Il grande giorno della Croce: su di essa il Signore Gesù ha compiuto la salvezza del mondo.
Svelata la croce, il mistero nascosto da secoli in Dio lo abbiamo contemplato con i nostri occhi.
Un Corpo dato per noi. Il Sangue versato per la nuova ed eterna Alleanza.
Nel celebrare l'ultima sua cena abbiamo portato all'altare le difficoltà, le attese, le speranze di ogni uomo.
Abbiamo commemorato l'ingresso di Gesù in Gerusalemme, la sua passione e morte in croce.
Al termine, sulla piazza antistante la basilica, viene impartita la benedizione Eucaristica alle quattro parrocchie dell'Unità pastorale.
Raggiungo tutti, anche in questa festa di Pasqua, con un messaggio radicato nelle letture di questa festa che tutti celebriamo. Le due riflessioni, condivise anche con la diffusione delle celebrazioni pasquali, proposte nella notte di Pasqua e nella S. Messa del giorno di Pasqua, siano per tutti messaggio di speranza e progetto per camminare insieme nei prossimi tempi. Buona Pasqua a tutti anche a nome di don Alessandro, don Jonathan, don Fausto, il diacono Claudio e le nostre carissime suore.
Le celebrazioni e le riflessioni si possono riascoltare sul canale Youtube Unità pastorale Mincio.
OMELIA VEGLIA PASQUALE – Goito 11.04.2020 Celebriamo questa sera la risurrezione di Gesù. È una celebrazione che mai avremmo immaginato di viverla in questo modo.
Gesù è risorto nella notte, ed anche noi siamo in qualche mondo nella notte della paura, causata dalla pandemia, nella notte della chiusura di tutte le attività, nella notte delle relazioni bloccate.
Questa notte buia e paurosa viene squarciata dalla luce del Risorto.
La Chiesa sa quanto spesso ci sentiamo distanti, distratti e confusi di fronte al mistero della risurrezione del Signore. Per questo ci prepara con la Quaresima, che quest'anno abbiamo vissuto in un modo particolarissimo, privati dalla comunione tra di noi nelle assemblee liturgiche e della Comunione Eucaristica. Nella Veglia di questa notte con la benedizione del fuoco, col rito della luce, col canto dell'annuncio pasquale e con le letture proclamate, ci è stato ricordato la lunga strada che Dio dalla creazione, attraverso tutti gli eventi della storia della salvezza, ha percorso col suo popolo per realizzare il disegno di fare di tutti una cosa sola in Cristo risorto. Tutte le letture si riferiscono all'evento unico e centrale della risurrezione di Cisto. Era notte fonda nel sepolcro di Cristo, ma Dio Padre vegliava e dall'oscurità si accende improvvisamente la luce; brilla nel mondo la stella del mattino, più radiosa e più splendente del sole: Cristo Signore.
Anche attorno a noi c'è tanto buio, c'è la notte della pandemia, della violenza, dell'egoismo, della crisi economica, ma in questa Veglia la notte viene sconfitta dalla luce del Risorto ed è data ad ogni creatura la possibilità di essere inondata di luce. Questa luce è per noi fonte di gioia ed è dentro di noi fin dal giorno del nostro battesimo, come ci ha ricordato s. Paolo scrivendo ai cristiani di Roma. La nostra celebrazione che ci unisce, anche se siamo a casa nostra, vuole farci sperimentare la gioia vissuta dai primi discepoli per l'evento della risurrezione, la gioia dei cristiani vissuta di generazione in generazione, la gioia dei santi e dei martiri, la gioia che sgorga dalla creazione nuova scaturita dal Risorto, per condividerla reciprocamente e augurarla a ogni uomo e donna della terra.
Nel vangelo di Matteo ascoltato (28,1-10) l'annuncio pasquale si apre con una manifestazione grandiosa: terremoto, un angelo che scende dal cielo e la pietra che chiudeva il sepolcro che rotola via da sola. Un segno grandioso lo vorremmo anche noi oggi, la liberazione dalla pandemia e questo segno lo chiediamo giustamente con insistenza. Ma prima di tutto anche a noi questa sera è detto: "non abbiate paura, voi" che amate Gesù. Non lo vediamo, non lo tocchiamo, non lo sentiamo con i nostri sensi, ma lui è con noi. "È risorto come aveva detto" e se lo volete incontrare andate in Galilea, cioè ritornate a vivere quelle esperienze cristiane che hanno segnato la vostra vita religiosa di un tempo, che forse oggi sono un po' affievolite o coperte di polvere. Ritornate in Galilea cioè ricominciate a fidarvi del Risorto e meno delle nostre capacità e delle nostre possibilità di ogni genere. Ritornate in Galilea cioè mettete la vita nuova del vangelo in ogni momento della vostra vita familiare, ora che dobbiamo stare in casa. Se faremo così sperimenteremo la grande gioia che il Risorto comunica anche oggi ai suoi amici, e inevitabilmente saremo portati a raccontare e a donare a tutti la gioia della vita nuova anche se limitati dalla pandemia.
Signore Gesù, che ci dai la possibilità di rivivere la tua Pasqua aiutaci a tornare in Galilea per vivere con entusiasmo e gioia l'esperienza di discepoli. Aiutaci a non lasciarci schiacciare dal buio. Aiutaci a fidarci di te per fare Pasqua, cioè passare dal buio alla luce, dalla paura alla speranza, dalla fede incerta ad una fiducia cieca in te. Amen!
OMELIA GIORNO DI PASQUA – Goito 12.04.2020 Un saluto particolare a tutti voi che siete collegati con noi e che seguite le nostre celebrazioni.
Il vangelo di Giovanni proclamato poco fa dal diacono ha presentato dei personaggi che corrono per vedere di trovare il Signore. Sono persone che sono alla ricerca di segni del Risorto.
Maria va con sollecitudine al sepolcro mentre è ancora buio e trova la pietra rovesciata e non riesce a credere a ciò che vede, non sa darsi una spiegazione, perciò corre subito a chiamare Pietro, con lui anche il discepolo amato da Gesù vanno insieme al sepolcro.
Vediamo in questi personaggi l'ansia della Chiesa che cerca i segni del Risorto. Quando siamo in una situazione difficile, di disagio, di sofferenza e non siamo più in grado di vederlo, si va alla ricerca di segni. La vicenda descrive molto bene la nostra situazione attuale. Non riusciamo più a vedere il Risorto, il sepolcro è vuoto e non sappiamo dove sia finito.
I due apostoli entrano nel sepolcro e vedono in uno straordinario ordine i teli che avevano avvolto il Signore: il sudario e le altre bende. Vedono e credono nella risurrezione, perché c'erano le prove che non era stato rubato il corpo di Gesù. Così è stata vissuta la ricerca dei segni del Risorto nella prima comunità cristiana.
Anche noi oggi andiamo alla ricerca dei segni del Risorto, come Maria che era guidata dall'affetto per il maestro, come l'apostolo amato che intuitivamente comprese subito quanto era avvenuto, come Pietro lento e riflessivo. Tutti cercavano i segni della presenza del Signore risorto e tutti volevano avere ancora il Signore con loro. Qui viene in risalto un primo segno della presenza del Risorto tra noi: aiutarci a ricercare il Signore e a camminare insieme, sostenendoci gli uni gli altri. In questi mesi credo che questo sostegno sia stato per tutti noi, con tutti i mezzi possibili, una vera presenza del Signore risorto. I messaggi, le registrazioni, le immagini che abbiamo condiviso tra noi, sono la comunicazione di ciò che il Risorto suggerisce a noi e che ci aiutano a ricostruire l'orientamento dell'esistenza cristiana in questo periodo che i segni della presenza del Signore sembrano scomparsi a causa della malattia, delle morti di familiari, della solitudine forzata. Aiutarci a credere è fondamentale oggi e sempre.
Il comportamento di Maddalena ci insegna che nei momenti di difficoltà, quando sembrano mancare i segni del risorto, non bisogna rimanere inerti, ma nel rispetto delle regole, è necessario comunicare con gli altri, perché Dio è presente e ci parla attraverso le nostre sorelle ed i nostri fratelli. Quanto è importante in questo periodo comunicarci la fede, sostenerci a vicenda, tenerci per mano, anche se non possiamo incontrarci.
L'altro discepolo, quello che Gesù amava, fece fatica a credere perché dice il testo: "non avevano ancora compreso la Scritture", cioè che Gesù doveva risuscitare dai morti. La funzione della Scrittura è fondamentale per riconoscere i segni del Risorto. Essa stessa è segno della sua presenza ed apre cuore e mente per riconoscere il Risorto e per accoglierlo. Se il discepolo avesse conosciute le Scritture avrebbe subito compreso. Ma mancandogli questo riferimento fondamentale ha avuto bisogno di vedere e toccare da vicino. Quando non riusciamo più a riconoscere la presenza di Dio nella nostra vita spesso travagliata, la Scrittura ci aiuta a vedere in tanti piccoli eventi, che spesso ci sfuggono, la presenza reale del Risorto. L'evangelista vuole sottolineare il valore della lettura assidua e della comprensione della Scrittura per illuminare la nostra vita, per sperimentare la gloria del Risorto e per vivere il nostro essere chiesa.
O Signore Gesù risorto da morte e uscito per sempre dal sepolcro e dalla morte, libera anche noi dall'oscurità che ci fa paura. Aiutaci a sostenerci gli uni gli altri in questo cammino, perché da soli non ci riusciamo e rendici appassionati delle Scritture Sante, segno della tua presenza tra noi, conforto nelle prove della vita e luce per il nostro cammino. Le Scritture se amate, lette e messe in pratica nella vita ci fanno sperimentare la consolazione che ci dona il Signore Gesù Cristo Risorto e che continua ad essere presente in mezzo a noi. Amen
Molto spesso si sentono suonare le campane e non essendoci funerali veri e propri ma solo la benedizione al cimitero, spesso non si sa nemmeno chi sia morto in paese. Diverse persone ci hanno lasciato nel silenzio di questo strano periodo. Le ricordiamo semplicemente elencandole, ma portandole nel cuore e stando vicini alle famiglie con la preghiera di tutte le comunità.
LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Mincio
Goito 1 marzo 2020 I domenica di Quaresima
Lettura
Il vangelo della prima domenica di quaresima ci riporta ai capitoli che precedono il "discorso della montagna", del quale abbiamo già letto alcuni passi nelle domeniche precedenti. Siamo agli inizi della vita pubblica di Gesù e l'evangelista Matteo sta tracciando le coordinate del ministero del Messia, che poi si svilupperanno per tutta l'opera. Gesù ha ormai vissuto il battesimo al fiume Giordano, con la rivelazione ad esso collegata. Ora si incontra un racconto pure importante e nodale per la vita di Gesù e per quella dei discepoli.
Mt 41Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2 Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3 Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane". 4 Ma egli rispose: "Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".
5 Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6 e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo
ed essi ti porteranno sulle loro mani
perché il tuo piede non inciampi in una pietra".
7 Gesù gli rispose: "Sta scritto anche:
Non metterai alla prova il Signore Dio tuo".
8 Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9 e gli disse: "Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai". 10Allora Gesù gli rispose: "Vattene, Satana! Sta scritto infatti:
Il Signore, Dio tuo, adorerai:
a lui solo renderai culto".
11 Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Commento
Il racconto delle tentazioni secondo Matteo è costituito da un'introduzione, da tre scene centrali collegate tra loro e da una conclusione. Nel deserto, sul Tempio di Gerusalemme e sul monte alto si affrontano i due personaggi principali: Gesù ed il diavolo. Vediamo meglio il testo nei suoi particolari. Nei primi due versetti si presenta dapprima Gesù che è "condotto dallo Spirito nel deserto". Egli, dopo essere stato riconosciuto ufficialmente unito allo Spirito al Giordano, è da lui quasi spinto con forza nel deserto. È qui che, come gli antichi profeti, ha la possibilità di approfondire ulteriormente la sua missione, delineatasi col battesimo. Il deserto, come lo fu per Israele, è anche per Gesù il luogo della tentazione. Questa è attuata "dal diavolo" - traduzione greca del termine ebraico "satana" - dopo che Gesù, come Mosé sul Sinai (cfr. Es 34,28), ha digiunato per quaranta giorni e quaranta notti, perché afferrato unicamente dal rapporto esclusivo col Padre. Tre sono le tentazioni del demonio. La prima si aggancia ad un bisogno primario provato da Gesù: la fame. Il demonio, proponendo la sua soluzione – "di che queste piete diventino pane" -, non solo tende a risolvere il problema della fame, ma offre a Gesù l'opportunità di manifestare finalmente la sua identità di Messia - Figlio di Dio, così come Dio manifestò la sua grandezza a Israele nel deserto, donando la manna. Gesù non ci sta. Egli, come ogni credente, sa che Dio provvede a tutte le necessità dell'uomo, anche a quelle materiali, le quali non devono mai offuscare il primo compito di tutti: vivere "di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". La seconda tentazione ha come sfondo Gerusalemme e precisamente la parte più alta del Tempio. Il demonio, con una citazione presa dalla Bibbia, chiede a Gesù di realizzare un gesto spettacolare: buttarsi giù dal pinnacolo. Era, infatti, convinzione in Israele che la rivelazione del Messia avrebbe avuto inizio dal Tempio della Città santa. E quale occasione migliore di quella poteva presentarsi a Gesù per manifestarsi a tutti? La risposta è ancora categorica: "non metterai alla prova il Signore Dio tuo". Così Gesù smaschera da un lato l'uso sbagliato che il demonio fa della Scrittura (quando serve soltanto a giustificare i progetti umani) e dall'altro una spiritualità fasulla che, dietro a gesti religiosi, di fatto vuole usare Dio e desidera piegare Dio ai propri interessi. Qui abbiamo contenute tutte le tentazioni insite in una religiosità formale, alla ricerca solo di se stessi e dei propri interessi di parte, e non veramente finalizzata alla comunione autentica con Dio. L'ultima tentazione avviene su "un monte altissimo" che richiama ancora il monte Sion, sul quale sarebbe stato intronizzato il Messia discendente di Davide. Da quella postazione il diavolo, mostrando a Gesù "tutti i regni del mondo e la loro gloria" e promette che tutte quelle cose sarebbero state sue a condizione che Gesù si fosse prostrato davanti a lui in adorazione. Qui è chiesto a Gesù di sostituire l'adorazione dell'unico Dio e Padre con la prostrazione davanti ad una divinità forte, che dà potere agli uomini. Anche questa è tentazione costante per l'uomo e si trovano le sue tracce fin dalla vicenda dei progenitori nel giardino primordiale. È facile abbandonare Dio, le sue promesse e la sua fedeltà per seguire invece chi, illudendo, vuole offrire materialmente e concretamente sicurezza, potere, tranquillità, benessere e ordine. Gesù smaschera la pretesa idolatrica del diavolo: "vattene satana!". Gesù partecipa alla signoria di Dio non percorrendo facili scorciatoie, ma restando Figlio fedele al Padre, fino all'ubbidienza estrema del Calvario. Questo per altro è il senso di: "il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto". La conclusione della pericope, presentando la fuga del diavolo e la comparsa degli angeli che servono Gesù, richiama la sua vittoria definitiva sul male e la realizzazione delle promesse del Padre fedele.
In conclusione, le tentazioni vissute da Gesù riassumono le prove sperimentate da Israele e anticipano quelle incontrate dai suoi discepoli. La fiducia totale nel Padre fedele, come scelta prioritaria nella vita, e le motivazioni forti trovate nella Scrittura permettono a chiunque, come ha fatto Gesù, di non soccombere al maligno.
La vita
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare,per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)
Tutte le sere alle 19 le campane parrocchiali suonano per unirci spiritualmente in preghieraEcco il messaggio del Vescovo alla Chiesa mantovana
Carissimi
i cristiani sanno adattarsi ai tempi e alle circostanze, non perché si acquietano ma perché con l'inventiva dello Spirito e la fantasia della carità trovano modi per annunciare la presenza di Gesù, risorto e vivente, e creare vicinanza.
Aiutiamo le tante persone chiuse nelle case in quarantena, i nostri anziani più indifesi, i genitori impegnati a custodire i loro figli, soprattutto il personale sanitario perché tutti si sentano accompagnati dalla Chiesa e raggiunti nel loro bisogno spirituale di rassicurazione e protezione.
Le Chiese particolari si stanno affidando all'intercessione materna di Maria venerata con titoli peculiari nei Santuari delle singole diocesi.
Invito tutte le comunità ad un gesto di preghiera comune per chiedere l'intercessione a Maria vergine delle Grazie, tanto amata dal nostro popolo mantovano. La sera alle ore 19.00 suoniamo le campane per qualche minuto e invitiamo i fedeli a unirsi nella supplica a Maria nelle loro case, seguendo la preghiera che trovate qui di seguito ( in allegato). Il suono delle campane è un segno familiare alla generazione adulta e anziana, meno "social" rispetto alla generazione più giovane, e sarà gradito a chi ricorda i tempi calamitosi nelle campagne scanditi dai rintocchi delle campane. Il loro suono è pubblico, è un segno che associa credenti e non credenti. Il loro suono supera le distanze e ci fa percepire che siamo tutti contemporanei a questa vicenda del coronavirus nella lotta e nella speranza. Il loro suono è già la preghiera della materia cosmica che attraversa gli spazi e arriva al Cielo.
Siate forti nel Signore, "sapendo che la vostra fede, messa alla prova, produce pazienza. E la pazienza completi l'opera sua in voi" (Gc 1,3-4)
Vi benedico
vescovo Marco
DIGIUNO E PAROLA QUARESIMA 2020
Alla luce delle disposizioni in vigore per fronteggiare l'emergenza sanitaria, le catechesi del vescovo saranno registrate a porte chiuse e rese disponibili sul canale YouTube della Diocesi a partire dallo stesso venerdì alle ore 18. Si potrà scaricare anche il sussidio utilizzato per la preghiera.
I temi delle catechesi - dal titolo "Diventeranno una sola carne" - richiameranno il tema dell'anno pastorale in corso, incentrato sull'amore sponsale:
- 6 marzo | Adamo ed Eva: il sogno di Dio
- 13 marzo | Davide e Betsabea: la complicità uccide
- 20 marzo | Abramo e Sara: fede feconda
- 27 marzo | Rut e Booz: coppia per Dio
- 3 aprile | L'Agnello e la sposa: compimento dell'amore
Lunedì 13 gennaio alle ore 20.45 riprendono le prove del coro.
Chi volesse venire a cantare con noi, sarà ben accetto.
Le prove sono sempre ogni lunedì.
L'8 dicembre 2019, come ogni anno, le nostre suore orsoline hanno rinnovato i loro voti nella famiglia delle Figlie di Maria Immacolata alla presenza di tutta la comunità, con queste parole:
A te, o Dio
che mi hai consacrata nel Battesimo
e mediante il tuo Spirito
mi hai chiamata
a seguire Cristo più da vicino
nella via dei consigli evangelici
Io ......... sr. Maria Iride, sr. Maria felicita, sr. Maria Atanasia, Sr. Anna Maria
mi offro totalmente
in libertà e letizia
e rinnovo il voto di castità, povertà,
obbedienza secondo la Regola delle Suore Orsoline F.M.I.
La Vergine Immacolata, S. Angela Merici
e il Beato Zefirino Agostini
mi ottengano dalla bontà di Dio,
che mi ha prevenuta con il suo amore,
la fedeltà perseverante,
la grazia di vivere la carità
e lo zelo apostolico
per il bene del prossimo,
in particolare per la gioventù,
in questa famiglia religiosa
a servizio della Chiesa.
Ingresso a Goito, Vasto, Solarolo e Cerlongo
Goito, 6 ottobre 2019 S. Messa delle ore 18
Caro don Marco,
oggi le comunità tutte ti accolgono calorosamente e ti danno il benvenuto! Per una comunità il cambio del parroco è sempre un momento particolare, non ci sembra giusto dire che si riparta da zero, ma è inevitabile che rinnovi il proprio entusiasmo e cerchi nuovi stimoli per continuare il cammino di fede alla guida del nuovo parroco. La vastità del nostro territorio e quindi le peculiarità di ogni singola comunità locale caratterizzano l’Unità Pastorale: dalla sua costituzione abbiamo fatto passi in avanti, ma molto rimane da fare, per sentirci in comunione.
Noi tutti siamo in attesa di conoscerti e di farci conoscere e, insieme, di fare esperienza di Chiesa.
Un affettuoso saluto lo rivolgiamo pure al nostro Vescovo, qui rappresentato dal Vicario generale, che ti ha posto alla guida della nostra comunità. A lui vanno il sostegno della nostra preghiera per il prezioso servizio che svolge, del quale spesso non se ne comprendono la difficoltà e la fatica.
Prima di tutto, con te vogliamo metterci in ascolto del Padre. Vogliamo imparare a fare silenzio, e nel silenzio ascoltare la voce di Dio per mezzo della Sua Parola. Vogliamo svuotarci del superfluo per farci riempire da Lui. Se non viviamo personalmente l’incontro con Dio, tutte le nostre azioni, per quanto lodevoli, rischiano di essere ispirate da fragili sentimentalismi e avranno vita breve. Se il terreno non viene costantemente irrigato, diventa arido, e nulla mai vi potrà crescere. Siamo certi che tu ci aiuterai a costruire una casa non sulla sabbia cedevole, ma sulla roccia!
Ci impegneremo prendendo spunto dal Vangelo di oggi, ad essere “servi inutili”, per porci in atteggiamento di disponibilità ed apertura, rispetto al percorso pastorale e di fede che vorrai indicarci. Ci impegneremo ad agire senza fare calcoli, per il bene delle nostre comunità e degli altri.
Sotto la tua paterna guida desideriamo sempre più sentirci parte attiva della Chiesa. Non vogliamo essere degli “attivisti” o esperti nell’organizzare eventi, ma donne e uomini che si assumono le proprie responsabilità di cristiani davanti alla comunità, negli incontri con i giovani, con gli adulti, nel conforto agli ammalati, nella catechesi, nel servizio all’altare e ai poveri, mettendo al centro di tutto non i progetti, non le linee guida, ma la persona.
Con te, infine, vogliamo stare sulle strade del mondo. Le nostre chiese hanno la particolarità di affacciarsi su piazze, soventi teatri della manifestazione, del comune sentimento religioso. Siamo pronti a raggiungere ogni uomo del nostro territorio e a dare testimonianza concreta della nostra fede.
Ci sembrava scontato rivolgerle semplici parole di cordialità. Ci sembra molto più importante farti sentire che tutte la comunità dell’Unità pastorale Mincio” e in particolare delle parrocchie di Cerlongo, Goito, Solarolo e Vasto si stringono intorno al suo nuovo pastore e sono pronte a mettersi in cammino sotto la sua guida.
Benvenuto tra noi!
Vasto, 13 ottobre 2019 S. Messa ore 9.30 Rev. Don Marco, è con gioia che la comunità di Vasto accoglie il nuovo Parroco priore don Marco nella nostra unità pastorale di Goito. Dandogli il benvenuto tra noi, nel nome del Signore, gli auguriamo una buona permanenza per una crescita cristiana univoca, assicurandogli la nostra collaborazione per una coerente testimonianza rivolta a tutti. Con affetto la comunità di Vasto. Solarolo, 13 ottobre 2019 S. Messa ore 11.00 Cerlongo, 20 ottobre 2019 S. Messa ore 11.00
S. NATALE 2012
Carissimi, e' abitudine ormai consolidata nella comunita', in occasione delle Feste di Natale, ricordarsi della propria parrocchia con un contributo, UNICO per tutto l'anno, che serva, appunto, per le OPERE PARROCCHIALI.
Percio' in questo 2012 che sta per chiudersi, vi mandiamo,come gli altri anni, a casa una BUSTA che e' possibile poi recapitare personalmente in Canonica o da mettere nella apposita bussola, situata nella corsia centrale, in fondo alla Chiesa.
Sento il bisogno di dirvi come Parroco, unitamente al C. P. A. E, rinnovato nel 2011, il grazie più vivo per quanto anche quest'anno è stato portato avanti insieme. Ma vorrei entrare un po' nel vivo di ciò che e' stato fatto o rimane da fare.
1. E' chiaro dopo la "messa in sicurezza" del tetto della chiesa e dei numerosi sottotetti di cui si compone (2009), nel 2010 (dal luglio) e nel 2011 abbiamo portato a termine la facciata(che proprio in questi giorni, grazie alla ditta "GOITESE GRU" delle fam. e Brutti abbiamo ripulito da alcune incrostazioni che si erano fatte in un anno e mezzo) con il restauro delle porte monumentali in bronzo inaugurate con una mostra molto bella di cui ancora conserviamo il ricordo. Grazie a Dio il tutto e' stato pagato ricorrendo, pero', ad un fido bancario, fatto presso la banca Monte dei Paschi di Siena di euro 100.000, fido ridotto progressivamente fino a portarlo a euro 30.000.
2. Sono state recuperate, poi, le porte interne della Basilica, tramite la ditta Poli di Verona, recupero avvenuto con l'utilizzo delle vecchie porte in legno con l'inserimento di vetrate simili a quelle del Battistero e della cappella di S. Antonio.Tali porte hanno dato molta piu' luminosita' al fondo della chiesa stesso. L'importo di queste porte e' di euro 8.000,00 + IVA ancora da pagare poiche' la ditta Poli ci chiede il saldo entro il 2013.
3. Abbiamo inoltre ancora a carico il pagamento della manutenzione, che e' sempre una voce fissa nel nostro bilancio. Quest'anno abbiamo dovuto sostituire due nuove caldaie ATAG, che servono per il riscaldamento del salone dell'Oratorio(e di questo devo ringraziare la ditta Spitti come idraulici per la competenza,la velocità e la generosità mostrate) e un'altra caldaia " Vaillant " in Canonica. E' stata fatta infine la manutenzione nella Cappella feriale e in Canonica per quanto concerne alcuni settori in cui l'umidità non perdona certo! Per finire: siamo ora in rosso di circa euro 20.000.
Rimandando al resoconto dettagliato di fine Gennaio 2013(come siamo soliti fare), vorrei ringraziare di cuore tutti voi con le vostre famiglie insieme a Don Fabio, Don Massimo e le care suore orsoline. Invito tutte le famiglie a farsi avanti con generosità per la propria Basilica per poter arrivare entro l'anno al saldo definitivo!
Vorrei, nello stesso tempo, invitarci reciprocamente ad aprire il cuore per accogliere la GRAZIA di questo Natale 2012! Tanti auguri di nuovo!
Il vostro Parroco-Priore
Don Amedeo con il Consiglio per gli Affari Economici