LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 9 ottobre 2022, XXVIII Domenica T. O. - Anno C
Riconoscenti per la salvezza ricevuta2 Re 5, 14-17 . Salmo 97 . 2 Timoteo 2, 8-13 . Luca 17, 11-19
LetturaLa pericope odierna, richiamando esplicitamente il viaggio di Gesù verso Gerusalemme, da una parte prosegue gli insegnamenti dati precedentemente, ed in particolare quello sulla fede, dall'altra forse segna una nuova tappa del cammino verso la città santa.
Lc 17, 11-1911Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce: "Gesù, maestro, abbi pietà di noi!". 14Appena li vide, Gesù disse loro: "Andate a presentarvi ai sacerdoti". E mentre essi andavano, furono purificati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: "Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?". 19E gli disse: "Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato!".CommentoIl brano inizia con una nota di carattere geografico: "Gesù attraversava la Samaria e la Galilea". Probabilmente Luca non vuole qui descrivere l'itinerario preciso percorso da Gesù per arrivare a Gerusalemme (esso sarebbe stato Galilea, Samaria e Giudea), ma è interessato a sottolineare che si é ancora fuori dalla regione della Giudea, dove sorge Gerusalemme e dove le leggi di purità sono portate alle estreme conseguenze; egli vuole anche indicare che in queste regioni il popolo è composto da ebrei - galilei e da samaritani. In un villaggio non identificato, dieci lebbrosi, stando a distanza regolamentare come prescrive la normativa civile e religiosa (cfr. Levitico 13, 45), alzano la voce e chiedono aiuto: "Gesù maestro, abbi pietà di noi!". Essi non solo riconoscono in lui la guida autorevole, ma vedono realizzarsi anche in Gesù l'opera misericordiosa di Dio verso l'umanità bisognosa. Alla loro vista Gesù ordina, sempre da lontano, di andare a presentarsi ai sacerdoti. Il sacerdote aveva nella comunità ebraica antica anche il compito, dopo aver esaminato il caso, di dichiarare impuro il lebbroso, e quindi escluso da ogni forma di vita sociale, ed il dovere di dichiararlo puro, dopo la eventuale guarigione, reintegrandolo così nella comunità civile e religiosa. Mandandoli dai sacerdoti, prima di essere stati guariti, Gesù richiede a loro conferma ulteriore della fede che avevano espresso nella invocazione iniziale. Il testo, molto sobriamente, dice che "mentre essi andavano, furono purificati". È evidente l'insegnamento che viene dato: l'obbedienza alle parole di Gesù ottiene l'esaudimento delle richieste dei lebbrosi; così chiunque invoca l'aiuto del Signore sarà esaudito se ascolta le sue parole. A questo punto il racconto segna una svolta, uno dei lebbrosi, scoprendosi guarito, si ferma, torna indietro, loda "Dio a gran voce" e si getta ai piedi di Gesù per ringraziarlo. L'uomo sanato riconosce l'opera potente di Dio in quanto gli è capitato per mezzo di Gesù. A Dio, che si lascia incontrare in Gesù, il credente deve continuamente la lode ed il rendimento di grazie. L'evangelista annota rapidamente: "era un samaritano". Colui che era ritenuto comunemente un pagano ed uno straniero diventa modello di comportamento umano e religioso più dei nove ebrei (presumibilmente) che invece non sono tornati. Le parole conclusive di Gesù, rivolte al samaritano, non solo ratificano la fede presente nell'uomo che, obbedendo alle parole di Gesù trova la salvezza e loda e ringrazia Dio per i doni ricevuti, ma lo mandano ad essere testimone della salvezza avuta: "alzati e va; la tua fede ti ha salvato".
L'esecuzione con fiducia dei comandi dati dal Signore rafforza la fede, dona la salvezza e permette di lodare e ringraziare autenticamente Dio. La parola del Signore accolta nella fede dà anche la forza e le motivazioni necessarie per annunciare in modo significativo il vangelo. Solo così tutti possono essere missionari, dove la Provvidenza li ha posti a vivere la manciata di anni della propria storia personale.
COLLEGAMENTO FRA LE LETTURENella prima lettura, tratta dal secondo Libro dei re, è presentato l'episodio di Naaman il Siro che, ammalato di lebbra, è guarito dal Signore. Anch'egli, straniero, ottiene la guarigione quando esegue i comandi che gli sono stati dati "dall'uomo di Dio": il profeta Eliseo. È interessante notare che Naaman giunge alla fede nel Dio di Israele e si impegna solennemente a lodare e a offrire sacrifici "solo al Signore". Questo atteggiamento di riconoscenza è presente anche nel brano evangelico assieme col tema della fede e dell'accoglienza obbediente della parola del Signore. La seconda lettura richiama la fedeltà di Dio anche se l'uomo credente è irriconoscente nei confronti della sua opera: "se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele". La fedeltà di Dio, arriva a noi per mezzo di Gesù Cristo e spinge i credenti, come Paolo, ad essere missionari e testimoni del vangelo fino all'estreme conseguenze: "a causa del vangelo io soffro fino a portare le catene come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata. Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù".
La vita(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)