in lui, senza vederlo di persona.

Concludendo si può dire che solo con la resurrezione di Gesù il discepolo, per mezzo della fede, può ottenere da lui la pienezza della pace e della gioia. Queste sono rese stabili dal dono dello Spirito e dalla remissione dei peccati. Anche chi è scettico o dubbioso, incontrandosi con lui, approda ad una fede vera. I doni concessi dal Signore risorto sono per tutti i discepoli che hanno fede in lui, anche per coloro che nel corso dei secoli non incontrano direttamente il Risorto. Chi entra in questa dinamica può essere inviato dal Signore come suo testimone.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
Le letture odierne aiutano a coniugare assieme la fede nel Risorto e la vita concreta del credente. Il brano del vangelo, che racconta il duplice incontro del Signore risorto con i suoi discepoli, dà il tono a tutta la domenica. Nella scena di Tommaso è interpellata tutta la comunità dei credenti, i quali sono chiamati a percorrere fino in fondo l'itinerario della fede pasquale. Sono infatti i lettori e gli ascoltatori del vangelo i destinatari della beatitudine pronunciata da Gesù. Due esempi o immagini di comunità cristiana che vive nel clima della Pasqua sono offerti dalle altre due letture. La prima lettera di Pietro invita i cristiani sottoposti a varie prove a restare fedeli nella prospettiva della "speranza viva" conservata per essi da Dio nei cieli. L'autore degli Atti degli apostoli presenta il quadro ideale della prima comunità cristiana nata dalla forza dello Spirito, dono del Signore risorto. Guidati dallo Spirito e perseveranti nelle prove si segue il Risorto e si partecipa della sua beatitudine.

La vita
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)


Pasqua 2023: Omelia di don Marco Mani

Pasqua 2023 – Goito

La parola PASQUA significa: Dio che passa, il passaggio del popolo dalla schiavitù alla libertà, Gesù che soffre (il verbo greco paschein significa soffrire, patire), passaggio di Cristo al Padre.
La Pasqua che celebriamo ogni anno è prima di tutto memoria di un evento storico, di un fatto accaduto ben preciso: il processo a Gesù di Nazaret da parte delle autorità giudaiche e romane che si conclude con la sua condanna a morte, la sua tortura, la sua uccisione e qualche giorno dopo la morte il ricordo storico dell'incontro di Gesù vivo con i suoi discepoli.
La Pasqua è anche il ricordo di un vento misterioso che viene proclamato e gridato (secondo il vangelo): Gesù Nazareno "è risorto dai morti!". È un vento che fa parte del mistero di Dio e che non è descritto, raccontato ed è solo proclamato. È il mistero di Dio presente nel mistero del Figlio e nel mistero dello Spirito Santo. Di questo evento misterioso e trascendente vengono però indicati dei segni che sono stati lasciati: il terremoto, la luce sfolgorante, la parola degli angeli. Con questo segni non si vuole terrificare il lettore ma annunciare il mistero grandioso di Dio che irrompe nella storia, si fa presente, diventa percepibile. Tutto questo viene rivissuto nella celebrazione pasquale
La luce di Cristo cantata e che risplende nella notte, abbraccia tutta la storia. Dall'inizio fino ad oggi la e luce di Cristo è entrata nel mondo ed illumina anche noi personalmente e comunitariamente. Questo significa che Cristo non ci abbandonerà mai e la sua potenza divina presente in tutti noi, dal giorno del nostro battesimo, è un seme che sprigionerà tutta la sua forza di salvezza e di eternità. La risurrezione di Gesù non è soltanto un evento suo ma riguarda il cosmo, il mondo, l'umanità e ciascuno di noi. Il corpo di Gesù risorto racchiude in sé come un germe che sboccerà e rinnoverà tutta la creazione, tutta l'umanità, tutta la chiesa e ciascuno di noi. Questa eternità è già presente in noi perché già facciamo parte della vita immortale di Gesù. Con la risurrezione di Cristo l'eternità è entrata nella storia e la storia è entrata nell'eternità! Cristo è veramente risorto e anche noi siamo risorti con lui e lo saremo non solo alla fine della nostra vita, ma già adesso. Questo è il senso della luce che viene esaltata nella Pasqua. L'acqua ed il fuoco rimandano al battesimo che ci ha uniti a Cristo nel lavacro di rigenerazione e nella purificazione dello Spirto per essere partecipi della sua risurrezione.
Ma tutto questo come tocca concretamente la nostra vita?
1. Non dobbiamo mai sentirci soli perché Gesù è sempre con noi.
2. Siamo chiamati a continuare l'opera di trasformazione del creato iniziato dal Risorto con il nostro impegno per il rispetto e la sua salvaguardia.
3. Non possiamo disinteressarci di chi nel mondo soffre, è povero, è emarginato, è scartato, è messo da parte, perché fino a quando esistono queste realtà anche noi non siamo pienamente risorti.
4. La comunità cristiana è il luogo nel quale vive il Risorto e noi abbiamo questa responsabilità di testimoniarlo e di donarlo a tutti. Per questo dobbiamo annuncialo a tutti.
5. La nostra testimonianza deve essere soprattutto con la nostra vita.

Se intraprendiamo un cammino su queste strade allora abbiamo fatto Pasqua, allora siamo discepoli del Signore altrimenti è tutto folclore, tradizione e vuoto. Il Risorto ci aiuti a fare veramente la sua Pasqua.

Lectio Divina I Domenica di Pasqua - A

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale "Madonna della Salute"
Goito 9 aprile 2023 - I domenica di Pasqua

Il Signore è risorto: ditelo a tutti!
Atti 10, 34.37-4 . Salmo 117 . Colossesi 3, 1-4 . Matteo 28, 1-10

Lettura
Il brano commentato è Matteo 28, 1-10. Siamo nell'ultimo capitolo di Matteo. Ormai si è consumata l'offerta di Cristo al Padre ed è iniziato il corso nuovo della storia, segnato dalla vittoria definitiva sulla morte. Già ai piedi della croce si sono viste le prime avvisaglie di novità: pagani che credono, un nuovo popolo che si raduna, donne che tengono il collegamento col maestro. Il racconto pasquale esplicita ulteriormente la nuova vicenda che dal Calvario ha ormai preso le mosse.

Mt 28, 1-10
1Dopo il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare la tomba. 2Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. 5L'angelo disse alle donne: "Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: "È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete". Ecco, io ve l'ho detto".
8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. 9Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: "Salute a voi!". Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. 10Allora Gesù disse loro: "Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno".

Commento
Il racconto si apre presentando un nuovo giorno. È ormai il "primo giorno della settimana". Il sabato è passato con tutte le tradizioni ad esso collegate, ed inizia un tempo nuovo nella storia della salvezza. Nella nuova fase che si apre, protagoniste sono due donne: Maria di Magdala e l'altra Maria. Costoro vanno al sepolcro per "visitare la tomba". Qui Matteo si scosta da Marco e Luca, che sottolineano piuttosto l'unzione della salma. Il nostro evangelista riporta invece l'usanza giudaica di visitare fino al terzo giorno la tomba di un defunto, per verificare se per caso fosse ancora vivo. Così egli prepara l'evento straordinario a cui le donne assisteranno. Arrivate al sepolcro le donne vedono una teofania, cioè una manifestazione di Dio. Questa è descritta attraverso elementi caratteristici del genere apocalittico: il terremoto, l'angelo, il suo aspetto come folgore ed il suo vestito come neve. "L'angelo del Signore", che nella Bibbia indica la presenza di Dio che interviene nella storia degli uomini, appare in una cornice di grande sconvolgimento. Egli, aprendo la tomba e sedendosi poi sulla pietra, dichiara ormai definitiva la vittoria sulla morte. La rappresentazione visiva del trionfo di Dio sulla morte suscita la reazione delle guardie e delle donne. Le prime, a causa della paura, sono sconvolte e cadono a terra come morte, non comprendono nulla e restano al di fuori del mistero che si rivela. Le donne, anch'esse piene di paura, sono invece disponibili al dialogo e ricevono la comunicazione del significato di quanto è accaduto. L'angelo, infatti, con tutta la sua autorità, proclama l'interpretazione autentica della tomba aperta e vuota: "Gesù il crocefisso non è qui. È risorto". L'annuncio pasquale fa passare i credenti dalla paura alla fede gioiosa: "non abbiate paura, voi!". La gioia dei cristiani scaturisce dal sapere che anch'essi partecipano della stessa risurrezione di Gesù. Chi crede nelle parole che Gesù ha detto, non solo lo incontra risorto, ma partecipa anche della sua risurrezione. La conseguenza che scaturisce, anche se il sepolcro è vuoto, non è la tristezza o lo scoraggiamento, ma la forza dirompente dell'annuncio, dell'evangelizzazione: "andate a dire ai suoi discepoli: è risorto e vi precede in Galilea". È in questa dimensione fondamentale della vita della Chiesa che si fa esperienza del Risorto e che gli uomini di ogni tempo e luogo hanno la possibilità di incontrarlo. Mentre le donne vanno a portare l'annuncio ai discepoli, Gesù in persona viene loro incontro e conferma con le sue parole che l'evangelizzazione è l'esperienza qualificante la vita della comunità nata dalla sua morte e risurrezione.
Con la risurrezione del Signore la comunità dei credenti, nata ai piedi della croce, viene riconfermata e consolidata. Essa non deve più temere perché la morte è stata sconfitta ed i suoi componenti sono chiamati a condividere la stessa sorte del maestro. La forza della risurrezione del Signore è sperimentata direttamente dai cristiani quando annunciano con fede il vangelo a tutti.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
La risurrezione del Signore collega le letture della domenica di Pasqua. L'apparizione al sepolcro vuoto con i segni grandiosi ad essa collegati non sono prova sufficiente della resurrezione del Signore. La fede pasquale delle donne e dei discepoli nasce quando capiscono le parole pronunciate da Gesù. È a questo punto che avviene l'incontro personale col Risorto, il quale fa ricordare la sua promessa di resurrezione e la chiamata dei discepoli a condividere con lui la resurrezione, come dice Paolo nella Lettera ai Colossesi. L'incontro col Risorto spinge i discepoli a cercare le cose di lassù attendendo di partecipare alla sua gloria. È il Signore risorto poi che mette in moto nei discepoli la dinamica dell'evangelizzazione, come testimonia il testo di Atti, e spinge da un lato ad essere testimoni ovunque, di quanto è stato visto e sperimentato, e dall'altro a cambiare la vita personale e comunitaria modellandole sugli insegnamenti del Signore.

PER ATTUALIZZARE
- La nostra vita cristiana si caratterizza dalla paura, dal nascondimento, dal rinchiudersi nel privato, o in virtù della risurrezione del Signore è testimonianza gioiosa e coraggiosa della nostra fede in Lui?
- Come pensiamo alla nostra morte e come ad essa ci prepariamo?
- La forza della risurrezione sta nell'annuncio del vangelo. È il vangelo il punto che qualifica la nostra vita, le nostre relazioni, le nostre scelte di vita?

PER APPROFONDIRE
CdA nn. 260-271: Risorto per la nostra salvezza


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