Archivio

Lectio divina XXV domenica T.O. - B

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 19 settembre2021–XXV Domenica TO B

Accogliendo e servendo s'incontra Gesù
Sapienza 2,12.17-20 • Salmo 53 • Giacomo 3,16-4,3 • Marco 9,30-37

Lettura
Gesù, dopo aver provocato la confessione di Pietro a Cesarea di Filippo ed aver preannunciato la sua pasqua, porta alcuni discepoli sul monte e davanti a loro si trasfigura (9,2-8). In questo modo infonde coraggio ai suoi ed indica loro il tracciato da percorrere. È però difficile entrare nella logica insegnata da Gesù, per questo si rende necessario da parte sua riprendere le istruzioni fino a quel momento impartite.

Mc 9,30-37
30Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. 31Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: "Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà". 32Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
33Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: "Di che cosa stavate discutendo per la strada?". 34Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. 35Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: "Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti". 36E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: 37"Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato".

Commento
Il brano odierno può essere diviso in due parti. Nella prima (vv.30-32) si descritto nuovamente Gesù che in Galilea insegna ai suoi discepoli la pasqua del Figlio dell'uomo: "Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni, risorgerà". Con queste parole l'attività del maestro risulta fortemente concentrata sulla necessità di formare i suoi. Costoro invece si dimostrano incapaci di sintonizzarsi con Gesù: "non capivano queste parole". Rassegnati e forse delusi "avevano timore di interrogarlo", cioè di chiedere spiegazioni perché ormai ne avevano ricevute molte. La seconda parte (vv.33-37) presenta una scena realizzatasi nel borgo di Cafarnao. In una casa (probabilmente quella di Pietro) Gesù rompe il silenzio, creatosi precedentemente tra lui ed i discepoli, chiedendo quale fosse l'oggetto della loro discussione: "di che cosa stavate discutendo per la strada?". Essi non hanno il coraggio di rispondere e tacciono; "infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande". Gesù, davanti alla distanza dei suoi e al sentiero sbagliato che hanno imboccato nel loro discorrere per via, non si perde d'animo e con pazienza ricomincia a ragionare con loro indicando le coordinate della vita evangelica: "se uno vuol essere il primo sia l'ultimo di tutti ed il servitore di tutti" e "chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me".

Il discepolo che cammina con Gesù facilmente ha difficoltà nel comprendere il maestro e può allontanarsi dai suoi insegnamenti, per perdersi in progetti umani organizzati tra colleghi. Tutto questo produce mancanza di comunicazione con Gesù. Per ritornare a camminare realmente con lui occorre lasciarsi istruire ed accogliere la prospettiva della pasqua, che nel presente si concretizza nel servizio e nell'accoglienza.

Collegamento fra le letture
La lettura del libro della Sapienza si collega all'insegnamento di Gesù sulla passione, morte e resurrezione del Figlio dell'uomo. É lui il "giusto" che "è di imbarazzo", perché "rimprovera le trasgressioni della legge e rinfaccia le mancanze" commesse. É lui "il figlio di Dio" condannato "a una morte infame". I discepoli sono incapaci di capire l'istruzione di Gesù e con i loro atteggiamenti e comportamenti si allontanano sempre più dal maestro. Tale tendenza potrà essere invertita se nella vita si accoglie il criterio indicato da Gesù per raggiungere la vera grandezza: realizzarsi con gli altri in un atteggiamento di servizio concreto. Questa scelta di fondo, collocata a fondamento della propria esistenza, non solo permette di incontrare nel fratello Gesù e colui che lo ha mandato, ma fa in modo che siano evitate, come dice Giacomo, "gelosie e spirito di contesa", disordine e ogni sorta di cattive azioni", "le guerre e le liti". Così il discepolo avrà in dono "la sapienza che viene dall'alto".

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXIV domenica T.O. - B

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 12 settembre 2021 – XXIV Domenica TO B

Educati da Gesù a portare la croce
Isaia 50,5-9a • Salmo 114 • Giacomo 2,14-18 • Marco 8,27-35

Lettura
Nella prima parte del vangelo, Marco presenta il ministero di Gesù svolto principalmente tra la gente. Il maestro, con insegnamenti e miracoli, annuncia il Regno di Dio in Galilea e nelle regioni limitrofe. Durante il suo servizio, chiama tra la folla i discepoli a seguirlo in modo più determinato. Tra costoro sceglie i dodici che diventano i suoi stretti collaboratori. Con la pericope di questa domenica inizia la parte del vangelo nella quale Gesù dedica attenzione particolare ai discepoli.

Mc8,27-35
27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: "La gente, chi dice che io sia?". 28Ed essi gli risposero: "Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti". 29Ed egli domandava loro: "Ma voi, chi dite che io sia?". Pietro gli rispose: "Tu sei il Cristo". 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: "Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini".
34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.

Commento
Il brano è composto da due parti. La prima (vv.27-33) contiene la professione di fede di Pietro, l'annuncio della passione di Gesù ed il rimprovero a Pietro. La seconda (vv.34-35) è formata dalle parole di Gesù sulla croce del discepolo.
Il brano si apre presentando Gesù con i discepoli in cammino "verso i villaggi introno a Cesarea di Filippo". Durante il tragitto interroga i suoi per conoscere che cosa la gente dice di lui. I discepoli rispondono dichiarando che in lui tutti vedono un grande personaggio, anche se gli attribuiscono diverse identità: il Battista, Elia, un profeta. Gesù vuole però conoscere anche il loro pensiero e dice: "Ma voi chi dite che io sia?". L'interrogazione porta alla confessione di Pietro che a nome di tutti afferma: "Tu sei il Cristo". Gesù poi chiede ai suoi il silenzio. Questo è necessario non per celare chissà quale segreto, ma perché ancora non sono abilitati all'annuncio e alla testimonianza. Tutto ciò sarà possibile solo dopo la sua pasqua. Gesù inizia così "a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire,... venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare". Con le sue parole Gesù non solo anticipa la sua fine, ma inizia anche a preparare i suoi a tale avvenimento. La sofferenza-morte-risurrezione di Gesù è un fatto così decisivo e radicale per i discepoli che è necessario essere preparati per riconoscerlo, accoglierlo e viverlo. La reazione di Pietro alle parole pronunciate da Gesù è testimonianza concreta di come sia difficile recepire la catechesi di Gesù. Pietro protesta perché, come tutti, si aspettava un Messia diverso da quello che Gesù gradualmente andava delineando. Così il primo degli apostoli dimostra la chiusura e la cecità del discepolo nei confronti del maestro. Gesù reagisce alle parole di Pietro dicendo: "va dietro a me satana". È tentazione forte per i discepoli trattare Gesù ed i suoi insegnamenti alla maniera umana. Quando succede questo è opera del maligno che porta a mettersi davanti al maestro. Il discepolo sta invece con umiltà sempre dietro a Gesù. Il testo si chiude con le parole di Gesù che anticipano la croce del discepolo: "Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso...".

Di fronte a Gesù tutti devono prendere posizione. Non si può restare neutrali. Il discepolo però è invitato a vigilare perché può raggiungere, come Pietro, momenti di grande fede, ma anche precipitare in situazioni di abissale lontananza da Gesù Cristo. L'equilibrio nel discepolo si raggiunge seguendo il maestro con umiltà, portando la propria croce e donando gratuitamente la vita.

Collegamento tra le letture
Gesù Cristo che salva l'umanità attraverso la sua pasqua, collega le letture odierne. Isaia, nella prima lettura tratta dal terzo canto del "servo del Signore", preannuncia che l'inviato di Dio eserciterà la sua missione tra difficoltà e sofferenze. La fiducia in Dio lo porta a superare le prove: "Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto deluso". Il discorso isaiano viene applicato a sé da Gesù. È lui il Figlio dell'uomo, che deve molto soffrire. Davanti a Gesù non si può restare neutrali. Occorre schierarsi a favore o contro. Anche i discepoli, che sono con lui, sono invitati a stare in guardia perché, come afferma Giacomo, rischiano di avere una fede teorica, astratta e non calata nella vita. Gesù invece va seguito con scelte concrete, con atteggiamenti di vita chiari e determinati. Chi non si comporta in questo modo, anche dentro alle relazioni comunitarie, è invitato a verificare la propria scelta di fede.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXIII domenica T.O. - B

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 5 settembre2021–XXIII Domenica TO B

Gesù: la parola di Dio che salva tutti
Isaia 35,4-7 • Salmo 145 • Giacomo 2,1-7 • Marco 7,31-37

Lettura
Gesù, abbandonati i territori circostanti il lago di Galilea, dove fino a quel momento aveva svolto il suo ministero, si sposta nelle regioni di Tiro (Mc 7,24-30) e di Sidone per raggiungere poi la regione della Decapoli, passando per il mare di Galilea (Mc 7,31-37). Anche qui egli esercita la sua missione, delineata sinteticamente dal brano odierno.

Mc 7,31-37
31Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. 32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: "Effatà", cioè: "Apriti!". 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!".

Commento
Il testo porta in pieno territorio della Decapoli, regione notoriamente pagana. A Gesù viene condotto "un sordomuto" per essere guarito (v.32). Nei vv.33-34 si ha la descrizione minuziosa del gesto taumaturgico. Gesù porta l'uomo "lontano dalla folla", perché tra loro due si possa instaurare una autentica relazione interpersonale senza condizionamenti esterni. Dopo tocca con le dita gli occhi del sordo e cura con la saliva la lingua muta. Infine, "guardando verso il cielo... disse: "Effatà", cioè: "Apriti"". Qui si ha l'apice della narrazione: la parola di Gesù libera, salva, rinnova il sordomuto ("e subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente"). Gesù chiede da ultimo a tutti coloro che hanno assistito al miracolo di non divulgare l'accaduto. Essi infatti non sono ancora in grado di essere dei testimoni autorevoli di Gesù, perché dovevano ancora percorrere un lungo itinerario di discepolato e soprattutto non sono ancora stati abilitati a tale compito dalla sua passione-morte-resurrezione. Le indicazioni date da Gesù vengono disattese e tutti parlano di quanto era accaduto e proclamano con forza le sue opere: "Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!".

Gesù porta la salvezza anche ai pagani. Costoro, attraverso la sua parola proclamata con autorità, vengono trasformati radicalmente e sanati fin nella profondità del loro essere. Chi ascolta la parola di Gesù incontra Dio e a lui deve rispondere con tutto se stesso. La conseguenza di tale incontro diventa voglia incontenibile di annunciare a tutti le stupende meraviglie operate da Dio per mezzo di Gesù.

Collegamento fra le letture
Dio non abbandona mai l'uomo che è nella necessità. Lo afferma il profeta Isaia: "Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio... Egli viene a salvarvi". La salvezza consiste in una trasformazione radicale dell'individuo ad opera di Dio: "lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto". In questa linea procede anche il racconto evangelico nel quale si narra la guarigione di un sordomuto da parte di Gesù. Nel testo troviamo però due elementi nuovi, che è bene richiamare. Il primo: Dio per mezzo di Gesù fa giungere la sua presenza amorosa a tutti gli uomini, quindi anche a coloro che erano considerati pagani dai giudei. Il secondo: la presenza liberatrice di Dio si realizza concretamente attraverso l'ascolto e l'accoglienza della parola di Gesù. Chi vive tale esperienza non solo è spinto a proclamare a tutti le opere del Signore ma anche, come dice Giacomo, sceglie i poveri perché questi sono prediletti da Dio: "Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano?"

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXII domenica T.O. - B

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 29 agosto 2021 – XXII Domenica TO

Le parole di Gesù cambiano il cuore
Deuteronomio 4,1-2.6-8•Salmo 14•Giacomo 1,17-18.21-22.27•Marco 7,1-8.14-15.21-23

Lettura
Si riprende la lettura del vangelo di Marco. Dopo il ritorno dei discepoli dalla missione, l'evangelista riporta la prima moltiplicazione dei pani e dei pesci (6,31-44). Poi Gesù manda ancora i suoi sull'altra riva del lago, mentre lui si ferma a pregare (6,45-46). Li raggiunge camminando sull'acqua e viene scambiato per un fantasma. Riconosciuto attraverso la sua parola e accolto sulla barca, approdano a Genesaret e come al solito molta gente si accalca attorno a loro. (6,47-56).

Mc7,1-8.14-15.21-23
1 Si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. 2Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate 3- i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi 4e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti -, 5quei farisei e scribi lo interrogarono: "Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?".
6Ed egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.7Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini.8Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini". (9E diceva loro: "Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. 10Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. 11Voi invece dite: "Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio", 12non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. 13Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte".)
14Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: "Ascoltatemi tutti e comprendete bene! 15Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro". [16]
(17Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. 18E disse loro: "Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può renderlo impuro, 19perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?". Così rendeva puri tutti gli alimenti. 20E diceva: "Ciò che esce dall'uomo è quello che rende impuro l'uomo.)21Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, 22adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. 23Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo".

Commento
Il brano può essere suddiviso in tre parti. All'inizio ritroviamo i farisei con gli scribi che accusano Gesù perché i suoi "discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi". Era infatti in uso una serie di procedure da applicare rigorosamente prima della consumazione del pasto. I discepoli invece "prendono cibo con mani impure(cioè non lavate)". Al centro vi sono le parole di Gesù che, chiamato in causa direttamente, citando il profeta Isaia, smaschera l'ipocrisia dei suoi interlocutori. Egli dice: "questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me". Infatti l'esecuzione materiale dei precetti umani, non sempre corrisponde alla volontà di Dio. Infine Gesù si rivolge alla folla e ad essa offre il suo insegnamento. Egli afferma che non è ciò che entra nell'uomo a contaminarlo, ma "le cose che escono" da lui. È "dal cuore degli uomini che escono i propositi di male". Occorre quindi vigilare sul proprio cuore.

L'accusa rivolta dai farisei a Gesù, in quanto responsabile del gruppo dei discepoli, di non rispettare le regole formali della tradizione, diventa l'occasione da parte sua per denunciare il loro formalismo religioso e la doppiezza del loro cuore. Ciò che Gesù chiama cuore oggi è da identificarsi con la coscienza. Infatti i farisei mentre da un lato proclamano la santità della legge, dall'altro praticano la malvagità. Gesù vuole spezzare tale comportamento ipocrita e modificare la loro coscienza cieca.

Collegamento fra le letture
Il messaggio centrale di questa domenica consiste, come dice Giacomo nella seconda lettura, nell'essere "di quelli che mettono in pratica la parola e non ascoltatori soltanto". Anche nella prima lettura il tema ritorna nelle istruzioni date da Mosé. Egli afferma che i comandi del Signore Dio, accolti e praticati, producono saggezza ed intelligenza. La Parola per essere accolta richiede un cuore puro e nello stesso tempo essa, entrando nella vita dell'uomo, purifica il suo cuore. Come già si è detto il termine cuore è da intendersi come coscienza. Questa è la sede dove l'uomo forma i suoi pensieri, le decisioni ed i sentimenti. Tutto questo non nasce dal nulla, ma scaturisce dal tesoro racchiuso nella coscienza dell'uomo. Per tale ragione, è allora necessario alimentare e formare la nostra coscienza con la parola del Signore, per arricchire sempre più la fonte di riferimento della nostra vita.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina XXI domenica T.O. - B

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 22 agosto 2021 – XXI Domenica TO

Solo Gesù ha parole per la vita eterna
Giosué 24,1-2a.15-17.18b • Salmo 33 • Efesini 5,21-23 • Giovanni 6,60-69

Lettura
Dopo il lungo discorso sul "pane di vita", letto nelle domeniche precedenti, sono presentate le reazioni degli uditori di Gesù. L'evangelista ha già indicato reazioni della folla (Gv 6,30-31), dei giudei (Gv 6,41-42 e Gv 6,52). Ora sono di scena i discepoli.

Gv 6,60-69
59Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. 60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?". 61Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: "Questo vi scandalizza? 62E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? 63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. 64Ma tra voi vi sono alcuni che non credono". Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre".
66Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. 67Disse allora Gesù ai Dodici: "Volete andarvene anche voi?". 68Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".

Commento
Il brano inizia presentando i discepoli indignati nei confronti del discorso pronunciato da Gesù: "questa parola è dura! Chi può ascoltarla?". Essi si comportano come i giudei e mormorano contro Gesù. Infatti, non possono sopportare gli insegnamenti del maestro che si è presentato disceso dal cielo e cibo per la loro vita. Tale discorso li mette in crisi, scompiglia le loro certezze e li separa da lui (scandalizza). La reazione dei discepoli è occasione per Gesù di ripresa degli insegnamenti precedenti e di nuova provocazione: "se vedeste il Figlio dell'uomo salire la dov'era prima?". Se a loro fa problema la discesa dal cielo di Gesù, figurarsi la sua salita al Padre! Gli insegnamenti di Gesù e la sua stessa identità non possono essere compresi con i semplici strumenti naturali, di cui l'uomo è dotato. È necessario il dono dello Spirito e soltanto lui può introdurre adeguatamente nel mistero e dare l'intelligenza della fede. A questo punto Gesù rivela che alcuni discepoli non hanno la fede: "tra voi vi sono alcuni che non credono". Egli conosce fino in fondo i suoi, le motivazioni che stanno alla base delle loro scelte e la loro vera identità. Contro il pericolo dell'esteriorità, Gesù afferma nuovamente che si può essere suoi discepoli soltanto se il Padre chiama a vivere quest'esperienza. Il brano si chiude con la nota che registra l'abbandono di molti discepoli: "molti dei suoi discepoli tornarono indietro". Gesù allora si rivolge provocatoriamente ai dodici e chiede di esternare le loro intenzioni: "volete andarvene anche voi?". Anche in questo caso è Pietro, come a Cesarea di Filippo, che esplicita la fede del gruppo e la loro disponibilità a seguirlo.

La persona di Gesù ed il suo insegnamento non sono facilmente accettabili. Egli sconvolge le tradizioni e la cultura del tempo. Anche quelli che gli stanno vicino e lo seguono sono continuamente tentati di abbandonarlo. Questo capita quando da Gesù si attendono obiettivi e risposte prettamente umani. Solo l'intervento della Trinità, Padre, Figlio e Spirito abilita i discepoli ad accogliere con fede il mistero di Dio rivelato in Gesù Cristo.

Collegamento fra le letture
Il tema della scelta fondamentale di fede collega le letture. Nela prima, tratta dal libro di Giosuè, si presenta il resoconto dell'assemblea di Sichem. Tutto il popolo assieme ai suoi capi deve scegliere se servire il Signore o altre divinità. Di fronte alla proposta di Giosuè il popolo rinnova la sua professione di fede nel Signore: "lungi da noi l'abbandonare il Signore per servire altri dei! Perciò anche noi vogliamo servire il Signore, perché Egli è il nostro Dio". Anche nel vangelo il tema ritorna con forte evidenza. Quando Gesù propone ai suoi di mangiare la sua carne e bere il suo sangue, scoppia la crisi anche nel gruppo dei discepoli. Le parole di Gesù e la sua persona vanno accolte con fede, come hanno fatto i dodici, che si sono espressi attraverso Pietro. Essi confermano la scelta di stare con Gesù Cristo, riconosciuto ed accolto come Figlio e inviato del Padre. La seconda lettura si collega al tema centrale indicato in quanto la scelta di fede si traduce poi in comportamenti concreti nelle situazioni di ogni giorno. La fede porta ad impostare da credenti le relazioni familiari ed ecclesiali.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

S5 Box

BgMax