UNA RIFLESSIONE DEL CARD. CARLO MARIA MARTINI PER GLI ADULTI CHE VOGLIONO CELEBRARE BENE IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE
Il colloquio penitenziale prevede tre momenti: • Confessio laudis, • Confessio vitae, • Confessio fidei
Il disagio di fronte al contenuto dell'accusa dei peccati è molto diffuso nella chiesa di oggi. Un disagio che, a mio parere, nasce proprio dalla forma, dall'atmosfera che assume la Confessione. Ovviamente, per quanti intendono il sacramento della penitenza o Riconciliazione nel modo antico, come una confessione breve, frequente, nella quale si costruisce una serie di piccole pietre miliari che aiutano a essere purificati dalle colpe quotidiane e a mantenere vivo il senso della gratuità della salvezza, esso ha tuttora un significato preciso, anzi è una grazia; li invito perciò a continuare così. Il mio suggerimento vale dunque per coloro che trovano difficile la pratica della confessione regolare, ritenendola faticosa, formale, poco stimolante, addirittura inutile. A questi propongo il colloquio penitenziale, cioè un dialogo fatto con il sacerdote, nel quale cerco di vivere il momento della riconciliazione in una maniera più ampia rispetto alla confessione breve che elenca semplicemente le mancanze; tale allargamento è previsto, fra l'altro, dal nuovo Ordo Poenitentiae. Si inizia il colloquio con la lettura di una pagina biblica, con un Salmo, cosí da porsi in un'atmosfera di verità davanti al Signore. Segue quindi un triplice momento: confessio laudis, confessio vitae, confessio fidei.
La confessio laudis risponde alla domanda: dall'ultima confessione, quali sono le cose per cui sento di dover maggiormente ringraziare Dio che mi è stato vicino? Iniziare con il ringraziamento e la lode mette la nostra vita nel giusto quadro ed è molto importante far emergere i doni che il Signore ci ha fatto.
La confessio vitae può partire dalla domanda: • Dall'ultima confessione, che cosa c'è in me che non vorrei che ci fosse? • Che cosa mi pesa? • Questo è il momento della confessione dei peccati o delle mancanze precise – la si fa in base allo schema dei dieci comandamenti o delle virtù teologali e cardinali, ecc. -; • tuttavia è fondamentale mettere davanti a Dio le situazioni che abbiamo vissuto e che ci pesano • (un'antipatia da cui non riusciamo a liberarci e non sappiamo se da parte nostra c'è stata o meno una colpa; • una certa fatica nell'amare, nel perdonare, nel servire gli altri).
La confessio fidei, infine, è la preparazione immediata a ricevere il perdono di Dio. È la proclamazione davanti a Lui: "Credo nella tua potenza sulla mia vita". È necessario cercare di vivere l'esperienza della salvezza come esperienza di fiducia, di gioia, come il momento in cui il Signore entra nella mia esistenza e mi dà la buona notizia. (Carlo Maria Martini, La via di Timoteo)
La liturgia della solennità odierna ci presenta tre icone da contemplare e dalle quali ricevere insegnamenti per la nostra vita: la coppia primordiale, Maria e la Chiesa. La coppia primordiale, Adamo ed Eva, così come recita il testo di Genesi, aveva a disposizione tutto il creato, ma non accettava di sottomettersi alle regole date da Dio. Pensavano di essere loro i padroni della loro vita e quindi nessuno doveva dare delle indicazioni da seguire. La scelta fatta li ha portati ad allontanarsi da Dio, a spezzare il loro rapporto col Creatore e a decadere sempre di più nella dimensione umana: dovevano lavorare, soffrire, essere creature deboli nella creazione fino alla morte. Maria, pur essendo una ragazzina, dimostra una grande maturità. Ella vuole capire, conoscere, rendersi conto di quanto sta avvenendo nella sua vita. Ha fede in Dio, ma ha una fede intelligente e vuole sapere. Per questo è capace di cogliere lo spessore del messaggio portato dall'angelo ed è in grado di procedere con perseveranza nel progetto che Dio le ha fatto conoscere. Incontra delle difficoltà, dei momenti oscuri, delle incomprensioni personali e della famiglia stessa, ma lei procede fidandosi di Dio. In questo modo il progetto di Dio diventa realizzabile per opera dello Spirito Santo. Essere consapevole e fidandosi di Dio le permette di aderire con piena disponibilità alla volontà divina. Paolo scrivendo ai cristiani di Efeso ricorda che i componenti della comunità cristiana, la Chiesa, sono stati scelti da Gesù addirittura prima della creazione. È Gesù Cristo che ci ha resi santi ed immacolati fin dal nostro battesimo e lui continua a sostenerci nel nostro percorso. Infatti siamo stati resi figli adottivi per mezzo suo e siamo immersi in questo disegno d'amore della volontà del Padre. Maria diventa la creatura che porta l'umanità ribelle a Dio a ritornare in comunione con lui attraverso il suo si. Generando poi il Figlio di Dio rende possibile il progetto d'amore del Padre che vuole tutti salvi per mezzo del Figlio. Come possiamo fare per partecipare in pienezza a questo progetto d'amore iniziato per noi dal nostro battesimo? Dicendo anche noi con Maria il nostro si. Rinnovandolo ogni giorno senza mai stancarci nonostante le nostre miserie, le nostre paure, le nostre incoerenze, i nostri peccati. È necessario però coltivare e vivere tre dimensioni fondamentali della vita cristiana come ha fatto Maria: - Capire: cioè rendersi conto di cosa significhi essere cristiani, quali siano le strutture portanti della fede, come vivere oggi da cristiani. Molti di noi hanno fissato la loro formazione ai sacramenti dell'Iniziazione Cristiana (Battesimo, Confermazione, Eucaristia) e non ci siamo più aggiornati, non sappiamo più cosa voglia dire vivere oggi da cristiani. Di conseguenza facciamo come fanno tutti e non ci rendiamo conto che viviamo in una società che non è più cristiana e che ci porta a fare delle scelte che non sono evangeliche. Come curiamo la nostra formazione cristiana? - Aderire: accogliere Gesù Cristo nella nostra vita sempre, non solo quando abbiamo bisogno o ci fa comodo, ma Gesù deve essere il nostro punto di riferimento costante e siamo chiamati a modellare la nostra vita su di lui. Altrimenti che cristiani siamo? Possiamo dirci cristiani se non seguiamo Gesù? In che modo concreto oggi noi aderiamo a Gesù e al suo vangelo? - Perseverare: Maria non aveva tutto chiaro, incontrava anche delle difficoltà, ma perseverava, non mollava, non lasciava perdere. Quanto dobbiamo imparare noi che per poco o per niente rinunciamo agli impegni, rimandiamo all'infinito, non ci assumiamo le responsabilità da cristiani. Dio è fedele! Come lo è stato con Maria lo è anche con noi e non possiamo abbandonare il nostro cammino a causa delle difficoltà, degli insuccessi, dei fallimenti. Come ha assistito Maria assisterà anche noi se siamo capaci di perseverare. Abbiamo questa fiducia nell'assistenza di Dio nei nostri confronti? In quali occasioni si manifesta? Come possiamo farla crescere?
Ringraziamo il Signore per la presenza delle nostre suore Orsoline, che oggi rinnovano la loro consacrazione davanti a Dio e alla comunità. Le religiose in mezzo a noi sono un segno che ci richiama continuamente, come ha fatto Maria, l'adesione credente ed intelligente al Signore che ci chiama, l'adesione fiduciosa a lui e la perseveranza nella nostra vocazione cristiana.
Domenica 29 novembre 2020 è stata una giornata importante per le comunità dell'Unità Pastorale "Madonna della Salute" perchè alla presenza del nostro Vescovo Marco Busca abbiamo ricordato Mons. Giulio Ghidoni, pastore che ha profuso tutte le sue energie per il bene di questa comunità ed è stato presentato al Signore il consiglio pastorale di unità, organismo di comunione e corresponsabilità nella comunità cristiana.
Preghiera di benedizione invocata dal Vescovo Marco sui componenti del consiglio pastorale.
Ti ringraziamo, Signore, e ti benediciamo: molte volte e in molti modi parlasti ai nostri padri per mezzo dei profeti nella pienezza dei tempi hai parlato nel tuo Figlio, per manifestare a tutti gli uomini le ricchezze dell tua grazia; nella tua immensa bontà guarda questi tuoi sevi, che ora assumono l'incarico di servire la nostra Unità Pastorla "Madonna della Salute". Illuminali con la tua sapienza e sostienili con la potenza della tua grazia, perchè risuoni nelle loro parole la voce di Cristo e ti servano nella sanat Chiesa. Infondi nei loro cuori il tuo Santo Spirito, perchè lavorino per il bene del tuo Vangelo e, nel servizio pastorale, cerchino solo la tua gloria, il bene dei fratelli e dei più poveri. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Con la prima domenica d'Avvento iniziamo a leggere il vangelo secondo la redazione dell'evangelista Marco, che ci accompagnerà per tutto l'anno liturgico. Un importante biblista, il prof. Luca Mazzinghi, ha offerto la possibilità di attingere ai suoi brevi commenti di presentazione del documento marciano. Lo ringraziamo per questa opportunità che ci è stata data e spero che i suoi commenti siano utili a tutti noi.
In questa domenica 15 novembre 2020, celebrando la IV Giornata Mondiale del Povero, istituita da Papa Francesco, desidero parlarvi della nostra Caritas parrocchiale perchè, essendo espressione delle nostre comunità, si conosca più da vicino come essa operi. La Caritas dell'Unità Pastorale "Madonna della Salute" è sempre stata attenta e attiva al sostegno delle famiglie e delle persone in difficoltà del nostro territorio. Oltre alla distribuzione di borse viveri alle persone indigenti, da circa due anni essa ha attivato anche un centro di ascolto; ascolto delle persone, dei loro problemi, delle sofferenze, creando uno spazio di accoglienza e di individuazione dei possibili interventi di carità, come ad esempio pagamento di utenze, piccoli lavori remunerati in parrocchia ecc. In tutto ciò la Caritas è in costante confronto e collaborazione con i servizi sociali del Comune di Goito. Inoltre come gruppo ci troviamo circa ogni mese e mezzo per un momento di catechesi sulla carità con don Alessandro e di condivisione tra noi. I viveri che sono distribuiti vengono in parte dall'aiuto generoso delle nostre comunità parrocchiali, in parte dal magazzino diocesano della Caritas, che fornisce anche prodotti provenienti da gratuiti contributi dello stato. I volontari che offrono un po' del loro tempo sono 4 al centro di ascolto e 7 al magazzino e distribuzione viveri e auspichiamo che qualche giovane possa inserirsi in questa esperienza. Fare volontariato per me significa avere un' occasione. Io sono al centro d'ascolto. Prima di tutto è avere la possibilità di concedermi un tempo e uno spazio fuori dalla solita routine. E' avere momenti per conoscermi e per incontrare l'altro. Fare volontariato in Caritas mi ha portato un arricchimento personale: ho imparato a prestare maggiore attenzione agli altri e ad avere cura delle persone. Ho ricevuto e continuo a ricevere qualcosa di prezioso e invisibile: intravedere negli altri e in me stessa piccoli miglioramenti, piccoli passi di cammino. Ho compreso cosa significa impegnarsi per provare a fare bene il "Bene," qualcosa che porto con me, nel cuore, tutti i giorni. Il libro del Siracide dice: "Tendi la mano al povero". Chiediamo al Signore la grazia di svolgere bene il nostro servizio. Ringraziamo le nostre comunità per la loro generosità, presente e futura. Grazie!