Consiglio Pastorale Parrocchiale Unitario12 maggio 2022Presenti: Don Enrico Castiglioni, don Jonathan Guicciardi, Claudio Balasina, Suor Atanasia, Suor Annamaria, Suor Irene, Greggio Stefano, Malgarini Daniela, Sai Elena, Milani Matteo, Viesi Roberta, Maddalena Annamaria, Berta Emanuela, Varini Alberto, Dalla Ba Silvana, Geminiani Arianna, Castrovillari Rosario, Sartori Vittorio.
Assenti giustificati: Consadori Giuseppe, Cerini Luciano,Villagrossi Martina, Suor Cècile, Tosi Simone.
Moderatore della serata: Milani Matteo
Presiede il priore-parroco Don Marco Mani.
Alle ore 20:30 di giovedì 12 maggio nel teatro dell'oratorio di Goito si riunisce il Consiglio Pastorale Parrocchiale per discutere i seguenti punti all'Ordine del Giorno:
1- introduzione con preghiera;
2- approvazione del verbale della seduta precedente;
3- formazione degli adulti: partecipanti, progetto, formatori e date;
4- visita pastorale: inizio della preparazione dell'evento;
5- conoscenza di attività di ogni parrocchia;
6- eventi estivi;
7- varie ed eventuali.
1- Introduzione con preghiera
Don Marco introduce la seduta del Consiglio Pastorale con il canto Vieni, Santo Spirito di Dio e con la lettura e il commento di una pagina del Vangelo secondo Giovanni.
2- Approvazione del verbale della seduta precedente
Viene approvato all'unanimità il verbale della seduta precedente pubblicato sul sito.
3- Formazione degli adulti: partecipanti, progetto, formatori e date
Don Marco elenca i nomi delle persone che si sono liberamente offerte di partecipare al corso di formazione degli adulti (Gabriella Balasina, Gabriella Savioli, Nadia Piadena, Massimo Mazzoni, Giuseppe Consadori, Vittorio Veneri, Emanuela Berta, Ornella Vighi, Luca Comencini, Suor Irene) e ricorda che il percorso sarà formato da cinque incontri che si terranno il venerdì a partire dal 20 maggio dalle 20.30 alle 22.30 presso l'oratorio di Goito. I formatori saranno lo stesso don Marco e gli operatori dell'ufficio catechistico.
Il primo incontro verterà sulla modalità in cui ci si relaziona con gli adulti, attingendo da materiale disponibile sul sito della Diocesi, e introdurrà il metodo del focus group;
il 27 maggio i partecipanti prenderanno parte a tre laboratori;
il 10 giugno si ragionerà sui risultati emersi nei focus group e sulle prospettive future;
il 17 giugno si terrà un work cafè: in un'atmosfera informale i partecipanti avranno un dialogo dinamico e aperto intorno a un tavolo e scriveranno le proprie idee su una tovaglia di carta;
il 24 giugno ci sarà un lavoro di sintesi e si rifletterà sugli atteggiamenti fondamentali per operare con gli adulti.
4- Visita pastorale: inizio della preparazione dell'evento
Don Marco comunica di aver ricevuto dall'Ufficio Pastorale la richiesta di posticipare la visita pastorale (prevista per metà novembre) all'inizio di dicembre.
Emanuela ricorda che S.E. il Vescovo chiede che in ogni parrocchia ci siano équipe di comunione: si tratta di gruppi ministeriali di persone, già attive in ambiti diversi, da individuare attraverso un'assemblea parrocchiale sulla base della disponibilità dei membri.
Don Marco informa che il 4 giugno a Mantova si terrà un incontro per conoscersi e ricevere le prime indicazioni per confrontarsi sui vari aspetti della propria parrocchia; seguiranno la cena in seminario e la Veglia di Pentecoste in Duomo. La Diocesi si occuperà di coordinare i vari gruppi.
Alcuni membri del Consiglio sollevano la questione dello scarso preavviso con cui convocare l'assemblea, ma don Marco ricorda che l'assemblea è necessaria per invitare tutti coloro che già lavorano in Parrocchia e informarli del progetto. Sarà l'occasione per parlare della visita pastorale e del gruppo che farà da coordinatore delle relazioni tra il Vescovo e la comunità. Suor Annamaria invece vorrebbe che l'assemblea fosse aperta a tutti.
Don Marco sottolinea quanto sia fondamentale che ogni battezzato abbia il proprio ruolo e compito nella comunità ed esorta ad avere attenzione per tutte le realtà sul territorio.
Emanuela e Matteo invitano a circoscrivere gli ambiti della Parrocchia e individuare le categorie coinvolte (liturgia, carità, catechesi, volontariato). Don Marco chiede aiuto a chi possa organizzare questa assemblea, preferibilmente entro il 4 giugno.
Emanuela ritiene opportuno nel frattempo informare il Vescovo che non siamo ancora pronti ma che ci lavoreremo.
Il Consiglio discute sulle modalità con cui convocare l'assemblea e si propone che un piccolo gruppo per ogni Parrocchia decida come tenere le rispettive assemblee. Don Marco propone che tutto il Consiglio si riunisca per prepararla, ma secondo Annamaria saranno necessari almeno due o tre passaggi per lavorare in gruppo e giungere a una sintesi.
Matteo suggerisce di individuare all'interno del Consiglio le persone che si incontrino per stabilire cosa affrontare nell'assemblea: si rendono disponibili Silvana e/o Giuseppe per Vasto, Annamaria per Cerlongo, Vittorio per Solarolo e Daniela per Goito.
Don Marco propone l'incontro per giovedì 19 maggio alle ore 21:00 in Oratorio a Goito. Le idee emerse in quella occasione circoleranno nella chat di gruppo per discuterle e confrontarsi.
5- Conoscenza di attività di ogni parrocchia
Don Marco invita un rappresentante di ogni parrocchia a rendere note le attività ivi svolte.
Silvana per Vasto prende la parola elencandole come segue:
gruppo addetto alla pulizia, al decoro degli ambienti parrocchiali e alla organizzazione delle celebrazioni liturgiche; gruppo per contatto con persone impossibilitate a partecipare alle funzioni liturgiche; catechesi degli adulti; CPAE per la gestione delle entrate e delle uscite; gruppo Caritas; attività di volontariato che favoriscono momenti di partecipazione e aggregazione tra parrocchiani e la raccolta di fondi destinati ad attività caritatevoli e di manutenzione degli ambienti; ministri dell'Eucarestia.
Silvana sottolinea inoltre che una caratteristica della propria parrocchia è quella di offrire il caffè in canonica a chiunque raggiunga Vasto per la S. Messa domenicale. Si tratta di un momento importante per curare l'amicizia e le relazioni personali, soprattutto con gli anziani, e dimostrarsi disponibili nei confronti degli altri, consapevoli che il Vangelo passa anche attraverso questi gesti.
Arianna per Solarolo menziona la collaborazione con l'Acli per le attività dell'Oratorio, il gruppo dei Ministranti, la festa di Santa Margherita, gli spettacoli di Natale e gli sforzi per riportare a Solarolo il Grest estivo.
Emanuela per Cerlongo nomina la bocciofila, che organizza eventi sportivi in estate quali pallavolo, calcio saponato, cene e gestione del piccolo bar serale, i gruppi catechistici, il Grest estivo molto partecipato, il gruppo adolescenti, il gruppo famiglie con attività e laboratori creativi per bambini che valorizzano l'oratorio. Sottolinea che la domenica sono previste due coppie di famiglie disponibili a riaprire e sorvegliare l'oratorio, che è al contempo sede in cui alcuni cittadini di Cerlongo possono presentare i propri libri e diffondere cultura. Ricorda inoltre l'associazione delle giovani mamme che si occupa di iniziative di carità per supportare situazioni problematiche, le feste di ringraziamento, la festa del burièl, la fiaccolata di Natale con i bambini, il Coro del Caldone e le attività del doposcuola, frequentato anche da bambini stranieri disposti a condividere le preghiere della propria religione.
Daniela per Goito elenca la lectio divina settimanale sul Vangelo della domenica, l'Adorazione Eucaristica una volta al mese e ogni sabato dalle 8:00 alle 17:30, il Sacramento della Riconciliazione ogni sabato pomeriggio, gli incontri con i gruppi delle famiglie, le feste di S. Lucia del patrono S. Pietro, di S. Antonio Abate, le S. Messe per S. Rita e S. Lorenzo, il coro parrocchiale, il gruppo Caritas, il gruppo dei ministranti e dei catechisti, l'organizzazione di pranzi benefici, le gite organizzate, i viaggi di gruppo e lo spettacolo con i bambini del catechismo. Nella nuova normalità raggiunta, auspica che riprendano anche gli incontri con lo psicologo per gli adolescenti. Matteo ricorda infine il Grest estivo e il gruppo degli studenti universitari.
6- Eventi estivi
Don Jonathan comunica le date del Grest che si terrà a Goito nelle ultime due settimane di giugno, a Cerlongo le prime due di luglio e a Solarolo in agosto.
Informa che domenica 8 maggio nel pomeriggio è iniziato il corso per animatori e che le iscrizioni per i campi scuola dei preadolescenti sono state aperte e velocemente chiuse visto l'alto numero di adesioni. Per gli adolescenti dalla terza Superiore in poi è previsto un servizio presso la Comunità Papa Giovanni XXIII di Rimini, per i giovani dieci giorni in Francia.
7- Varie ed eventuali
Don Marco rende note le date delle SS. Messe nelle frazioni (il 22 maggio a Maglio e il 10 agosto a San Lorenzo) e comunica che il 31 maggio alle ore 20:30 si terrà a Goito la S. Messa di chiusura del mese mariano con processione nelle vie del paese.
Don Jonathan invita a riflettere e rivedere l'orario delle SS. Messe prefestive e festive nei mesi di luglio e agosto: lo slittamento dell'orario dalle 18:00 alle 19:00 è dovuto alle temperature di questi mesi e ha come obiettivo quello di favorire una maggiore partecipazione dei fedeli. Il Consiglio approva all'unanimità.
Il prossimo Consiglio è fissato per settembre.
Si conclude l'incontro recitando l' Ave Maria, preghiera rivolta alla Regina della Pace.
Terminati gli argomenti, la seduta è tolta alle ore 22:15.
Consiglio Pastorale Parrocchiale Unitario "Madonna della Salute"25 febbraio 2022Presenti: Don Enrico Castiglioni, Claudio Balasina, Suor Annamaria, Suor Cècile, Suor Irene, Greggio Stefano, Malgarini Daniela, Sai Elena, Tosi Simone, Viesi Roberta, Berta Emanuela, Varini Alberto, Consadori Giuseppe, Dalla Ba Silvana, Castrovillari Rosario, Villagrossi Martina, Saroti Vittorio.
Assenti giustificati: Suor Atanasia, don Jonathan Guicciardi, Milani Matteo, Geminiani Arianna, Maddalena Annamaria, Cerini Luciano.
Moderatrice della serata: Daniela Malgarini
Presiede il priore-parroco Don Marco Mani.
Alle ore 20:30 di venerdì 25 febbraio nel teatro dell'oratorio di Goito si riunisce il Consiglio Pastorale Parrocchiale per discutere i seguenti punti all'Ordine del Giorno:
1- Introduzione con preghiera
2- approvazione del verbale della seduta precedente
3- presentazione del progetto di formazione degli adulti e testimonianza
4- varie ed eventuali
Don Marco introduce la seduta del Consiglio Pastorale con la preghiera per la pace tra Russia e Ucraina.
Viene approvato all'unanimità il verbale della seduta precedente pubblicato sul sito.
Don Marco prende la parola e sottolinea come l'obiettivo della catechesi degli adulti sia quello di uscire dalla cerchia della sagrestia e incontrare le persone che non partecipano alla vita della comunità e alla S. Messa. Per questo propone una seconda evangelizzazione che vada oltre la prima evangelizzazione dell'iniziazione cristiana affinché anche queste persone incontrino nuovamente il Vangelo e seguano Gesù Cristo. È necessario però ricordare cosa significhi essere adulti: persone che hanno una vita propria con responsabilità in famiglia, nella società, nella professione. Il cammino dovrebbe vederli come protagonisti, non solo come fruitori o ricettori di insegnamenti provenienti da altri.
Don Marco ricorda che nei corsi in preparazione al matrimonio o al battesimo i partecipanti aderiscono positivamente, ma piano piano la vita soffoca e assorbe queste persone. Situazioni dolorose come problemi di salute, lutti, separazioni potrebbero essere occasioni per annunciare il Vangelo, ma noi adulti evangelizzatori purtroppo non sappiamo camminare con coloro che soffrono: l'atteggiamento da adottare non è istruire ma camminare con loro, ascoltare ciò che hanno da dire e condividere le esperienze che stanno vivendo. È fondamentale riscoprire il Vangelo non con loro ma per loro e creare un contesto umano e relazionale perché una persona si senta a proprio agio.
Il percorso di formazione per adulti è un progetto articolato in sette incontri ed è già condotto in otto parrocchie della Diocesi.
Nella prima fase si vive l'esperienza in gruppi - focus group - con un animatore dell'ascolto esterno e una lettura ragionata delle sintesi emerse nei gruppi.
Nella seconda fase si fa esperienza a turno di animatore del gruppo e ci si autoeduca a condurre un gruppo.
Don Marco introduce il video della testimonianza di Maurizio e Annamaria, due coniugi che vivono tale esperienza nella parrocchia di San Giorgio. Avendo sperimentato che l'annuncio ai ragazzi è sterile se non ci sono intorno adulti con un percorso di fede alle spalle, hanno pensato a un percorso per coinvolgere e coinvolgersi in parrocchia e nella società per arrivare al cuore delle persone e innestarsi in esso.
La coppia di San Giorgio ritiene che il senso di una seconda evangelizzazione non sia cercare teorie, ma trovare ciò che aiuta nelle scelte della giornata: annunciare la Parola è ascoltare le persone rispetto a valori, relazioni e bisogni della vita quotidiana. Il focus group è mettersi alla scoperta dell'altro e di sé stessi, una scoperta reciproca affinché si formi una relazione di gruppo che stimoli una condivisione emozionale e affettiva. La formazione è fondamentale per essere in grado di ascoltare le persone.
Il nostro compito come cristiani è mettersi in gioco, porsi al servizio dell'altro con il desiderio di instaurare un dialogo con esso.
Nella propria parrocchia Maurizio e Annamaria hanno cominciato a chiamare le persone non proponendo una lectio divina o un ascolto della Parola, ma con una provocazione hanno suscitato in loro la consapevolezza che le esperienze di vita quotidiana trovano una risposta nella Parola e si ritrovano dentro un disegno d Dio che non avevano percepito. Noi siamo perciò solo strumenti e per questo dobbiamo formarci.
Al termine della testimonianza, Emanuela afferma che si debba lavorare negli spazi in cui siamo già attivi, ma sottolinea che dovremmo riuscire a frequentare questo corso anche se è importante che non siano sempre le stesse persone.
Don Enrico aggiunge che i gruppi debbano essere formati da adulti di varie estrazioni.
Alberto invece si dichiara non convinto dalla testimonianza che non fa molto riferimento al Vangelo, ma sa molto di relativismo etico.
Giuseppe trova il progetto condivisibile da tutti e, appoggiato da Daniela, aggiunge che sarebbe opportuno attivare il corso per i presenti e altre perone che frequentano la parrocchia.
Rosario pensa che ascoltare aiuti per la propria vita spirituale. Dobbiamo perciò essere esperti di umanità.
Don Marco comunica che il cammino sinodale prevede gruppi di animazione in cui alcuni faranno da moderatori e facilitatori. Propone che entro Pasqua siano individuati gli utenti e che dopo Pasqua si inizi la formazione prevista dal corso e invita a fargli presente chi ha intenzione di partecipare.
Silvana definisce il corso interessante, ma le esigenze di casa non le permettono di partecipare.
Alberto chiede quali siano le iniziative estive per i ragazzi e sottolinea la necessità di attività per adulti che siano spirituali, di preghiera, sportive, culturali, musicali.
Don Marco propone di trattare le esperienze estive e ulteriori iniziative durante il prossimo CPPU previsto per venerdì 29 aprile.
Si conclude l'incontro recitando l' Ave Maria, Regina della Pace.
Terminati gli argomenti, la seduta è tolta alle 22:15.
Consiglio Pastorale Parrocchiale Unitario "Madonna della Salute"
Mercoledì 24 novembre 2021Presenti: DON JONATHAN GUICCIARDI, DON ENRICO CASTIGLIONI, CLAUDIO BALASINA, SUOR ATANASIA, SUOR ANNAMARIA, SUOR CÈCILE, SUOR IRENE, STEFANO GREGGIO, DANIELA MALGARINI, ELENA SAI, SIMONE TOSI, ROBERTA VIESI, EMANUELA BERTA, ARIANNA GEMINIANI, GIUSEPPE CONSADORI, MATTEO MILANI, ALBERTO VARINI, SILVANA DALLA BA.
Presiede il Parroco DON MARCO MANI.
Nella serata di mercoledì 24 novembre nel teatro dell'oratorio di Goito, si riunisce il Consiglio Pastorale Parrocchiale. La seduta è aperta alle ore 20:30 con il seguente O.d.G.:
1. preghiera iniziale;
2. approvazione verbale del Consiglio precedente;
3. presentazione da parte delle catechiste dell'itinerario catechistico;
4. aggiornamento sulla giornata del 4 settembre;
5. varie ed eventuali.
Prende la parola don Jonathan, che introduce il canto "Riuniti nel tuo nome". Dopo la lettura del brano "Alzati gli occhi, vide" tratto dal Vangelo di Luca, don Jonathan commenta come i membri del CPPU debbano affinare i propri occhi per comprendere il regno che avanza e cogliere l'umanità più bella e più vera, riscoprendo la bellezza della relazione umana.
Si approva il verbale precedente.
Successivamente Manuela si fa portavoce di Annamaria, assente giustificata, e riporta che a Cerlongo l'itinerario catechistico è stato accolto in maniera positiva per quanto riguarda la nuova modalità di programmazione del lavoro. Le catechiste dell'iniziazione cristiana si sentono tranquille partendo dal Vangelo e allo stesso tempo libere di impostare il proprio lavoro. Per gli adolescenti, invece, la catechesi si rivela più efficace quando all'interno del gruppo interviene un giovane che appoggi le catechiste. Per questo motivo si stanno reclutando giovani anche per gli altri gruppi oltre alla Quinta, alla Prima e Seconda media.
Per quanto riguarda Goito, Suor Annamaria comunica che animatori e i catechisti sono entusiasti e che i ragazzi delle medie stanno partecipando attivamente, nonostante gli impegni scolastici. Contribuiscono a creare un buon clima di unione anche le attività del sabato sera, che prevedono la S. Messa alle ore 18, una cena insieme e la conclusione con discussione e giochi di una tappa intrapresa. Nonostante ciò, don Jonathan sottolinea che a volte è difficile trovare armonia tra ragazzi e catechisti a causa della distanza generazionale.
Per Solarolo, Arianna comunica che il catechismo per gli adolescenti è iniziato da poco, mentre l'iniziazione cristiana prosegue con successo. Alberto a questo proposito avanza la richiesta di un catechismo che si svincoli dal Vangelo della domenica e si basi sulla presentazione di contenuti di fede di base. Propone inoltre un sussidio per evitare che i catechisti improvvisino e sottolinea la necessità di una base etica e culturale comune. Don Marco ribatte che dal punto di vista pedagogico e biblico verrebbe a mancare omogeneità tra la celebrazione e il percorso formativo che i bambini stanno vivendo. Il metodo induttivo appartiene al passato.
Don Jonathan, sostenuto da Manuela, aggiunge che il catechismo non è un impianto moralistico da imparare e che bisogna allenare i bambini all'incontro e a fare esperienza. Dal Vangelo si ricavano gli atteggiamenti da assumere.
In merito all'incontro del 4 settembre con Mons. Busca, Giuseppe riporta che il Vescovo ha affrontato il tema della Chiesa che sogniamo e che sarà possibile edificare attraverso il percorso sinodale. L'obiettivo principale è quello di realizzare il sogno missionario arrivando a tutti senza limiti di appartenenza. La Chiesa perciò ha a cuore l'educazione a essere prossimi a chi è fragile, a vivere l'impegno per il bene comune, per la giustizia e la cura del Creato. La sinodalità si realizza metabolizzando i sogni e con l'esercizio di buone pratiche di preparazione, di impegno e personale e comunitario. Anche piccoli gesti di vita quotidiana possono contribuire a realizzare la nostra missione per costruire il bene comune. Il percorso sinodale diocesano non prevede che si debbano necessariamente implementare nuovi progetti a livello parrocchiale e/o di Unità Pastorale né progetti calati dall'alto da realizzare a livello diocesano, se non quello di realizzare il sogno missionario, concretamente richiamato da Papa Francesco attraverso le omelie e i documenti di indirizzo programmatico. Alla fine sono state presentate le tappe del percorso sinodale che si concluderà con la visita dell'Unità Pastorale prevista nel biennio 2022 – 2023.
Suor Annamaria sottolinea l'importanza di una fase di avvio che prevede la fase di ascolto della Parola, delle persone e del territorio, la scelta della sperimentazione e la fase della proposta per mettere in atto la sperimentazione e capire quale strada intraprendere. Il nucleo fondante è la ritessitura delle relazioni e intanto restiamo in attesa delle indicazioni da parte della Diocesi.
Circa la formazione degli adulti, don Marco sostituisce i due coniugi Nicolini che avrebbero dovuto partecipare al Consiglio, ma impediti da un impegno improvviso. Introduce un lavoro sui discepoli di Emmaus (Lc 24:13 – 35) che, dopo la lettura, prevede di sintetizzare in una parola gli atteggiamenti degli uomini e gli atteggiamenti di Gesù e rispondere ad alcune domande.
Ci si divide in due gruppi per rispondere alle domande e si condividono poi le risposte nel gruppo riunito.
Primo gruppo: gli atteggiamenti umani sono sintetizzati con la parola CONFUSIONE, quelli di Gesù con l'espressione ACCOMPAGNAMENTO, che ascolta e condivide.
Secondo gruppo: gli atteggiamenti umani sono sintetizzati con le parole SFIDUCIA e ALLONTAMENTO, quelli di Gesù con le parole PRESENZA e CONDIVISIONE.
1- Chi potrebbero essere oggi i "due di loro"?
Primo gruppo: Potremmo essere noi Cristiani, sempre accompagnati da Lui.
Secondo gruppo: Potrebbero essere i Cristiani che rifiutano il cambiamento oppure chi è stato provato dalla vita.
2- Quali atteggiamenti e quali emozioni /sentimenti riesci a leggere?
Primo gruppo: Riusciamo a leggere l'emozione di sentirsi toccati da una presenza che subito non viene percepita, ma che si evolve nel corso della narrazione, l'ascolto libero senza preconcetti.
Secondo gruppo: Leggiamo sfiducia, scoraggiamento, demotivazione, scarsa creatività.
3- Cosa farebbe Gesù oggi qui?
Primo gruppo: Oggi Gesù si metterebbe al nostro fianco e con pazienza ci rimprovererebbe, ma ci accompagnerebbe nell'ascolto libero e umile delle persone.
Secondo gruppo: Gesù susciterebbe delle domande per indurci ad ascoltare e creare relazione con le persone lontane da noi.
4- Cosa può fare la comunità imparando da questa narrazione per uscire da una situazione di chiusura?
Primo gruppo: La comunità potrebbe osare e lasciarsi provocare in relazioni anche scomode.
Secondo gruppo: La comunità potrebbe mettersi in relazione e in ascolto, partendo dai colleghi di lavoro o dai vicini di casa.
5- Chi può dare una mano e con quali esperienze?
Primo gruppo: Ognuno di noi potrebbe dare una mano in base ai propri talenti. Tutti possono dare testimonianza della vita vissuta all'insegna del Vangelo con le proprie opere. La testimonianza potrebbe avvenire attraverso la fede e l'amore per il Signore e per gli altri.
Secondo gruppo: Tutti possono dare una mano, i religiosi e le persone che si preparano a un ascolto con gli adulti. I centri di ascolto sono necessari per mettersi in relazione e rendersi disponibili per tutti al di là dell'evangelizzazione.
Al termine della condivisione, don Marco propone corsi di formazione e invita a dare testimonianza dell'essere Cristiani.
Manuela condivide con il gruppo la propria esperienza a Cerlongo, dove lei funge da punto di riferimento per Musulmani e Indiani. Grazie a questo, i loro figli minori frequentano le ore di Religione a scuola, a differenza dei fratelli maggiori.
Don Marco, appoggiato da don Enrico, aggiunge che attraverso testimonianze solidali al di là del della Caritas possiamo suscitare delle domande. L'individualismo invece rimane nell'anonimato.
Comunica infine che la visita pastorale del Vescovo avrà luogo per sette giorni nel periodo compreso dal 19 settembre al 18 dicembre e propone a partire dal 14 novembre.
Il prossimo CPPU si terrà in data 7 febbraio 2022.
La seduta è tolta alle ore 22:30.
Consiglio Pastorale Parrocchiale Unitario "Madonna della Salute" Lunedì 4 ottobre 2021 Presenti: DON JONATHAN GUICCIARDI, DON ENRICO CASTIGLIONI, CLAUDIO BALASINA, SUOR ATANASIA, SUOR ANNAMARIA, SUOR CÈCILE, SUOR IRENE, STEFANO GREGGIO, DANIELA MALGARINI, ELENA SAI, SIMONE TOSI, ROBERTA VIESI, EMANUELA BERTA, ANNA MARIA MADDALENA, ARIANNA GEMINIANI, GIUSEPPE CONSADORI, MARTINA VILLAGROSSI, MATTEO MILANI, ROSARIO CASTROVILLARI, LUCIANO CERINI, ALBERTO VARINI, GIUSEPPE CONSADORI, SILVANA DALLA BA.
Presiede il Parroco DON MARCO MANI.
Nella serata di lunedì 4 ottobre nel salone dell'oratorio di Goito, si riunisce il Consiglio Pastorale Parrocchiale. La seduta è aperta alle ore 20:45 con il seguente O.d.G.:
- preghiera;
- presentazione del progetto catechistico a partire dalla scrittura;
- la catechesi degli adulti; rilievo di situazione, obiettivi e catechisti degli adulti;
- incontro del 4 settembre in Seminario: relazione dei partecipanti.
Prende la parola don Enrico Castiglioni, che dopo 21 anni ha terminato il proprio mandato presso la comunità di Campitello e che sarà collaboratore dell'Unità Pastorale di Goito.
Dopo il canto iniziale e la preghiera presieduta da don Marco, il Parroco presenta il percorso catechistico che da settembre a novembre e durante l'Avvento metterà al centro la Parola.
Nei primi mesi dell'anno catechistico il progetto
Sotto l'Albero sarà il sussidio dedicato all’Educazione alla fede dei fanciulli e dei preadolescenti. Poi si passerà al progetto che prevede di partire dal brano del Vangelo della domenica che ogni gruppo sceglierà come il più opportuno e dal quale i catechisti individueranno una parola o una frase che accompagnerà il gruppo per tutto il periodo e susciterà interrogativi nei partecipanti.
Don Marco sottolinea che l'obiettivo da realizzare sarà l'attenzione alla Parola attraverso la lettura e rilettura del brano scelto e modalità creative per riesprimere il racconto biblico che siano ispirate dalla fantasia dei bambini e dei catechisti. Durante la liturgia i bambini presenteranno il proprio lavoro e le catechiste proporranno un'attività caritativa che permetta di realizzare concretamente la proposta. Il progetto è stato accolto con entusiasmo dalle catechiste perché offre diversi spunti di riflessione e di animazione.
Don Marco invita i rappresentanti delle singole parrocchie a fare un rilievo di situazione circa la catechesi per adulti a livello locale.
Prende la parola Emanuela che riferisce che dal 2017 a Cerlongo una decina di famiglie partecipa alla catechesi con frequenza mensile. Mentre Emanuela si è sempre occupata dell'aspetto relazionale ed educativo, il ruolo di referente spirituale, sino a settembre ricoperto da don Alessandro, sarà di competenza di don Marco. Questo esperimento è nato dall'esigenza di alcune famiglie di confrontarsi sulle problematiche comuni circa l'educazione dei bambini e i rapporti di coppia. Esistono anche famiglie giovani o non italofone da seguire e sarebbero necessari altri educatori che permettano di aprirsi a questa nuova realtà.
Prosegue Giuseppe quale rappresentante di Vasto, dove la catechesi per adulti tenuta da don Jonathan coinvolge ormai da anni 6 -7 coppie con frequenza mensile. Ogni incontro termina con un momento di convivialità che aiuta a creare affiatamento e coesione, nonostante ci siano gruppi familiari che per motivi anagrafici si fatica a coinvolgere.
Don Marco condivide l'esperienza di catechesi a Goito che, prima della pandemia, coinvolgeva i genitori della scuola materna “Angeli Custodi” e degli altri gruppi di catechesi. Tutte le settimane si tiene la
lectio divina,
che purtroppo non è molto partecipata.
Arianna per Solarolo conferma che i genitori della parrocchia sono invitati a partecipare alla catechesi che si tiene a Goito.
Dopo che alcuni membri del Consiglio hanno proposto un maggiore coinvolgimento delle persone sole dell'Unità Pastorale, si sottolinea come non esistano proposte adeguate per anziani e sposi.
Suor Annamaria auspica che si attivino iniziative per le famiglie che non frequentano la parrocchia.
Simone, che insieme alla moglie accompagna i neo-genitori al sacramento del Battesimo, lamenta come alla fine del percorso di formazione i genitori con cui si sono condivise le scelte educative a stento salutino e auspica che si pensi alle famiglie di figli dagli 0 ai 6 anni.
Emanuela invita a creare una relazione con le famiglie magari con iniziative che non siano prettamente spirituali e Daniela propone anche incontri online sulle problematiche educative dei bambini più piccoli.
Don Marco pone il problema di trovare educatori e facilitatori che siano formati e portino avanti il progetto, ma ritiene necessario coinvolgere le catechiste alla
lectio come formazione.
Martina interviene e sostiene don Marco nel sottolineare la necessità di fare proposte concrete a breve termine, uscendo dalla logica del “parlare e insegnare” per entrare in quella del “camminare insieme”.
Don Marco propone di riunirsi presto in piccoli gruppi per rendere più fattivo ed efficace il contributo di tutti i membri del Consiglio.
Il Parroco rimanda il punto 4 all'incontro successivo fissato per mercoledì 24 novembre alle ore 20:30 e comunica che il ristoratore del vecchio mulino di Massimbona ha richiesto che la chiesa locale possa essere sede di matrimoni. Sottolineando la visione commercialistica della proposta, il Consiglio approva che nella chiesa celebrino i sacramenti solo i residenti per esprimere la comunione con la comunità cristiana. Aggiunge che, in accordo col Comune e con i proprietari, i giardini intorno alla chiesa di Massimbona saranno dedicati a don Alberto Bonizzi, Priore a Goito dal 1993 al 2005, quale segno di riconoscenza per il suo mandato. La chiesa, dedicata a San Pietro in Vincoli, sarà sede di eventi spirituali e culturali, il primo dei quali si terrà il 16 ottobre con la presentazione del libro di don Marco “Nella vecchiaia daranno ancora frutti” e gli interventi della ministra Bonetti e del biblista Vignolo.
La seduta è tolta alle ore 22:15.
Consiglio Pastorale Parrocchiale Unitario "Madonna della Salute"lunedì 14 giugno 2021Presenti: DON ALESSANDRO FRANZONI, DON JONATHAN GUICCIARDI, CLAUDIO BALASINA, SUOR ATANASIA, SUOR ANNAMARIA, STEFANO GREGGIO, DANIELA MALGARINI, ELENA SAI, SIMONE TOSI, ROBERTA VIESI, EMANUELA BERTA, ANNA MARIA MADDALENA, ARIANNA GEMINIANI, VITTORIO SARTORI, GIUSEPPE CONSADORI, MARTINA VILLAGROSSI, MATTEO MILANI
Presiede il Parroco DON MARCO MANI.
Nella serata di lunedì 14 giugno alle ore 20.30 nel cortile interno della canonica si è riunito il Consiglio Pastorale Parrocchiale Unitario "Madonna della Salute" per trattare il seguente ordine del giorno:
1. preghiera iniziale;
2. ripresa delle tre sintesi elaborate dai gruppi per arrivare a indicare qualche linea di fondo per la nostra attività catechistica nelle diverse parrocchie;
3. individuazione del gruppetto che con don Marco incontrerà l'Ordinario diocesano come restituzione della prevista e in vista della visita pastorale futura;
4. varie ed eventuali.
1. Preghiera iniziale
Dopo il canto corale "Vieni, Santo Spirito di Dio" e la lettura del Vangelo di Marco, vv 26-34, prende la parola Don Jonathan, felice di aver rivisto tra gli animatori del Grest parrocchiale ragazzi che si erano allontanati dalla vita cristiana. Sottolinea che il Signore trova sempre le strade per portare a termine la Sua opera e che noi dobbiamo assecondarla, senza avere paura di fidarci. Recitiamo insieme la preghiera del Padre Nostro per continuare a vedere Dio nell'opera.
2. Ripresa delle tre sintesi elaborate dai gruppi per arrivare a indicare qualche linea di fondo per la nostra attività catechistica nelle diverse parrocchie
Ritenuto letto e approvato il verbale del Consiglio precedente, Matteo introduce le sintesi elaborate dai gruppi e disponibili sul sito (Daniela portavoce del Gruppo Verde, Emanuela per il Gruppo Rosso, Roberta per il Gruppo Giallo).
Al termine delle sintesi, Daniela propone quale esempio di attività caritativa quella di accompagnare i bambini che frequentano il catechismo a visitare gli anziani impossibilitati a uscire di casa e di cui si ha notizia. Ciò aiuterebbe i bambini a riflettere sull'esperienza vissuta e a rinsaldare i rapporti tra generazioni. Sottolinea inoltre la necessità di trovare modalità per spiegare il Vangelo in maniera più approfondita.
Claudio fa notare come le tre relazioni esposte siano accomunate dal servizio, che egli ritiene un punto su cui soffermarsi e lavorare.
Emanuela sollecita indicazioni pratiche su cosa si intenda per "servizio".
Suor Annamaria sostiene che al centro della nostra attenzione non ci siano solo i bambini che ci vengono affidati per il catechismo, ma anche e soprattutto ragazzi, giovani e adulti, con i quali recuperare la relazione.
Annamaria, certa che coltivare le relazioni con i genitori sia fondamentale affinché non si esaurisca tutto all'interno del gruppo catechistico, vorrebbe proporre agli adolescenti di affiancare almeno una volta al mese chi anima la S. Messa anche attraverso il canto perché si sentano coinvolti e protagonisti dell'essere cristiani e appartenenti alla Chiesa.
Don Alessandro, dopo aver sottolineato due probabili rischi, avere una programmazione catechistica troppo dettagliata che non lascia libertà di progettazione oppure l'anarchia, invita a scegliere 7 – 8 passi del Vangelo e a seguire una programmazione che preveda quattro fasi:
- lettura
- interpretazione del messaggio del Vangelo
- proposta di servizio
- rilettura del servizio alla luce della parola di Dio letta durante il primo incontro.
Per questo rileva la necessità di individuare un ristretto gruppo di sette membri, responsabile del progetto per tutta l'UP, che tuttavia conceda ai catechisti libertà creativa. A ciò don Marco aggiunge che è importante anche la celebrazione e quella domenicale rappresenta un'occasione per presentare attraverso segni e canti ciò che si è vissuto. La liturgia non la si spiega, la si impara vivendola in maniera creativa affinché non rimanga a livello puramente teorico. La Parola di Dio rappresenta il punto di partenza che incrocia la vita della gente e conduce a servizi liturgici e caritativi.
Nonostante lo scollamento che suor Annamaria evidenzia tra il prima e dopo Cresima, don Marco sottolinea la necessità di concentrarsi dapprima sui bambini, con la prospettiva di ampliare il progetto anche a giovani e adulti, come auspicano suor Annamaria e Matteo, che cita le parole del Vescovo "I ragazzi non sono bottiglie da riempire, ma da stappare".
Emanuela propone che sarebbe opportuno incontrare i genitori una volta al mese per spiegare il brano del Vangelo che si intende affrontare con i bambini.
3- Individuazione del gruppetto che con don Marco incontrerà l'Ordinario diocesano come restituzione della prevista e in vista della visita pastorale futura
Don Marco comunica che il Vescovo ha intenzione di incontrare una rappresentanza del CPPU per la costituzione e formazione dei gruppi ministeriali e, dopo aver condiviso le date disponibili, si decide per venerdì 25 giugno alle ore 21:00. Il gruppo sarà formato da Giuseppe, Emanuela, Vittorio, Matteo e una suora.
4. Varie ed eventuali
Emanuela ritiene necessario trovare i sette membri del gruppo di catechisti entro la settimana perché durante l'estate si incontrino e riescano a proporre il lavoro entro l'inaugurazione del nuovo anno catechistico.
Chiede inoltre come sarà gestita la Parrocchia di Cerlongo dopo che don Alessandro ha reso ufficiale l'intenzione di dedicarsi per un anno ai senzatetto di Milano e auspica che ci sia modo di sentire e soddisfare le esigenze di Cerlongo. Don Marco conferma che saranno mantenuti gli stessi servizi sinora garantiti e anticipa che il prossimo CPPU si terrà lunedì 27 settembre.
Si conclude l'incontro con una preghiera.
La seduta è tolta alle ore 22:00.
Consiglio Pastorale Parrocchiale Unitario "Madonna della Salute"domenica 9 maggio 2021Presenti: DON ALESSANDRO FRANZONI, DON JONATHAN GUICCIARDI (fino alle 16:00), CLAUDIO BALASINA, SUOR IRIDE, SUOR ATANASIA, SUOR ANNAMARIA, SUOR CECILE, STEFANO GREGGIO, DANIELA MALGARINI, ROSARIO CASTROVILLARI (dalle 16:00), ELENA SAI, SIMONE TOSI, ROBERTA VIESI, EMANUELA BERTA, LUCIANO CERINI, ARIANNA GEMINIANI, VITTORIO SAROTI, ALBERTO VARINI, GIUSEPPE CONSADORI, SILVANA DALLA BA, MARTINA VILLAGROSSI, MATTEO MILANI (dalle 16:30).
Presiede il Parroco DON MARCO MANI.
Domenica 9 maggio presso il teatro dell'oratorio di Goito, si riunisce il Consiglio Pastorale Parrocchiale.
La seduta è aperta alle ore 15:00 e ha come oggetto il seguente O.d.G.:
1- preghiera iniziale;
2- presentazione da parte di un rappresentante per parrocchia dei rilievi di situazione circa la catechesi di Goito, Cerlongo con Vasto e Solarolo;
3- intervento di don Marco riguardante la riflessione sulla catechesi proposta da Papa Francesco;
4- dibattito su quanto esposto (con fine di analizzare i rilievi di situazione e iniziare fase propositiva sul tema della catechesi);
5- dibattito sull'incontro col Vescovo Marco e individuazione di temi per la visita pastorale.
Dopo la preghiera iniziale, un rappresentante scelto per ogni parrocchia espone il rilievo di situazione circa la catechesi, da cui emergono elementi di criticità e punti forza di Goito, Solarolo e Cerlongo con Vasto. Il testo degli interventi si trova sul sito della Unità Pastorale.
Suor Annamaria sottolinea la fatica delle catechiste a immergersi nel nucleo familiare dei bambini, nonostante l'incontro coi genitori sia una delle tappe affrontate da anni. Ritiene che la catechesi possa rivelarsi grazia di Dio e diventare trampolino di lancio per i ministranti, che desiderano essere coinvolti e partecipare alla S. Messa. È altresì importante che i bambini capiscano il valore del servizio con i poveri, i malati, gli anziani e che la catechesi è anche in funzione di altri aspetti.
Siccome è importante entrare in relazione con le famiglie e creare con esse un rapporto individuale, Luciano informa che il gruppo famiglie di Cerlongo ha introdotto le video-chiamate con visione di cartoni animati per coinvolgere i più piccoli.
Don Marco osserva quanto sia necessario iniziare un percorso con i genitori affinché diventino protagonisti e che, come gli Scout, dovremmo adottare riti di passaggio, ossia differenti fasi della vita che definiscono il percorso di una persona a seconda degli insegnamenti e dei valori interiorizzati. Invita inoltre a renderci responsabili e condividere le nostre risorse con chi ne ha meno all'interno dell'Unità Pastorale e ci esorta a riflettere sulla possibilità di coinvolgere i più piccoli con una S. Messa a misura di bambino per avvicinare anche le famiglie.
Poiché la catechesi ha come compito primario quello di incontrare la Parola di Dio, questa non può essere solo qualcosa di preconfezionato che giustapponiamo, ma essere al centro della catechesi per favorire l'incontro con Gesù e la scelta di essere Suoi amici.
Don Marco propone la provocazione del Papa, secondo il quale dovremmo rivedere la nostra catechesi e ripensare le nostre comunità. La Chiesa ci propone una vita cristiana comunitaria e il compito di genitore, prete, catechista deve favorire l'incontro con Gesù Cristo per il bene di tutta la comunità. Per uscire dalla crisi che stiamo attraversando, siamo invitati a metterci al servizio, vivere il Vangelo in modo semplice gli uni con gli altri e privilegiare poveri, sofferenti, abbandonati, al fine di creare dinamiche che rafforzino le comunità. È necessario perciò individuare i bisogni e le necessità della comunità e riscoprire la "compassione" intesa non come commiserazione, ma come il sentimento di vicinanza a chi è in difficoltà.
Nella Diocesi si sta pensando alla proposta di una catechesi familiare poiché la catechesi dura una vita, non solo l'anno del Sacramento. Nel lavoro di catechesi dovremmo pensare soprattutto alle famiglie più lontane.
Don Marco suggerisce di dividerci in tre gruppi laboratoriali per arrivare al prossimo incontro con proposte concrete al fine di realizzare un piccolo vademecum per i catechisti dell'intera UP. In ciascun gruppo, che riceverà indicazioni di lavoro, ci saranno catechisti e religiosi.
Dopo il nostro ultimo incontro col Vescovo e in vista della prossima Visita Pastorale, vogliamo proporre come tema di approfondimento quello suggerito da Emanuela: la creazione di gruppi ministeriali affinché in ogni parrocchia ci sia una equipe di laici (gruppo ministeriale) che siano di riferimento per tutti gli aspetti della vita parrocchiale, per la comunità e i presbiteri. I gruppi verranno comunicati in settimana.
Don Marco informa che domenica 30 maggio il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Sua Santità, concelebrerà la S. Messa delle ore 10:00 a conclusione del mese mariano e in occasione del 75° anniversario dell'elevazione della nostra chiesa a Basilica.
Un rappresentante del CPPU si impegnerà a leggere un messaggio di saluto al Cardinale.
Il prossimo incontro è previsto per il 14 giugno alle ore 20:30 in oratorio.
La seduta è tolta alle ore 17:00.
Consiglio Pastorale Parrocchiale Unitario "Madonna della Salute"domenica 7 febbraio 2021Presenti: DON ALESSANDRO FRANZONI, DON JONATHAN GUICCIARDI, CLAUDIO BALASINA, SUOR IRIDE, SUOR ATANASIA, SUOR ANNAMARIA, SUOR CECILE, STEFANO GREGGIO, DANIELA MALGARINI, MATTEO MILANI, ELENA SAI, SIMONE TOSI, ROBERTA VIESI, EMANUELA BERTA, LUCIANO CERINI, ANNA MARIA MADDALENA, ARIANNA GEMINIANI, VITTORIO SAROTI, ALBERTO VARINI, GIUSEPPE CONSADORI, SILVANA DALLA BA.
Presiede il Parroco DON MARCO MANI.
La seduta è aperta alle ore 15:30 e ha come oggetto il seguente O.d.G.:
1- preghiera iniziale
2- significato del Consiglio e sue finalità
3- condivisione delle riflessioni svolte nei vari gruppi delle parrocchie, compresi preti e suore
4- individuazione del lavoro successivo del Consiglio e date appuntamenti futuri
5- scelta tra i componenti di un segretario-verbalista e di un moderatore
Dopo la preghiera, la lettura del vangelo di Marco 2, 1-12 e la riflessione proposta da don Jonathan che identifica i componenti del Consiglio Pastorale come facilitatori di relazioni, creativi e ponte di miracoli, ogni membro del CPPU si presenta brevemente e don Marco designa Elena come verbalista.
Don Alessandro illustra la definizione di Consiglio Pastorale, che ha carattere consultivo ed è rappresentativo di tutta l'UP nei diversi carismi e ministeri. Il CPPU, al quale possono partecipare persone esterne che possono intervenire solo se autorizzate, ha durata di cinque anni e intende aiutare il parroco a individuarne le linee fondamentali dell'azione pastorale.
Si consiglia che l'OdG venga affisso in chiesa e che la sintesi del verbale sia comunicata alla comunità.
Un rappresentante scelto di ogni comunità e delle religiose presenta la sintesi dell'incontro sui temi proposti per un inizio di riflessione durante le feste natalizie e la cui copia è stata consegnata a don Marco. Per Goito, Matteo sottolinea la duplice indispensabile presenza dei sacerdoti sul territorio e la necessità di formare i laici che possano sostituirli nei compiti che non competono esclusivamente al loro ruolo.
Per Cerlongo, Anna Maria sottolinea le criticità del passaggio all'UP, che non sempre si concilia con le esigenze reali della parrocchia. La comunità è parsa inizialmente disorientata, ma la presenza di un sacerdote li ha aiutati a riflettere sulle proprie peculiarità e sui propri limiti. Emerge anche l'esigenza di istituire la figura di un "garante" per la comunità.
Per Solarolo, Alberto evidenzia le stesse considerazioni di Cerlongo, anche se con sfaccettature diverse, e la necessità di far ripartire i gruppi di catechesi, coro e formazione giovani. Chiede inoltre un maggiore coinvolgimento della comunità nelle scelte liturgiche parrocchiali e una cura del rapporto tra sacerdote e famiglie locali, nonostante le difficoltà logistiche e psicologiche a rapportarsi con Goito.
Per Vasto, Giuseppe afferma che da ormai trent'anni hanno superato le criticità evidenziate da Solarolo e Cerlongo e che hanno saputo valorizzare le proprie peculiarità. Sottolinea inoltre l'importanza della celebrazione eucaristica domenicale.
Per le religiose, suor Annamaria propone di promuovere il percorso biblico-spirituale in tutte le comunità dell'UP una volta al mese per la cura pastorale delle famiglie e delle periferie. Enfatizza l'importanza di valorizzare la vita spirituale, le relazioni, l'ascolto, la riconciliazione e il discernimento. In merito alla terza domanda, riservata alle suore, suor Annamaria precisa l'attenzione prioritaria a famiglie, poveri e bisognosi e l'importanza di rafforzare condivisione e responsabilità.
Per i sacerdoti e il diacono, don Marco sostiene che il CPPU debba preparare un progetto pastorale a lunga scadenza non imposto dall'alto, ma proposto dall'UP, evidenzia la necessità in ogni comunità di referenti stabili, della formazione del CPPU e dei laici che ruotano intorno alla comunità. Sottolinea inoltre la dimensione liturgica, catechistica e caritativa con figure di riferimento e soprattutto la formazione biblica, a partire dalla conoscenza del Catechismo della Chiesa italiana.
Alla luce delle osservazioni emerse, don Jonathan sottolinea che nelle nostre parrocchie non si parta da zero grazie alla lectio divina settimanale e alla presenza di chi ha frequentato la catechesi per adulti e il corso di Teologia di Base. È importante che in ogni comunità ci siano rappresentanti che sappiano accogliere le nuove famiglie e, come richiede il diacono Claudio, segnalino famiglie indigenti al Centro di Ascolto locale.
Emanuela precisa che nelle piccole parrocchie come Cerlongo già esistano persone che rivestono questo ruolo.
Alberto sente la necessità della condivisione a livello liturgico e richiede l'analisi di attività pastorali, catechismo dei giovani e carità.
Anna Maria sottolinea che manchi una "regia" che coordini le attività già esistenti.
Don Marco propone che in ogni parrocchia si affronti un lavoro in uno dei seguenti ambiti, carità, liturgia, catechesi, e , osservando le indicazioni che ci vengono fornite dalla Chiesa, si faccia un confronto su ciò che già esiste. Quello che emergerà da queste riflessioni sarà il punto di partenza per il progetto pastorale.
Don Alessandro suggerisce di scegliere un ambito e lavorarci per un anno. Partendo da "un rilievo di situazione", per esempio l'ambito da cui partire per interrogarci potrebbe essere la catechesi e chiederci se quello che stiamo facendo stia andando nella direzione; questo ambito, come precisa don Marco, si intreccia con liturgia e carità. Il progetto pastorale sarà il risultato di un lavoro pluriennale.
Stefano afferma che dobbiamo essere noi convinti, partire da noi stessi e coinvolgere gli altri.
Scelto come moderatore è Matteo Milani e al contempo si nominano come componenti del direttivo Emanuela per Cerlongo, Giuseppe per Vasto e Alberto per Solarolo, i quali si riuniranno per proporre i punti su cui riflettere per il prossimo incontro del CPPU, previsto per domenica 11 aprile alle 15:30.
P.S.
Le relazioni estese dei vari gruppi si possono leggere sul sito dell'UP.
La seduta è tolta alle 17:30.
RELAZIONE DEL GRUPPO GIALLO 04.06.2021
Purtroppo, mancando il sacerdote ed una catechista abbiamo dovuto lavorare con poco materiale. Con le esperienze di suor Atanasia e le interviste fatte precedentemente alle catechiste, si può dire che la catechesi viene svolta partendo dalla lettura del vangelo per favorire l'incontro con Gesù e cercando di trasmettere valori quali l'umanità, l'accoglienza e la dedizione amorosa. Inoltre, si cerca di avvicinarsi il più possibile ai ragazzi: con i più piccoli si lavora attraverso la lettura di parabole e la successiva attuazione che risulta più coinvolgente, mentre con quelli delle medie si punta maggiormente sulla conversazione al fine di far emergere i loro problemi. Da migliorare ci sarebbe la possibilità di offrire un ascolto di testimonianze di vita vissuta, attraverso le quali il ragazzo potrebbe immedesimarsi, inoltre, sarebbe bello far fare esperienze di servizio sia a livello caritativo (raccolta di viveri/adozione a distanza) che liturgico (ministrante).
Le nostre catechiste non si accontentano di comunicare e basta, infatti, una volta letto il vangelo lo si rapporta all' "io" sia del bambino/ragazzo che della catechista in modo che emerga l'insegnamento che la parola di Dio dà alle nostre vite, ovvero, quello che essa suggerisce ad ognuno, cercando di capire come comportarsi per vivere cristianamente.
I catechisti sono rappresentanti della comunità che aiutano il ragazzo a vivere bene la liturgia e la carità, ma bisognerebbe riuscire a coinvolgere maggiormente loro ed i genitori nella partecipazione alla Santa Messa, che purtroppo è molto scarsa, è necessario lavorare di più in questo senso magari facendola animare dai bambini con il supporto dei genitori che rimangono comunque il punto di riferimento per i figli. Infine, sarebbe bello fare formazione catechistica alle famiglie, ma non 'il catechismo in famiglia' come viene proposto dalla diocesi, bensì sarebbe opportuno mantenere l'oratorio come luogo di ritrovo ed il gruppo come punto di incontro affinché il bambino possa sentirsi parte di qualcosa e magari possa mantenere vivo l'entusiasmo che dopo i sacramenti, ai quali partecipa volentieri, viene pian piano perso.
Gruppo Verde - CPPU "Madonna della Salute"
26 maggio 2021
Presenti: DON ALESSANDRO FRANZONI, SUOR ANNAMARIA, DANIELA MALGARINI, ELENA SAI, LUCIANO CERINI, ALBERTO VARINI, MARTINA VILLAGROSSI.
Daniela, nominata dal Priore moderatrice del gruppo, introduce l'incontro con una preghiera e invita i presenti ad avanzare proposte concrete per ognuno dei tre punti relativi al servizio catechistico delle nostre parrocchie.
1- In merito alla catechesi intesa come incontro con Gesù, prende la parola suor Annamaria, che sottolinea con amarezza come la condizione di pandemia abbia impedito ai bambini di incontrarsi e riflettere sul Vangelo della domenica prima della S. Messa festiva. Aggiunge che l'itinerario Sotto l'albero, dal taglio psicologico, non si sofferma in modo esaustivo sulla Parola di Dio. Si è sperimentato perciò lo sviluppo delle parabole evangeliche e proposta una sorta di catechismo itinerante come nuovo modo di "ascoltare" la Parola oggi e coinvolgere i bambini.
Elena approva questo modo di fare catechismo, per il quale tuttavia servono corsi di formazione. Forse per molti bambini e ragazzi il catechismo rappresenta l'unica occasione per conoscere e amare Gesù. I catechisti perciò non devono improvvisare, ma essere affascinanti e corretti nel modo di trasmettere la Verità, educare e far crescere le persone che vengono loro affidate.
Don Alessandro aggiunge che è necessario, ma non scontato, che i catechisti conoscano il Vangelo affinchè i bambini possano innamorarsi della Parola di Dio. Sarebbe sufficiente seguire l'anno liturgico per ritrovarci tutto il mistero di Cristo. Da qui nasce la proposta per un anno e in forma sperimentale dei cartoni animati per i più piccoli e della rappresentazione di scenette per i più grandi, facendo leva sul gruppo famiglie che, come sta accadendo a Cerlongo, aiuta a crescere e migliorare come genitori nel compito educativo e condividere momenti di festa e di preghiera.
2- Sul servizio catechistico inteso come attenzione alla persona, Martina sottolinea quanto sia importante partire dai problemi e dalle domande delle persone, più ancora che dai dogmi. Forse è questo il motivo per cui non riusciamo a coinvolgere i genitori. Riconosce tuttavia l'efficacia del gruppo famiglie che negli anni è riuscito ad avvicinare altre persone anche attraverso attività pratiche.
Don Alessandro pensa che sia necessario prendere sul serio le domande e i desideri dei bambini quale metodo catechetico. Alberto aggiunge che il catechismo della chiesa cattolica è utilissimo per trovare risposte alle nostre domande e propone di regalarlo ai catechisti.
Suor Annamaria è certa che l'approccio corretto sia quello di incontrare bambini e adulti nelle famiglie in cui vivono poichè relazione e confidenza sono già di per sè una testimonianza di fede. Gesù stesso viveva di relazioni e la Chiesa non cresce per proselitisimo, ma per relazione.
3- Per quanto riguarda infine la liturgia e la carità come momenti importanti della vita comunitaria, Martina pensa che l'ideale per unire Vangelo, servizio, impegno sociale, ... sia quello scout.
Alberto insiste sull'importanza di attività caritative come Anffas, Villa Maddalena, mensa Caritas e propone che ogni classe del catechismo possa avviare un'opera caritativa come avviene a Cerlongo, dove la raccolta dei viveri è capillare. Certo è possibile fare dei servizi anche in grandi realtà e associazioni, ma essi rischierebbero di essere delle esperienze occasionali, mentre proposte elaborate nella propria frazione permettono di rendere tali esperienze abituali e non sporadiche. Alberto suggerisce inoltre che a livello liturgico si potrebbe spiegare la messa per poterla vivere pienamente.
Suor Annamaria sottolinea l'importanza delle catechiste quale tramite importante affinché le famiglie vivano la liturgia. Se l'individualismo è imperante, la nostra missione rimane comunque l'apertura, consapevoli tuttavia che l'Altro potrebbe essere anche libero di rifiutare il Vangelo. Proprio la parrocchia è il luogo dove tutto questo può avvenire, perché ambiente vicino e fraterno.
INCONTRO GRUPPO DI LAVORO DI UNITA' PASTORALE
GOITO 24.05.2021, ORE 20.30
PARTECIPANO:
DON MARCO MANI
CLAUDIO BALASINA
SUOR IRIDE
CASTROVILLARI ROSARIO
MILANI MATTEO
BERTA EMANUELA
GEMINIANI ARIANNA
DALLA BA SILVANA
Dopo la lettura del testo "Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti all'incontro promosso dall'ufficio catechistico nazionale della conferenza episcopale italiana" e tenendo presente le relazioni sull'attività di catechesi nelle diverse parrocchie presentate nell'ultimo Consiglio di Unità Pastorale si procede al confronto di gruppo sulle linee guida proposte da don Marco.
1.
Papa Francesco afferma che la catechesi deve portare ad incontrare Gesù per poi conoscerlo e seguirlo nelle diverse età della vita. Tale incontro si realizza prima di tutto attraverso il vangelo letto, meditato e vissuto. Dall'esperienza nostra e dalla conoscenza che abbiamo del servizio catechistico svolto, nelle nostre parrocchie avviene quanto è indicato dal Papa? In che modo? Che cosa ci sarebbe da migliorare?• La lettura della Bibbia dovrebbe essere il momento centrale attorno a cui ruota tutta l'attività catechistica. Modulando l'approccio a seconda della fascia d'età dei gruppi si può partire dalla lettura di un brano e svilupparne il tema attraverso un'opportuna attività oppure nel caso dei gruppi di adolescenti e di giovani affrontare un tema che sta a cuore e sviscerarlo per condurre al termine il gruppo alla proposta del messaggio evangelico.
• Il libro della Bibbia dovrebbe essere sempre presente, visibile e alla portata di tutti durante l'attività di Catechesi .
• Il catechista secondo le indicazioni di papa Francesco è chi prova a testimoniare l'annuncio gioioso del Vangelo anzitutto con la sua esperienza di fede, la sua capacità di mettersi in relazione, il suo vissuto personale, non sempre può avere tutte le risposte ma importante è che stimoli il gruppo a coltivare le domande.
• Si suggerisce che il gruppo dei catechisti di ciascuna parrocchia possa contare sulla guida e sul supporto di un sacerdote o una suora di riferimento, non solo per la programmazione delle attività ma anche e soprattutto come guida spirituale e confronto personale.
2. Il
Papa indica anche prioritario per il servizio catechistico essere attenti alla persona, ai sui problemi e alle sue domande. Partendo da tutto ciò ci cattura l'interesse della persona e la si porta a trovare le risposte più necessarie in Gesù e nel suo vangelo. Le nostre attività catechistiche hanno questa attenzione oppure ci accontentiamo di comunicazioni cattedratiche e unidirezionali senza prima ascoltare i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, i giovani e gli adulti? È necessario assumere questa prospettiva nel servizio catechistico?• Si concorda unanimemente che la prospettiva dell'ascolto e l'attenzione al vissuto personale di bambini e ragazzi è il punto di partenza indispensabile per ogni proposta catechistica. Si rivela particolarmente proficuo saper creare all'interno del proprio gruppo uno spazio di accoglienza e fiducia tale da far sentire i bambini e i ragazzi accolti e liberi di esprimere i propri vissuti personali a volte costituiti anche da dubbi, paure e fragilità.
Questa prospettiva dell'ascolto e dell'accoglienza potrebbe anche portare il gruppo a porre domande "scomode" che potrebbero sembrare persino provocatorie, tutto questo è naturale e non dovrebbe spaventare poiché il catechista non può e non deve avere una risposta per ogni domanda ma può condurre il gruppo ad un confronto e ad un approfondimento.
• Si mette in luce la necessità per i gruppi degli adolescenti e dei giovani di proseguire le relazioni anche fuori dal tempo dell'incontro in presenza: un messaggio, una telefonata, una chiacchierata durante la settimana rinsalda i rapporti, stabilisce un clima di fiducia, fa sentire che l'animatore ha a cuore il ragazzo. Questa indicazione potrebbe essere utile anche per le famiglie dei bambini più piccoli a cui riservare durante la settimana qualche gesto di attenzione.
3.
Il Papa dichiara che la catechesi nasce dalla comunità, i catechisti sono i suoi rappresentanti, ed è finalizzata a creare e a vivere nella comunità. La liturgia e la carità sono due momenti importanti di vita nella comunità. Educhiamo a vivere questi momenti? Quali carenze individuiamo al riguardo? Come possiamo integrare il percorso catechistico?• Per quanto riguarda l'ambito della carità è emersa già dalle catechiste l'esigenza di far vivere ai bambini e ai ragazzi momenti di servizio verso i malati, gli anziani, i poveri della propria comunità e non in modo occasionale ma come parte integrante del percorso catechistico. Sembra oltremodo auspicabile accogliere anche testimonianze significative di carità, in particolar modo far conoscere ai ragazzi la realtà del centro di ascolto della Caritas di Goito attraverso la diretta testimonianza dei protagonisti che la animano, affinchè attraverso l'esperienza diretta emerga nei giovani una particolare attenzione ed una spiccata sensibilità verso il servizio nei confronti di chi ha bisogno.
• La presenza di bambini e di giovani alle celebrazioni liturgiche sembra essere la questione più delicata e complessa poiché si ritiene indispensabile che sia la famiglia a sostenere e sollecitare
la partecipazione almeno alla messa domenicale. In alcune parrocchie della nostra U.P. attraverso l'incarico di ministrante si assicura la partecipazione di un folto gruppo di bambini, un'altra occasione opportuna potrebbe essere quella di accogliere nel coro ragazzi o adolescenti, tuttavia resta ancora difficoltoso motivare la maggioranza dei bambini a frequentare con continuità le celebrazioni liturgiche.
Ancora una volta si rivela una risorsa importante mantenere una relazione personale al di fuori del momento di catechesi, attraverso messaggi, telefonate e rapporti amichevoli con le famiglie
e con i giovani per stimolare momenti di condivisione e di incontro anche durante la S.Messa.
RICOGNIZIONE DEI
PERCORSI DI INIZIAZIONE CRISTIANA
ATTIVI NELL'UNITA' PASTORALE MADONNA DELLA SALUTE
Relazione di Sintesi per la Parrocchia di S.Margherita V.M. di Solarolo
(Aprile 2021)
La parrocchia di Santa Margherita V.M. di Solarolo propone ai ragazzi della propria parrocchia un percorso di iniziazione cristiana che per l'anno 2021 risulta articolato su 3 pluriclassi (IV e V elementare; I e II media; III media post cresima). Negli ultimi anni non è stata attivata la nuova classe riguardante i primi anni di elementare a causa della pandemia del coronavirus e per l'iniziativa di un nuovo percorso educativo che coinvolge i genitori ma di cui i catechisti non conoscono i dettagli.
Ognuna delle 3 pluriclasse è seguita da 2 educatrici ciascuna, di genere femminile, per 2/3 di età compresa tra i 50 ed i 60 anni e per 1/3 di età compresa tra i 30 ed i 40 anni. Le attuali educatrici svolgono praticamente tutte il servizio da oltre dieci anni fino anche a 25 anni.
Visto le piccole dimensioni della parrocchia, le 3 pluriclasse presentano un bacino d'utenza relativamente modesto compreso tra i 5 ed i 9 ragazzi per pluriclasse. A fronte di questi piccoli numeri si segnala comunque una buona percentuale di presenza dei ragazzi agli incontri che si aggira praticamente sempre tra l'80% ed il 90% del bacino d'utenza.
Il luogo di ritrovo degli incontri è presso l'Oratorio parrocchiale di Solarolo con cadenza settimanale per le 2 classi di età più piccola e a settimane alterne per la III media. La durata media degli incontri è sempre di circa 1 ora. Non vi è un orario ed un giorno comune ma in base alle disponibilità i gruppi si incontrano in diversi giorni della settimana, in orari pomeridiani ma diversificati tra i gruppi.
In generale gli incontri si svolgono partendo dal vissuto quotidiano settimanale dei ragazzi sul quale viene avviato un dialogo ed un confronto che, ove possibile, cerca di includere anche brani evangelici. All'inizio o alla fine degli incontri è previsto un breve momento di preghiera. In alcuni gruppi maggiormente ed in altri meno frequentemente vengono utilizzate attività creative/ludiche introduttive, realizzazione di cartelloni per focalizzare i temi trattati, visione di filmati, coinvolgimento di persone esterne che presentano le proprie esperienze (ad esempio Don Jonathan che si rende sempre disponibile) e momenti di lettura alternati da momenti di condivisione. Si ritiene importante che i ragazzi percepiscano comunque la differenza tra gli incontri di iniziazione cristiana e l'attività scolastica.
Il programma educativo seguito durante gli incontri è quello condiviso a livello di unità pastorale con Suor Anna Maria per le pluriclasse di età inferiore alla cresima e con Don Jonathan per la classe post cresima. I temi trattati variano in funzione dell'età dei ragazzi e della eventuale necessità di preparare i ragazzi alla celebrazione dei sacramenti.
Le due pluriclasse di età inferiore alla cresima utilizzano in generale il sussidio diocesano "Sotto l'albero" arricchito e corredato da brani del Vangelo e della Bibbia e da altri testi di vario genere recuperati dalle educatrici (è stato citato ad esempio tra gli altri "il Piccolo Principe"), da sussidi di iniziazione cristiana, siti internet di settore, ecc. cercando di seguire il programma e le tracce indicate dall'unità pastorale.
Come modalità di iterazione con i ragazzi le educatrici dichiarano di previlegiare il dialogo, il confronto, la lettura e discussione dei testi, l'ascolto dei ragazzi, ecc. Si ritiene in generale che i piccoli gruppi funzionino bene per le classi pre-cresima, dove si affrontano meglio i contenuti e si ha maggior cura dei ragazzi. Per i ragazzi post cresima forse risultano più utili i gruppi numerosi sia per motivazioni legate alla socialità sia perché con piccoli gruppi a volte si fa fatica nell'organizzazione di attività particolari.
Non risultano presenti particolari attività strutturate di coordinamento a livello parrocchiale tra le diverse pluriclasse, in particolare durante gli ultimi mesi condizionati dalla pandemia. Al contrario a livello di unità pastorale è presente l'importante coordinamento svolto dalle suore di Goito per le età pre-cresima e da Don Jonathan per le età post-cresima. Questo coordinamento permette di condividere con le altre parrocchie dell'unità pastorale programmi educativi, tracce degli incontri, temi da affrontare, ecc. A livello diocesano si segnalano gli incontri di formazione di vicariato per gli educatori che venivano svolti soprattutto in passato e che di recente sono venuti un po' meno.
Gli attuali educatori di Solarolo non hanno ricevuto una specifica formazione propedeutica al compito a loro affidato ma avendo tutti una lunga esperienza alle spalle (fino anche a 25 anni) hanno nel tempo partecipato a numerosi corsi ed incontri più o meno strutturati e continuativi (sia a livello diocesano, che di vicariato, che parrocchiale, come ad esempio gli incontri di qualche anno fa riguardanti la presentazione del sussidio "Sotto l'albero"). Alcuni educatori hanno poi frequentato a livello personale il corso di teologia di base presso il seminario. Gli educatori ritengono comunque importante una formazione continuativa che purtroppo in alcuni periodi della vita può essere meno presente a causa dei numerosi impegni. Ci tengono inoltre a sottolineare che anche gli incontri settimanali costituiscono "formazione" dell'educatore, in quanto non è solo l'educatore che dona qualcosa ai ragazzi ma sono anche i ragazzi che contribuiscono ad arricchire gli educatori.
L'organizzazione di attività extracatechesi ha purtroppo avuto una battuta di arresto nell'ultimo anno a causa della pandemia da coronavirus. Alcune classi più che altre hanno comunque organizzato in passato attività a sfondo religioso come ad esempio: il sostegno del gruppo dei chierichetti a servizio delle liturgie, la raccolta delle offerte con le cassette quaresimali, le confessioni in gruppo nei periodi forti dell'anno (Avvento, Quaresima), l'animazione delle liturgie domenicali a turno durante Avvento e Quaresima o in occasione di particolari eventi, il coinvolgimento dei ragazzi nelle celebrazioni domenicali, ritiri spirituali in occasione della preparazione dei sacramenti, incontri di inizio e fine catechismo unitari a Goito, incontri con il vescovo in preparazione della Cresima, incontri serali a Goito di catechesi genitori/figli, ecc. Come attività ludico/ricreative si segnalano: spettacolo di Natale, visite ANFASS, recita del rosario nel mese di maggio presso Possenta o San Lorenzo, gita di fine anno al Santuario delle Grazie, pizza del gruppo dei cresimati, ecc.
Tutti gli educatori evidenziano che in generale le famiglie risultano assenti e sono poco coinvolte nell'educazione cristiana dei figli. In passato, con classi precedenti, le famiglie erano più presenti e partecipavano di più. Si è cercato di organizzare qualche sporadico incontro con la presenza sia dei figli che dei genitori, ad esempio in occasione della preparazione dei sacramenti. Un anno fa con un'iniziativa di unità pastorale si è tentato di organizzare incontri serali a Goito in cui i genitori facevano formazione e contemporaneamente i figli facevano catechismo. Per Solarolo la partecipazione è stata molto bassa, pari circa al 10%, anche per le difficoltà logistiche e culturali delle famiglie solarolesi a far riferimento a Goito.
Durante i periodi di limitazioni dovute alle zone rosse Covid, i gruppi solarolesi si sono comportati in modo diverso in base a opportunità, disponibilità delle famiglie, situazione dei contagi, ecc. In particolate un primo gruppo ha sospeso le attività. Un secondo gruppo ha continuato le attività modificando il luogo di ritrovo dall'oratorio alla chiesa in modo da non penalizzare la preparazione in vista della celebrazione dei sacramenti. Infine un terzo gruppo ha tentato di mantenere un minimo di collegamento inviando allee famiglie file e filmati da far vedere ai figli ma con scarsi risultati (solo il 30% circa dei ragazzi ha aderito a queste iniziative). In concomitanza con le zone arancioni i gruppi si sono in generale riuniti in presenza ma con maggiori accortezze come distanze, mascherine, igienizzazione, ecc. Tutte le educatrici hanno evidenziato il timore che i periodi di isolamento forzato abbiano rappresentato un peso significativo sul processo di maturazione dei ragazzi sia dal punto di vista religioso che dell'aggregazione.
In modi più o meno diversi ogni educatore ha segnalato come punti di forza delle attività svolte i buoni risultati ottenuti dal punto di vista del coinvolgimento, della partecipazione, dell'entusiasmo e della soddisfazione dei ragazzi. Le educatrici di un gruppo hanno in particolare segnalato lo sforzo e l'impegno profuso nel cercare di organizzare incontri "dinamici", il meno scolastici possibile, il più possibile incentrati su rapporti di amicizia nel rispetto dei rispettivi ruoli e con la presenza di attività coinvolgenti con un limitato spazio alle lezioni "dirette". E' importante anche la complicità tra gli educatori quando sono più di uno per classe. Anche un'altra educatrice ha evidenziato l'importanza di non considerare gli incontri di formazione cristiana alla stregua di lezioni di scuola e ha sottolineato che durante gli incontri cerca sempre di correggere i ragazzi quando tentano di chiamarla "maestra".
Tutte le educatrici hanno evidenziato che le principali problematiche riscontrate riguardano la generale assenza e latitanza delle famiglie e la mancanza di continuità catechismo/famiglia per la maggior parte dei ragazzi. Spesso con le famiglie si è riscontrata difficoltà di coinvolgimento e comunicazione a causa di un disinteresse generale e del concepire l'educazione cristiana solo come obbligo. Meno le famiglie vengono disturbate e meglio è. Nel caso del gruppo post cresima è segnalata anche la problematica della notevole differenza di età tra educatrici e ragazzi che può comportare difficoltà comunicative legate al bagaglio di esperienze e di interessi personali immancabilmente diverso.
I principali consigli raccolti per la buona riuscita delle attività riguardano tutti la necessità di coinvolgere maggiormente le famiglie nei percorsi di iniziazione cristiana. Per quanto riguarda il post cresima inoltre sarebbe auspicabile l'affiancamento delle attuali educatrici con altre figure più giovani e più vicine ai ragazzi che siano capaci di parlarne la stessa "lingua".
Le motivazioni che hanno portato gli attuali educatori di Solarolo a svolgere questo servizio sono diverse per ognuno e peculiari del personale percorso di maturazione cristiana. Qualcuno ha cominciato a svolgere il servizio come atto di ringraziamento al Signore per la ritrovata serenità dopo un periodo di crisi religiosa legata a lutti in famiglia. Qualcun altro spinta dallo spirito di servizio a sostegno della propria comunità in un periodo della propria vita in cui auspicava che i figli preadolescenti frequentassero la parrocchia. Infine altri ancora spinti da intenti altruistici di porre il proprio poco tempo libero al servizio della comunità venendo nel contempo arricchiti come conoscenza e esperienza di Gesù.
Nei ragazzi in generale si riscontra poca preparazione religiosa, variabile in funzione della spiritualità cristiana che i ragazzi vivono e respirano nelle famiglie. I pochi ragazzi che provengono da famiglie che frequentano la messa domenicale in genere risultano più preparati degli altri. Risulta comunque necessario che gli educatori si impegnino al massimo a fornire una preparazione cristiana ai ragazzi in quanto è sempre più difficile che essa provenga dalle famiglie.
L'interesse e la curiosità che i ragazzi esprimono verso le tematiche religiose è in generale scarso anche se in qualcuno è più presente che in altri. E' necessario provocare, trascinare, avvicinare con espedienti i ragazzi alle tematiche religiose.
Anche riguardo ai momenti ricreativi e di aggregazione sociale sembra che i ragazzi degli ultimi anni non mostrino un particolare interesse al contrario dei ragazzi degli anni precedenti che davano l'impressione di essere maggiormente coinvolti. Si segnala anche la difficoltà tipica del paese di Solarolo a creare socialità tra i propri ragazzi perché da svariati anni i ragazzi solarolesi delle stesse età frequentano le scuole in 2-3 paesi diversi (Goito, Ceresara e Rodigo) sviluppando le proprie amicizie maggiormente in questi paesi rispetto che tra i propri coetanei di Solarolo. Questo si rispecchia anche sulle rare occasioni di incontri comunitari di unità pastorale dove i ragazzi solarolesi che frequentano scuole diverse da Goito rimangono esclusi e non si amalgamano con i loro coetanei.
Infine viene segnalata la difficoltà di trovare nuovi educatori, in particolare di età inferiore ai 40 anni, per il necessario ricambio generazionale delle attuali educatrici che in alcuni casi svolgono il servizio da 25 anni.
Anche se vengono considerate importanti le iniziative di coinvolgimento dei genitori nelle prime classi di iniziazione cristiana, si ritiene comunque più importante che i ragazzi possano ritrovarsi in gruppo per favorire un confronto tra loro e per evitare differenze legate alla diversità di ogni famiglia.
Il confronto con le catechiste che si impegnano nel PERCORSO DI INIZIAZIONE CRISTIANA ha visto
la partecipazione di quasi tutte le catechiste ed è stato proficuo e ricco di spunti.
Catechesi: contenuto e stileGli incontri hanno cadenza settimanale e sono frequentati con costanza da tutti i bambini.
Le catechiste, quasi tutte madri di un bambino/bambina della classe, sono affiancate da Suor Atanasia sia per la programmazione che per lo svolgimento delle attività.
Pur mantenendo una certa fedeltà ai contenuti definiti insieme negli incontri di UP, le catechiste hanno dato maggior peso alla modalità con cui viene proposta l'attività di catechesi. In particolare l'argomento da affrontare viene spesso introdotto dalla lettura di un brano del Vangelo e calato nell'esperienza quotidiana dei bambini; sono poi gli interventi e le domande che nascono spontaneamente dai bambini a guidare la catechista nell'approfondimento di certi aspetti piuttosto che altri. L'attività si completa infine anche attraverso la realizzazione di cartelloni, attività grafiche pittoriche di riepilogo e giochi.
Per il gruppo di seconda media (questo gruppo avrebbe dovuto ricevere il Sacramento della Cresima che è stato posticipato) viene sottolineata l'esigenza di discostarsi da una certa rigidità del programma proposto, per adottare uno stile di confronto aperto alle domande e alle richieste di approfondimento dei ragazzi. In questa classe è emersa in maniera evidente l'esigenza di poter essere ascoltati e vivere lo spazio della catechesi come un momento importante di confronto tra coetanei su temi e valori morali e di fede; in questo contesto il compito della catechista diventa quello di guidare la conversazione e di fare una sintesi dei contenuti significativi.
Emerge in modo chiaro dalle catechiste che la progettazione dell'attività perché sia efficace deve avere un notevole grado di flessibilità poiché spesso saper accogliere e guidare le proposte e gli spunti che vengono dai bambini stessi arricchisce e riempie di significato la proposta catechistica.
Ruolo dei religiosiA più riprese durante questo confronto tutte le catechiste hanno definito significativa e indispensabile la presenza di Suor Atanasia in tutti i gruppi, poiché riveste un ruolo di mediatrice tra le indicazioni dell'unità pastorale e la realtà concreta in cui calarle al momento della programmazione delle attività. In secondo luogo le catechiste hanno sottolineato che la sua presenza, è considerata un supporto prezioso e una testimonianza gioiosa e affettuosa per i bambini.
Don Alessandro, sacerdote referente nella nostra Parrocchia, è visto dalle catechiste come un valido punto di riferimento e di confronto. Inoltre la sua presenza anche solo di pochi minuti all'inizio o al termine delle attività assume un significato importante per i bambini e per le famiglie.
Rapporti con le famiglieLe famiglie si pongono in una posizione di completa fiducia nei confronti delle catechiste, rispondono con sollecitudine ad eventuali richieste, in base ovviamente alla disponibilità di tempo.
Le catechiste sottolineano l'importanza e l'efficacia degli incontri di catechesi per le famiglie che venivano proposti prima della pandemia e si augurano che possano proseguire appena sarà possibile sempre secondo l'organizzazione di incontri di catechesi per gli adulti con il sacerdote e per i bambini con le animatrici.
Spunti per migliorare• Ripensare alle modalità di programmazione della catechesi a livello di Unità Pastorale che deve essere vista più come un confronto su linee guida da adottare che non su un programma di attività dettagliate. Questo permetterebbe di lasciare più ampio respiro all'interno delle singole parrocchie per adeguare gli spunti di catechesi alla specifica realtà di ogni parrocchia.
• Mettere maggiormente al centro della catechesi il Libro della Bibbia per mostrare ai bambini che l'annuncio viene dalla Parola di Dio
• Formazione specifica per le catechiste mirata soprattutto alla gestione delle dinamiche relazionali e comunicative tra i bambini.
• Esigenza sentita per tutti i gruppi di bambini e bambine di introdurre esperienze di servizio nella comunità (poveri, anziani, attenzione per l'ambiente) visto come esperienza concreta di ciò che viene annunciato.
• Ripensare alla modalità di scelta delle catechiste per le nuove classi : non sempre la scelta di un genitore è la scelta migliore; la presenza della madre nella stessa classe del figlio può avere effetti negativi, meglio sarebbe scambiare i genitori all'interno delle classi; vanno confermate e incoraggiate le persone che hanno vissuto positivamente un primo ciclo e conservano il desiderio e l'entusiasmo di proseguire.
Oltre alla catechesi di iniziazione cristiana a Cerlongo sono presenti anche GRUPPI DI ADOLESCENTI che proseguono la loro esperienza di ritrovo e confronto in parrocchia. Si tratta di due gruppi distinti uno di terza media e l'altro di prima e seconda superiore accompagnati rispettivamente dalle catechiste "storiche" del gruppo e supportati da giovani animatori.
I gruppi si trovano ogni settimana rispettivamente nel pomeriggio del giovedì e della domenica per circa un'ora.
Catechesi: contenuto e stileSi programma ogni mese e mezzo la proposta di macrotematiche da svolgere e sviscerare nel corso degli incontri con i ragazzi.
I temi affrontati in questo anno sono stati ad esempio il rapporto tra scienza e fede, la comunicazione e la relazione, l'accoglienza della diversità, l' impatto della pandemia nella vita dei ragazzi.
La modalità di svolgimento degli incontri abbastanza simile in entrambe i gruppi si svolge secondo una scaletta che vede un momento iniziale di preghiera e raccoglimento in cappella in cui spesso si legge un brano del Vangelo. Viene poi presentato l'argomento dell'incontro spesso accompagnato da testimonianze significative (si invitano persone o si guardano video riguardo a figure che offrono con la loro esperienza di vita un segno tangibile di fede e di carità. Attraverso opportune domande si procede al confronto spontaneo tra i ragazzi. L'incontro si conclude sempre con un momento di gioco o di convivialità.
Viene poi sottolineata come estremamente positiva l'esperienza per entrambi i gruppi della raccolta viveri effettuata in collaborazione con la Caritas parrocchiale: tale iniziativa ha visto una buona partecipazione dei ragazzi che si sono impegnati con serietà e dedizione a questo compito in un clima estremamente gioioso.
Sempre come spunto per spronare i ragazzi a mettersi in gioco ed offrire qualcosa di sé alla propria comunità il gruppo di terza media sta preparando una rappresentazione in chiave moderna della parabola del Buon Samaritano.
Ruolo degli educatoriLe catechiste sottolineano che la buona riuscita degli incontri e la costanza nella partecipazione dei ragazzi è dovuta anche al diverso ruolo che le figure adulte hanno assunto in questi gruppi.
La catechista che li conosce sin dai primi anni di catechismo propone i temi e tiene le redini del gruppo tuttavia il ruolo dei giovani animatori è fondamentale per dare un'atmosfera gioiosa e giocosa in alcuni momenti dell'incontro, nel corso del tempo inoltre si sono posti con autorevolezza di fronte al gruppo al punto da riuscire ad esserne veri e propri leader.
La presenza del sacerdote per entrambi i gruppi è stata definita dalle catechiste:" insostituibile ed essenziale" poiché per questa fascia d'età la presenza concreta di un sacerdote diventa un riferimento importante sia dal punto di vista umano e che di fede.
Spunti per migliorare• Dall'esperienza concreta di una certa difficoltà nella gestione dell'esuberanza dei ragazzi, particolarmente i maschi, emerge che il ruolo dell'animatore è indispensabile nel guidare il gruppo verso atteggiamenti di partecipazione e confronto costruttivi, ma anche per dare alle attività uno stile più accattivante. Le catechiste sottolineano perciò che la presenza di giovani animatori nei gruppi di adolescenti ha un valore importante da tener presente anche per la formazione di gruppi futuri.
• Si ritiene opportuno stendere con catechisti e animatori dell'U.P. delle linee guida per la programmazione annuale della catechesi degli adolescenti ma si auspica che tale incontro parta da una concreta condivisione tra tutte le realtà parrocchiali. E' inoltre emersa come funzionale ed efficace la possibilità di un confronto mensile con il sacerdote referente della parrocchia per calare nella realtà concreta dei gruppi le proposte e le modalità di attuazione.
• La proposta di incontri online, ristretta esclusivamente ai momenti in cui non era consentito trovarsi in presenza, non è stata accolta favorevolmente dai gruppi a dimostrazione che il punto di forza di questi incontri è anche offrire ai ragazzi di questa fascia d'eta lo spazio di incontrarsi e confrontarsi in presenza attraverso anche momenti di gioco e convivialità.
• L'esperienza di servizio nella comunità va secondo le catechiste arricchita ed integrata con altre proposte non occasionali poiché è emerso nei gruppi entusiasmo e grande impegno e serietà di fronte alla possibilità di realizzare nel concreto qualcosa per la comunità in cui i ragazzi vivono.
Cerlongo, 27 marzo 2021 Emanuela R.Berta
30 marzo 2021
Oggetto: attività di catechesi per bambini e ragazzi.Parrocchia: Goito
III° Elementare – II° Media* I bambini di II° Elementare non sono stati coinvolti nelle attività di catechesi a causa
dell'emergenza covid-19.
1. Qual è il contenuto della catechesi/animazione? Da dove nasce la scelta dei temi da affrontare
con i ragazzi?
I contenuti sono molteplici: i bambini/ragazzi vengono guidati a conoscere Gesù, ad accogliere il Suo messaggio e a viverlo per arrivare a Dio Padre; è un'occasione per analizzare, approfondire e rinnovare la spiegazione del Vangelo, annunciare il grande amore di Dio per l'uomo, la crocifissione, morte e resurrezione di Gesù. Gli incontri hanno anche il compito di insegnare ai bambini come pregare e di farli sentire parte della Comunità. La catechesi rappresenta il cammino di formazione cristiana; centrale è anche la preparazione ai Sacramenti.
I temi vengono proposti da Suor Annamaria e si aderisce alle proposte della diocesi o della parrocchia nei vari tempi liturgici.
2. Come sono le modalità in cui avviene il catechismo/attività? Come e in quali modalità viene
affrontato un tema con i ragazzi?
Le attività di catechesi vengono organizzate partendo dagli spunti e dalle iniziative proposte dalla diocesi, dalla parrocchia e da Suor Annamaria.
Centrale è l'esempio delle catechiste: è importante avere fede per potersi porre come testimoni e discepoli davanti ai più piccoli. La Parola di Dio viene utilizzata in modo costante e a questa vengono aggiunti testimonianze di vita vera e giochi; si cerca di trasmettere l'importanza dei Sacramenti, della preghiera e della partecipazione alla Messa, così come di creare un gruppo in cui ognuno possa sentirsi importante ed accolto e in cui la curiosità e l'esuberanza dei ragazzi possano trovare spazio per esprimere idee e stati d'animo. I bambini apprezzano particolarmente l'uso delle Parabole (lì riescono a trovare aspetti e particolari capaci di stupire) e le attività pratiche (lavoretti, uso di cartelloni,...). Riportando le esatte parole di una catechista "i ragazzi hanno tanto bisogno di essere ascoltati, capiti e soprattutto amati", questo è l'obiettivo di ogni attività.
Le attività sono state svolte inizialmente presso l'oratorio, poi durante i periodi di lockdown attraverso piattaforme online; quando è stato possibile gli incontri si sono svolti in chiesa e ciò è piaciuto molto ai ragazzi.
3. Quali sono i punti di forza ed eventuali problemi riscontrati durante il
catechismo/animazione?
Il fatto di avere gruppi di piccole dimensioni è positivo e aiuta a creare un rapporto più stretto con le catechiste.
Molte sono state le esperienze significative con i vari gruppi, tra queste: la creazione della Via Crucis tramite disegno e riflessione, lo studio dell'icona della Madonna del Segno, le testimonianze di persone disposte a raccontarsi, il Battesimo di uno dei ragazzi. Sarebbe bello poter organizzare anche dei ritiri e avere testimonianze da realtà esterne all'Unità Pastorale.
Il problema principale resta riuscire a coinvolgere i ragazzi e avere la loro partecipazione alla S.Messa: forse si sentono solo spettatori e servirebbe una "Messa a prova di bambino" in cui possano sentirsi coinvolti anche nella comprensione delle Letture e del Vangelo (il linguaggio degli adulti non è facile per loro).
Il programma spesso è troppo ricco e sarebbe meglio sviluppare gli argomenti con più calma lasciando le catechiste libere di usare tempi adatti ai ragazzi, al loro interesse per l'argomento e alla loro risposta. Gli incontri di catechismo possono essere improntati in vario modo, ma richiedono comunque una situazione diretta di dialogo e di confronto, aspetto che in questi anni è venuto meno nella maggior parte delle occasioni.
I genitori sono poco presenti e dovrebbero capire che a loro volta devono essere esempio per i ragazzi; il loro coinvolgimento (anche solo scambiando due parole con le catechiste dopo gli incontri) potrebbe, però, diventare un punto di forza.
I sacerdoti partecipano raramente e solo durante i tempi forti (confessioni, Comunione, Cresima) e non hanno un dialogo con i ragazzi; potrebbero passare almeno una volta al mese per conoscerli meglio.
Le modalità a distanza dovute alla pandemia hanno reso le attività molto complicate e ridotto le relazioni.
III° Media – Universitari1. Qual è il contenuto della catechesi/animazione? Da dove nasce la scelta dei temi da affrontare
con i ragazzi?
Il tema del contenuto della catechesi viene discusso prima dell'inizio dell'anno catechistico/scolastico analizzando soprattutto i temi che hanno riscosso particolare interesse durante il campo estivo oppure durante l'anno precedente. Si cerca di trattare argomenti adatti all'età dei ragazzi partendo da riferimenti di testi dedicati e dal confronto con i sacerdoti. Un altro punto di partenza sperimentato consiste nel riflettere sui temi che gli animatori ritenevano importanti e interessanti quando avevano l'età dei ragazzi per poi riproporli al gruppo in chiave più moderna. Infine si cerca di integrare i temi con la dottrina cristiana, basandosi su testimonianze di fede.
Al momento il gruppo di III° Media sta affrontando i temi della ragione e dei sentimenti, dell'identità e conoscenza di sé secondo vari aspetti (attraverso lo sguardo degli altri, attraverso lo sguardo amorevole del Padre, attraverso lo sguardo delle persone che ci circondano) con l'obiettivo di aiutare i ragazzi a rendersi conto delle proprie caratteristiche, peculiarità e punti di forza.
Per le Superiori è stato sviluppato un percorso all'inizio dell'anno che partendo dal tema delle emozioni (in contrapposizione con quello della tecnologia che ci allontana sempre di più gli uni dagli altri) e delle paure avrebbe dovuto portare il gruppo ad affrontare l'argomento della percezione e accettazione di sé. Purtroppo le modalità a distanza hanno reso le attività molto difficili e per tale motivo gli animatori hanno deciso di sospendere il percorso. Gli incontri online vengono comunque portati avanti con temi diversi ogni volta. Quando è stato possibile incontrarsi in presenza si è preferito organizzare degli incontri più tranquilli con la modalità cena in compagnia e gioco (tutto rispettando le misure previste per prevenire il contagio).
Il gruppo dei giovani universitari, infine, sta riflettendo su come la fede cristiana possa essere portata e applicata nel mondo che ci circonda. L'intento è quello di fare una riflessione sull'atteggiamento cattolico verso chi e cosa ci sta intorno, nei vari ambiti e spazi che fanno parte della quotidianità (lavoro, studio, episodi di violenza di cui si sente spesso parlare, ambiente), prendendo come guide alcune figure di Santi che si sono contraddistinti per la loro scelta.
2. Come sono le modalità in cui avviene il catechismo/attività? Come e in quali modalità viene
affrontato un tema con i ragazzi?
Il primo obiettivo che gli animatori si prefiggono è creare un gruppo saldo e coeso, cercando sempre di trovare modalità nuove per coinvolgere maggiormente i ragazzi.
Lo sviluppo di ciascuna attività parte dall'analisi di testi forniti da Don Jonathan, poi arricchiti dalle esperienze personali degli animatori. Le attività di discussione vengono integrate con filmati, canzoni o testimonianze per invogliare i ragazzi a riflettere sui temi proposti; ultimamente si è cercato di iniziare le attività con un gioco, spunto e partenza per arrivare al cuore centrale dell'incontro: il gioco mette tutti sullo stesso piano e coinvolge la maggior parte dei ragazzi in modo tale da rompere il ghiaccio in vista dell'attività successiva e avere tentativi di dialogo più promettenti. Ogni incontro si apre con un riassunto dei temi toccati nell'incontro precedente e si conclude con la preghiera.
Il gruppo delle Superiori è eterogeneo per età e per cercare di lasciare spazio a tutti nel caso di attività che richiedono una discussione/confronto i più piccoli (I° Superiore) vengono divisi dai più grandi.
Nei mesi di pandemia gli incontri sono stati proposti tramite piattaforma digitale e videochiamate, ma tali modalità si sono rivelate un fallimento: i ragazzi devono utilizzare questi strumenti già durante i giorni di scuola e insistere ulteriormente con queste modalità non contribuisce a creare relazioni vere.
Gli incontri del gruppo degli universitari prevedono momenti di condivisione, in modo particolare della cena, e un'attività scelta e preparata insieme a due ragazzi del gruppo, in modo tale da coinvolgere e capire quale sono i temi più importanti da trattare con loro.
3. Quali sono i punti di forza ed eventuali problemi riscontrati durante il catechismo/animazione?
L'esperienza degli animatori e la coesione di tutto il gruppo sono sicuramente punti di forza, anche se per quanto riguarda le Superiori bisogna riconoscere che sono mancate le occasioni per permettere ai ragazzi più giovani di avvicinarsi a quelli più grandi e permane una spaccatura tra le fasce d'età. E' importante, però, notare che i più piccoli sono molto presenti e che i più grandi (in numero minore) si sforzano per cercare di coinvolgere l'intero gruppo in modo divertente. Il numero elevato e inaspettato di ragazzi ad alcuni incontri ha reso difficile anche la gestione degli incontri stessi.
Se i ragazzi si sentono coinvolti partecipano in modo attivo e riescono a riflettere in modo adeguato sull'attività proposta; da parte loro non c'è mai una resistenza a priori. Resta comunque molto complicato sia riuscire a trovare sempre idee innovative e accattivanti che possano interessare i ragazzi, sia avere una loro partecipazione costante. L'età è difficile e i genitori sono poco collaborativi, in particolare non valorizzano il percorso della scoperta della fede o comunque danno poca importanza all'attività di gruppo a questa età. Per alcuni animatori la scarsa partecipazione dei ragazzi è legata ad una più generale crisi della famiglia: i genitori non intervengono per sostenere e indirizzare i figli, ma lasciano a loro totale libertà di scelta. Questo è reso ancora più complicato dalla pandemia.
Molto importanti sono anche le attività estive perché i ragazzi hanno più tempo da trascorrere fra di loro e con i loro animatori e di conseguenza sono più invogliati a mettersi in gioco.
E' invece critico il passaggio da un gruppo all'altro (inteso per fasce d'età) e questo aspetto andrebbe curato maggiormente: nel passaggio dal catechismo al gruppo adolescenti oppure dal gruppo adolescenti alle attività per le Superiori si rischia di perdere partecipanti solamente a causa del mancato scambio di informazioni tra gli animatori dell'anno precedente e quelli dell'anno successivo.
Durante l'ultimo incontro abbiamo analizzato in dettaglio le domande guida per un inizio di riflessione. Presentiamo ora una sintesi di tutto quanto emerso trattando le attività essenziali necessarie per la nostra unità pastorale e una soluzione al possibile problema futuro dell'insufficienza numerica dei sacerdoti per svolgere nella loro totalità le loro mansioni.
Abbiamo delineato per quanto riguarda il ruolo dei sacerdoti una DUPLICE INDISPENSABILE PRESENZA: la prima riguarda tutte quelle attività che contraddistingue il MINISTERO LITURGICO. In primo luogo la celebrazione della messa, la quale dovrebbe ampliare sempre più il suo raggio d'azione; ciò sarà possibile se verrà estesa alle periferie della nostra unità pastorale, sia geografiche che digitali. In secondo luogo, il vostro ministero tra noi laici è figura di riferimento per i laici stessi.
Ecco le principali attività: ascolto, catechesi (in modo particolare dei genitori) e modelli di fede e maestri di vita per tutte le età e in tutte le attività della parrocchia. In previsione di una possibile carenza di sacerdoti, ci sentiamo prima di tutto di riporre questa drammatica eventuale mancanza nelle mani del Signore, anche tramite momenti di preghiera dedicati. Nella nostra inutilità, ci sentiamo per adesso di formare i laici per poter poi, in un momento futuro se si presenterà questa eventualità, di contare su persone che possano sostituirvi nei compiti che non competono esclusivamente al vostro ruolo.
Trattiamo nel dettaglio i punti principali di quanto riassunto. Pensiamo che le messe, le cerimonie e manifestazioni principali siano da allargare ai confini della nostra unità pastorale. In secondo luogo, l'accoglienza dei bambini dei giovani e adolescenti, in modo particolare nel periodo estivo, sia un concetto imprescindibile. La figura del sacerdote in questo compito può aiutare ragazzi e animatori ad impostare la riflessione e a dare l'esempio di fede. In aggiunta, il centro liturgico dovrà essere ben organizzato: bisognerebbe che un sacerdote sia sempre presente a dirigere spiritualmente i laici, in vista anche di un maggiore impegno di questi ultimi nella vita attiva della parrocchia.
Per far ciò sarà necessario un'attività di formazione che possa avere come obiettivo l'interiorizzazione dei capisaldi diocesani. In aggiunta, c'è il pericolo di una genericità d'affermazione. Essa consiste nel rischio di concetti astratti che poi non si traducono in qualcosa di più concreto. Una seconda difficoltà è la mancanza di una visione d'insieme dei laici.
Per far ciò bisogna rompere gli schemi precostituiti per la maggiore coinvolgimento di tutti. E' altresì indispensabile un collegamento attivo con le altre parrocchie ed enti esterni (come centro anziani o RSA) con fatti concreti. Oppure strutture già presenti sul territori come la "Casa della Rosa".
Inoltre bisognerebbe puntare sulla valorizzazione delle famiglie, nuclei essenziali della comunità. E' imprescindibile saper essere punto di riferimento sulle tematiche attuali della società, altrimenti i primi ai quali andrebbe a discapito sarebbero i giovani. Per incentivare la partecipazione dovrebbero essere fatte attività, ad esempio, per i giovani crediti formativi scolastici. In più, il creato è un tema che oltre ad essere già stato trattato dal papa, è un argomento che coinvolge tutti noi nel futuro.
Nel susseguirsi dei parroci non c'è mai stata continuità. Nell'ultimo periodo si sente poco l'azione pastorale soprattutto in linea coi problemi dati dal Covid.
VERBALE RIUNIONE SOLAROLO 6 gennaio '21
Punti emersi durante l'incontro:
1. Si rileva l'esigenza di rinnovare alcune attività pastorali che in questi ultimi anni hanno evidenziato diverse criticità: Catechismo, Coro, Gruppo ministranti, Gruppo Giovani. Quest'ultimo è praticamente assente ormai da diverso tempo, gli altri registrano una buona partecipazione, ma sarebbe opportuno istituzionalizzare le attività che rischiano di procedere grazie alla buona volontà di chi si mette in gioco, con il rischio di esaurirsi come è accaduto per il Gruppo Giovani.
2. Emerge il desiderio di un maggiore coinvolgimento della comunità nelle scelte liturgiche e pastorali, anche mediante una relazione più diretta e capillare fra sacerdoti e famiglie, che potrebbe far scaturire direttamente bisogni e potenzialità nell'ottica della condivisione.
3. L'ipotesi, assai probabile, di una ulteriore riduzione dei preti nell'Unità Pastorale e il calo demografico della nostra comunità ci inducono a chiedere, per il futuro (remoto!), solamente la celebrazione eucaristica festiva. Tuttavia rimane forte il desiderio di un rapporto personale fra sacerdote e famiglie; una conoscenza reciproca più ampia dell'attuale che perlopiù si limita alle persone che svolgono qualche servizio in parrocchia.
Oltre a questi punti condivisi dalla riunione sono scaturiti alcuni spunti che potrebbero costituire uno stimolo di riflessione:
• Opportunità di collegarsi a gruppi diocesani (ad esempio Azione cattolica o altri) per la realizzazione di alcune esperienze forti: campo estivo, ritiro spirituale,...
• Necessità di spostarsi a Goito per alcune attività e nello stesso tempo difficoltà logistiche oltre a resistenze psicologiche (campanilismo...)
• Più occasioni di preghiera comunitaria che ha valore e forza indipendentemente dalla partecipazione numerica.
Alberto, Arianna, Vittorio.
1)Considerando nel concreto la storia e il presente della tua comunità parrocchiale, cosa in essa ritieni essenziale e quali scelte pastorali potrebbero essere fatte per promuovere l'annuncio del Vangelo e la vita della comunità?
- La parrocchia di Vasto da oltre 30 anni non è più guidata da un parroco residente, i parroci che successivamente sono stati incaricati di amministrare la parrocchia hanno accompagnato la comunità ad organizzare le varie attività parrocchiali sollecitando e favorendo l'impegno concreto dei fedeli nella gestione pastorale e amministrativa della parrocchia.
L'appartenere a un ambito sovra parrocchiale ha certamente contribuito a valorizzare l'importanza delle attività organizzate in comunione con le altre comunità che costituiscono la U.P.
Riteniamo che siano importanti gli incontri di catechesi con gli adulti per approfondire anche la conoscenza dei documenti che la chiesa, tramite il Papa e i Vescovi, propone all'attenzione dei fedeli.
Conoscere il messaggio e lo spirito dei sopra citati documenti può sicuramente contribuire a formare fedeli in grado di rapportarsi meglio e attivamente con le realtà sociali, in continua evoluzione, nelle quali ogni cittadino è inserito
2) Ipotizzando nei prossimi anni una riduzione dei preti nell'Unità Pastorale, cosa ritieni giusto, opportuno e ragionevole chiedere al loro ministero per il bene dell'Unità Pastorale?
- Delegare quanto più possibile le attività che possono essere svolte da altre figure impegnate nell'attività della U.P., e tenere presente, come momento di partecipazione comunitaria, l'importanza della celebrazione della S. Messa nei giorni festivi in tutte le parrocchie.
RIFLESSIONE DEI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI UNITA' PASTORALE DI CERLONGORIFLESSIONE DEI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI UNITA' PASTORALE DI CERLONGO
Questa riflessione nasce oltre che da un confronto tra noi membri del CUP anche e soprattutto dall'ascolto di aspettative, desideri, emozioni e pensieri dei membri della parrocchia che in questa fase particolare della nostra vita comunitaria si è riscoperta sensibile e attratta dal messaggio del Vangelo.
Riteniamo che un'analisi della storia pastorale della nostra comunità sia necessaria per comprendere meglio la situazione attuale e per fare le scelte pastorali che riguarderanno il nostro futuro.
La storia della parrocchia di Cerlongo è caratterizzata da un periodo in cui vi era un parroco residente che ben conosceva la realtà di questa vivace comunità e che indirizzava le scelte dei diversi gruppi laici nella vita della parrocchia.
Con l'istituzione dell'Unità Pastorale, "subita" ma non compresa fino in fondo dai fedeli sono emerse delle criticità che perdurano sino ad oggi.
• L'avvicendarsi dei sacerdoti nel corso degli ultimi dieci anni ha creato disorientamento nella comunità che ha visto i gruppi che animavano i diversi ambiti della vita parrocchiale impegnarsi a prestare il proprio servizio cercando di modulare l' attività nella costante ricerca di un equilibrio tra l'indirizzo del nuovo sacerdote e l'esigenza reale della parrocchia. Le iniziative e le proposte di questi anni, appaiono ad una riflessione posteriore come tanti tentativi isolati e frammentati, lasciati alla buona volontà delle persone attive, di mantenere vive le proposte pastorali ma purtroppo privi di un orientamento chiaro e definito e caratterizzato dalla totale assenza di un momento di analisi organica.
• Questo forte disorientamento ha fatto emergere nella realtà concreta due punti deboli: da una parte un irrigidimento dei gruppi nel tentativo di preservare il lavoro fatto, con la conseguenza di isolarsi e non rendersi più aperti e accessibili alla comunità e dall'altra in un progressivo scoraggiamento e demotivazione per cui alcune proposte vive in quegli anni si sono raffreddate e hanno perso di vivacità.
• Chi ha guidato in questi anni l'Unità Pastorale ha attivato tutte le modalità necessarie per creare un dialogo e uno scambio continuo tra le varie parrocchie, tuttavia nella nostra comunità è stata avvertita con sofferenza la centralità della Parrocchia di Goito come luogo primario sia nella presa delle decisioni sia nell'offerta delle proposte pastorali. Tale disagio si è manifestatone l concreto in una partecipazione debole e discontinua alle diverse iniziative proposte presso la sede della parrocchia di Goito.
Ci siamo resi conto di queste criticità proprio nel momento in cui, negli ultimi tempi, abbiamo avuto a Cerlongo la presenza stabile di un sacerdote a cui ci siamo sforzati di far comprendere la nostra identità e questo ci ha messi nelle condizioni di riflettere su noi stessi riscoprendo le nostre peculiarità e i nostri limiti.
In questi ultimi tempi, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, è visibile una rinascita dell'interesse da parte della comunità alle proposte pastorali suggerite dal sacerdote referente e accolte con entusiasmo dai laici attivi in parrocchia. La presenza di un sacerdote referente nella nostra comunità che vive la sua quotidianità in mezzo alla gente e che si prende cura delle relazioni accogliendo lui per primo la comunità, permette anche alle persone più stanche e più lontane un movimento di attrazione verso l'annuncio del Vangelo e la spinta a tradurlo con audacia e creatività in azioni concrete.
Per questo siamo convinti che per mettere in moto le forze e le energie assopite e rivitalizzare la vita della nostra comunità sia indispensabile una figura che garantisca continuità negli indirizzi e nelle scelte dei mezzi già messi in campo per raggiungere gli obiettivi condivisi.
Siamo finalmente fiduciosi che il parroco di questa U P possa a seguito di questa riflessione tener conto degli aspetti identitari fondanti della nostra comunità e farsene garante nel futuro.
In una riflessione sul futuro della nostra UP siamo ben coscienti che noi laici saremo chiamati operativamente ad aprirci maggiormente al servizio nei diversi aspetti della vita comunitaria.
In particolare da un'analisi della realtà concreta della nostra vita parrocchiale abbiamo individuato dei punti nodali che coinvolgono direttamente noi laici:
Formazione di un'èquipe di persone che sia referente dell'attività dei vari gruppi di laici e che si relazioni con il parroco dell'U.P.
Ripensare a una catechesi che coinvolga tutte le fasce di età dai bambini agli anziani secondo modalità e metodi creativi e coraggiosi.
Acquisire maggiore consapevolezza e spazio attivo nella liturgia.
Individuare e potenziare modalità per coinvolgere le giovani famiglie e i ragazzi nell'attività di servizio alla comunità.
Proporre un'azione di accoglienza delle famiglie extracomunitarie che fanno parte integrante della nostra realtà.
Far rifiorire un'attenzione verso le povertà che ci riguardano ormai da vicino ma che spesso si nascondono e che necessitano di uno sforzo maggiore per essere individuate.
Noi siamo convinti che tutto questo sia realizzabile per noi oggi e proseguito con continuità nel futuro anche grazie alla testimonianza autentica di un sacerdote referente che nei limiti di tempo e di spazio che in futuro potranno presentarsi, possa comunque garantire la sua missione di pastore e guida per noi laici attivi e per tutti i membri della comunità.
Ripercorrendo alcuni passi di Evangelii Gaudium siamo confortati da questo brano che ci ha colpiti: "(La parrocchia)Sebbene non sia l'unica istituzione evangelizzatrice se è capace di riformarsi e adattarsi costantemente, continuerà ad essere -la chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie- questo suppone che realmente stia in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano a se stessi."
Cerlongo, dicembre 2020
I membri del Consiglio di Unità Pastorale della Parrocchia di Cerlongo
Annamaria Maddalena, Luciano Cerini, Emanuela R. Berta
Introduzione di don MarcoDiverse volte ci siamo ritrovati a parlare insieme di queste dimensioni offerte dalla segreteria pastorale per preparare l'incontro di questa sera. In vista della costituzione del Consiglio Pastorale di Unità abbiamo avuto diverse opportunità per riflettere e confrontarci.
Il Consiglio è stato costituito fondandolo su Gesù Cristo che è al centro attraverso la preghiera personale e comunitaria. Abbiamo intrapreso un lavoro fatto insieme e nel primo periodo abbiamo scelto di riflettere sulla catechesi-annuncio dl vangelo attraverso un rilievo di situazione e successivamente ci confronteremo con proposta di Papa Francesco del 30 gennaio 2021 e col progetto catechistico diocesano. Tutto il consiglio lavorerà ed approfondirà questo tema. Oggi è cruciale l'annuncio del vangelo che si deve realizzare non solo in chiesa o nelle realtà ad essa collegate, ma è necessario che risuoni in tutte le realtà di vita. Le nostre celebrazioni liturgiche sono fatte bene e aiutano a pregare e ad incontrare Cristo Signore. Punti deboli sono la formazione degli adulti e la loro presenza nel sociale, tranne il servizio prezioso che opera la Caritas in collaborazione con le istituzioni pubbliche. In prospettiva è urgente la costituzione e la formazione di gruppi ministeriali a sostegno e come riferimento delle diverse parrocchie dell'Unità Pastorale.
Due componenti del Consiglio hanno letto la sintesi del dibattito che aveva preparato l'incontro.
Sogniamo la "nostra" Chiesa
Chiesa di domani, Chiesa da generare
Sintesi del lavoro preparatorio del CPPU
Le schede inviate dal Centro Pastorale in preparazione della visita pastorale del Vescovo alla nostra Unità Pastorale, condiviso con il CPPU, pone una serie di interrogativi e ci chiama a riflettere su alcuni aspetti della vita cristiana, in particolare sulla visione di Chiesa che potrebbe riguardare le nostre comunità.
È un messaggio forte quello proposto, che ci invita a trasformare ogni momento della nostra giornata in un servizio reso alla Chiesa. Nonostante qualcuno di noi abbia trovato l'espressione "sperimentazioni coraggiose" inquietante, siamo consapevoli che dobbiamo uscire dagli schemi, affinché tutti i battezzati vengano coinvolti. La Chiesa in uscita deve cogliere la presenza di Dio anche in altre realtà. Per questo non dobbiamo stravolgere l'identità del nostro territorio, ma è utile partire dal nostro passato e attualizzarlo. Fondamentale perciò è il contributo dei laici, spronati a essere testimoni della fede e missionari nei luoghi che abitano ogni giorno e nelle relazioni che vivono.
Siamo consapevoli che tutti i laici, in virtù del fondamento battesimale, e ciascuno secondo la propria vocazione, debbano sentirsi corresponsabili e generativi nella nostra unità pastorale, grazie a una fede rinnovata, coraggiosa e ricca di entusiasmo.
Abbiamo assoluto bisogno di rendere proficuo anche questo periodo di pandemia per camminare insieme, vivendo un autentico protagonismo nel volontariato e non arroccandoci in atteggiamenti di chiusura. Per questo esistono iniziative che vanno verso la direzione della missionarietà in stile familiare cristiano, che faccia della quotidianità, della semplicità e della vicinanza a tutti i propri pilastri.
Le nostre celebrazioni sono belle, appassionate e coinvolgono l'assemblea, ma non per questo dobbiamo accontentarci. È necessario avere davanti a noi delle prospettive e assumere atteggiamenti evangelici che sappiano coltivare con pazienza un atteggiamento ottimista.
Come Tommaso ha riconosciuto Gesù mettendo le mani nel suo costato, noi possiamo riconoscere Gesù nei malati e nei poveri attraverso gesti semplici e umili e testimoniare il nostro coraggio e la nostra creatività anche incontrando i numerosi stranieri della comunità. Finché non saremo in grado di adattarci alle esigenze del territorio, non riusciremo a creare interesse e curiosità in ambienti in cui ancora regna il pregiudizio nei confronti dell'ambiente cattolico.
È altresì importante che i nostri giovani siano sempre più coinvolti attraverso proposte aggregative, di gioco, di riflessione e di incontro affinché abbiano la percezione che l'adulto ha trovato il tempo di esserci per prendersi cura di loro e per loro.
Sogniamo la "nostra" Chiesa
Chiesa di domani, Chiesa da generare.
Sintesi della serata col Vescovo
15 aprile 2021
Il Consiglio Pastorale di Unità si è recentemente incontrato col Vescovo per preparare la futura visita pastorale. Il Vescovo Marco ha condiviso l'interpretazione del dipinto "Il sogno di Giuseppe", opera del Centro Aletti, e ha sottolineato come Dio usi i sogni quali mezzo per trasmettere il proprio messaggio agli uomini e svelare i propri progetti. Il sogno in questo caso fornisce una guida e Giuseppe, nel sonno, non parla, ma sa ascoltare il proprio profondo, i sogni che lo abitano per superare le difficoltà.
In risposta all'interrogativo posto dal Vescovo sulla nostra visione di Chiesa, siamo consapevoli che è difficile essere testimoni della fede al di fuori della Parrocchia, ma è necessario addentrarci nel territorio per scoprirne gli aspetti culturali, valorizzare la vita sacramentale e coltivare la dimensione spirituale. È importante infatti camminare insieme nonostante le diversità e le differenti vocazioni per raggiungere un'armonia di doni e carismi e mettere a frutto il dono di Dio.
Come riporta il documento, "Ogni comunità nella quale è costituito il popolo di Dio non è una cittadella arroccata in difesa, ma soprattutto attraverso i laici è Chiesa in uscita". La nostra comunità quindi dovrebbe essere aperta e visibile nei tre classici ambiti della carità, della catechesi e della liturgia. In seguito al confronto tra i membri del Consiglio Pastorale di Cerlongo, per essere visibili e credibili di fronte alle nostre comunità, si propone di istituire dei ministeri relativi ai diversi ambiti in ciascuna parrocchia. Il ruolo di un presbitero di riferimento diventa dunque fondamentale per far crescere nella coscienza dei laici la corresponsabilità. Noi crediamo che nella nostra realtà ci siano già in atto i processi per l'individuazione dei gruppi ministeriali e di referenti di comunità. Con il discernimento, l'accompagnamento, la presenza e la testimonianza dei presbiteri, la comunità tutta porterà con gioia il peso della responsabilità della vita della comunità cristiana.
Alcune categorie di persone che svolgono un ruolo decisivo nell'attività comunitaria sono anche i catechisti-animatori che continuano ad annunciare la "buona notizia" ai più giovani e li accompagnano all'incontro personale con Gesù. Non si tratta solo di conoscerlo intellettualmente, ma vuol dire soprattutto incontrarlo nella Bibbia, che è Parola di Dio, e pregarlo nelle celebrazioni. Talvolta però molte famiglie hanno l'idea di delegare la formazione religiosa alla Parrocchia, come se fosse una lezione scolastica in più. Noi dovremmo costruire con loro un percorso comunitario, dove la famiglia si interessi attivamente e partecipi al percorso dei propri figli comprendendo il significato della S. Messa e dell'Eucaristia.
È emersa anche l'importanza della Caritas locale. Poiché la povertà non è solo materiale, ma è un fenomeno più complesso che spesso fa sentire inadeguati, chi si affida ai volontari per beni e servizi ritenuti essenziali al soddisfacimento dei bisogni primari, crea in realtà una relazione con loro e instaurano rapporti che vanno ben oltre il servizio che viene loro elargito.
I laici, "megafoni di Dio", come li ha definiti il Vescovo, devono impegnarsi a invitare anche chi non partecipa regolarmente alla S. Messa attraverso il loro stile di vita cristiano attraente e le parole adatte. Il Vangelo non deve essere solo ascoltato, ma anche visto nell'integrità personale, nell'onestà, nella pazienza, ispirando un approccio propositivo e responsabile nelle persone a cui si comunica la "buona notizia". Insomma, le occasioni non mancano, basta a volte vincere la pigrizia di starsene appartati in casa, per scoprire che serve poco per portare la Parola nel nostro vicinato, sul posto di lavoro o a scuola, nei nostri contatti professionali, in ogni posto in cui i non credenti o non praticanti hanno l'opportunità di osservare la nostra vita.
Prima di concludere l'incontro, il Vescovo ci ha ricordato che il Battesimo, il primo dei Sacramenti, sancisce la vera nascita di un cristiano. È grazie al Battesimo che diventiamo parte della Chiesa e del corpo di Cristo.
Le sensazioni che ci animano e grazie alle quali riusciremo a superare le fatiche o sentimenti di malumore o di rassegnazione rimangono la fiducia e la speranza.
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI ALL'INCONTRO PROMOSSO DALL'UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Sala Clementina
Sabato, 30 gennaio 2021
Cari fratelli e sorelle,
vi do il benvenuto e ringrazio il Card. Bassetti per le sue cortesi parole. Ha ripreso le forze, grazie!
Saluto il Segretario Generale, Mons. Russo, e tutti voi, che sostenete l'impegno della Chiesa italiana nell'ambito della catechesi. Sono contento di condividere con voi il ricordo del 60° anniversario della nascita dell'Ufficio Catechistico Nazionale. Istituito ancora prima della configurazione della Conferenza episcopale, esso è stato strumento indispensabile per il rinnovamento catechetico dopo il Concilio Vaticano II. Questa ricorrenza è un'occasione preziosa per fare memoria, rendere grazie dei doni ricevuti e rinnovare lo spirito dell'annuncio. A questo scopo, vorrei condividere tre punti che spero possano aiutarvi nei lavori dei prossimi anni.
Il primo: catechesi e kerygma. La catechesi è l'eco della Parola di Dio. Nella trasmissione della fede la Scrittura – come ricorda il Documento di Base – è «il Libro; non un sussidio, fosse pure il primo» (CEI, Il rinnovamento della catechesi, n. 107). La catechesi è dunque l'onda lunga della Parola di Dio per trasmettere nella vita la gioia del Vangelo. Grazie alla narrazione della catechesi, la Sacra Scrittura diventa "l'ambiente" in cui sentirsi parte della medesima storia di salvezza, incontrando i primi testimoni della fede. La catechesi è prendere per mano e accompagnare in questa storia. Suscita un cammino, in cui ciascuno trova un ritmo proprio, perché la vita cristiana non appiattisce né omologa, ma valorizza l'unicità di ogni figlio di Dio. La catechesi è anche un percorso mistagogico, che avanza in costante dialogo con la liturgia, ambito in cui risplendono simboli che, senza imporsi, parlano alla vita e la segnano con l'impronta della grazia.Il cuore del mistero è il kerygma, e il kerygma è una persona: Gesù Cristo. La catechesi è uno spazio privilegiato per favorire l'incontro personale con Lui. Perciò va intessuta di relazioni personali. Non c'è vera catechesi senza la testimonianza di uomini e donne in carne e ossa. Chi di noi non ricorda almeno uno dei suoi catechisti? Io lo ricordo: ricordo la suora che mi ha preparato
alla prima Comunione e mi ha fatto tanto bene. I primi protagonisti della catechesi sono loro, messaggeri del Vangelo, spesso laici, che si mettono in gioco con generosità per condividere la bellezza di aver incontrato Gesù. «Chi è il catechista? È colui che custodisce e alimenta la memoria di Dio; la custodisce in sé stesso – è un "memorioso" della storia della salvezza – e la sa risvegliare negli altri. È un cristiano che mette questa memoria al servizio dell'annuncio; non per farsi vedere, non per parlare di sé, ma per parlare di Dio, del suo amore, della sua fedeltà» (Omelia per la giornata dei catechisti nell'Anno della Fede, 29 settembre 2013).
Per fare questo, è bene ricordare «alcune caratteristiche dell'annuncio che oggi sono necessarie in ogni luogo: che esprima l'amore salvifico di Dio previo all'obbligazione morale e religiosa – tu sei amato, tu sei amata, questo è il primo, questa è la porta –, che non imponga la verità e che faccia appello alla libertà – come faceva Gesù –, che possieda qualche nota di gioia, stimolo, vitalità, e un'armoniosa completezza che non riduca la predicazione a poche dottrine a volte più filosofiche che evangeliche. Questo esige dall'evangelizzatore alcune disposizioni che aiutano ad accogliere meglio l'annuncio – e quali sono queste disposizioni che ogni catechista deve avere? –: vicinanza, apertura al dialogo, pazienza, accoglienza cordiale che non condanna» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 165). Gesù aveva questo. È l'intera geografia dell'umanità che il kerygma, bussola infallibile della fede, aiuta a esplorare.
E su questo punto – il catechista – riprendo una cosa che va detta anche ai genitori, ai nonni: la fede va trasmessa "in dialetto". Un catechista che non sa spiegare nel "dialetto" dei giovani, dei bambini, di coloro che... Ma con il dialetto non mi riferisco a quello linguistico, di cui l'Italia è tanto ricca, no, al dialetto della vicinanza, al dialetto che possa capire, al dialetto dell'intimità. A me tocca tanto quel passo dei Maccabei, dei sette fratelli (2 Mac 7). Per due o tre volte si dice che la mamma li sosteneva parlando loro in dialetto ["nella lingua dei padri"]. È importante: la vera fede va trasmessa in dialetto. I catechisti devono imparare a trasmetterla in dialetto, cioè quella lingua che viene dal cuore, che è nata, che è proprio la più familiare, la più vicina a tutti. Se non c'è il dialetto, la fede non è tramessa totalmente e bene.
Il secondo punto: catechesi e futuro. L'anno scorso ricorreva il 50° anniversario del documento Il rinnovamento della catechesi, con cui la Conferenza Episcopale Italiana recepiva le indicazioni del Concilio. Al riguardo, faccio mie le parole di San Paolo VI, rivolte alla prima Assemblea Generale della CEI dopo il Vaticano II: «Dobbiamo guardare al Concilio con riconoscenza a Dio e con fiducia per l'avvenire della Chiesa; esso sarà il grande catechismo dei tempi nuovi» (23 giugno 1966). E tornando sul tema, in occasione del primo Congresso Catechistico Internazionale, egli aggiungeva: «È un compito che incessantemente rinasce e incessantemente si rinnova per la catechesi l'intendere questi problemi che salgono dal cuore dell'uomo, per ricondurli alla loro sorgente nascosta: il dono dell'amore che crea e che salva» (25 settembre 1971). Pertanto, la catechesi ispirata dal Concilio è continuamente in ascolto del cuore dell'uomo, sempre con l'orecchio teso, sempre attenta a rinnovarsi.
Questo è magistero: il Concilio è magistero della Chiesa. O tu stai con la Chiesa e pertanto segui il Concilio, e se tu non segui il Concilio o tu l'interpreti a modo tuo, come vuoi tu, tu non stai con la Chiesa. Dobbiamo in questo punto essere esigenti, severi. Il Concilio non va negoziato, per avere più di questi... No, il Concilio è così. E questo problema che noi stiamo vivendo, della selettività rispetto al Concilio, si è ripetuto lungo la storia con altri Concili. A me fa pensare tanto un gruppo di vescovi che, dopo il Vaticano I, sono andati via, un gruppo di laici, dei gruppi, per continuare la "vera dottrina" che non era quella del Vaticano I: "Noi siamo i cattolici veri". Oggi ordinano donne.
L'atteggiamento più severo, per custodire la fede senza il magistero della Chiesa, ti porta alla rovina. Per favore, nessuna concessione a coloro che cercano di presentare una catechesi che non sia concorde al magistero della Chiesa.
Come nel dopo-Concilio la Chiesa italiana è stata pronta e capace nell'accogliere i segni e la sensibilità dei tempi, così anche oggi è chiamata ad offrire una catechesi rinnovata, che ispiri ogni ambito della pastorale: carità, liturgia, famiglia, cultura, vita sociale, economia... Dalla radice della Parola di Dio, attraverso il tronco della sapienza pastorale, fioriscono approcci fruttuosi ai vari aspetti della vita. La catechesi è così un'avventura straordinaria: come "avanguardia della Chiesa" ha il compito di leggere i segni dei tempi e di accogliere le sfide presenti e future. Non dobbiamo aver paura di parlare il linguaggio delle donne e degli uomini di oggi. Di parlare il linguaggio fuori dalla Chiesa, sì, di questo dobbiamo avere paura. Non dobbiamo avere paura di parlare il linguaggio della gente. Non dobbiamo aver paura di ascoltarne le domande, quali che siano, le questioni irrisolte, ascoltare le fragilità, le incertezze: di questo, non abbiamo paura. Non dobbiamo aver paura di elaborare strumenti nuovi: negli anni settanta il Catechismo della Chiesa Italiana fu originale e apprezzato; anche i tempi attuali richiedono intelligenza e coraggio per elaborare strumenti aggiornati, che trasmettano all'uomo d'oggi la ricchezza e la gioia del kerygma, e la ricchezza e la gioia dell'appartenenza alla Chiesa.
Terzo punto: catechesi e comunità. In questo anno contrassegnato dall'isolamento e dal senso di solitudine causati dalla pandemia, più volte si è riflettuto sul senso di appartenenza che sta alla base di una comunità. Il virus ha scavato nel tessuto vivo dei nostri territori, soprattutto esistenziali, alimentando timori, sospetti, sfiducia e incertezza. Ha messo in scacco prassi e abitudini consolidate e così ci provoca a ripensare il nostro essere comunità. Abbiamo capito, infatti, che non possiamo fare da soli e che l'unica via per uscire meglio dalle crisi è uscirne insieme – nessuno si salva da solo, uscirne insieme –, riabbracciando con più convinzione la comunità in cui viviamo. Perché la comunità non è un agglomerato di singoli, ma la famiglia in cui integrarsi, il luogo dove prendersi cura gli uni degli altri, i giovani degli anziani e gli anziani dei giovani, noi di oggi di chi verrà domani. Solo ritrovando il senso di comunità, ciascuno potrà trovare in pienezza la propria dignità.
La catechesi e l'annuncio non possono che porre al centro questa dimensione comunitaria. Non è il momento per strategie elitarie. La grande comunità: qual è la grande comunità? Il santo popolo fedele di Dio. Non si può andare avanti fuori del santo popolo fedele di Dio, il quale – come dice il Concilio – è infallibile in credendo. Sempre con il santo popolo di Dio. Invece, cercare appartenenze elitarie ti allontana dal popolo di Dio, forse con formule sofisticate, ma tu perdi quell'appartenenza alla Chiesa che è il santo popolo fedele di Dio.
Questo è il tempo per essere artigiani di comunità aperte che sanno valorizzare i talenti di ciascuno. È il tempo di comunità missionarie, libere e disinteressate, che non cerchino rilevanza e tornaconti, ma percorrano i sentieri della gente del nostro tempo, chinandosi su chi è al margine. È il tempo di comunità che guardino negli occhi i giovani delusi, che accolgano i forestieri e diano speranza agli sfiduciati. È il tempo di comunità che dialoghino senza paura con chi ha idee diverse. È il tempo di comunità che, come il Buon Samaritano, sappiano farsi prossime a chi è ferito dalla vita, per fasciarne le piaghe con compassione. Non dimenticatevi questa parola: compassione. Quante volte, nel Vangelo, di Gesù si dice: "Ed ebbe compassione", "ne ebbe compassione". Come ho detto al Convegno ecclesiale di Firenze, desidero una Chiesa «sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. [...] Una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza». Quanto riferivo allora all'umanesimo cristiano vale anche per la catechesi: essa «afferma radicalmente la dignità di ogni persona come Figlio di Dio, stabilisce tra ogni essere umano una fondamentale fraternità, insegna a comprendere il lavoro, ad abitare il creato come casa comune, fornisce ragioni per l'allegria, l'umorismo, anche nel mezzo di una vita tante volte molto dura» (Discorso al V Convegno nazionale della Chiesa italiana, Firenze, 10 novembre 2015).
Ho menzionato il Convegno di Firenze. Dopo cinque anni, la Chiesa italiana deve tornare al Convengo di Firenze, e deve incominciare un processo di Sinodo nazionale, comunità per comunità, diocesi per diocesi: anche questo processo sarà una catechesi. Nel Convegno di Firenze c'è proprio l'intuizione della strada da fare in questo Sinodo. Adesso, riprenderlo: è il momento. E incominciare a camminare.
Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio per quanto fate. Vi invito a continuare a pregare e a pensare con creatività a una catechesi centrata sul kerygma, che guardi al futuro delle nostre comunità, perché siano sempre più radicate nel Vangelo, comunità fraterne e inclusive. Vi benedico, vi accompagno. E voi, per favore, pregate per me, ne ho bisogno. Grazie!