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Lectio divina sul Libro dell'Apocalisse - 28

APOCALISSE
Ventottesima Lettura

Vediamo ora gli ultimi due capitoli dell'Apocalisse. Pur restando come sottofondo la presenza del male ormai vinto, l'autore si sofferma sulle realtà nuove ed eterne che scaturiscono dalla salvezza portata da Dio per mezzo di Gesù Cristo. Egli viene invocato perché la sua presenza continui a sostenere la Chiesa.

Lettura
Ap 21
1E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c'era più. 2E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva: "Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. 4E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate".
5E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose". E soggiunse: "Scrivi, perché queste parole sono certe e vere". 6E mi disse: "Ecco, sono compiute! Io sono l'Alfa e l'Omèga, il Principio e la Fine. A colui che ha sete io darò gratuitamente da bere alla fonte dell'acqua della vita.
7Chi sarà vincitore erediterà questi beni; io sarò suo Dio ed egli sarà mio figlio.
8Ma per i vili e gli increduli, gli abietti e gli omicidi, gli immorali, i maghi, gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. Questa è la seconda morte".
9Poi venne uno dei sette angeli, che hanno le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli, e mi parlò: "Vieni, ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell'Agnello". 10L'angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. 11Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. 12È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d'Israele. 13A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte. 14Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell'Agnello.
15Colui che mi parlava aveva come misura una canna d'oro per misurare la città, le sue porte e le sue mura. 16La città è a forma di quadrato: la sua lunghezza è uguale alla larghezza. L'angelo misurò la città con la canna: sono dodicimila stadi; la lunghezza, la larghezza e l'altezza sono uguali. 17Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall'angelo. 18Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. 19I basamenti delle mura della città sono adorni di ogni specie di pietre preziose. Il primo basamento è di diaspro, il secondo di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo, 20il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l'ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l'undicesimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. 21E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta era formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente.
22In essa non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l'Onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio. 23La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello. 24Le nazioni cammineranno alla sua luce, e i re della terra a lei porteranno il loro splendore. 25Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno, perché non vi sarà più notte. 26E porteranno a lei la gloria e l'onore delle nazioni. 27Non entrerà in essa nulla d'impuro, né chi commette orrori o falsità, ma solo quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello.
Ap 22
1E mi mostrò poi un fiume d'acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello. 2In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall'altra del fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte all'anno, portando frutto ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni. 3E non vi sarà più maledizione. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello: i suoi servi lo adoreranno; 4vedranno il suo volto e porteranno il suo nome sulla fronte. 5Non vi sarà più notte, e non avranno più bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà. E regneranno nei secoli dei secoli.
6E mi disse: "Queste parole sono certe e vere. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere tra breve. 7Ecco, io vengo presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro".
8Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. E quando le ebbi udite e viste, mi prostrai in adorazione ai piedi dell'angelo che me le mostrava. 9Ma egli mi disse: "Guàrdati bene dal farlo! Io sono servo, con te e con i tuoi fratelli, i profeti, e con coloro che custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare". 10E aggiunse: "Non mettere sotto sigillo le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è vicino. 11Il malvagio continui pure a essere malvagio e l'impuro a essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora.
12Ecco, io vengo presto e ho con me il mio salario per rendere a ciascuno secondo le sue opere. 13Io sono l'Alfa e l'Omèga, il Primo e l'Ultimo, il Principio e la Fine. 14Beati coloro che lavano le loro vesti per avere diritto all'albero della vita e, attraverso le porte, entrare nella città. 15Fuori i cani, i maghi, gli immorali, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna! 16Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice e la stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino". 17Lo Spirito e la sposa dicono: "Vieni!". E chi ascolta, ripeta: "Vieni!". Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l'acqua della vita.
18A chiunque ascolta le parole della profezia di questo libro io dichiaro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; 19e se qualcuno toglierà qualcosa dalle parole di questo libro profetico, Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in questo libro.
20Colui che attesta queste cose dice: "Sì, vengo presto!". Amen. Vieni, Signore Gesù. 21La grazia del Signore Gesù sia con tutti.

Commento
Il testo inizia presentando tutta una realtà nuova: Cielo e terra. Scompare il mare, il luogo dove vive ed ha sede il male. L'aggettivo nuovo non indica qui una realtà cronologica, appena arrivato, o appena formato. Esso indica qualcosa di definitivo, di perfetto ed escatologico (che riguarda l'escaton cioè le realtà definitive ed eterne). Infatti si parla di "Novissimi" per designare le realtà ultime, l'eternità, la vita dopo la morte. Anche il vangelo lo chiamiamo Nuovo Testamento, in quanto compimento del Primo Testamento. Quante volte troviamo nel NT l'aggettivo "n uovo"! In Isaia 65,17 e 66,22 si presentano i cieli nuovi e la terra nuova. Poi una voce che proviene dal trono dichiara finito il vecchio mondo e l'inizio del nuovo. È un canto liturgico di lode e di speranza. La rappresentazione della Nuova Gerusalemme è la celebrazione di una meta, di un fine pieno e glorioso a noi destinato da Dio. Dio stesso interviene per ribadire con una dichiarazione solenne la sua opera di novità assoluta. In opposizione ai cittadini della Gerusalemme nuova e santa, coloro che hanno vinto il male, che partecipano della stessa vita di Dio, perché suoi figli ed eredi, sono presentati gli esclusi.
Nella descrizione della Nuova Gerusalemme l'autore si ispira a Ez 40-48, Is 60-66 e Zc 14. Prima viene presentata la città sposa che poi diventa la città santa ed è Dio che la rende sposa e santa. Tutta la descrizione della città è perfetta ed è un degno luogo dove abita Dio. Nella nuova Gerusalemme non ci sarà più bisogno di un tempio perché la "gloria" di Dio abiterà tutta la città. Ora nella città tempio tutto è consacrato; il male provocato dalla bestia è stato annientato; l'unica liturgia è quella di Dio e dell'Agnello. L'anagrafe della Gerusalemme nuova coincide con gli elenchi del "libro della vita".
Nella città santa scorre il fiume della vita che è costeggiato dall'albero della vita. L'autore si ispira sicuramente a Ez 47,1-12 che diventa il commento dei primi due versetti. Gli alberi miracolosamente fruttificano ogni mese e hanno potere terapeutico. Ritorna l'albero della vita già incontrato precedentemente (cfr. Gn 2,9 e 3,24). Entra ora in scena Gesù che ripete la frase: "ecco io vengo presto". È la venuta di Gesù nella celebrazione liturgica della comunità. È la venuta di Gesù a liberare i cristiani perseguitati e oppressi. È la venuta di Gesù a salvare i suoi amici. Ed è Giovanni che ha visto e udito, e che si prostra per adorare l'angelo; l'angelo però si rivolge a Giovanni e gli dice di alzarsi perché solo Dio occorre adorare e tutti gli altri esseri celesti o terrestri sono creature di Dio; solo Lui bisogna adorare. Gesù poi si presenta come l'autore della salvezza, dall'inizio fino alla fine della storia e anche all'interno del popolo ebraico. Per questo motivo lo si invita a "venire", come abbiamo detto sopra. Nel frattempo i cristiani hanno il mandato di custodire, conoscere e mettere in pratica la Scrittura, così come è stata consegnata. Gesù sicuramente viene e verrà per salvare i suoi amici.

Conclusione
- Nel mondo esiste il male ed imperversa
- Chi lo accoglie ne è succube e perde la comunione con Dio
- Dio ha vinto il male per mezzo di Gesù Cristo
- Chi resta unito a lui nell'assemblea dei credenti non deve temere nulla
- La salvezza è donata a tutti coloro che seguono Gesù Cristo
- È una salvezza donata individualmente e comunitariamente e la dimensione comunitaria è fondamentale e costitutiva

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