Nostro patronoIl 29 giugno ricorre la solennità dei santi Pietro e Paolo, due colonne portanti della Chiesa. In quel giorno noi veneriamo ed onoriamo il nostro patrono san Pietro.
Il quadro di Giuseppe Bazzani, pittore mantovano, collocato nell'abside della basilica, raffigura la scena nella quale Cristo Signore consegna le chiavi all'apostolo Pietro. L'episodio è narrato dall'evangelista Matteo al capitolo 16 del vangelo ai versetti 18-19. A Cesarea di Filippo, località che si trova al nord della Galilea, Gesù interroga i suoi sulla sua identità e i discepoli riportano il parere della gente. Poi chiede a loro che si esprimano personalmente e Pietro a nome di tutti dichiara che Gesù è il Cristo (l'unto di Dio, il Messia, l'inviato di Dio). Gesù apprezza le parole di Pietro e afferma che il suo intervento è stato ispirato dal Padre dei cieli. A questo punto Gesù dà a Simone un nome nuovo: Pietro. Lui diventa così la roccia su chi si costruirà la Chiesa (la famiglia di Dio che si raccoglie attorno a Gesù) e attraverso di lui si creeranno le relazioni fraterne della comunità. Per questa ragione a Pietro vengono consegnate le chiavi, che sono simbolo dell'autorità a lui conferita di legare e di sciogliere, di perdonare e di benedire nel nome del Signore.
Per comprendere l'episodio è necessario ricordare anche altri due momenti della vita di Pietro. Il primo quando si colloca nel cortile del Sommo Sacerdote quando Pietro per tre volte dichiara di non conoscere Gesù e di non essere dei suoi discepoli. Qui viene in risalto la debolezza e la fragilità dell'apostolo che di fronte ad una situazione difficile non ha il coraggio di essere fedele al maestro (cfr. Gv 18, 15-27). Il secondo episodio presenta l'incontro di Gesù risorto con Pietro. Dopo una pesca straordinariamente abbondante, perché i discepoli avevano eseguito l'indicazione di Gesù, Pietro riconosce nell'uomo, che li aspettava sulle rive del lago di Galilea, Gesù. Dopo aver mangiato, il maestro interroga per tre volte Pietro e gli chiede di esprimere il suo amore per lui. In questa triplice domanda si può intravedere il recupero del triplice rinnegamento, che può essere colmato soltanto da un amore senza limiti per Gesù (cfr. Gv 21, 15-19). È l'amore per Gesù che rende i discepoli capaci di seguirlo, di essere guide e pastori del gregge del Signore, di essere pietre vive che costruiscono il tempio santo di Dio e lo tengono unito (cfr. 1Pt 2, 4-10).