LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 5 gennaio 2025– II Domenica dopo Natale - Anno C
La Parola abita tra noiSiracide 24,1-4.8-12 - Salmo 146 - Efesini 1,3-6.15-18 - Giovanni 1,1-18
Lettura
La liturgia della parola, della seconda domenica di Natale, offre nuovamente il testo evangelico del prologo di san Giovanni, già incontrato durante la celebrazione del giorno di Natale. Il Prologo, nel suo insieme, costituisce un inno alla Parola fatta carne e funge da introduzione a tutto il vangelo.
Gv 1,1-181In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 2Egli era, in principio, presso Dio:3tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. 4In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; 5la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. 6Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. 7Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. 8Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. 9Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. 10Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. 11Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. 12A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, 13i quali, non da sangue né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. 14E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. 15Giovanni gli dà testimonianza e proclama: "Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me". 16Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. 17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. 18Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.CommentoIl complesso ed articolato testo, che apre il vangelo di san Giovanni, contiene un insieme di tematiche tra loro collegate. I primi due versetti presentano la Parola che è con Dio e delineano la loro profonda identità e relazione. Col v.3 si entra nella dimensione della creazione e si afferma che tutto il creato è intimamente connesso con la Parola. Questa non solo ne è l'origine, ma fa diventare il mondo rivelazione, in quanto porta in sé l'impronta della Parola. I vv. 6-8 indicano il ruolo di Giovanni Battista nella storia della salvezza. Nei vv. 9-13 il testo inizia a trattare il mistero dell'incarnazione della Parola che, venendo nel mondo e fra la sua gente, trova contemporaneamente rifiuto e accoglienza; coloro che credendo, accolgono la Parola e diventano figli di Dio. Da ultimo, nei vv. 14-18, la Parola fatta carne rivela la gloria della comunione del Dio invisibile, che rimanda alla partecipazione e all'accoglienza del mistero da parte della comunità.
Il Verbo-Parola è la rivelazione di Dio. Tale manifestazione si realizza secondo modalità diverse. Il creato, che "è stato fatto per mezzo di lui", parla di Dio. La vicenda della venuta "tra la sua gente", culminata nel dono della legge fatto per mezzo di Mosé, è manifestazione della Parola. Il dono della grazia, realizzatosi per mezzo di Gesù Cristo ("Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi"), è rivelazione della Parola. A Dio che si manifesta corrisponde da parte dell'uomo o il rifiuto, che separa da Dio ("la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta"), o il riconoscimento - accoglienza da parte di "quelli che credono nel suo nome", che dà loro "il potere di diventare figli di Dio". Il testo esclude una terza via caratterizzabile dall'incertezza, dal tentennamento o dall'indecisione. Nella dinamica di Dio che si rivela e dell'uomo che lo accoglie ha un posto nodale la comunità, la quale diventa segno di accoglienza e sostegno di chi è chiamato a credere.
COLLEGAMENTO FRA LE LETTUREIl testo del Siracide indica gli elementi essenziali e più maturi della rappresentazione della Sapienza in Israele: "prima dei secoli, fin da principio, egli mi creò" "Ho officiato nella tenda santa davanti a lui" "Nella città amata mi ha fatto abitare". Essa raggiunge la definitiva e reale personificazione nel disegno del Verbo-Luce e del Verbo-Carne, delineato da san Giovanni. La vicenda della "venuta tra la sua gente" è manifestazione della Parola! Il dono della grazia, realizzatasi per mezzo di Cristo, è rivelazione della sua Parola. A Dio che si manifesta l'uomo o oppone un rifiuto, separandosi così da lui, o lo riconosce ed accoglie, diventando così suo figlio. La comunità cristiana è chiamata ad invocare incessantemente lo "Spirito di sapienza e di rivelazione", come dice Paolo, per poter andare realmente incontro alla sua speranza che è Cristo Signore. In questo modo egli realizza il progetto indicato per lei dal Prologo giovanneo. Quanto detto fin qui, ci porta da un lato a conoscere sempre meglio la manifestazione continua del mistero di Dio servendoci delle categorie culturali del nostro tempo, accogliendolo con libertà, e dall'altro ad invocare nell'orazione incessante personalmente e comunitariamente il dono dello Spirito di Sapienza che viene dall'alto.
La vita(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)