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Omelia di Don Marco nella Solennità dell'Immacolata 2020

OMELIA SOLENNITA' IMMACOLATA 2020

La liturgia della solennità odierna ci presenta tre icone da contemplare e dalle quali ricevere insegnamenti per la nostra vita: la coppia primordiale, Maria e la Chiesa.
La coppia primordiale, Adamo ed Eva, così come recita il testo di Genesi, aveva a disposizione tutto il creato, ma non accettava di sottomettersi alle regole date da Dio. Pensavano di essere loro i padroni della loro vita e quindi nessuno doveva dare delle indicazioni da seguire. La scelta fatta li ha portati ad allontanarsi da Dio, a spezzare il loro rapporto col Creatore e a decadere sempre di più nella dimensione umana: dovevano lavorare, soffrire, essere creature deboli nella creazione fino alla morte.
Maria, pur essendo una ragazzina, dimostra una grande maturità. Ella vuole capire, conoscere, rendersi conto di quanto sta avvenendo nella sua vita. Ha fede in Dio, ma ha una fede intelligente e vuole sapere. Per questo è capace di cogliere lo spessore del messaggio portato dall'angelo ed è in grado di procedere con perseveranza nel progetto che Dio le ha fatto conoscere. Incontra delle difficoltà, dei momenti oscuri, delle incomprensioni personali e della famiglia stessa, ma lei procede fidandosi di Dio. In questo modo il progetto di Dio diventa realizzabile per opera dello Spirito Santo. Essere consapevole e fidandosi di Dio le permette di aderire con piena disponibilità alla volontà divina.
Paolo scrivendo ai cristiani di Efeso ricorda che i componenti della comunità cristiana, la Chiesa, sono stati scelti da Gesù addirittura prima della creazione. È Gesù Cristo che ci ha resi santi ed immacolati fin dal nostro battesimo e lui continua a sostenerci nel nostro percorso. Infatti siamo stati resi figli adottivi per mezzo suo e siamo immersi in questo disegno d'amore della volontà del Padre.
Maria diventa la creatura che porta l'umanità ribelle a Dio a ritornare in comunione con lui attraverso il suo si. Generando poi il Figlio di Dio rende possibile il progetto d'amore del Padre che vuole tutti salvi per mezzo del Figlio.
Come possiamo fare per partecipare in pienezza a questo progetto d'amore iniziato per noi dal nostro battesimo?
Dicendo anche noi con Maria il nostro si. Rinnovandolo ogni giorno senza mai stancarci nonostante le nostre miserie, le nostre paure, le nostre incoerenze, i nostri peccati.
È necessario però coltivare e vivere tre dimensioni fondamentali della vita cristiana come ha fatto Maria:
- Capire: cioè rendersi conto di cosa significhi essere cristiani, quali siano le strutture portanti della fede, come vivere oggi da cristiani. Molti di noi hanno fissato la loro formazione ai sacramenti dell'Iniziazione Cristiana (Battesimo, Confermazione, Eucaristia) e non ci siamo più aggiornati, non sappiamo più cosa voglia dire vivere oggi da cristiani. Di conseguenza facciamo come fanno tutti e non ci rendiamo conto che viviamo in una società che non è più cristiana e che ci porta a fare delle scelte che non sono evangeliche. Come curiamo la nostra formazione cristiana?
- Aderire: accogliere Gesù Cristo nella nostra vita sempre, non solo quando abbiamo bisogno o ci fa comodo, ma Gesù deve essere il nostro punto di riferimento costante e siamo chiamati a modellare la nostra vita su di lui. Altrimenti che cristiani siamo? Possiamo dirci cristiani se non seguiamo Gesù? In che modo concreto oggi noi aderiamo a Gesù e al suo vangelo?
- Perseverare: Maria non aveva tutto chiaro, incontrava anche delle difficoltà, ma perseverava, non mollava, non lasciava perdere. Quanto dobbiamo imparare noi che per poco o per niente rinunciamo agli impegni, rimandiamo all'infinito, non ci assumiamo le responsabilità da cristiani. Dio è fedele! Come lo è stato con Maria lo è anche con noi e non possiamo abbandonare il nostro cammino a causa delle difficoltà, degli insuccessi, dei fallimenti. Come ha assistito Maria assisterà anche noi se siamo capaci di perseverare. Abbiamo questa fiducia nell'assistenza di Dio nei nostri confronti? In quali occasioni si manifesta? Come possiamo farla crescere?

Ringraziamo il Signore per la presenza delle nostre suore Orsoline, che oggi rinnovano la loro consacrazione davanti a Dio e alla comunità. Le religiose in mezzo a noi sono un segno che ci richiama continuamente, come ha fatto Maria, l'adesione credente ed intelligente al Signore che ci chiama, l'adesione fiduciosa a lui e la perseveranza nella nostra vocazione cristiana.


                     Suore dic20 3                  Suore dic20 4

Domenica 29 novembre 2020

Domenica 29 novembre 2020 è stata una giornata importante per le comunità dell'Unità Pastorale "Madonna della Salute" perchè alla presenza del nostro Vescovo Marco Busca abbiamo ricordato Mons. Giulio Ghidoni, pastore che ha profuso tutte le sue energie per il bene di questa comunità ed è stato presentato al Signore il consiglio pastorale di unità, organismo di comunione e corresponsabilità nella comunità cristiana.

                   Vescovo 1-20                        Vescovo 2-20   


                                    Vescovo 3-20                Vescovo 4-20    


                     Vescovo 5-20                   Vescovo 6-20  


Preghiera di benedizione invocata dal Vescovo Marco sui componenti del consiglio pastorale.

Ti ringraziamo, Signore, e ti benediciamo:
molte volte e in molti modi parlasti ai nostri padri per mezzo dei profeti
nella pienezza dei tempi hai parlato nel tuo Figlio, per manifestare a tutti gli uomini le ricchezze dell tua grazia;
nella tua immensa bontà guarda questi tuoi sevi, che ora assumono l'incarico di servire la nostra Unità Pastorla "Madonna della Salute".
Illuminali con la tua sapienza e sostienili con la potenza della tua grazia,
perchè risuoni nelle loro parole la voce di Cristo
e ti servano nella sanat Chiesa.
Infondi nei loro cuori il tuo Santo Spirito,
perchè lavorino per il bene del tuo Vangelo e, nel servizio pastorale,
cerchino solo la tua gloria, il bene dei fratelli e dei più poveri.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Il Vangelo di Marco

Con la prima domenica d'Avvento iniziamo a leggere il vangelo secondo la redazione dell'evangelista Marco, che ci accompagnerà per tutto l'anno liturgico. Un importante biblista, il prof. Luca Mazzinghi, ha offerto la possibilità di attingere ai suoi brevi commenti di presentazione del documento marciano. Lo ringraziamo per questa opportunità che ci è stata data e spero che i suoi commenti siano utili a tutti noi.

        

Giornata mondiale del povero

In questa domenica 15 novembre 2020, celebrando la IV Giornata Mondiale del Povero, istituita da Papa Francesco, desidero parlarvi della nostra Caritas parrocchiale perchè, essendo espressione delle nostre comunità, si conosca più da vicino come essa operi.
   La Caritas dell'Unità Pastorale "Madonna della Salute" è sempre stata attenta e attiva al sostegno delle famiglie e delle persone in difficoltà del nostro territorio.
   Oltre alla distribuzione di borse viveri alle persone indigenti, da circa due anni essa ha attivato anche un centro di ascolto; ascolto delle persone, dei loro problemi, delle sofferenze, creando uno spazio di accoglienza e di individuazione dei possibili interventi di carità, come ad esempio pagamento di utenze, piccoli lavori remunerati in parrocchia ecc. In tutto ciò la Caritas è in costante confronto e collaborazione con i servizi sociali del Comune di Goito.
   Inoltre come gruppo ci troviamo circa ogni mese e mezzo per un momento di catechesi sulla carità con don Alessandro e di condivisione tra noi.
I viveri che sono distribuiti vengono in parte dall'aiuto generoso delle nostre comunità parrocchiali, in parte dal magazzino diocesano della Caritas, che fornisce anche prodotti provenienti da gratuiti contributi dello stato.
   I volontari che offrono un po' del loro tempo sono 4 al centro di ascolto e 7 al magazzino e distribuzione viveri e auspichiamo che qualche giovane possa inserirsi in questa esperienza.
   Fare volontariato per me significa avere un' occasione. Io sono al centro d'ascolto. Prima di tutto è avere la possibilità di concedermi un tempo e uno spazio fuori dalla solita routine. E' avere momenti per conoscermi e per incontrare l'altro.
Fare volontariato in Caritas mi ha portato un arricchimento personale: ho imparato a prestare maggiore attenzione agli altri e ad avere cura delle persone. Ho ricevuto e continuo a ricevere qualcosa di prezioso e invisibile: intravedere negli altri e in me stessa piccoli miglioramenti, piccoli passi di cammino.
Ho compreso cosa significa impegnarsi per provare a fare bene il "Bene," qualcosa che porto con me, nel cuore, tutti i giorni.
Il libro del Siracide dice: "Tendi la mano al povero".
   Chiediamo al Signore la grazia di svolgere bene il nostro servizio.
Ringraziamo le nostre comunità per la loro generosità, presente e futura.
Grazie!

Silvana

                 Caritas 1               Caritas 2   



                                                                             Caritas 3

Patto di corresponsabilità

er le famiglie dei ragazzi e degli adolescenti che partecipano all'attività formativa della parrocchia.

Anche noi, siamo soggetti ad applicare le norme anticovid-19 in vigore nel nostro paese.
Per cui è necessario che ogni famiglia scarichi e compili il modulo per la firma del Patto di Corresponsabilità e lo consegni in Oratorio al primo incontro di catechismo. L'atro documento contenente il Disciplinare Informativo lo tiene ogni famiglia a sua disposizione.

Grazie per la collaborazione

don Marco Mani


patto corresponsabilità
documento da firmare e consegnare
Modulo Iscrizione  catechismo - Goito
Modulo Iscrizione catechismo - Cerlongo
Tesseramento ANSPI

Il saluto a sr. Felicita 20 settembre 2020

Sr Felicita 1                                                                                           Sr Felicita 2             


          Sr Felicita 3       Sr Felicita 4       Sr Felicita 5        



                                           Sr Felicita 6                                     Sr Felicita 7


Consiglio Pastorale

Il Consigli Pastorale di Unità è un servizio importante attraverso il quale i laici collaborano col parroco nella vita pastorale delle parrocchia.
Oltre ai componenti scelti dall'assemblea ne fanno parte i sacerdoti, il diacono, le suore e i rappresentanti dei vari gruppi parrocchiali.
L'esito delle votazioni svoltesi sabato 12 e domenica 13 settembre è il seguente:
     Votazione consiglio pastorale 2020

Lectio divina sull'Assunzione della Beata Vergine Maria

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 15 agosto 2020 – Assunzione della Beata Vergine Maria

Maria, primizia della Chiesa gloriosa

Apocalisse 11, 19a; 12, 1-6a. 10ab
Salmo 44
1 Corinzi 15, 20-26
Luca 1, 39-56

Lettura
L'evangelista s. Luca, dopo il prologo, nel primo capitolo del vangelo narra dapprima l'inizio dell'esistenza di Giovanni Battista e poi l'annuncio a Maria della nascita di Gesù. A coronamento del dittico precedente, troviamo il brano presentato dalla Solennità odierna, che si articola attorno alla figura delle due madri.

Luca 1, 39-56
39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo . Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo .45E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto".
46Allora Maria disse:
"L'anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
49Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome;
50di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
51Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
52ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
53ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
54Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
55come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre".

Commento
Il racconto inizia con una cornice introduttiva che riporta la notizia del viaggio di Maria verso la città di Giuda, del suo ingresso nella casa di Zaccaria e del saluto rivolto alla cugina Elisabetta. Col v.41 si apre la prima parte della pericope che è dominata dall'esperienza e dalle parole di Elisabetta. All'inizio si afferma che "il bambino sussultò nel suo grembo" dopo aver "udito il saluto di Maria". Poi il racconto continua rilevando il dono dello Spirito Santo concesso ad Elisabetta: "fu colmata di Spirito Santo". Infine ella, sotto ispirazione, comincia a parlare profeticamente: benedice Maria per la sua maternità ("Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo"), la manifesta madre del Signore, in virtù dell'esperienza vissuta nell'incontro con lei, proclama "beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto". Col v.46 inizia la seconda parte che vede in scena Maria, la quale canta a Dio il "Magnificat". Questo è un cantico tratto dalla preghiera tradizionale ebraica. Con genere letterario diverso, Maria riprende le parole di Elisabetta pronunciate poco prima, collocandole profondamente nel mistero di Dio suo Salvatore. Maria si fa interprete di tutti i poveri della terra e con riconoscenza canta le grandi opere compiute da Dio, suo Signore e salvatore. Dio manifesta le sue azioni grandi in chi è umile e semplice, donando a loro la sua misericordia. Il Signore è sempre fedele alle sue promesse: "Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre".

L'incontro delle due madri narrato da Luca, le quali a titolo diverso stanno vivendo un particolare rapporto col mistero di Dio, suggerisce alcune importanti indicazioni. Prima di tutto Maria trova nel dialogo con Elisabetta la conferma del progetto in cui il mistero di Dio l'aveva inserita. Poi Maria esercita, nei confronti della cugina, un ministero di mediazione in ordine al dono dello Spirito Santo. Infatti, Elisabetta lo riceve dopo aver udito la voce della madre del Signore. Infine Elisabetta, ricevuto lo Spirito, è da lui guidata e riesce così a percepire il mistero che si sta compiendo nella cugina. In conclusione si può affermare che nell'incontro interpersonale, vissuto nella volontà di Dio e nella comunione ecclesiale, non solo si chiarisce e si comprende la propria vocazione, ma si ha pure il dono sovrabbondante dello Spirito che permette una lucida e penetrante comprensione del mistero di Dio. Il dono dello Spirito è anche anticipazione e garanzia della vita eterna. Il dono dello Spirito rende consapevoli dell'opera di Dio, della sua fedeltà e della sua misericordia, ed orienta verso il Regno eterno, meta definitiva della vita.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Solennità di San Pietro Apostolo

Nostro patrono

Il 29 giugno ricorre la solennità dei santi Pietro e Paolo, due colonne portanti della Chiesa. In quel giorno noi veneriamo ed onoriamo il nostro patrono san Pietro.

Il quadro di Giuseppe Bazzani, pittore mantovano, collocato nell'abside della basilica, raffigura la scena nella quale Cristo Signore consegna le chiavi all'apostolo Pietro. L'episodio è narrato dall'evangelista Matteo al capitolo 16 del vangelo ai versetti 18-19. A Cesarea di Filippo, località che si trova al nord della Galilea, Gesù interroga i suoi sulla sua identità e i discepoli riportano il parere della gente. Poi chiede a loro che si esprimano personalmente e Pietro a nome di tutti dichiara che Gesù è il Cristo (l'unto di Dio, il Messia, l'inviato di Dio). Gesù apprezza le parole di Pietro e afferma che il suo intervento è stato ispirato dal Padre dei cieli. A questo punto Gesù dà a Simone un nome nuovo: Pietro. Lui diventa così la roccia su chi si costruirà la Chiesa (la famiglia di Dio che si raccoglie attorno a Gesù) e attraverso di lui si creeranno le relazioni fraterne della comunità. Per questa ragione a Pietro vengono consegnate le chiavi, che sono simbolo dell'autorità a lui conferita di legare e di sciogliere, di perdonare e di benedire nel nome del Signore.

Per comprendere l'episodio è necessario ricordare anche altri due momenti della vita di Pietro. Il primo quando si colloca nel cortile del Sommo Sacerdote quando Pietro per tre volte dichiara di non conoscere Gesù e di non essere dei suoi discepoli. Qui viene in risalto la debolezza e la fragilità dell'apostolo che di fronte ad una situazione difficile non ha il coraggio di essere fedele al maestro (cfr. Gv 18, 15-27). Il secondo episodio presenta l'incontro di Gesù risorto con Pietro. Dopo una pesca straordinariamente abbondante, perché i discepoli avevano eseguito l'indicazione di Gesù, Pietro riconosce nell'uomo, che li aspettava sulle rive del lago di Galilea, Gesù. Dopo aver mangiato, il maestro interroga per tre volte Pietro e gli chiede di esprimere il suo amore per lui. In questa triplice domanda si può intravedere il recupero del triplice rinnegamento, che può essere colmato soltanto da un amore senza limiti per Gesù (cfr. Gv 21, 15-19). È l'amore per Gesù che rende i discepoli capaci di seguirlo, di essere guide e pastori del gregge del Signore, di essere pietre vive che costruiscono il tempio santo di Dio e lo tengono unito (cfr. 1Pt 2, 4-10).


                                                                           Gesù e san Pietro quadro chiesa       

Lectio divina XIII domenica T.O.

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 28 giugno 2020 – XIII Domenica del Tempo Ordinario

Nell'accoglienza si gioca la missione

2 Re 4, 8-11.14-16a
Salmo 88
Romani 6, 3-4.8-11
Matteo 10, 37-42

Lettura
Continua la lettura del capitolo decimo di san Matteo in cui si raccolgono le istruzioni date da Gesù ai suoi discepoli. Dopo il passo di domenica scorsa, troviamo una serie di sentenze pronunciate da Gesù (10, 34-42). Le prime (vv. 34-36) riguardano l'ostilità familiare incontrata dal discepolo. Le altre (vv. 37-42) toccano il tema della sequela del discepolo, che ha accettato di seguire il maestro.

Matteo 10, 37-42
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
37Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; 38chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. 39Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa".

Commento
Il brano di questa domenica si apre con una affermazione di Gesù sulla sequela, utilizzando l'immagine della relazione familiare e filiale. Nella vita del discepolo è prioritaria la fedeltà a Cristo e tutto dipende da questa scelta di fondo: "chi ama padre o madre più di me non è degno di me". A questa prima indicazione di Gesù è strettamente correlato l'invito a prendere e portare la croce con lui. Non esiste discepolato evangelico autentico senza che vi sia condivisione con la croce del maestro: "chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me". Ciò significa che per essere discepoli occorre lottare e soffrire per essere fedeli al vangelo e nello stesso tempo si è provati a causa delle difficoltà che il regno incontra nell'impatto col mondo. Seguono due sentenze imperniate sull'antitesi trovare e perdere la vita: "chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà". Chi cerca di possedere la vita, diventando lui il protagonista assoluto attraverso prospettive e scelte egoistiche, l'annulla e la rende inutile. Il discepolo invece, che è invitato a donare la vita gratuitamente agli altri, percorrendo le infinite strade indicate dall'amore, sull'esempio di Cristo Signore, dà ad essa senso e non la spreca inutilmente. Le ultime sentenze sono accomunate dal verbo accogliere, che sottolinea la prospettiva missionaria a cui è chiamato il discepolo. Tutta l'evangelizzazione si gioca nella dinamica dell'accoglienza di Dio e delle persone. Se da un alto i discepoli sono uguali al Figlio, perché hanno accettato di seguirlo, e chi accoglie loro accoglie il Figlio ed il Padre che lo ha mandato, dall'altro gli inviati, consapevoli della loro identità acquisita e della missione ricevuta, devono usare tutte le strategie per essere accolti e per accogliere. L'evangelizzazione non è uno sportello pubblico a disposizione di chi ne ha bisogno, ma un dono indispensabile da offrire alle persone, partendo dai bisogni concreti di tutti ai quali i discepoli cercano di venire incontro con vero amore disinteressato. Chi accoglie i discepoli, che sono i bambini del regno ed i piccoli delle beatitudini, i quali si sforzano di modellare la loro vita sugli insegnamenti del Signore, riceve ricompensa sicura, cioè partecipa direttamente e subito alla comunione ecclesiale e alla vita trinitaria col Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

In conclusione, le coordinate che orientano l'esistenza del discepolo sono la fede radicale in Dio, il Padre, e la solidarietà irreversibile di destino con il Cristo crocefisso. Da questa relazione vitale deriva l'identità del discepolo e l'impegno incondizionato per l'annuncio del vangelo. Questo è da portare a tutti, offrendolo come dono che sgorga da amore solidale.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare,per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Se abbiamo la possibilità, prendiamo foglio e matita e scriviamo le nostre riflessioni. In questo modo si fissano meglio nel nostro cuore e avremo modo di rileggerle nella settimana.


Le Lectio delle domeniche precedenti vengono salvate nella sezione Calendario – Archivio.

Rosario nel mese di maggio

Rosario
   
    E' possibile recitare il rosario in comunione di preghiera ogni giorno sul canale YouTube Unità Pastorale Mincio.

Scatti della Santa Pasqua

Tutte e quattro le comunità erano rappresentate.
In tutti i cuori è risuonato il grande annuncio: Gesù Cristo, nostra speranza, è Risorto!

    
          Pasqua 1                   Pasqua 2               Pasqua 3   

                             Pasqua 4                       Pasqua 5                       Pasqua 6  


Scatti della settimana Santa: Veglia Pasquale

Illuminati dalla nuova luce, guidati dalla Parola di salvezza, rigenerati dall'acqua e dallo spirito, edificati dal Corpo e Sangue di Cristo, siamo risorti con Lui alla Vita nuova!


                 Sabato 1                   Sabato 2              Sabato 3    


                              Sabato 4                    Sabato 5                   Sabato 6

Scatti della settimana Santa: Venerdì

Il grande giorno della Croce: su di essa il Signore Gesù ha compiuto la salvezza del mondo.
Svelata la croce, il mistero nascosto da secoli in Dio lo abbiamo contemplato con i nostri occhi.


                                                                                               Venerdi 1   


                         Venerdi 2                         Venerdi 3                        Venerdi 4

Scatti della settimana Santa: Giovedì

Un Corpo dato per noi. Il Sangue versato per la nuova ed eterna Alleanza.
Nel celebrare l'ultima sua cena abbiamo portato all'altare le difficoltà, le attese, le speranze di ogni uomo.


                            Alessandro 1              Alessandro 2                     

                     Alessandro 3                                Alessandro 4


                                                                     

Scatti della settimana Santa: Domenica delle Palme

 
Abbiamo commemorato l'ingresso di Gesù in Gerusalemme, la sua passione e morte in croce.
Al termine, sulla piazza antistante la basilica, viene impartita la benedizione Eucaristica alle quattro parrocchie dell'Unità pastorale.


                                                         Palme 1                              Palme 2


                             Palme 3                    Palme 4    


                                                              Palme 5                                        Palme 6      



Messaggio Pasquale 2020

   Raggiungo tutti, anche in questa festa di Pasqua, con un messaggio radicato nelle letture di questa festa che tutti celebriamo. Le due riflessioni, condivise anche con la diffusione delle celebrazioni pasquali, proposte nella notte di Pasqua e nella S. Messa del giorno di Pasqua, siano per tutti messaggio di speranza e progetto per camminare insieme nei prossimi tempi. Buona Pasqua a tutti anche a nome di don Alessandro, don Jonathan, don Fausto, il diacono Claudio e le nostre carissime suore.
   Le celebrazioni e le riflessioni si possono riascoltare sul canale Youtube Unità pastorale Mincio.

                                                               OMELIA VEGLIA PASQUALE – Goito 11.04.2020

   Celebriamo questa sera la risurrezione di Gesù. È una celebrazione che mai avremmo immaginato di viverla in questo modo.
   Gesù è risorto nella notte, ed anche noi siamo in qualche mondo nella notte della paura, causata dalla pandemia, nella notte della chiusura di tutte le attività, nella notte delle relazioni bloccate.
   Questa notte buia e paurosa viene squarciata dalla luce del Risorto.
   La Chiesa sa quanto spesso ci sentiamo distanti, distratti e confusi di fronte al mistero della risurrezione del Signore. Per questo ci prepara con la Quaresima, che quest'anno abbiamo vissuto in un modo particolarissimo, privati dalla comunione tra di noi nelle assemblee liturgiche e della Comunione Eucaristica. Nella Veglia di questa notte con la benedizione del fuoco, col rito della luce, col canto dell'annuncio pasquale e con le letture proclamate, ci è stato ricordato la lunga strada che Dio dalla creazione, attraverso tutti gli eventi della storia della salvezza, ha percorso col suo popolo per realizzare il disegno di fare di tutti una cosa sola in Cristo risorto. Tutte le letture si riferiscono all'evento unico e centrale della risurrezione di Cisto. Era notte fonda nel sepolcro di Cristo, ma Dio Padre vegliava e dall'oscurità si accende improvvisamente la luce; brilla nel mondo la stella del mattino, più radiosa e più splendente del sole: Cristo Signore.
   Anche attorno a noi c'è tanto buio, c'è la notte della pandemia, della violenza, dell'egoismo, della crisi economica, ma in questa Veglia la notte viene sconfitta dalla luce del Risorto ed è data ad ogni creatura la possibilità di essere inondata di luce. Questa luce è per noi fonte di gioia ed è dentro di noi fin dal giorno del nostro battesimo, come ci ha ricordato s. Paolo scrivendo ai cristiani di Roma. La nostra celebrazione che ci unisce, anche se siamo a casa nostra, vuole farci sperimentare la gioia vissuta dai primi discepoli per l'evento della risurrezione, la gioia dei cristiani vissuta di generazione in generazione, la gioia dei santi e dei martiri, la gioia che sgorga dalla creazione nuova scaturita dal Risorto, per condividerla reciprocamente e augurarla a ogni uomo e donna della terra.
   Nel vangelo di Matteo ascoltato (28,1-10) l'annuncio pasquale si apre con una manifestazione grandiosa: terremoto, un angelo che scende dal cielo e la pietra che chiudeva il sepolcro che rotola via da sola. Un segno grandioso lo vorremmo anche noi oggi, la liberazione dalla pandemia e questo segno lo chiediamo giustamente con insistenza. Ma prima di tutto anche a noi questa sera è detto: "non abbiate paura, voi" che amate Gesù. Non lo vediamo, non lo tocchiamo, non lo sentiamo con i nostri sensi, ma lui è con noi. "È risorto come aveva detto" e se lo volete incontrare andate in Galilea, cioè ritornate a vivere quelle esperienze cristiane che hanno segnato la vostra vita religiosa di un tempo, che forse oggi sono un po' affievolite o coperte di polvere. Ritornate in Galilea cioè ricominciate a fidarvi del Risorto e meno delle nostre capacità e delle nostre possibilità di ogni genere. Ritornate in Galilea cioè mettete la vita nuova del vangelo in ogni momento della vostra vita familiare, ora che dobbiamo stare in casa. Se faremo così sperimenteremo la grande gioia che il Risorto comunica anche oggi ai suoi amici, e inevitabilmente saremo portati a raccontare e a donare a tutti la gioia della vita nuova anche se limitati dalla pandemia.
   Signore Gesù, che ci dai la possibilità di rivivere la tua Pasqua aiutaci a tornare in Galilea per vivere con entusiasmo e gioia l'esperienza di discepoli. Aiutaci a non lasciarci schiacciare dal buio. Aiutaci a fidarci di te per fare Pasqua, cioè passare dal buio alla luce, dalla paura alla speranza, dalla fede incerta ad una fiducia cieca in te. Amen!


                                                           OMELIA GIORNO DI PASQUA – Goito 12.04.2020

   Un saluto particolare a tutti voi che siete collegati con noi e che seguite le nostre celebrazioni.
   Il vangelo di Giovanni proclamato poco fa dal diacono ha presentato dei personaggi che corrono per vedere di trovare il Signore. Sono persone che sono alla ricerca di segni del Risorto.
   Maria va con sollecitudine al sepolcro mentre è ancora buio e trova la pietra rovesciata e non riesce a credere a ciò che vede, non sa darsi una spiegazione, perciò corre subito a chiamare Pietro, con lui anche il discepolo amato da Gesù vanno insieme al sepolcro.
   Vediamo in questi personaggi l'ansia della Chiesa che cerca i segni del Risorto. Quando siamo in una situazione difficile, di disagio, di sofferenza e non siamo più in grado di vederlo, si va alla ricerca di segni. La vicenda descrive molto bene la nostra situazione attuale. Non riusciamo più a vedere il Risorto, il sepolcro è vuoto e non sappiamo dove sia finito.
   I due apostoli entrano nel sepolcro e vedono in uno straordinario ordine i teli che avevano avvolto il Signore: il sudario e le altre bende. Vedono e credono nella risurrezione, perché c'erano le prove che non era stato rubato il corpo di Gesù. Così è stata vissuta la ricerca dei segni del Risorto nella prima comunità cristiana.
   Anche noi oggi andiamo alla ricerca dei segni del Risorto, come Maria che era guidata dall'affetto per il maestro, come l'apostolo amato che intuitivamente comprese subito quanto era avvenuto, come Pietro lento e riflessivo. Tutti cercavano i segni della presenza del Signore risorto e tutti volevano avere ancora il Signore con loro. Qui viene in risalto un primo segno della presenza del Risorto tra noi: aiutarci a ricercare il Signore e a camminare insieme, sostenendoci gli uni gli altri. In questi mesi credo che questo sostegno sia stato per tutti noi, con tutti i mezzi possibili, una vera presenza del Signore risorto. I messaggi, le registrazioni, le immagini che abbiamo condiviso tra noi, sono la comunicazione di ciò che il Risorto suggerisce a noi e che ci aiutano a ricostruire l'orientamento dell'esistenza cristiana in questo periodo che i segni della presenza del Signore sembrano scomparsi a causa della malattia, delle morti di familiari, della solitudine forzata. Aiutarci a credere è fondamentale oggi e sempre.
   Il comportamento di Maddalena ci insegna che nei momenti di difficoltà, quando sembrano mancare i segni del risorto, non bisogna rimanere inerti, ma nel rispetto delle regole, è necessario comunicare con gli altri, perché Dio è presente e ci parla attraverso le nostre sorelle ed i nostri fratelli. Quanto è importante in questo periodo comunicarci la fede, sostenerci a vicenda, tenerci per mano, anche se non possiamo incontrarci.
   L'altro discepolo, quello che Gesù amava, fece fatica a credere perché dice il testo: "non avevano ancora compreso la Scritture", cioè che Gesù doveva risuscitare dai morti. La funzione della Scrittura è fondamentale per riconoscere i segni del Risorto. Essa stessa è segno della sua presenza ed apre cuore e mente per riconoscere il Risorto e per accoglierlo. Se il discepolo avesse conosciute le Scritture avrebbe subito compreso. Ma mancandogli questo riferimento fondamentale ha avuto bisogno di vedere e toccare da vicino. Quando non riusciamo più a riconoscere la presenza di Dio nella nostra vita spesso travagliata, la Scrittura ci aiuta a vedere in tanti piccoli eventi, che spesso ci sfuggono, la presenza reale del Risorto. L'evangelista vuole sottolineare il valore della lettura assidua e della comprensione della Scrittura per illuminare la nostra vita, per sperimentare la gloria del Risorto e per vivere il nostro essere chiesa.
   O Signore Gesù risorto da morte e uscito per sempre dal sepolcro e dalla morte, libera anche noi dall'oscurità che ci fa paura. Aiutaci a sostenerci gli uni gli altri in questo cammino, perché da soli non ci riusciamo e rendici appassionati delle Scritture Sante, segno della tua presenza tra noi, conforto nelle prove della vita e luce per il nostro cammino. Le Scritture se amate, lette e messe in pratica nella vita ci fanno sperimentare la consolazione che ci dona il Signore Gesù Cristo Risorto e che continua ad essere presente in mezzo a noi. Amen

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