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Lectio divina sul libro dell'Apocalisse- 6

APOCALISSE
Sesta Lettura

Lettura
Col secondo capitolo iniziano le lettere mandate alle sette chiese. Gesù alla maniera di un capo di comunità da indicazioni concrete pe la vita della gente. Sono indicazioni pastorali. Le lettere hanno una forma letteraria identica. Esse però non fanno parte del genere epistolare classico.

Ap 2, 18-27
18All'angelo della Chiesa che è a Tiàtira scrivi:
"Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi fiammeggianti come fuoco e i piedi simili a bronzo splendente. 19Conosco le tue opere, la carità, la fede, il servizio e la costanza e so che le tue ultime opere sono migliori delle prime. 20Ma ho da rimproverarti che lasci fare a Gezabele, la donna che si dichiara profetessa e seduce i miei servi, insegnando a darsi alla prostituzione e a mangiare carni immolate agli idoli. 21Io le ho dato tempo per convertirsi, ma lei non vuole convertirsi dalla sua prostituzione. 22Ebbene, io getterò lei in un letto di dolore e coloro che commettono adulterio con lei in una grande tribolazione, se non si convertiranno dalle opere che ha loro insegnato. 23Colpirò a morte i suoi figli e tutte le Chiese sapranno che io sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini, e darò a ciascuno di voi secondo le sue opere. 24A quegli altri poi di Tiàtira che non seguono questa dottrina e che non hanno conosciuto le profondità di Satana - come le chiamano -, a voi io dico: non vi imporrò un altro peso, 25ma quello che possedete tenetelo saldo fino a quando verrò. 26Al vincitore che custodisce sino alla fine le mie opere darò autorità sopra le nazioni: 27 le governerà con scettro di ferro, come vasi di argilla si frantumeranno, 28con la stessa autorità che ho ricevuto dal Padre mio; e a lui darò la stella del mattino. 29Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese".

Commento
Tiàtira (oggi Akhisar), a cui è indirizzata la quarta lettera, era il capoluogo della Lidia, una regione dell'Asia minore. Situata a 65 km a sud-est di Pergamo, nella fertile valle del fiume Licos, era un centro di comunicazione commerciale. Cristo si presenta alla Chiesa di quella città definendosi, per l'unica volta nell'Apocalisse, in modo diretto "Figlio di Dio" (cfr. sal 2,6-7 e Dn 10,6) ed inizia il suo discorso con una elencazione elogiativa delle virtù che ornano la comunità: amore, fede, operosità, servizio fraterno, perseveranza. Ma subito dopo egli punta il dito denunciando una "sedicente profetessa" che – come era accaduto per i Nicolaiti di Pergamo (2,14) – è raffigurata con una immagine presa dall'Antico Testamento. La era il mago Balaam, qui è Gezabele, la nota regina fenicia sposa del re d'Israele Acab, implacabile nemica del profeta Elia (cfr. 1Re 16,31 e 2Re 9,22), artefice della degenerazione del popolo ebraico verso i culti della fertilità, cioè verso quel peccato che Bibbia chiama "prostituzione idolatrica". In pratica proprio per l'analogia delle devianze religiose denunciate (prostituzione e mangiare carni immolate agli idoli, cioè il sincretismo religioso), presente anche a Tiàtira e che si concretizza nella eresia libertina dei Nicolaiti, guidati in questa città da una donna che si spacciava per profetessa. Si fa anche allusione ad una componente di questa dottrina, cioè la conoscenza delle "cosiddette profondità di Satana" (v. 24). È probabile che si faccia riferimento a formule magiche o a pratiche rituali esoteriche destinate a tenere sotto controllo gli spiriti maligni. Gezabele è quindi simbolo della religiosità confusa e inquinata dalla superstizione, ma costante nella storia dell'umanità, capace di attrarre, sedurre e invischiare molti ingenui. Come è evidente da queste lettere, le comunità cristiane delle origini erano tutt'altro che oasi di perfezione idealizzata. Anch'esse erano lacerate da divisioni e rispecchiavano la complessità della società pagana in cui erano immerse rimanendone spesso intaccate. La promessa finale riservata ai fedeli (si noti da questa lettera in poi l'inversione delle formule "annunzio dello Spirito per l'ascolto" e "promessa al vincitore") ha due elementi significativi. Prima di tutto al cristiano vengono applicati – sulla base della citazione del salmo 2,8-9 – i titoli regali messianici attribuiti a Gesù Cristo: essere sovrano e pastore dei popoli governandoli con scettro di ferro, cioè con rigore, spezzando le ribellioni come se fossero fragili vasi d'argilla. Il cristiano, unito al Signore, partecipa della sua gloria messianica e pasquale. L'altro elemento è la promessa di ricevere "la stella dell'alba". Il fedele diventerà luminoso come Cristo, che è definito in 22,16 "la stella radiosa del mattino". Anche il credente sarà avvolto nello splendore della luce eterna della gloria immortale.

Anche questa lettera deve farci molto riflettere perché potrebbe succedere anche a noi di essere travolti da usi e costumi contemporanei che non sono evangelici e vengono spacciati come buoni: il consumismo sfrenato che rende dipendenti, l'attivismo che diventa idolatria, l'egocentrismo che porta ad ignorare gli altri e a vivere pensando solo a noi stessi, le divisioni nella comunità a scapito della comunione, la troppa fiducia nei segni esteriori o nelle pratiche quasi magiche...
L'invito ai cristiani ad essere consapevoli della loro identità che nessuno potrà mai deturpare: figli di Dio. La partecipazione reale ed attuale alla gloria pasquale del risorto. Come Cristo anche i cristiani sono portatori di luce e di pace.

La vita
Cerchiamo ora di interagire col testo biblico e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con l'insegnamento di Gesù?
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è qualcosa di urgente a cui io posso contribuire per un miglioramento evangelico della realtà?

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