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Lectio divina sul Libro dell'Apocalisse - 23

APOCALISSE
Ventitreesima Lettura

Continua il grande scenario che raffigura il giudizio sul male del mondo, con gli angeli flagellatori protagonisti. Costoro poi porteranno le coppe da versare sulla terra.

Lettura
Ap 16
1E udii dal tempio una voce potente che diceva ai sette angeli: "Andate e versate sulla terra le sette coppe dell'ira di Dio". 2Partì il primo angelo e versò la sua coppa sopra la terra; e si formò una piaga cattiva e maligna sugli uomini che recavano il marchio della bestia e si prostravano davanti alla sua statua. 3Il secondo angelo versò la sua coppa nel mare; e si formò del sangue come quello di un morto e morì ogni essere vivente che si trovava nel mare. 4Il terzo angelo versò la sua coppa nei fiumi e nelle sorgenti delle acque, e diventarono sangue. 5Allora udii l'angelo delle acque che diceva: "Sei giusto, tu che sei e che eri, tu, il Santo, perché così hai giudicato. 6Essi hanno versato il sangue di santi e di profeti; tu hai dato loro sangue da bere: ne sono degni!". 7E dall'altare udii una voce che diceva: "Sì, Signore Dio onnipotente, veri e giusti sono i tuoi giudizi!". 8Il quarto angelo versò la sua coppa sul sole e gli fu concesso di bruciare gli uomini con il fuoco. 9E gli uomini bruciarono per il terribile calore e bestemmiarono il nome di Dio che ha in suo potere tali flagelli, invece di pentirsi per rendergli gloria. 10Il quinto angelo versò la sua coppa sul trono della bestia; e il suo regno fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si mordevano la lingua per il dolore 11e bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei loro dolori e delle loro piaghe, invece di pentirsi delle loro azioni. 12Il sesto angelo versò la sua coppa sopra il grande fiume Eufrate e le sue acque furono prosciugate per preparare il passaggio ai re dell'oriente. 13Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti impuri, simili a rane: 14sono infatti spiriti di demòni che operano prodigi e vanno a radunare i re di tutta la terra per la guerra del grande giorno di Dio, l'Onnipotente. 15Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e custodisce le sue vesti per non andare nudo e lasciar vedere le sue vergogne. 16E i tre spiriti radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Armaghedòn. 17Il settimo angelo versò la sua coppa nell'aria; e dal tempio, dalla parte del trono, uscì una voce potente che diceva: "È cosa fatta!". 18Ne seguirono folgori, voci e tuoni e un grande terremoto, di cui non vi era mai stato l'uguale da quando gli uomini vivono sulla terra. 19La grande città si squarciò in tre parti e crollarono le città delle nazioni. Dio si ricordò di Babilonia la grande, per darle da bere la coppa di vino della sua ira ardente. 20Ogni isola scomparve e i monti si dileguarono. 21Enormi chicchi di grandine, pesanti come talenti, caddero dal cielo sopra gli uomini, e gli uomini bestemmiarono Dio a causa del flagello della grandine, poiché davvero era un grande flagello.

Commento
Una voce possente, forse quella di Dio, esce dal tempio celeste che sta alle spalle dei sette angeli incaricati di compiere l'intervento definitivo di giudizio sulla storia. La voce ordina di "versare" l'ira di Dio sulla terra, svuotando "le sette coppe". Dalle coppe esce il fiume della collera di Dio. Nell'Apocalisse vengono introdotti due tipi di coppe: quelle della preghiera e dell'incenso (5,8) e quelle del giudizio che troviamo ora. Alla coppa della condanna si contrappone il calice eucaristico nel senso della lode e del rendimento di grazie. Si apre la sequenza delle sette coppe versate sulla terra e modulata sul settenario precedente delle trombe e delle piaghe d'Egitto. La prima coppa col suo flagello colpisce gli adoratori della bestia che si erano consacrati completamente al male. Quasi una sorta di battesimo del male contrapposto al battesimo cristiano. Il flagello è costituito da una piaga cattiva e maligna che allude a Es 9,10 (ulcere con pustole). Il peccatore è devastato e tormentato. Il contenuto della seconda coppa è gettato nel mare e si trasforma in un liquido che procura morte per tutti gli esseri viventi. Anche in questo caso ci si riferisce alla seconda piaga d'Egitto Es 7,17-21. Tutta la creazione è danneggiata e marcita a causa del peccato dell'umanità. Il terzo angelo colpisce le acque dolci. Egli è chiamato "angelo delle acque". Nella letteratura ebraica spesso si legge che il Creatore ha posto degli angeli a sorvegliare gli elementi della creazione: acqua, luce, fuoco, vento, pioggia ecc.). L'inquinamento delle sorgenti e dei fiumi diventa una anti-creazione che colpisce l'empio alle sue radici della sua esistenza. L'angelo delle acque aggiunge un commento al suo gesto. Al sangue versato dai persecutori e dagli oppressori viene opposto il sangue da bere messo davanti ai malvagi. Chi ha versato il sangue degli innocenti dovrà provare disgusto davanti al sangue. Forse qui c'è anche l'allusione al sangue di Cristo che smaschera i criminali e li annienta. La quarta coppa coinvolge il sole. Il flagello consiste in un aumento impressionante della temperatura che tutto consuma incenerendo gli uomini (cfr. Sal 121,6; Is 4,6 e 49,10). È interessante notare come le piaghe dell'Apocalisse abbiano dei riscontri concreti nelle degenerazioni ambientali a cui l'umanità ha portato il nostro pianeta in epoca moderna. L'ottusità, l'egoismo e l'arroganza dell'umanità anticipano e prefigurano l'infelicità prodotta dal peccato e la sua condanna. Gli uomini, tormentati dai flagelli, invece di convertirsi si scatenano nella bestemmia. La quinta coppa sembra riprendere la nona piaga d'Egitto (Es 10,21-23). La coppa è versata sul trono della bestia e una grande oscurità invade tutto cioè la sede del male che per l'autore è il potere repressivo ed oppressivo incarnato da Roma imperiale, con la sua autorità tirannica e persecutrice. Tuttavia ancora i malvagi anche se sofferenti non si convertono e si ribellano bestemmiando Dio. Cecità esteriore e cecità interiore si intrecciano si intrecciano in un'unica trama di morte e di giudizio (cfr. Gv 9,41). La sesta coppa viene versata nel fiume Eufrate. Il fiume richiama la superpotenza babilonese (Is 8,6-8). L'alveo del fiume si trasforma in una strada percorsa dagli eserciti dei re dell'Oriente. Qui si allude alle invasioni militari che producano devastazione e morte. Si tratta di una purificazione dal male che corrompe la terra. Qui abbiamo una figura ternaria che descrive il male: il drago, la bestia e il falso profeta. Da essi escono gli spiriti immondi che si oppongono allo Spirito Santo e ai sui doni. Le rane diventano raffigurazioni degli spiriti del male collegandosi con Es 8,1-3. Questa ribellione del male sembra avere la meglio (cfr. morte di Cristo), però sarà tutto ribaltato dalla sua risurrezione gloriosa. Il grande giorno del giudizio si sta avvicinando ed ha come sfondo Armaghedon (har Meghiddo= monte di Meghiddo) cittadina fortezza strategica collocata nella piana d'Israel ai piedi del Monte Carmelo, distrutta e costruita almeno venti volte e diventata simbolo di sofferenza e di morte. In filigrana l'autore vede il Golgota, il monte dell'estremo combattimento tra Cristo e le forze del male attorno alla croce. Infine la settima coppa viene versata nell'aria. Il cataclisma che segue rimanda all'apparizione di Dio giudice, la missione degli angeli è finita ed ora arriverà Dio. L'obiettivo è la terra con la città di Babilonia. Sotto l'immagine della città mesopotamica si nasconda il profilo della Roma imperiale. Altri pensano a Gerusalemme che ha ucciso i profeti ed ora i cristiani. Questa città ostile a Dio è fatta a pezzi e viene scardinato tutto il sistema che appoggiava su di essa. Dio demolisce anche le realtà più solide che obbediscono al male. Infine abbiamo una grandinata terribile con chicchi di 35 Kg (così pesava un talento) cfr. Gs 10,11. Sopra tutte le potenze politiche e militari incombe sempre in ultima istanza il Signore dell'essere e della storia.
- Viene in evidenza il creato distrutto dall'uomo
- Dio è superiore al male ed ha sempre l'ultima parola su tutto
- Cristo morto e risorto ha vinto il male con la battaglia della croce

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