Home

Lectio divina maria Madre di Dio - C

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 1 gennaio 2022, Maria ss. Madre di Dio - Anno C

MARIA SERBAVA OGNI COSA NEL CUORE
Numeri 6, 22-27 . Salmo 66 . Galati 4, 4-7 . Luca 2, 16-21

Lettura
Il brano ci riporta agli inizi del vangelo di san Luca e precisamente alla "manifestazione" di Gesù Cristo avvenuta a Betlemme. Del racconto, strutturato in tre quadri (la nascita di Gesù vv. 1-7, l'annuncio ai pastori vv. 8-14, la venuta dei pastori a Betlemme vv. 15-20), la liturgia ci presenta il terzo, con l'aggiunta della circoncisione di Gesù e l'imposizione del nome (v. 21).

Lc 2,16-21
I pastori 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Commento
Il testo si apre narrando dei pastori che, dopo aver ricevuto l'annuncio della nascita di Gesù, vanno a verificare di persona quanto a loro è stato detto: "andarono senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia". Dopo aver visto direttamente Gesù, riferiscono a tutti "ciò che del bambino era stato detto loro". Essi diventano così i primi testimoni ed evangelizzatori. Il testo sottolinea che quanti ascoltano i pastori rimangono stupiti del loro messaggio che suscita sicuramente reazioni di incredulità, di interesse, di curiosità. Anche Maria è presentata tra coloro che reagiscono al messaggio dei pastori. Ella infatti raccoglie tutto quanto avviene attorno a suo figlio; serba "tutte le cose meditandole nel suo cuore" cioè facendole diventare parte importante della sua vita. I pastori a questo punto partono e, tornando alla loro professione, "glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto". Si ha poi il breve brano che racconta la circoncisione di Gesù, avvenuta dopo otto giorni dalla nascita, e l'imposizione del nome: "gli fu messo nome Gesù". È questo un nome che non viene dato dai genitori, ma da Dio stesso. Infatti così "era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo" della madre. Il nome dato al bambino indica il progetto di Dio sulla persona: "il Signore salva".

La nascita di Gesù a Betlemme ha come finalità l'incontro di Dio con gli uomini, di cui i pastori sono i rappresentanti significativi. Chi incrocia sulla sua strada Gesù Cristo, necessariamente diventa un evangelizzatore, cioè uno che con la vita e la parola fa conoscere Gesù. Questa esperienza si realizza soltanto quando, come Maria, tutto ciò che riguarda Gesù si conserva nel cuore e tutta la vita si orienta alla volontà di Dio Padre, attraverso la preghiera e la meditazione delle Scritture.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
La solennità della Madre di Dio prolunga la contemplazione della realtà di Dio che si manifesta nell'umanità di Gesù. Il tema di Dio che salva collega le letture di questa solennità. Nella prima lettura, l'antica benedizione sacerdotale presenta un Dio che vuole stare con gli israeliti e donare loro la sua benedizione. Questa garantisce al popolo protezione, fecondità e pace. L'attenzione di Dio verso il suo popolo è resa anche con l'immagine del volto orientato agli israeliti; l'immagine del volto esprime il desiderio di Dio di avere una relazione stabile. Il volto luminoso di Dio, che salva il suo popolo, coincide con quello del suo Figlio Gesù Cristo inviato nella pienezza dei tempi per dare libertà a tutti gli uomini. Chi accoglie Gesù come Maria sua madre, che meditava nel cuore ogni cosa, partecipa direttamente della salvezza. Anche Paolo nella Lettera ai Galati richiama la pienezza dei tempi in cui Dio si è manifestato all'umanità per la salvezza. Qui addirittura si afferma che l'intervento decisivo di Dio nella storia, tramite il figlio, rende tutti figli dello stesso Padre.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina Natale del Signore - C

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 25 dicembre 2021– Natale del Signore Anno C

OGGI È NATO IL SALVATORE
S. Messa della Notte
Isaia 9,1-3.5-6 . Salmo 95 . Timoteo 2,11-14 . Luca 2,1-14

Lettura
All'inizio del secondo capitolo, l'evangelista Luca riporta "la nascita di Gesù nella città di Davide e la sua manifestazione ai pastori" (Lc 2,1-20). La narrazione completa comprende tre quadri: la nascita di Gesù a Betlemme, l'annuncio dell'angelo ai pastori e la loro venuta a Betlemme. Il testo liturgico della notte di Natale ci propone soltanto i primi due.

Lc 2,1-14
1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.
8C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l'angelo disse loro: "Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia". 13E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 14"Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama".

Commento
Il primo quadro del racconto (vv.1-7) si articola attorno a tre elementi portanti. Uno è centrato su Cesare Augusto ed ha come scenario "tutta la terra". Un altro fa perno su Davide, chiamato in scena dal censimento e dal viaggio compiuto da Giuseppe, che "apparteneva alla casa e alla famiglia di Davide", a Betlemme per farsi registrare. Il terzo presenta con semplicità e solennità la nascita di Gesù. In esso particolare attenzione è data ai gesti compiuti da Maria (diede alla luce - lo avvolse in fasce - lo depose in una mangiatoia) e alla non accoglienza incontrata dalla coppia: "perché per loro non c'era posto nell'alloggio". Anche il secondo quadro (vv.8-14) raccoglie al suo interno tre elementi: l'apparizione di un angelo ai pastori ("C'erano in quella regione alcuni pastori... Un angelo del Signore si presentò a loro"), l'annunzio da lui portato ("...ecco, vi annuncio una grande gioia, ...oggi nella città di Davide è nato per voi un salvatore") e l'apparizione della schiera celeste che lodava Dio per l'avvenimento accaduto.

Nel primo quadro sembra che l'interesse sia di sottolineare il dono gratuito del "figlio primogenito" da parte di Dio, che si realizza all'interno del comune fluire della storia. Il tempo di Dio accade poi all'incrociarsi degli avvenimenti profani, determinati da Cerase, con le speranze profetiche - religiose legate alla casa di Davide. Ed infine l'opera di Dio non è riconosciuta dai suoi contemporanei, per essa infatti non c'è posto e diventa uno dei tanti casi che capitano nella vita.
Il secondo quadro è dominato dall'annuncio della nascita di "Cristo Signore" recato dall'angelo ai pastori. Questa nascita, decisiva per l'umanità, ha come "segno" il bambino nella mangiatoia. Da qui emerge con chiarezza un rimando al mistero dell'agire umile di Dio, il quale può essere frainteso o non riconosciuto dagli uomini e per questo una voce celeste ad essi deve rivelarlo. Allora il canto conclusivo degli angeli diventa un esplicito riconoscimento del mistero di Dio, realizzatosi nella nascita di Gesù. Esso non solo si rivolge a "Dio nel più alto dei cieli", ma diventa messaggio di speranza e di pace per il cosmo e per tutti gli uomini: "e sulla terra pace agli uomini che egli ama".

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
Gesù Cristo è la fonte e la ragione di libertà per tutti gli uomini. Il tema della liberazione ricevuta, che cambia la situazione di un popolo, è presente nelle tre letture della Messa della notte della Solennità del S. Natale. In Isaia la libertà è preannunciata ad Israele ed essa sarà un'esperienza unica ed indescrivibile umanamente perché opera di Dio. Nel Vangelo la narrazione presenta il compimento definitivo della liberazione divina attuata in Gesù, nato a Betlemme, perché discendente della famiglia di Davide. La salvezza-liberazione offerta da Gesù Cristo è per tutti gli uomini e ad essi viene portata da personaggi caratterizzati dalla semplicità e dall'umiltà, ma non previsti nelle logiche religiose del tempo. Anche i cristiani, indica la seconda lettura, si inseriscono in questo itinerario ed hanno un compito molto importante perché con la loro testimonianza diventano segno "della beata speranza" e primizia del "popolo puro" che appartiene a Dio per mezzo di Gesù Cristo.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina IV Domenica di Avvento - C

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 19 dicembre 2021 – IV Domenica di Avvento Anno C

Il dono dello Spirito svela il l'opera di Dio
Michea 5, 1-4 . Salmo 79 . Ebrei 10, 5-10 . Luca 1, 39-56

Lettura
L'evangelista Luca, dopo il prologo, nel primo capitolo del vangelo narra dapprima l'inizio dell'esistenza di Giovanni Battista e poi l'annuncio a Maria della nascita di Gesù. A coronamento del dittico precedente, troviamo il brano presentato dalla liturgia odierna che si articola attorno alla figura delle due madri.

Lc 1,39-56
39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto".
46Allora Maria disse:
"L'anima mia magnifica il Signore 47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 49Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente e Santo è il suo nome; 50di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono.
51Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
53ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
54Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
55come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre".
56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Commento
Il racconto inizia con una cornice introduttiva che riporta la notizia del viaggio di Maria verso la città di Giuda, del suo ingresso nella casa di Zaccaria e del saluto rivolto alla cugina Elisabetta. Col v.41 si apre la prima parte della pericope che è dominata dall'esperienza e dalle parole di Elisabetta. All'inizio si afferma che "il bambino sussultò nel suo grembo" dopo aver "udito il saluto di Maria". Poi il racconto continua rilevando il dono dello Spirito Santo concesso ad Elisabetta: "fu colmata di Spirito Santo". Infine ella, sotto ispirazione, comincia a parlare profeticamente: benedice Maria per la sua maternità ("Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo"), la indica madre del Signore, in virtù dell'esperienza vissuta nell'incontro con lei, proclama "beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto". Col v.46 inizia la seconda parte che vede protagonista Maria, la quale canta a Dio il "Magnificat". Questo è un cantico tratto dalla preghiera tradizionale ebraica. Con genere letterario diverso, Maria riprende le parole poco prima pronunciate da Elisabetta, collocandole profondamente nel mistero di Dio suo Salvatore. Il testo liturgico purtroppo non porta tutto il cantico e nemmeno la chiusura della scena del v. 56, dove si dà notizia della permanenza di Maria presso Elisabetta per "circa tre mesi" e del suo ritorno a casa.

L'incontro delle due madri narrato da Luca, le quali a titolo diverso stanno vivendo un particolare rapporto col mistero di Dio, suggerisce alcune importanti indicazioni. Prima di tutto Maria trova nel dialogo con Elisabetta la conferma del progetto in cui il mistero di Dio l'aveva inserita. Poi Maria esercita, nei confronti della cugina, un ministero di mediazione in ordine al dono dello Spirito Santo. Infatti Elisabetta lo riceve dopo aver udito la voce della madre del Signore. Infine Elisabetta, ricevuto lo Spirito, è da lui guidata e riesce così a percepire il mistero che si sta compiendo nella cugina. In conclusione si può affermare che nell'incontro interpersonale, vissuto nella volontà di Dio e nella comunione ecclesiale, non solo si chiarisce e si comprende la propria vocazione, ma si ha pure il dono sovrabbondante dello Spirito che permette una lucida e penetrante comprensione del mistero di Dio.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
"Entrando nel mondo", dice la lettera agli Ebrei, Cristo ha detto "Ecco io vengo, o Dio,... per fare la tua volontà". "Ed è appunto per quella volontà che noi siamo santificati"; essa ha portato Gesù ad offrire completamente se stesso! La presenza salvante di Cristo nella storia realizza quanto preannunciato dal profeta Michea. È Gesù che pasce "con la forza del Signore", perché gli uomini abitino sicuri e si realizzi la pace. Di conseguenza una grande speranza deve caratterizzare il popolo di Dio. Esso non può sentirsi piccola realtà perché, in ogni tempo, in mezzo a lui c'è il suo Signore. La presenza di Cristo nel grembo di Maria per opera dello Spirito Santo, come leggiamo nel vangelo, suggerisce ulteriori considerazioni. Ella, incontrando Elisabetta, diventa sostegno e luce per la cugina, pure inserita in un progetto d'amore opera dello Spirito Santo. Maria poi riconosce, col cantico del Magnificat la grandezza del dono di Dio, che ha rivestito l'umiltà della serva.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Rinnovo dei voti delle suore orsoline - 2021

L'8 dicembre 2021, come tutti gli anni, le nostre suore orsoline Figlie di Maria Immacolata rinnovano i loro voti   

           Suore 1-2021        Suore 2-2021

     Suore 3-2021              Suore 4-2021

                                                               Suore 5-2021

Lectio divina III Domenica di Avvento - C

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 12 dicembre 2021 – III Domenica di Avvento Anno C - Gaudete

Battezzati in Spirito Santo
Sofonia 3, 14-18a . Salmo: Isaia 12, 2-6 . Filippesi 4, 4-7 . Luca 3, 10-18

Lettura
Nel terzo capitolo di Luca si incontra la predicazione penitenziale del Battista (vv.7-9), dopo che era stato presentato ed era stata indicata la sua missione (vv.1-6). Segue il nostro brano: vv.10-17. La sezione si chiude con la notizia della incarcerazione di Giovanni Battista (vv.18-20).

Lc 3,10-18
10Le folle lo interrogavano: "Che cosa dobbiamo fare?". 11Rispondeva loro: "Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto". 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: "Maestro, che cosa dobbiamo fare?". 13Ed egli disse loro: "Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato". 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: "E noi, che cosa dobbiamo fare?". Rispose loro: "Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe".
15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: "Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile".
18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Commento
Il testo inizia presentando, sotto forma di domanda, le reazioni degli uditori della predicazione di Giovanni: "che cosa dobbiamo fare?". Le tre categorie di persone reagenti ("le folle", "i pubblicani" e "alcuni soldati") stanno ad indicare che idealmente tutti sono destinatari dell'insegnamento del Battista. Costui dà ai suoi interlocutori risposte diverse. Alle folle indica la condivisione dei beni: "chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha...". Ai pubblicani, che avevano in concessione la riscossione delle imposte romane, chiede di non approfittare della loro professione e di attenersi a quanto era stato stabilito: "Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato". Ai soldati dice di non usare la violenza e la forza, accontentandosi del reddito legato al loro lavoro: "Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, accontentatevi delle vostre paghe". La conversione legata al battesimo, amministrato da Giovanni, è per tutti e, per essere vera, deve produrre frutti concreti da vedersi nelle diverse situazioni di vita. A questo punto la narrazione introduce la questione del Messia. Costui era atteso dal popolo ("il popolo era in attesa") e la figura di Giovanni, col suo ministero, faceva pensare e tutti si domandavano "se non fosse lui il Cristo", cioè l'unto e l'inviato di Dio. Egli fuga ogni equivoco dichiarando che "viene colui che è più forte di me", al quale "non sono degno di slegare i lacci dei sandali". Costui, quando giungerà, battezzerà non più con l'acqua, ma "in Spirito Santo e fuoco". La potenza dirompente dello Spirito è come un vento impetuoso che trasforma e cambia radicalmente la realtà della persona, eliminando, come fa il fuoco, tutte le impurità, le negatività e ciò che è inutile. Il ministero esercitato dal "più forte", sarà decisivo e definitivo. Chi incontra Gesù Cristo, prendendo posizione a suo favore o schierandosi contro di lui, ipoteca per sempre il suo futuro o per la salvezza o per la condanna eterna.

La predicazione del Battista porta alla conversione. Quando essa si realizza coinvolge sempre gli aspetti più concreti dell'esistenza. La predicazione e la conversione sono indispensabili per attendere ed incontrare autenticamente "il più forte" che viene. Costui completerà il battesimo di acqua con quello in Spirito Santo e fuoco, per rendere partecipi della salvezza di Dio coloro che a lui aderiscono.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
Nella prima lettura, il profeta Sofonia proclama ad un popolo tentato dallo scoraggiamento e dalla tristezza: "Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente". La presenza di Dio produce di conseguenza gioia ("rallegrati... con tutto il cuore") e fiducia nel suo perdono ("ha revocato la tua condanna"), perché egli rinnova "col suo amore". Questa promessa profetica si realizza in Cristo preannunciato da Giovanni: "viene colui che é più forte di me... vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco". La presenza del Signore, in mezzo al popolo che lo attende, chiede di produrre nella vita dei segni concreti di conversione, che testimonino la relazione con lui. Oltre alla gioia, auspicata da Sofonia, e alle indicazioni date da Giovanni Battista, sono importanti le istruzioni di Paolo presentate nella seconda lettura. L'apostolo, dopo aver invitato alla gioia, chiede ai cristiani di Filippi di rafforzare la loro affabilità, di non angustiarsi e di vivere nella pace. La pace di Dio ed il dono dello Spirito permetteranno la fedeltà in Cristo.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina II Domenica di Avvento C

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 5 dicembre 2021– II Domenica di Avvento Anno C

Camminare con la Parola e con lo Spirito di Dio
Baruc 5, 1-9 . Salmo 125 . Filippesi 1, 4-6.8-11 . Luca 3, 1-6

Lettura
Dopo i primi due capitoli denominati "Vangelo dell'infanzia", l'evangelista Luca riserva all'inizio del terzo una sezione dedicata al Battista. I primi versetti riguardano la manifestazione di Giovanni e costituiscono la pericope evangelica odierna.

Lc 3,1-6
1Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri! 5Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate. 6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

Commento
Il brano si apre con una accurata cronologia, strutturata dall'elenco minuzioso dei detentori del potere politico e delle guide spirituali del mondo ebraico del tempo. Tutta la solenne introduzione porta al v.2b: "la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria". In questo modo il Battista viene presentato profeta e solennemente investito da Dio per tale missione. Questa sarà esercitata in un contesto storico ben determinato, che anticipa la storicità di colui il quale verrà dopo: Gesù. Poi si parla del profeta in movimento per "tutta la regione del Giordano", dove predica "un battesimo di conversione per il perdono dei peccati". Qui Luca, con una frase estremamente sintetica ed incisiva, indica la dinamica della conversione. La potenza dell'annuncio porta sempre ad un segno concreto (in questo caso il battesimo penitenziale di Giovanni) che conferma la conversione in atto e l'accoglienza della remissione dei peccati per iniziativa di Dio. Infine il ministero di Giovanni è indicato da Luca come compimento e realizzazione della profezia di Isaia 40,3-5. L'evangelista, ampliando la citazione rispetto a Marco, riporta il testo isaiano fino a: "Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!". È evidente il marcato interesse di sottolineare l'universalità della salvezza. Questo tema ritornerà continuamente nel Vangelo e negli Atti. La salvezza però va preparata ed il deserto è il luogo ideale dove non solo appare Giovanni, ma anche dove il popolo può veramente diventare di Dio.

La venuta del Salvatore è storicamente sempre preparata da chi è guidato dalla Parola e dallo Spirito di Dio. In questo caso è Giovanni Battista colui che ha avuto il compito di preparare il popolo alla venuta del Figlio dell'uomo. Tutti gli uomini sono chiamati a questo incontro ed esso sarà decisivo se si cambia vita e se si pongono dei segni concreti che evidenzino la disponibilità ad accogliere il perdono di Dio. Chi accoglie la Parola ed il perdono di Dio diventa anche lui capace di fare incontrare le persone con Gesù Cristo.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
Un tema forte delle letture della seconda domenica di avvento è la presenza di Dio nel cammino del suo popolo. Esso appare con forza nel testo di Baruc. Qui si parla di Dio che col suo intervento trasforma radicalmente la situazione vissuta da Israele: "Perché Dio condurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria". Infatti il popolo dall'esilio ritorna a Gerusalemme. Per questa ragione occorre deporre "la veste del lutto e dell'afflizione" e rivestirsi "dello splendore della gloria che viene da Dio per sempre". Anche nel testo di Isaia, citato in Luca, troviamo presentata l'azione della presenza di Dio: "Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio". È Dio che riconduce i deportati e costituisce il popolo che vedrà la sua salvezza. Nella lettera ai Filippesi la presenza di Dio è intesa come l'opera di Cristo presente in noi ("colui il quale ha iniziato in voi quest'opera buona, la porterà a compimento..."); egli rende capaci di frutti di giustizia: "ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottene per mezzo di Gesù Cristo". La nostra preparazione al giorno del Signore è veramente un'attesa dell'intervento di Dio. Essa non è infatti segnata primariamente dal nostro fare, ma dal lasciare che la presenza di Cristo in noi fruttifichi "a gloria e lode di Dio".

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci1:
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina I Domenica di Avvento C

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 28 novembre 2021– I Domenica di Avvento Anno C

Vigilare e pregare con speranza operosa
Geremia 33, 14-16 - Salmo 24 - 1Tessalonicesi 3, 12-4,2 - Luca 21, 25-28.34-36

Lettura
Il brano ci porta al discorso apocalittico di Gesù riportato dall'evangelista Luca. Ispirandosi al modello di Marco, il terzo evangelista ripropone l'attesa della venuta del Figlio dell'uomo. Egli però sottolinea pure che ogni tempo sta sotto il segno della fine e quindi occorre vivere sempre con attenzione e vigilanza perché non si conosce quando sarà il momento. In quest'ottica è da leggere il passo odierno.

Lc 21,25-28.34-36
25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. 28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina"...
34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo".

Commento
Nel testo liturgico si distinguono facilmente tre parti: i segnali dell'approssimarsi della fine (vv. 25-26), l'annuncio della venuta del Figlio dell'uomo ed il suo significato positivo (vv. 27-28), l'esortazione accorata alla vigilanza (vv. 34-36). Non vengono ripresi la parabola del fico, la sua spiegazione ed i detti seguenti (vv. 29-33). I segnali, riguardanti la fine imminente, sono indicati con immagini tipiche del linguaggio apocalittico; il cosmo, il creato, i popoli e gli uomini saranno coinvolti in tale avvenimento. Il quadro della descrizione si presenta a prima vista inquietante e suscita angoscia, perché le cose sembrano peggiorare: "per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra". In realtà lo scenario terribile fin qui delineato non è fine a se stesso, ma di fatto introduce la visione del Figlio dell'uomo, che viene "su una nube con grande potenza e gloria". Questo avvenimento, quando si realizzerà, sarà non per la morte, ma per la salvezza: "risollevatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione (salvezza) è vicina". Da ultimo vengono indicati alcuni atteggiamenti fondamentali propri del tempo dell'attesa. Il cuore non deve appesantirsi a causa di "dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita". Occorre mantenere una certa agilità, data da un impegno interiore vigilante, che permetta di non essere travolti passivamente dal laccio che "si abbatterà sopra tutti...". Infine si presentano la veglia e la preghiera, vissute "in ogni momento", come esperienze indispensabili per non essere travolti da "tutto ciò che sta per accadere" e per stare dignitosamente "davanti al Figlio dell'uomo".

La narrazione della fine del cosmo, del creato e dell'uomo prepara la visione del Figlio dell'uomo che viene. Egli ritornerà per donare definitivamente la salvezza a tutti. A tale appuntamento occorre prepararsi con un continuo impegno di distacco dalle realtà materiali, di vigilanza operosa e di preghiera assidua.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
La parola di Dio di questa domenica è un invito pressante rivolto ai credenti perché la loro speranza non si spenga. Nella prima lettura, tratta dal profeta Geremia, abbiamo l'annuncio del germoglio di giustizia, che orienta l'avvento fin dall'inizio, come preparazione alla memoria della nascita di Gesù: "farò germogliare per Davide un germoglio giusto". È lui che eserciterà la giustizia ed il giudizio sulla terra e salverà Giuda: "In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla". Nella seconda lettura e nel vangelo vengono date delle esortazioni specifiche in vista della venuta del Figlio dell'uomo: "il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore vicendevole e verso tutti... comportatevi in modo da piacere a Dio". Così l'avvento diventa il tempo della speranza nel quale consapevolmente si vive, con operosità concreta, l'attesa del ritorno del Signore. Lo Spirito Santo anima la speranza e spinge i credenti ad essere fedeli allo specifico della loro chiamata.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci1:
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

ANNO LITURGICO C

Inizia con la prima domenica di Avvento il nuovo anno liturgico in cui viene letto il Vangelo di Luca.


Luca è l'autore sia del Vangelo che del Libro degli Atti degli Apostoli. È nato probabilmente ad Antiochia di Siria e successivamente si è trasferito nella regione di Efeso e Filippi. Efeso era una città importante dell'Asia Minore, famosa per il porto e con un intenso commercio, per la presenza di molte razze diverse e per il culto alla dea Artemide (At 19, 35). Filippi era un'antica colonia romana, con un distaccamento dell'esercito romano, localizzata sulla strada che collega la Grecia all'Asia Minore. Luca vive in questo contesto del mondo greco-romano, dominato dalla mentalità della cultura greca, dove la vita religiosa è organizzata d'accordo con il culto alle varie divinità, c'è poi una fusione tra divinità greche e romane. L'Impero romano ci guadagnava e favoriva tutte quelle religioni, aiutava anche nella costruzione di templi, a condizione che si limitassero a celebrare culti senza creargli dei problemi, sostenendo un conformismo e rassegnazione. Gesù invece stona con il suo agire: Lui si preoccupava dei corpi, soprattutto dei corpi sofferenti e feriti degli ammalati, degli emarginati ed esclusi, e questo nuovo modo di agire, risvegliava desideri e sogni di cambiamenti nella gente oppressa.
Luca proviene da una famiglia benestante e questo gli permette di realizzare molti viaggi e di dedicarsi allo studio e alla ricerca. Portato dal desiderio di rispondere ai desideri più profondi della vita, si dedica molto allo studio delle Sacre Scritture e viene attratto dalla bellezza e grandezza di Dio-YHWH, rivelato nelle Sacre Scritture.
Non essendo giudeo, e non abitando in Palestina, Luca non ha la fortuna di conoscere personalmente Gesù e nemmeno i primi apostoli. Inizia però a frequentare la sinagoga come proselita, così erano chiamati gli adoratori di Dio-YHWH, che però non erano giudei di nascita. Luca viene affascinato da un Dio consolatore, sublime e misericordioso, liberatore dei poveri, un Dio completamente diverso dalle divinità pagane; così si converte al Vangelo e diventa un seguace di Gesù. La sua conversione significa per lui una conversione radicale al mondo degli esclusi, perché Gesù e gli esclusi sono inseparabili.
Essendo un cristiano di seconda/terza generazione, ha la possibilità di conoscere alcuni discepoli dei primi apostoli e sente parlare molto di Paolo, l'infaticabile missionario del Vangelo di Gesù Cristo e fondatore di varie comunità. Luca nel Libro degli Atti mostra di avere scarsa dimestichezza con la teologia di Paolo e di non conoscerne le lettere, pare che la sua associazione con lui riguardasse solo un periodo iniziale, prima che Paolo sviluppasse in pieno la sua teologia e si impegnasse a scrivere importanti lettere alle sue comunità, e prima del "Concilio" di Gerusalemme.
È in un clima di condivisione dell'esperienza di fede e delle tradizioni su Gesù di Nazaret, che Luca si sente spinto dalla comunità a scrivere qualcosa su Gesù, in un modo più articolato, organizzato. Gesù era conosciuto, amato e seguito nella comunità e Luca si è interessato di fare ricerche su tutto quello che si diceva o che era stato scritto su Lui, per verificare la solidità degli insegnamenti ricevuti. Luca inizia a mettere insieme testi scritti, tradizioni orali, informazioni raccolte qui e là privilegiando le informazioni di coloro che erano stati testimoni oculari di Gesù e dei missionari e missionarie del Vangelo, degni di tale fiducia.

In quale contesto? Perché e per chi scrive Luca?
Contesto: Come ogni altro evangelista (come Marco, Matteo, Giovanni), Luca narra l'esperienza che la sua comunità cristiana ha fatto e fa della persona di Gesù: concretamente il significato dei suoi gesti, delle sue parole, delle sue azioni e lo riporta al contesto, al luogo e momento storico attuale. Cosa c'entra Gesù, le sue scelte, il suo modo di relazionarsi, il suo progetto; con le domande, le difficoltà, le problematiche, le gioie, le speranze, con la fede, con gli intenti di una vita alternativa che questa comunità stava cercando di vivere? Dove era andato a finire il Sogno di Dio narrato da Gesù? Quanto i cristiani lo avevano fatto proprio? Come aveva cambiato il loro stile di vita, di relazione con gli altri, di porsi davanti alla mentalità imperiale?
Luca scrive per verificare e confermare la consistenza della fede dei suoi destinatari (1, 1-4). Inizia il suo vangelo con il tema della fedeltà del Dio di Gesù, narra come le promesse si siano realizzate nella nascita di Gesù; chiude il vangelo con questo stesso tema quando narra come Dio abbia mantenuto le sue promesse risuscitando Gesù dai morti. Questo Dio, che non permise che il Santo di Dio vedesse la corruzione (At 2,27), sicuramente sarà fedele alle promesse fatte ai seguaci di Gesù che vengono da tutti gli angoli della terra per prendere posto al banchetto celeste con Abramo, Isacco e Giacobbe.

Per chi? Luca scrive per i Cristiani provenienti dal paganesimo che avevano dubbi su Gesù. Loro volevano capire, chiarire dubbi sulla vita di Gesù di Nazaret. Teofilo (nome greco che significa Amico di Dio) è icona di questa categoria di persone. Luca, mentre scrive, ha in mente le persone e comunità situate nelle grandi città, dove c'erano forti contrasti sociali, con una minoranza di privilegiati e una maggioranza di esclusi ed emarginati. Scrive per persone di provenienze culturali diverse con molte barriere e pregiudizi reciproci, che rendevano difficile la convivenza. Le donne non erano riconosciute nella loro dignità. La fame di pane e di relazioni sociali più giuste sicuramente era molto sentita. Scrive per una comunità che conosce dubbi, crisi, scoraggiamento, che si sentiva minoranza insignificante di fronte all'immensità dell'Impero.
L'attenzione data da Luca agli incontri di Gesù con i Samaritani va vista in ottica missionaria: la missione nei loro confronti costituisce l'inizio della missione fra i non-giudei e fa parte del piano di Dio.
Non ci sono preclusioni: con Gesù il tempo della salvezza è arrivato per tutti, compresi quelli che venivano disprezzati. Va notato, però, che in Luca il superamento delle esclusioni e la prospettiva universale si accompagnano ad un suo netto atteggiamento positivo verso il popolo giudeo, la sua religione e cultura. La missione è universale, ma parte da Gerusalemme.

Quando e dove scrive?
Anche se non è semplice stabilire una data esatta, si può arrivare per approssimazione considerando molti altri avvenimenti storici ad ampio raggio. Luca usa come una delle sue fonti il Vangelo di Marco, che fu scritto poco prima della guerra giudaica del 66-70. Lc 21, 5-38 presuppone che la distruzione di Gerusalemme sia già avvenuta; quindi, si impone una data dopo il 70. Luca negli Atti non riflette una conoscenza della dura persecuzione avvenuta nell'ultimo periodo dell'Impero di Domiziano (81-96), né riflette l'aspra controversia che oppose la chiesa e la sinagoga dopo la ricostruzione del giudaismo a Iamnia (85-90 d.C) Da queste considerazioni si può concludere, per la composizione di Lc-At, ad una data tra l'80 e l'85. Altri studiosi suggeriscono 80-90. Il luogo esatto dove fu scritto non è possibile definirlo, ma certamente deve essere stato qualche città dell'Impero Romano, e probabilmente Antiochia di Sira, Efeso, o Filippi che sono i luoghi ben conosciuti da lui.

Temi importanti per Luca:
Città: Gesù si dirige alle città (4,43) e fu alle città che Gesù mandò i suoi 72 discepoli (10,1). Persone di tute le città andavano da Gesù (8,4). Gesù guarisce un lebbroso dentro una città, fatto strano perché i lebbrosi non potevano restare in città. È in città che abitano i detentori del potere oppressore (2, 1-2;3,1-2). Fu verso la città di Gerusalemme che Gesù si diresse decisamente (9,51), ed è questa città che uccide i profeti (13,34) e il maggiore dei profeti, Gesù di Nazaret (23, 1-5).
Contrasti sociali: In Luca appaiono forti contrasti sociali tra poveri e ricchi, forti e deboli, privilegiati ed emarginati. Alcuni esempi: Il canto della Vergine Maria (1,51-53), la predicazione di Giovanni il Battista (3, 10-14, molto diverso da Matteo 3, 1-12). Le beatitudini (6, 20-26; differenze con Matteo 5, 1-12); la storia del povero Lazzaro e del ricco avaro e gaudente (16, 19-21); il racconto dell'avidità del ricco proprietario terriero (12, 16-20); la storia di Zaccheo (19, 1-9); l'offerta della povera vedova, in contrasto con le offerte dei ricchi (21, 1-4).
Moltitudini: Attorno a Gesù appare molta gente. Secondo Luca Gesù pronunciò le beatitudini circondato da "una gran folla", venuta da fuori dalla Palestina, in Matteo 5, 1-12 non c'è così tanta gente.
Cibo: Legata a fame, pane, banchetto. Mentre la maggioranza soffre la fame, una minoranza vive facendo banchetti in palazzi chiusi.
Donne: In Luca occupano uno spazio rilevante. Maria, Elisabetta, la profetessa Anna danno un messaggio molto importante, sono molto di più di ornamenti che l'uomo può guardare, usare e abusare. Ci sono donne che seguono Gesù, sull'esempio degli apostoli (8, 1-3; 23,49), tra loro: Maria di Magdala, donna "sospetta", già vittima delle forze del male; Giovanna, sposa di un cittadino importante; Susanna e altre che, per il fatto di avere una certa libertà ed autonomia economica, probabilmente erano vedove.
Gesù riservò speciale attenzione alle donne sofferenti e ammalate: la suocera di Pietro (4, 38-39); la vedova di Nain (7, 11-17); la donna che soffriva di emorragia e, pertanto, era ritenuta impura (8, 43-48); la donna ammalata da 18 anni, Gesù aveva amiche come le sorelle Marta e Maria. C'erano donne che proclamavano pubblicamente la loro ammirazione per Gesù, andando contro alle norme e alle consuetudini dell'epoca (11, 27-28). Poi la donna conosciuta in città come peccatrice, che bacia con effusione i piedi di Gesù e li unge con prezioso profumo (7, 36-50). Ci sono poi donne presenti durante la dura passione di Gesù e le prime testimoni della sua risurrezione sono state delle donne, che lo avevano seguito fin dalla Galilea (24, 9-10)
Preghiera: Gesù appare in preghiera, da solo, varie volte (3,21; 4,1.42; 5,16; 6,12; 9,18.28; 11,1; 22,41-43; 23,34. 46). Gesù trovava tempo per pregare in mezzo ad un'attività molto intensa e nei momenti più critici e decisivi della sua vita. Invitava le persone a pregare sempre, senza mai stancarsi (18,1), soprattutto nei momenti difficili (22, 40.46). Allo stesso tempo, smascherava ogni genere di preghiera ipocrita, orgogliosa e vuota (18, 9-14).
Oggi: 2,11; 4,21; 5,26;13,33; 19,5.9.43; 23,43 Luca mette in questione un certo tipo di attesa passiva, vuota, della fine del mondo, tema frequente al suo tempo. Insiste con questa parola OGGI sul fatto che la salvezza si realizza qui e adesso (19,9).
Gioia: Luca trasmette gioia in ogni momento. Si sente felice, con Gesù stava realizzandosi la gioia dei tempi messianici (10, 23).
Misericordia: Gesù è ricolmo di tenerezza verso: i peccatori, i samaritani, i pagani, i poveri, i bisognosi, gli ammalati.
Camminare: Cammino, andare, se consideriamo anche il libro degli Atti, sono proprio tante le volte che Luca usa questi termini. Subito all'inizio, Giovanni Battista è visto come colui che prepara la strada del Signore (3,4). Ed è durante il cammino che Gesù istruisce i suoi discepoli (9,57; 10,38; 17,11). Luca informa che le prime comunità erano chiamate "quelli della Via"(At 9,2; 19, 23).
Conversione: Usa le parole pentimento, pentirsi, perdono, tutte nel senso di conversione, sono il contenuto della predicazione di Giovanni, il Battista e di quella di Gesù. I discepoli sono inviati a proclamare le buone notizie di Gesù e del Regno, chiamando tutti alla conversione e al perdono dei peccati (10, 8-12;24,47). Con coloro che non si aprivano alla conversione, Gesù fu sempre molto duro (10, 13-16M; 13, 3.5).

Struttura del testo: Un possibile schema della struttura è quella dei quattro grandi blocchi tematici:
PROLOGO 1,1-4
I BLOCCO: Capitoli 1,5-4,13 "Accogliendo Gesù, la migliore "Buona Notizia"
II BLOCCO: Capitoli 4, 14-9,50 "Con Gesù, in Galilea"
III BLOCCO: Capitoli 9,51-19,28 "Con Gesù, in cammino verso Gerusalemme"
IV BLOCCO: Capitoli 19, 29-24,53 "Con Gesù, a Gerusalemme"

Lectio divina XXXIV domenica T.O. B - Solennità di Cristo Re

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 21 novembre 2021 – XXXIV Domenica Solennità di Cristo Re B

La parola di Gesù introduce nel regno
Daniele 7,13-14 • Salmo 92 • Apocalisse 1,5-8 • Giovanni 18,33-37

Lettura
La solennità odierna invita a riflettere su di un passo del vangelo di Giovanni, tratto dal racconto della passione. Dopo l'arresto nel giardino del Getzemani, Gesù viene condotto nella casa del sommo sacerdote Anna. Qui è interrogato dalle autorità giudaiche e poi è inviato da Pilato per il processo romano. I giudei chiedono al procuratore la condanna capitale, ma egli vuole personalmente conoscere il caso e interroga direttamente il condannato.

Gv 18,33-37
33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: "Sei tu il re dei Giudei?". 34Gesù rispose: "Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?". 35Pilato disse: "Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?". 36Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù". 37Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei re?". Rispose Gesù: "Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce".

Commento
L'interrogatorio di Pilato inizia riprendendo l'accusa fatta dagli avversari: "Sei tu il re dei giudei?". Gesù non risponde e pone una controdomanda, che serve ad impostare correttamente il processo. Infatti Pilato, per formulare il giudizio, non può basarsi soltanto su quanto altri hanno riferito, ma deve personalmente rendersi conto, per assumere le decisioni conseguenti. Pilato procede e pone a Gesù una domanda di fondo: "che cosa hai fatto?". Gesù risponde riproponendo il tema del regno e l'interrogatorio diventa così l'occasione attraverso la quale egli fa una rivelazione. Infatti manifesta che il suo regno esclude qualsiasi dimensione mondana ("il mio regno non è di questo mondo... non è di quaggiù") e non si avvale di alcuna forza umana per realizzarlo e sostenerlo ("i miei servitori avrebbero combattuto..."). Il regno di Gesù è di un'altra dimensione. A questo punto Pilato è costretto a porre direttamente la domanda sulla pretesa regalità dichiarata da Gesù: "dunque tu sei re?". Rispondendo Gesù non solo riconosce di essere re ("io sono re"), ma dichiara anche che questo è lo scopo della sua vita: "per questo sono venuto nel mondo". Poi aggiunge che la sua regalità è finalizzata alla "testimonianza della verità". Cioè egli è l'unico che può far conoscere la verità, ossia le cose che nessuno ha visto o conosce e delle quali lui solo può essere garante. La verità consiste in tutto ciò che riguarda la realtà di Dio, della quale il Verbo incarnato è manifestazione. Infine Gesù indica il criterio per partecipare al suo regno e quindi al mistero della verità di Dio: ascoltare la sua voce.

Nel processo davanti a Pilato Gesù manifesta la sua vera regalità che collega con la verità, cioè col mistero di Dio, il quale per mezzo suo si rivela agli uomini. Questo è lo scopo della sua venuta nel mondo. Fa parte del suo regno chi aderisce pienamente e liberamente alla chiamata di Dio ricevuta per mezzo di Lui.

Collegamento fra le letture
L'identità del regno di Gesù, rivelata durante l'interrogatorio di Pilato, dopo che fu ingiustamente condannato dai suoi nemici, è destinata ad essere spesso nascosta e fraintesa in questo mondo, perché non é il suo. Questo regno però alla fine si manifesterà, dice Daniele, quando "uno, simile ad un figlio di uomo giunse fino al vegliardo". Allora si coglierà lo spessore del regno di Gesù Cristo "che non sarà mai distrutto" da alcuna forza contraria. Tutto questo sarà possibile perché Gesù, "primogenito dei morti", dice l'Apocalisse, è risorto e quindi si colloca al di sopra di tutti i regni della terra. A tale regno chiama a partecipare tutti noi perché "ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue". "Anche quelli che lo trafissero e per lui tutte le nazioni della terra si batteranno il petto". Il sigillo conclusivo è dato da Dio stesso: "Dice il Signore Dio. Io sono l'Alfa e l'Omega...". La regalità di Cristo è così iscritta nella regalità di Dio di cui Gesù si è fatto annunciatore fin dall'inizio del suo ministero.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXXIII domenica T.O. - B

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 14 novembre 2021 – XXXIII Domenica TO B

Attendere vigilanti il ritorno di Cristo
Daniele 12,1-3 • Salmo 15 • Ebrei 10,11-14.18 • Marco 13,24-32

Lettura
Gesù con i suoi discepoli esce dal Tempio di Gerusalemme e si reca sul vicino Monte degli Ulivi. Sedutosi, rivolto verso il Santuario, pronuncia un lungo discorso. Questo è molto importante, perché contiene la sintesi di tutto il suo insegnamento, ma è anche un passo molto difficile, in quanto Gesù si esprime con immagini e categorie proprie dell'apocalittica. Questa era un genere letterario della cultura ebraica familiare alla chiesa delle origini. Essa, attraverso la lettura del testo, facilmente si trovava davanti alla promessa di vittoria che scaturisce dalla Pasqua di Gesù. Passiamo ora al brano odierno.

Mc 13,24-32
24In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
25 le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
26Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.
28Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. 29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
32Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.

Commento
Il testo inizia presentando i segni cosmici che precedono la venuta del Figlio dell'uomo "sulle nubi con grande potenza e gloria". Allora sarà la fine. Gli "eletti", in quel frangente non saranno abbandonati, ma verranno radunati dagli angeli "dai quattro venti...", cioè da tutta la terra. Con questa descrizione l'evangelista Marco vuole sottolineare la salvezza dei fedeli, che hanno attraversato la "tribolazione". Coloro che hanno incontrato Gesù Cristo e lo hanno seguito, anche dopo la crisi della sua passione-morte-resurrezione, saranno salvati dagli angeli e nulla potrà danneggiarli. Seguono delle istruzioni esortative, finalizzate a preparare l'atteggiamento interiore dei credenti, i quali così si predispongono a percorrere il cammino indicato da Gesù. Come essi sono in grado di sapere che "l'estate è vicina", quando il ramo del fico "si fa tenero e spuntano le foglie", così imparino a leggere i segni che anticipano la venuta del Figlio dell'uomo. I credenti siano anche certi della fine, la quale in modo enfatico è presentata ormai imminente. Poiché "nessuno lo sa" il giorno o l'ora di quel momento, perché resta nelle mani di Dio Padre, occorre non perdersi in troppo facili identificazioni storiche dell'avvenimento e vivere nella vigilanza, seguendo le parole di Gesù che non passano mai.

Chi segue Gesù e gli resta fedele anche nella Pasqua, anticipa e prepara positivamente l'incontro con lui, che avverrà alla fine dei tempi. All'appuntamento occorre prepararsi imparando a leggere i segni della sua presenza nella storia, lasciandosi plasmare dalla sua parola e vivendo vigilanti nella speranza di un gioioso incontro finale col "Figlio dell'uomo".

Collegamento fra le letture
Il brano di Daniele si riferisce al tempo della fine, che secondo il profeta si caratterizza come appuntamento di giudizio: "In quel tempo sorgerà Michele... e vi sarà un tempo di angoscia...". I morti, "quelli che dormono nella regione della polvere", in quell'occasione saranno premiati con la "vita eterna" o dannati con "l'infamia eterna". Chi "si troverà scritto nel libro", costituisce il popolo salvato. In esso emerge il gruppo dei saggi, cioè coloro che sono stati guidati dalla sapienza e hanno predicato con frutto la conversione. Anche nel vangelo ritorna il tema del tempo finale. L'ultima parola di Gesù ai discepoli, secondo Marco, non è però la minaccia del giudizio, ma l'invito all'attesa vigilante di un incontro personale col Figlio dell'uomo. Infine la lettera agli Ebrei insite su quanto è avvenuto con l'unica oblazione di Cristo. Egli, "avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi". Nel presente, segnato dalla prova e dal buio, è all'opera la forza salvifica di Cristo, che trasforma tutto verso un futuro luminoso pieno di speranza. Con oggi termina la lettura liturgica del vangelo secondo san Marco.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXXII domenica T.O. - B

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 7 novembre 2021 – XXXII Domenica TO B

Offrire a Dio tutto se stessi
1Re 17,10-16 • Salmo 145 • Ebrei 9,24-28 • Marco 12,38-44

Lettura
Continua la presentazione del ministero di Gesù svolto a Gerusalemme. Nel tempio, dopo l'incontro avuto con lo scriba saggio, Gesù parla ed insegna alle persone che lo circondano. Egli soprattutto contesta l'incoerenza degli scribi, i quali amavano presentarsi in una modalità che non corrispondeva poi alla loro vita reale. Qui si colloca il brano odierno.

Mc 12,38-44
38Diceva loro nel suo insegnamento: "Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa".
41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: "In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere".

Commento
Il testo si divide in due parti. Nella prima (vv.38-40) troviamo parole di critica agli scribi e nella seconda (vv.41-44) è presentata la scena della povera vedova al tempio. Gesù, rivolgendosi alla folla che lo circonda, mette in guardia dagli scribi che tanta autorità e potere hanno assunto in ambito religioso. Costoro, che si presentano maestri della legge, evidenziano nella vita difetti e abusi. Dapprima Gesù contesta loro l'esteriorità, il formalismo religioso ("amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze") e la tendenza a primeggiare in ambito religioso e sociale, sfruttando la loro posizione: "avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti". Infine Gesù li accusa di sfruttare le vedove approfittando del compito a loro assegnato. Infatti agli scribi la legislazione giudaica assegnava l'incarico di dirimere le questioni d'eredità. Nello svolgere tale servizio il loro comportamento morale non era corretto e li portava facilmente a "divorare le case delle vedove". Il loro comportamento in questo caso era in contrasto con le lunghe preghiere fatte con ostentazione. Gesù conclude dicendo che queste persone saranno condannate duramente da Dio. A questo punto il racconto presenta Gesù seduto nel cortile delle donne nel tempio, dove erano collocati i contenitori per le raccolte delle offerte, mentre osserva la gente che mette le monete nel tesoro. I ricchi gettano molti soldi mentre una povera vedova depone soltanto pochi spiccioli. Il fatto osservato suggerisce a Gesù di chiamare i discepoli e di riflettere con loro sull'accaduto. Egli suggerisce ai suoi che i ricchi hanno dato del loro superfluo, anche se abbondante, mentre la vedova, che ha dato poco, ha offerto più di tutti in quanto ha donato tutte le sue risorse che aveva a disposizione per vivere. Ella ha dato quindi a Dio tutta se stessa.

Gesù invita nuovamente alla coerenza della vita. Anche chi ha responsabilità in ambito religioso non può pensare di essere esonerato da difetti e da errori. Per tutti è necessario vigilare per non cadere nella tentazione di servirsi dei compiti avuti per raggiungere interessi materiali, economici o di potere. Si può evitare questo pericolo se a Dio non si dà soltanto il superfluo, ma a lui si dona tutto ciò che si possiede e si è: la stessa vita.

Collegamento fra le letture
L'offerta di sé fatta a Dio è il tema che collega le letture. Nel vangelo Gesù indica questa scelta di vita come la strada, da percorrere dal discepolo, per evitare la tentazione di manipolare la vita religiosa per scopi prettamente terreni. Nella prima lettura, la vicenda di Elia e della vedova di Zarepta, suggerisce che l'offerta di sé a Dio avviene anche quando con fede si offre tutto ai fratelli. Questa donna povera, di fronte alla richiesta dell'uomo di Dio, mette a disposizione l'ultimo olio e la poca farina rimasta, che servivano per sfamare lei ed il figlio. Quel gesto compiuto con fede nelle parole del profeta, che le aveva garantito che le provviste non sarebbero finite, produce una ricompensa sovrabbondante. Le ragioni dell'offerta a Dio ed il modello di tale dono sono date da Gesù Cristo, dichiara la Lettera agli Ebrei. Egli ha offerto completamente se stesso per annullare il peccato degli uomini e sarà il premio per tutti: "così Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta...a coloro che l'aspettano per la loro salvezza".

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXXI domenica T.O. - B

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 31 ottobre 2021 – XXXI Domenica TO B

La legge dell'amore
Deuteronomio 6,2-6 • Salmo 17 • Ebrei 7,23-28 • Marco 12,28b-34

Lettura
Gesù è entrato trionfalmente a Gerusalemme. Dopo essere stato al tempio riceve ospitalità a Betania. Ritornato al tempio il giorno successivo, compie un gesto di protesta nei confronti di coloro che avevano reso la casa di Dio una spelonca di ladri. Nella città santa Gesù è contestato dai Sommi Sacerdoti e dalle altre categorie di persone che emergevano nella società ebraica del tempo. Partendo dai fatti accaduti o dagli incontri avuti, Gesù prende spunto per istruire i suoi interlocutori. Qui si colloca il nostro brano.

Mc 12,28b-34
28Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: "Qual è il primo di tutti i comandamenti?". 29Gesù rispose: "Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; 30amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c'è altro comandamento più grande di questi". 32Lo scriba gli disse: "Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; 33amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici". 34Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: "Non sei lontano dal regno di Dio". E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Commento
La pericope inizia presentando uno scriba che, avvicinatosi a Gesù, pone la domanda sul comandamento più importante: "Qual è il primo di tutti i comandamenti?". Quest'uomo, probabilmente colpito da Gesù, vuole sapere da lui, secondo la tradizione delle scuole rabbiniche, quale potesse essere la sintesi di tutta la legislazione ebraica. Gesù risponde citando lo Schema', la preghiera comune del pio israelita, dal libro del Deuteronomio (Dt 6,4) e affermando che è il primo comandamento: "Il primo è Ascolta, Israele...". A questo punto, Gesù introduce una novità in quanto accosta al principio fondamentale dell'alleanza il comandamento dell'amore al prossimo, com'è indicato nel libro del Levitico (Lv 19,18). Egli infatti dichiara: "il secondo è questo: Amerai il prossimo...". La risposta di Gesù si conclude indicando l'uguale importanza dei due comandamenti e la loro interdipendenza. Lo scriba reagisce approvando la risposta data da Gesù e sottolineando anch'egli che l'amore a Dio e al prossimo hanno la preminenza rispetto al culto templare, tante volte formale e vuoto: "vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici". Il brano si chiude con parole di approvazione da parte di Gesù nei confronti dello scriba saggio. Gesù poi lo invita ad aderire al Regno da lui annunciato e per il quale lo scriba ha evidenziato attitudini e disponibilità.

L'amore a Dio e al prossimo è la linea portante attorno alla quale si articola la vita e l'insegnamento di Gesù. I discepoli sono chiamati a condividere con lui questo cammino. Ad esso aderisce non chi compie gesti formali o chi sviluppa soltanto la dimensione intellettuale del cristianesimo, ma coloro che scelgono di educare la propria vita nella fedeltà al duplice comandamento.

Collegamento fra le letture
L'amore a Dio, concretizzato nelle scelte di vita, è il tema che collega le letture. Nel testo di Deuteronomio il tema è presentato come ascolto, timore e osservanza. Mosé, parlando al popolo, invita a temere il Signore non nel senso di avere paura, ma come espressione di fede in Dio. Anche l'ascolto diventa modalità di fiducia nell'Eterno. Tutto questo però si traduce nell'osservare per tutta la vita "tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi". L'amore a Dio è quindi concreto e vero se i suoi precetti sono fissati nel cuore e nella vita dei membri del popolo. Gesù, nel vangelo, introduce la novità del doppio comandamento dell'amore a Dio e al prossimo come sintesi di vita, per essere suoi discepoli e per appartenere al Regno. La Lettera agli Ebrei afferma che soltanto Cristo, unico sommo sacerdote che non tramonta, porta coloro che credono ad essere salvi. Quelli che amano Dio per mezzo di Gesù Cristo ("Quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio") sono salvati perché, per mezzo suo, il loro amore è concreto, vero e gradito al Signore.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Presentazione del libro di Don Marco Mani

Il 16 ottobre 2021 alle 18 a Massimbona presso la bellissima chiesa di San Pietro in Vincoli del XII sec. è stato presentato alla comunità il libro 'Nella vecchiaia daranno ancora frutti', l'anziano della Bibbia e dare valore a questa età della vita.  
Tra i relatori il biblista mons. Roberto Vignolo di Lodi che ha svolto l'intervento concentrandosi sugli aspetti religiosi e biblici del testo ed il Ministro Elena Bonetti che è intervenuto sulla condizione degli anziani ed il rapporto tra generazioni nel nostro tempo.
Don Marco Mani parroco priore ha ringraziato il nutrito pubblico di intervenuti ed ha spiegato che proprio il periodo pandemico, e le esortazioni di papa Francesco, lo hanno portato a pensare agli anziani partendo dai testi sacri.
Al termine dell'evento tutti i presenti si sono portati all'esterno dove si è svolta una cerimonia di dedicazione dei giardini a don Alberto Bonizzi, alla presenza dei suoi familiari, priore dal 1993 al 2005 a cui si devono i restauri ed il recupero dell'antica chiesa. 
La chiesa di Massimbona verrà valorizzata organizzando eventi spirituali e culturali, secondo anche quello che era il desiderio di don Alberto, come ha ricordato la nipote. 


                           Presentazione libro 1              Presentazione libro 3    

 Presentazione libro 2     Presentazione libro 4     Presentazione libro 5  

                                Presentazione libro 6            Presentazione libro 7   

                      Presentazione libro 8            Presentazione libro 9   


Quarta di copertina del libro.

Papa Francesco ha particolarmente a cuore gli anziani e diverse volte è intervenuto per sostenerli e per ridare valore a questa età della vita. La pubblicazione vuole contribuire con una rassegna di persone anziane, tratte dalla Bibbia, a presentare gli anziani come una benedizione per la comunità civile ed ecclesiale. Si vuole anche aiutare a vivere bene la vecchiaia indicando le infinite possibilità ed i servizi che l'anziano può vivere attivamente. Infine si auspica che la nostra società e la Chiesa tengano maggiormente in considerazione gli anziani, perché sono un prezioso patrimonio, come afferma papa Francesco, che non si può disperdere. Se si riuscirà a dare valore agli anziani, sicuramente migliorerà la vita delle famiglie, della Chiesa e della società.


Lectio divina XXX domenica T.O. - B

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 24 ottobre 2021– XXX Domenica TO B

Gesù dà la vista e fa discepoli
Geremia 31,7-9 • Salmo 125 • Ebrei 5,1-6 • Marco 10,46-52

Lettura
Dopo aver sostato a Gerico, Gesù esce dalla città con i suoi compagni ed inizia a percorrere la salita che conduce a Gerusalemme. Altra gente va con loro, perché è tempo di pellegrinaggio pasquale, e sulla strada incontrano il cieco Bartimeo.

Mc 10,46-52
46E giunsero a Gerico. Mentre partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!". 48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". 49Gesù si fermò e disse: "Chiamatelo!". Chiamarono il cieco, dicendogli: "Coraggio! Àlzati, ti chiama!". 50Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51Allora Gesù gli disse: "Che cosa vuoi che io faccia per te?". E il cieco gli rispose: "Rabbunì, che io veda di nuovo!". 52E Gesù gli disse: "Va', la tua fede ti ha salvato". E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Commento
Il racconto del cieco Bartimeo è l'ultima guarigione operata da Gesù e riportata da Marco. La narrazione dedica molto spazio alla presentazione del cieco e del suo avvicinamento a Gesù. Bartimeo oltre ad essere ceco è anche povero, infatti siede "lungo la strada a mendicare". Quando sente passare Gesù decide di incontrarsi con lui e con la voce, unico mezzo di cui dispone, cerca di attirare l'attenzione del rabbi. Anche se "molti lo rimproveravano perché tacesse" egli è determinato nel suo scopo e urla forte: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!". La fede personale di Bartimeo è così posta in rilievo, nonostante la contrarietà del gruppo che lo circonda. A questo punto è Gesù che prende l'iniziativa: "Gesù si fermò e disse: chiamatelo!". Allora il cieco si getta completamente verso Gesù, lasciando cadere anche il mantello, oggetto così utile per un povero di quella regione in quanto necessario per ripararsi dalle basse temperature notturne. Il racconto di guarigione in senso stretto inizia con una domanda di Gesù: "che cosa vuoi che io faccia per te?". Bartimeo non chiede aiuti economici, né di partecipare al potere e nemmeno la vita eterna; egli dice: "Rabbunì, che io veda di nuovo!". Le parole di Gesù, conseguenti, sottolineano ancora la fede di Bartimeo che, attraverso il dono della vista fisica, chiede la conoscenza del mistero di Gesù. Per questo Gesù gli dà il dono della comunione con lui, che si realizza anche attraverso il vedere. Dopo aver acquistato la vista egli "lo seguiva per la strada" che porta a Gerusalemme.

Per incontrare Gesù che passa occorre liberarsi di tutto ed usare tutti i mezzi necessari per realizzare tale incontro. Chi entra in questa dinamica trova in modo sorprendente il Signore che ha già preso l'iniziativa per avvicinarsi a lui. Quando si è alla presenza di Gesù Cristo si è liberati dalla incapacità costitutiva di riconoscerlo: la cecità. Egli poi corrobora la fede e permette di seguirlo sulla strada che va a Gerusalemme e alla croce, per risorgere infine con lui.

Collegamento fra le letture
Nella prima lettura il testo di Geremia porta un messaggio di speranza per Israele, oppresso dall'esperienza dell'esilio. Tutti torneranno nella terra promessa, quelli che vengono "dalla terra del settentrione", cioè Babilonia, e coloro che giungono "dall'estremità della terra". A questo nuovo esodo parteciperanno anche persone che fanno fatica a camminare: "il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente". Le prime due categorie di persone troveranno vitalità e cammineranno per dono di Dio e le seconde esprimeranno speranza di vita nel futuro, secondo la promessa del Signore. La promessa antica è ripresa nel testo evangelico attraverso l'opera di Gesù. Egli cambia radicalmente gli uomini che con fede si avvicinano a lui. É stata l'esperienza di Bartimeo ed é la vicenda di ogni uomo. Gesù infatti è il "sommo sacerdote", costituito per il bene degli uomini, proclama la Lettera agli Ebrei, che "é in grado di sentire giusta compassione per coloro che sono nell'ignoranza e nell'errore".

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXIX domenica T.O. - B

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 17 ottobre 2021 – XXIX Domenica TO B

È grande colui che serve
Isaia 53,10-11 • Salmo 32 • Ebrei 4,14-16 • Marco 10,35-45

Lettura
Prosegue il cammino di Gesù verso Gerusalemme. Per la terza volta egli presenta il tema della sofferenza, della condanna e della morte del Figlio dell'uomo (10,25-45). È argomento molto importante perché diventa il punto di partenza del racconto evangelico della odierna domenica.

Mc 10,35-45
35Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: "Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo". 36Egli disse loro: "Che cosa volete che io faccia per voi?". 37Gli risposero: "Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra". 38Gesù disse loro: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?". 39Gli risposero: "Lo possiamo". E Gesù disse loro: "Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato".
41Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: "Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti".

Commento
Il brano inizia presentando Giacomo e Giovanni, che rivolgono a Gesù una richiesta: "Maestro, ... concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra". A tale obiettivo essi tengono molto e per questo vogliono obbligare il maestro ad esaudire la loro richiesta. Gesù risponde: "voi non sapete quello che domandate", e riporta la problematica nella prospettiva della sua passione e morte, delle quali il calice ed il battesimo sono immagini simboliche. L'ulteriore insistenza dei due, costringe Gesù a dichiarare che anche loro condivideranno il suo calice ed il suo battesimo, ma sedere alla destra o alla sinistra non sta a lui concederlo; "è per coloro per i quali è stato preparato". La partecipazione dell'uomo al regno di Dio, e quindi alla salvezza, è un dono che viene da Dio e solo lui conosce i tempi e le modalità di realizzazione. La reazione del gruppo è di sdegno nei confronti dei due fratelli, i quali avevano interpretato politicamente e utilitaristicamente la missione del maestro. Gesù di conseguenza interviene ancora una volta, partendo dal problema concreto emerso tra i dodici. Egli indica che i discepoli non possono pensare ad un potere sulla misura di quello esercitato dai "governanti delle nazioni" e dai "loro capi". Coloro che sono di Cristo, per essere grandi e primi, dovranno diventare servitori e schiavi di tutti. Tale atteggiamento ha la motivazione ultima nel Figlio dell'uomo che "non è venuto per essere servito, ma per servire...".

I discepoli hanno chiesto di partecipare al "potere" di Gesù, fraintendendolo sul modello umano, ed egli scombina le categorie di pensiero del tempo al riguardo. Gesù afferma, infatti, che il discepolo è grande quando serve. Tale servizio ha in Gesù Cristo il modello unico ed il criterio ultimo di comportamento.

Collegamento fra le letture
Le tre letture odierne convergono sulla figura di Gesù Cristo servo e redentore. Nel testo di Isaia è presentato "il servo del Signore" che, "cresciuto come un virgulto davanti a lui..., offrirà se stesso in sacrificio di ripazione". Nel brano evangelico Gesù specifica di essere venuto per servire e dare la vita in riscatto per molti. Tale dono raggiungerà il suo apice nella passione, morte e resurrezione del Signore. In questo modo Gesù diventa il "sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli", dice la lettera agli Ebrei, e che sa "prendere parte alle nostre debolezze". Di fronte alle nostre miserie e ai nostri peccati siamo invitati ad accostarci "dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia...".

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXVIII domenica T.O. - B

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito10 ottobre 2021 – XXVIII Domenica TO B

L'amore di Cristo libera dalle ricchezze
Sapienza 7,7-11 • Salmo 89 • Ebrei 4,12-13 • Marco 10,17-30

Lettura
Gesù interviene per chiarire come deve essere il comportamento del discepolo in alcune situazioni concrete di vita. Dopo aver trattato il problema del rapporto nella coppia e nella comunità, ora viene messo a fuoco la questione delle ricchezze.

Mc 10,17-30
17Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?". 18Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre". 20Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza". 21Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!". 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!". 24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: "Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! 25È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". 26Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: "E chi può essere salvato?". 27Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: "Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio".
28Pietro allora prese a dirgli: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito". 29Gesù gli rispose: "In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.

Commento
Il brano odierno è articolato in modo complesso. All'inizio, troviamo presentata la scena di "un tale" che va incontro a Gesù e gli chiede che cosa deve "fare per avere la vita eterna". Di fronte alla familiarità di costui con "i comandamenti", che viveva fin dalla giovinezza, Gesù, con amore di predilezione, lo invita a completare la sua perfezione vendendo quello che possiede. Dopo aver dato ai poveri il ricavato della vendita ed essersi così assicurato "un tesoro in cielo", gli resta soltanto di andare con lui e seguirlo: "Vieni!Seguimi!". La scena si chiude presentando il ricco che se ne va rattristato, "perché aveva molti beni", e riportando le parole solenni di Gesù il quale, rivolto ai discepoli, afferma: "Quanto è difficile per quelli che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio!". Il brano continua sottolineando lo stupore dei discepoli nei confronti delle parole pronunciate da Gesù. Egli allora, per sostenerli, dichiara che la salvezza è opera di Dio: "impossibile agli uomini, ma non a Dio". A Pietro poi che rileva, a nome del gruppo, il fatto di aver lasciato tutto, Gesù dà la certezza della ricompensa su questa terra assieme a persecuzioni, e della vita eterna dopo la morte.

Le ricchezze costituiscono un ostacolo serio per la vita cristiana. Esse non solo frenano il discepolato, ma escludono anche dalla salvezza. In tale situazione, in cui vive l'uomo, solo Dio può intervenire con la sua forza e trasformare la realtà per mezzo dell'opera di Gesù. Chi si lascia amare da Gesù e segue i suoi insegnamenti ha la sicurezza della salvezza.

Collegamento fra le letture
I doni della prudenza e della sapienza, leggiamo nella prima lettura, vengono conferiti a Salomone in cambio della sua capacità di essere distaccato dal potere e dai beni materiali: "La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto". Gesù aggiunge nel vangelo che è necessario essere liberi dalle ricchezze per vivere seriamente da discepoli e per accedere alla salvezza eterna. Se ci si lascia penetrare dalla "parola di Dio viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio", afferma la seconda lettura, essa smaschera i nostri compromessi, aiuta a discernere "i sentimenti ed i pensieri del cuore" e procura la consolazione della ricompensa adesso e nella vita eterna.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXVII domenica T.O. - B

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 3 ottobre 2021 – XXVII Domenica TO B

Un cuore libero per il regno di Dio
Genesi 2,18-24 • Salmo 127 • Ebrei 2,9-11 • Marco 10,2-16

Lettura
Gesù si trova in cammino verso la Giudea ed ha ormai lasciato il territorio della Galilea. La folla si accosta continuamente a lui e viene ammaestrata. Così Gesù approfondisce ed amplia i temi trattati nei passi precedenti.

Mc 10,2-16
2Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. 3Ma egli rispose loro: "Che cosa vi ha ordinato Mosè?". 4Dissero: "Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla". 5Gesù disse loro: "Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6Ma dall'inizio della creazione li fece maschio e femmina; 7 per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie 8 e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. 9Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto". 10A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. 11E disse loro: "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; 12e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio".
13Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. 15In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso". 16E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Commento
Nel brano odierno incontriamo due elementi tra loro collegati. Il primo (vv.2-12) presenta una disputa, tra i farisei e Gesù, sulla liceità da parte di un marito di ripudiare la propria moglie. Gesù al subdolo quesito posto dai farisei, "per metterlo alla prova", risponde rimandando alle prescrizioni date al riguardo da Mosé, a causa della durezza del loro cuore. Con questa espressione si intende l'ostinata insensibilità del popolo alle manifestazioni della volontà di Dio. Mosé aveva quindi prescritto una norma, davanti alla pratica diffusa del ripudio della moglie, per controllare il problema senza per questo considerare la pratica legittima in sé. Rimandando poi al progetto originario di Dio, dove furono creati "maschio e femmina", Gesù indica la reciprocità tra maschio e femmina come decisiva per la propria realizzazione: "per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre...". Il secondo elemento (vv.13-16) indica la difficoltà che hanno i discepoli a capire la missione di Gesù ed i destinatari privilegiati di essa. Infatti ai bambini e a "chi è come loro appartiene il regno di Dio", perché con disponibilità e senza precomprensioni accolgono la volontà di Dio.

Gesù insegna un nuovo modo di vivere il rapporto tra uomo e donna. Non è solo un progetto umano, ma diventa realizzazione somma della volontà di Dio che vuole salvare. Con l'amore si entra in tale dinamica e la misura dell'amore è quella insegnata da Gesù, che accoglie tutti senza escludere alcuno. Chi segue Gesù è invitato a superare le logiche e gli interessi umani per accogliere il regno di Dio e viverlo in libertà, come fanno i bambini.

Collegamento fra le letture
Il progetto originario di Dio in ordine al rapporto uomo - donna, a cui Gesù si riferisce nel brano evangelico, viene illustrato dal racconto tratto dal libro della Genesi. All'uomo che era solo, Dio dà "un aiuto che gli sia simile". Per questo Dio crea la donna direttamente dal corpo di Adamo. Così l'uomo riconosce in lei la carne della sua carne e l'osso delle sue ossa. La conseguenza concreta diventa che "i due saranno una sola carne". Anche i discepoli sono chiamati ad essere uniti fraternamente attraverso un concreto amore accogliente. L'unità della coppia e della comunità dei discepoli si realizza per mezzo di Gesù che è morto "a vantaggio di tutti". La lettera agli Ebrei afferma pure che "colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da uno solo; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli". In tale prospettiva allora la fraternità diventa segno della volontà di Dio e del suo regno accolti col cuore di fanciullo.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXVI domenica T.O. - B

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 26 settembre 2021 – XXVI Domenica TO B

Con Gesù, liberi da ogni compromesso
Numeri 11,25-29 • Salmo 18 • Giacomo 5,1-6 • Marco 9,38-43.45.47-48

Lettura
Chiusa la scena precedente, nella quale Gesù aveva istruito i suoi discepoli sulla necessità della pasqua per il Figlio dell'uomo e per i suoi seguaci, indicandone la modalità concreta di realizzazione nella vita di ciascuno, attraverso l'accoglienza ed il servizio, i discepoli si rivolgono ora al maestro con una domanda concreta, che scaturisce dalla loro esperienza.

Mc 9,38-43.45.47-48
38Giovanni gli disse: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva". 39Ma Gesù disse: "Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: 40chi non è contro di noi è per noi.
41Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
42Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. 43Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. 44 [44] 45E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. [46] 47E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, 48dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.

Commento
Il brano si apre con una affermazione di Giovanni, il quale presenta un fatto capitato ai discepoli. Essi hanno volevano impedire ad un tale di scacciare demoni nel nome di Gesù, "perché non ci seguiva". Gesù risponde indicando maggiori possibilità di appartenenza a lui. Chi fa opere grandi nel suo nome non può parlare male di lui subito dopo. Chi non è esplicitamente contro Gesù ed i suoi è già orientato verso di loro. Chi compie un gesto di solidarietà nei confronti dei discepoli, "perché sono di Cristo, ...non perderà la sua ricompensa". Per questo non occorre mai limitare o escludere nessuno. Segue poi il discorso di Gesù sullo scandalo. Scandalizzare significa interrompere il rapporto intenso che una persona sta vivendo con Gesù. Lo scandalo, la separazione da Cristo, può realizzarsi nei confronti di un altro ("uno di questi piccoli che credono") o di se stessi ("se la tua mano ti è motivo di scandalo..."). La conseguenza dello scandalo è sempre la Geenna, cioè l'assenza della vita di Dio.

Gesù indica dei criteri minimi, che spesso non collimano con quelli dei discepoli, per appartenere al suo gruppo. Quanto umanamente può sembrare insignificante, ha invece valore e peso per Gesù. Chi sta con lui non deve diventare, per sé e per gli altri, occasione di interruzione del rapporto col maestro. Per perseverare nella comunione con Gesù Cristo e per non essere di scandalo, occorre compiere con coraggio i tagli necessari e accettare qualsiasi sacrificio. Così si evita la condanna eterna e si sperimenta la potenza di Dio.

Collegamento fra le letture
Il testo del libro dei Numeri può collegarsi molto bene con la prima parte del vangelo. Anche Giosué, come Giovanni, tenta di impedire l'azione profetica di Eldad e Medad, i quali, pur non essendo andati alla convocazione presso la tenda, "si misero a profetizzare nell'accampamento". E Mosé risponde: "Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo...". Mosé e Gesù devono intervenire per evidenziare i limiti dei loro discepoli e per dare dei criteri attraverso i quali costituire la comunità secondo il cuore di Dio. Per questo nessuno può arrogarsi il diritto, col suo comportamento, di allontanarsi da Gesù o di fare in modo che altri si separino da lui. Giacomo, infine, mette in guardia dal rischio che proviene dalla ricchezza, frutto dell'ingiustizia nei confronti dei poveri: "il salario da voi defraudato ai lavoratori... e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore". Facciamo attenzione, perché ogni forma di ricchezza "scandalizza", cioè separa da Cristo!

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXV domenica T.O. - B

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 19 settembre2021–XXV Domenica TO B

Accogliendo e servendo s'incontra Gesù
Sapienza 2,12.17-20 • Salmo 53 • Giacomo 3,16-4,3 • Marco 9,30-37

Lettura
Gesù, dopo aver provocato la confessione di Pietro a Cesarea di Filippo ed aver preannunciato la sua pasqua, porta alcuni discepoli sul monte e davanti a loro si trasfigura (9,2-8). In questo modo infonde coraggio ai suoi ed indica loro il tracciato da percorrere. È però difficile entrare nella logica insegnata da Gesù, per questo si rende necessario da parte sua riprendere le istruzioni fino a quel momento impartite.

Mc 9,30-37
30Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. 31Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: "Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà". 32Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
33Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: "Di che cosa stavate discutendo per la strada?". 34Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. 35Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: "Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti". 36E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: 37"Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato".

Commento
Il brano odierno può essere diviso in due parti. Nella prima (vv.30-32) si descritto nuovamente Gesù che in Galilea insegna ai suoi discepoli la pasqua del Figlio dell'uomo: "Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni, risorgerà". Con queste parole l'attività del maestro risulta fortemente concentrata sulla necessità di formare i suoi. Costoro invece si dimostrano incapaci di sintonizzarsi con Gesù: "non capivano queste parole". Rassegnati e forse delusi "avevano timore di interrogarlo", cioè di chiedere spiegazioni perché ormai ne avevano ricevute molte. La seconda parte (vv.33-37) presenta una scena realizzatasi nel borgo di Cafarnao. In una casa (probabilmente quella di Pietro) Gesù rompe il silenzio, creatosi precedentemente tra lui ed i discepoli, chiedendo quale fosse l'oggetto della loro discussione: "di che cosa stavate discutendo per la strada?". Essi non hanno il coraggio di rispondere e tacciono; "infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande". Gesù, davanti alla distanza dei suoi e al sentiero sbagliato che hanno imboccato nel loro discorrere per via, non si perde d'animo e con pazienza ricomincia a ragionare con loro indicando le coordinate della vita evangelica: "se uno vuol essere il primo sia l'ultimo di tutti ed il servitore di tutti" e "chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me".

Il discepolo che cammina con Gesù facilmente ha difficoltà nel comprendere il maestro e può allontanarsi dai suoi insegnamenti, per perdersi in progetti umani organizzati tra colleghi. Tutto questo produce mancanza di comunicazione con Gesù. Per ritornare a camminare realmente con lui occorre lasciarsi istruire ed accogliere la prospettiva della pasqua, che nel presente si concretizza nel servizio e nell'accoglienza.

Collegamento fra le letture
La lettura del libro della Sapienza si collega all'insegnamento di Gesù sulla passione, morte e resurrezione del Figlio dell'uomo. É lui il "giusto" che "è di imbarazzo", perché "rimprovera le trasgressioni della legge e rinfaccia le mancanze" commesse. É lui "il figlio di Dio" condannato "a una morte infame". I discepoli sono incapaci di capire l'istruzione di Gesù e con i loro atteggiamenti e comportamenti si allontanano sempre più dal maestro. Tale tendenza potrà essere invertita se nella vita si accoglie il criterio indicato da Gesù per raggiungere la vera grandezza: realizzarsi con gli altri in un atteggiamento di servizio concreto. Questa scelta di fondo, collocata a fondamento della propria esistenza, non solo permette di incontrare nel fratello Gesù e colui che lo ha mandato, ma fa in modo che siano evitate, come dice Giacomo, "gelosie e spirito di contesa", disordine e ogni sorta di cattive azioni", "le guerre e le liti". Così il discepolo avrà in dono "la sapienza che viene dall'alto".

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

  1. Lectio divina XXIV domenica T.O. - B
  2. Lectio divina XXIII domenica T.O. - B
  3. Lectio divina XXII domenica T.O. - B
  4. Lectio divina XXI domenica T.O. - B
  5. Lectio divina Assunzione della Beata Vergine Maria
  6. Lectio divina XIX domenica T.O. - B
  7. Lectio divina XVIII domenica T.O. - B
  8. Lectio divina XVII domenica T.O. - B
  9. Lectio divina XVI domenica T.O. - B
  10. Lectio divina XV domenica T.O. - B
  11. Lectio divina XIV domenica T.O. - B
  12. Lectio divina XIII domenica T.O. - B
  13. Lectio divina XII domenica T.O. - B
  14. Lectio divina XI domenica T.O. - B
  15. Lectio divina Corpus Domini - B
  16. Lectio divina S.S. Trinità
  17. La Parrocchia di Don Teofilo
  18. Bilancio economico 2020
  19. Avviso dei Carabinieri
  20. Il Sacramento della riconciliazione
  21. Omelia di Don Marco nella Solennità dell'Immacolata 2020
  22. Domenica 29 novembre 2020
  23. Il Vangelo di Marco
  24. Giornata mondiale del povero
  25. Raccolta fondi per il restauro dell'aorgano
  26. Patto di corresponsabilità
  27. Catechismo 2020-2021
  28. Il saluto a sr. Felicita 20 settembre 2020
  29. Consiglio Pastorale
  30. Lectio divina sull'Assunzione della Beata Vergine Maria
  31. Per le messe: nel periodo estivo non è più necessaria la prenotazione.
  32. Solennità di San Pietro Apostolo
  33. Lectio divina XIII domenica T.O.
  34. Rosario nel mese di maggio
  35. Scatti della Santa Pasqua
  36. Scatti della settimana Santa: Veglia Pasquale
  37. Scatti della settimana Santa: Venerdì
  38. Scatti della settimana Santa: Giovedì
  39. Scatti della settimana Santa: Domenica delle Palme
  40. Messaggio Pasquale 2020
  41. Defunti del mese di marzo nell'Unità Pastorale Mincio
  42. Lectio divina I domenica di quaresima
  43. Ufficio Catechistico Nazionale CEI
  44. Supplica a Maria Vergine delle Grazie
  45. Ogni venerdì insieme al Vescovo Marco per vivere la Quaresima
  46. Coro "Don Giuseppe Vincenzi"
  47. Rinnovo dei voti delle nostre suore orsoline
  48. Don Marco Mani Parroco Priore dell'Unità Pastorale Mincio
  49. GRINV inverno 2016
  50. Gruppo Famiglie organizza
  51. Lettera alla comunità Goitese
  52. attività
  53. Link utili
Liturgia della settimana
Liturgia del giorno

S5 Box

BgMax