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Lectio divina XII Domenica T.O. 2024

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 23 giugno 2024– XII Domenica del Tempo Ordinario - B

Chi crede in Gesù vince ogni paura
Giobbe 38,1.8-11 • Salmo 106 • 2 Corinti 5,14-17 • Marco 4,35-41

Lettura
Gesù insegna alle folle per mezzo delle parabole. Tra i suoi uditori alcuni si staccano dalla massa anonima e si avvicinano a lui per chiedere ulteriori approfondimenti. A costoro, che sono da identificare con i discepoli, Gesù in privato spiega ogni cosa. A questo punto della narrazione si trova il racconto de "La tempesta sedata".

Mc 4,35-41
35In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: "Passiamo all'altra riva". 36E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. 37Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: "Maestro, non t'importa che siamo perduti?". 39Si destò, minacciò il vento e disse al mare: "Taci, calmati!". Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. 40Poi disse loro: "Perché avete paura? Non avete ancora fede?". 41E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?".

Commento
Coloro che hanno accolto l'insegnamento di Gesù sono invitati a passare "all'altra riva" con lui. Durante la traversata si solleva "una grande tempesta di vento" che suscita grande paura in chi è sulla barca. A fronte dell'agitazione del lago viene presentato per contrasto Gesù che tranquillamente "se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva". Colpisce sicuramente il persistere del sonno di Gesù nel pieno della tempesta. Subito dopo entrano in azione i discepoli che lo svegliano con parole trepidanti, cariche di tensione, indice del loro sentirsi abbandonati in quel pericolo mortale: "maestro, non t'importa che siamo perduti?". Gesù, svegliatosi, ascolta la loro richiesta e ordina al vento e al mare di tacere e di calmarsi ed essi ubbidiscono: "il vento cessò e vi fu grande bonaccia". Il racconto si conclude con due domande decisive di Gesù rivolte ai discepoli: "perché avete paura?" e "non avete ancora fede?". I suoi ancora non capiscono fino in fondo la sua identità e non si fidano pienamente, per questo hanno paura. La stessa reazione dei discepoli, indicata nell'ultimo versetto, conferma il disagio esistente nella relazione tra Gesù ed i suoi: "Chi è dunque costui ...?".

Chi segue Gesù e va con lui sulla barca non sempre coglie fino in fondo la sua identità. A volte si ha la sensazione che il maestro sia assente o disinteressato delle vicende travagliate vissute dei suoi discepoli. Per questo essi si lasciano prendere dalla paura. L'intervento di Gesù, che riporta tranquillità sul lago, diventa segno della sua capacità di contrastare anche le più terribili forze distruttrici. Come egli si oppone ai demoni, così riesce a farsi obbedire da quanto rischia di portare i suoi discepoli e tutti gli uomini alla rovina. Al credente è quindi chiesto di conoscere meglio il maestro e soprattutto di fidarsi di lui.

Collegamento fra le letture
Tutti gli uomini ed anche i discepoli cristiani fanno fatica a conoscere il mistero di Dio. Giobbe non riesce a trovare spiegazioni di fronte alle disgrazie che colpiscono lui e la sua famiglia. Anche i discepoli, sulla barca con Gesù, non comprendono come possa conciliarsi la presenza del maestro con loro e la contemporanea avversità della vita a cui essi devono far fronte. Per questo gridano: "non t'importa che siamo perduti?". A Giobbe Dio risponde invitandolo a considerare l'ordine inscritto nel creato. "Chi ha chiuso tra due porte il mare" e chi controlla "l'orgoglio delle sue onde" interverrà decisamente anche nel turbine attraversato da Giobbe. Per questo egli, pur attraversando grandi prove, resta sempre fedele a Dio e non perde la speranza in lui. Sul lago Gesù si manifesta ai suoi capace di controllare ogni difficoltà che li minaccia. Per questo allora il discepolo, secondo lo stimolo lanciato da Paolo nella seconda lettura, non deve accontentarsi di conoscere Gesù "alla maniera umana", cioè soltanto nella sua dimensione storica e concreta, ma è chiamato ad essere "una creatura nuova" in Gesù; ciò significa aver fede in lui e liberarsi da qualsiasi paura.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

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